Lazio con e senza Klose

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logo-lazioLa Lazio senza Klose, la Lazio con Klose. Due mondi diversi, ci passa in mezzo tutta la differenza del mondo. Miro è colui che insacca di testa quando nessuno fino a quel momento ci era riuscito. Miro è colui che manda a terra Pisano e lo costringe al fallo da rigore. Miro è il più grande goleador nella storia della Nazionale tedesca e veste la maglia della Lazio. Puoi averlo con te o contro di te, nel primo caso sei tu il fortunato.Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto!“.

Miro è il fucile e Clint Eastwood insieme: glaciale, letale, chirurgico. Ma non onnipresente, purtroppo. E la Lazio del primo tempo Klose non ce l’aveva con sé. Il copione è lo stesso visto contro l’Apollon: i biancocelesti attaccano, spingono, ma lo fanno senza criterio, senza un’idea precisa di gioco. E soprattutto, non c’è verso che possano segnare. La formazione scelta da Petkovic prometteva occasioni a grappoli: Candreva, Felipe Anderson e Perea insieme in campo, più Ederson a fare da supporto.

Promessa non mantenuta: la Lazio del primo tempo è sterile, prevedibile e soprattutto improvvisa senza uno spartito definito. La scorsa stagione parlavi del gioco della Lazio e pensavi ad alcune parole chiave: ripartenze, inserimenti, movimento senza palla. Provate a trovare oggi un tratto distintivo, uno schema che contraddistingua la squadra di Vlado: anzi no, non ci provate, perdereste solo tempo. I fischi di una Curva Nord impeccabile sono il giusto voto alla prova offerta dalla Lazio nei primi 45 minuti. Pericolosi svarioni in difesa hanno rischiato di mandare in gol Ibarbo e Sau.

Nonostante i tre attaccanti più uno, in diverse occasioni la difesa laziale ha rilanciato il pallone nel vuoto cosmico della trequarti avversaria. Ederson ha smaniato tutto il tempo, senza trovare la giusta posizione in campo. Il Cagliari ha incassato bene, proteggendosi senza troppo affanno. Nell’intervallo Petkovic ha quindi deciso di affidarsi al giocatore più forte che ha la Lazio in rosa. Non ha avuto paura di armare ancora di più l’attacco, con Candreva e Felipe Anderson a sostenere da esterni la coppia Klose-Perea. In due minuti il tedesco ha cambiato la storia della partita, se i campioni entrano in campo lo fanno in maniera tangibile.

Ma l’impatto travolgente del panzer non può nascondere le lacune evidenti e immutate della Lazio attuale. Klose o non Klose, la squadra continua a non avere un gioco organico, la manovra è spesso disordinata e facilmente leggibile dagli avversari. In difesa gli errori si ripetono, il Cagliari non è ne ha approfittato ma altre squadre lo hanno fatto e lo faranno ancora. Lo scontro diretto tra le “big deluse e deludenti” con il Milan dovrà dimostrare se la Lazio ha davvero intrapreso la rotta esatta. Non è affatto detto che sia così, anzi. Con un Klose in questo stato di grazia, in ogni caso, la luce in fondo al tunnel è almeno un po’ più nitida.

[Stefano Fiori – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]