Milan-Juventus: la chiave tattica, presentazione del match

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Il posticipo della 14esima giornata di Serie A presenta quella che per anni è stata la grande sfida scudetto della nostra massima serie: Milan e Juventus per molti anni si sono spartite i principali successi in campo nazionale ed internazionale, situazione che si è ripetuta anche l’anno scorso quando la partita del Meazza ha rappresentato la partita decisiva per l’assegnazione del titolo nazionale. Quest’anno la situazione dei due team è diametralmente opposta: la Juve, approfittando della carica psicologica derivata dalla vittoria dello scudetto e rinforzatasi notevolmente sul mercato con gli acquisti di Isla e, sopratutto, Asamoah, si è presentata ai nastri di partenza come squadra da battere, con abizioni importanti sia in campo internazionale che casalingo.

Di contro, i rossoneri sono alle prese con una stagione di rifondazione; in estate sono stati venduti i principali giocatori della squadra allo scopo di risanare il bilancio: ne deriva che, dopo anni passati puntando sulle individualità, il Milan è alle prese con un cambio di mentalità tutt’altro che facile da digerire, dovendo ora puntare su un gioco corale e sulla compattezza di squadra. Passaggio non facile e ancora ampiamente non assimilato, come dimostrano i 17 punti di ritardo dalla capolista.

QUI JUVE –Ci sono vittorie che confondono, e sconfitte che chiariscono”; questa la massima di Arrigo Sacchi, grande ex allenatore rossonero e ora opinionista per le reti Mediaset, sulla sconfitta maturata contro l’inter da parte dei bianconeri. La Juventus infatti, prima della partita persa in casa contro l’Inter, aveva dato l’impressione di essere una squadra che aveva smarrito la cattiveria agonistica e la concentrazione che erano diventati il marchio di fabbrica degli uomini di Antonio Conte; a seguito di quella sconfitta però, la squadra torinese ha ragito nel modo corretto, ritrovando gli stimoli che forse si erano un po’ assopiti, dopo una serie incredibile di partite senza sconfitte. Ne sono la dimostrazione i convincentissimi risultati arrivati dopo la sfida contro i nerazzurri: 4 a 0 al Nordsjaelland, 6 a 1 contro il Pescara e il 3 a 0 contro i campioni in carica del Chelsea.

La squadra di Conte ha trovato nel 3-5-2 un credo tattico perfetto per l’anima battagliera di questo gruppo: la Juventus infatti fa del ritmo, della compattezza e del gioco di squadra le proprie armi principali, attraverso le quali riesce a sopperire all’unica vera mancanza del proprio organico: l’assenza di un giocatore di primissima fascia in attacco, in grado di garantire 15 20 gol a campionato.

E’ una squadra dove l’unico giocatore autorizzato a prendersi delle libertà dal punto di vista tattico è Andrea Pirlo: questa mentalità è stata la chiave del successo della scorsa stagione, ma contemporaneamente evidenzia quello che attualmente è l’unico punto debole dei bianconeri: senza un giocatore in grado di risolvere a favore le sfide in cui la squadra non riesce esprimersi al massimo, per i bianconeri diventa difficile risolvere le partite quando la squadra non è al top della forma; e sarà un problema che emergerà a nostro avviso sopratutto a partire da questa primavera, quando la rosa bianconera potrebbe essere un po’ logorata dalla lunga stagione, ricca di impegni, che attende i bianconeri alle prese quest’anno con tre trofei.

QUI MILAN – Senza girarci troppo intorno, dato il momento delle due squadre la sfida si presenta quasi proibitiva per i ragazzi di Massimiliano Allegri. Nonostante questo i rossoneri hanno il dovere di provarci, dal momento che in campionato hanno già lasciato sul campo parecchi punti e che una vittoria in una sfida così importante potrebbe essere di indubbio beneficio psicologico per una squadra ancora alla ricerca di certezze. Aiutati dal giusto atteggiamento tattico, la squadra di Allegri potrebbe aumentare le proprie chanches di vittoria; al di là del modulo infatti, che dovrebbe essere il 4-3-3, i rossoneri dovranno provare a mettere in campo un certo tipo di partita.

La sifda a cui ispirarsi è proprio quella che ha visto vittoriosa l’Inter allo Juventus Stadium; fino a quel momento le squadre che hanno affrontato la Juve quest’anno [con l’eccezione della Fiorentina di Montella] si sono preoccupate principalmente di difendersi, reputando i bianconeri una squadra troppo superiore per cercare di ottenere un risultato positivo. In questo modo si sono presentate al cospetto della Juve con un atteggiamento molto difensivista, concedendo così ai bianconeri di esprimere al meglio le proprie qualità. Questa strategia è totalmente errata, e la squadra di Stramaccioni ha evidenziato qual’è il giusto atteggiamento con il quale affrontare la Juve: la squadra di Conte è maestra sul piano del ritmo e del pressing; se la si affronta senza la giusta cattiveria a centrocampo, è inevitabile che la Juve prenda il sopravvento. Serve invece una partita aggressiva sulla linea mediana. I bianconeri infatti diventano più vulnerabili se pressati alti: a parte Pirlo infatti, i giocatori chiave di Conte sia sulla mediana che sulla linea difensiva, come Marchisio, Vidal, Chiellini e Bonucci, campioni quando si tratta di pressare e buoni palleggiatori se lasciati gestire la sfera senza pressione, diventano vulnerabili se vengono pressati in possesso di palla; è questo il lavoro che deve dunque chiedere ai propri giocatori Massimiliano Allegri: una partita di grande sacrificio e intensità sulla linea mediana. Solo così i rossoneri potranno aumentare le proprie speranze e mettere in crisi i bianconeri nella fase di costruzione del gioco.

LA CHIAVE TATTICA: La Juventus è una squadra che va pressata alta; i “target” principali degli uomini di Allegri devono essere Chiellini, Bonucci, Marchisio e Vidal, uomini che potrebbero commettere degli errori nella gestione del possesso palla se messi sotto pressione. Puntando quindi su una partita di grande dinamismo e aggressività, il Milan non deve aspettare la Juve nella proprima metà campo, ma deve spingersi con coraggio a pressare sulla trequarti avversaria, cercando così di approfittare degli errori di questi giocatori per ripartire con rapidità e innescare i propri attaccanti.

IL GIOCATORE DA SCHIERARE: A dispetto delle recenti prestazioni incolore, in questa partita Allegri non può fare a meno di Boateng; è l’occasione perfetta per sfruttare le caratteristiche del Tedesco Ghanese. Anche se schierato sull’esterno destro dell’attacco, Allegri dovrebbe chiedere un importante sacrificio in copertura al proprio giucatore, concedendogli licenza di accentrarsi e non dare respiro alla retroguardia bianconera in fase di impostazione del gioco. Con il primo pressing svolto dal Ghanese, Montolivo potrebbe riuscire ad accentrarsi facendo la diagonale inversa dal centrosinistra, cercando quindi di sfruttare la fantasia del centrocampista e il suo preciso tiro da fuori come armi per far male alla Juve.

IL GIOCATORE DA EVITARE: Difficile in questo caso indicare un possibile anello debole; sono consapevole che gli infortuni costringono l’allenatore a scelte quasi obbligate. In questo senso, mi auguro che si riesca a recuperare Mexes per la sfida di Domenica sera; quello che veramente va evitato è continuare a togliere sicurezze al reparto arretrato, sia in termini di uomini che di modulo.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]