È Benitez show: l’Inter tra mercato, Muntari, giovani, Moratti, schemi e…

Il countdown è finito. Rafa Benitez, il tecnico nerazzurro, dopo tanti spezzoni parla definitivamente a Inter Channel con Edoardo Caldara e Roberto Scarpini in una lunghissima chiacchierata con i tifosi, che Inter.it evidenzia di seguito.

Cominciamo con l’email di Antonio da Taranto: onestamente, sei preoccupato della situazione all’Inter?
“Sono occupato, ed è una cosa diversa. Penso che la squadra abbia ancora il 40 per cento di possibilità di miglioramento”.

Quindi, sino a domenica sera, abbiamo visto un’Inter al 60 per cento delle sue possibilità?
“Per me è chiaro. Fisicamente e tatticamente la squadra può migliorare tanto. Stamane, prima di arrivare al centro sportivo, ho guardato una nostra partita e facevo delle annotazioni. Per me si può migliorare. Non sono preoccupato, anzi sono molto contento. È chiaro che si può migliorare ed è proprio per questo che sono molto occupato con il lavoro sul campo. Al nostro amico di Taranto dico: tranquillo, le cose andranno bene”.

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Coutinho show: “Vi racconto la mia Inter Brasil, tra umiltà e curiosità”

Continua a brillare la favola di Philippe Coutinho. Il talento 18enne brasiliano dell’Inter, dopo l’esordio a San Siro in uno spezzone contro il Bari, è stato convocato per la seconda volta consecutiva dal nuovo C.t. del Brasile, Mano Menezes: soddisfazione immensa per lui, che sta lavorando durissimo per integrarsi al meglio con l’Inter e con la Seleçao. “Sono felicissimo per la seconda convocazione con il Brasile – ha reso noto Philippe tramite Twitter – Ringrazio Dio, la mia famiglia e tutti quelli che mi aiutano e tifano per me”. La bella opportunità di essere ancora un verdeoro però esalta tutto il giornalismo brasiliano, che ormai da anni tutela questo autentico baby-fenomeno, e Globoesporte gli ha dedicato una bella intervista anche sull’Inter che FcInterNews.it riporta fedelmente con traduzione integrale in anteprima italiana.

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Robinho-Raul-Piersilvio, tris vincente per Zlatan in rossonero: ora il Milan ci crede davvero

Lo avevamo scritto in tempi non sospetti, quando il campionato ancora doveva finire: non è un auto-elogio, ma solo la testimonianza che marcare l’agente più scatenato del mercato alla fine paga, esattamente come successo con l’affare Balotelli-City. Tra Zlatan Ibrahimovic ed il Milan, la passione è ormai travolgente: restano gli ultimi 10 giorni di mercato per trasformare la scappatella in matrimonio, con buona pace di tutte le parti.

E’ un affare complesso più che complicato, le tessere da far quadrare sono tante ed il mercato insegna che gli affari a più firme ed incastri spesso saltano per minimi dettagli: eppure questa volta sembra davvero che il puzzle sia facile da costruire. Il Barcellona ha chiare le esigenze del Milan e quelle del giocatore: il prestito con diritto (obbligo?) di riscatto è la formula giusta, quella usata ormai in tutta Europa per camuffare gli acquisti a titolo definitivo ma con pagamenti dilazionati negli anni, con il famoso metodo spalmaperdite. Per il Barcellona, la cessione di Ibra sarebbe un salasso al bilancio: qualunque sia il prezzo che il Milan riuscirà a strappare (si parla di 6 milioni subito, 10 entro il 30 giugno 2011, 8 entro il 2012), per i blaugrana si creerà una minusvalenza, visto che lo svedese è vittima di una ipervalutazione economica avuta 12 mesi fa per massimizzare la plusvalenza Eto’o.

Se c’è una società che può permettersi queste operazioni però, è proprio quella di Rosell: il Real ha cannoneggiato con Ozil, Guardiola punta i piedi e chiede un esterno d’attacco a completare il tridente con Messi e Villa, un uomo che ben si abbini al Tiki-Taka, la versione catalana del Futbol Bailado. Piacciono Neymar e Ganso, ma a Barcellona bruciano ancora le piaghe Riquelme-Quaresma & co: Rosell, ex presidente della Nike in Spagna, punta tutto su Robinho che della casa americana è un testimonial di spicco, esattamente quello che manca nell’attacco blaugrana firmato Adidas. Guardiola chiude un occhio (avrebbe preferito un carattere più gestibile), Mancini gioisce: forse con la cessione del brasiliano si può regalare ancora un puntello. Gioiscono anche e soprattutto il Milan ed Ibrahimovic, che a quel punto avrebbero la strada spianata: ci sarebbe ancora qualche problema non di poco conto, in primis l’ingaggio da quasi 12 milioni di euro netti.

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Milan, Honda d’urto sulla Serie A. Scempio FIGC. così non si aiuta l’Italia. Tristezza Kakà-Brasile: solo Leo può salvarvi

E’ l’ennesimo paradosso di una realtà che ormai sembra creata direttamente da Zenone in persona: parlare dell’acquisto di un giapponese nel giorno in cui il calcio italiano dà un micidiale giro di vite agli extracomunitari. Il Milan su Keisuke Honda è una chiacchiera che ha già fatto il giro del Mondo: il più forte giocatore della Nazionale del Sol Levante in una delle squadre più amate in quella parte del mondo. Giusto considerare l’appeal mediatico, giusto fare i conti su merchandising e primetime asiatico (il famoso “spezzatino di mezzogiorno della domenica”), cavalli di battaglia storici di Adriano Galliani: sarebbe però altamente riduttivo però basare il discorso esclusivamente o principalmente su queste fondamenta, una grave mancanza di rispetto nei confronti delle doti tecniche di un calciatore importante. In queste ore ne ho lette un po’ di tutte: “attaccante”, “seconda punta”, “bomber”.

Chi, come me, è un estimatore di lunga data di questo giapponese dalla criniera dorata, sa che, nonostante il ruolo ritagliatogli in questo Mondiale da Okada, il suo habitat naturale è decisamente più dietro: basti pensare che al VVV-Venlo ha giocato addirittura terzino sinistro, in maniera forzata certo, ma non disastrosa. Essenzialmente è una “mezzala”, un ruolo che il calcio moderno tende a far scomparire: non è un trequartista, nè un’ala, nè una seconda punta, nè un regista o un mediano, ma un centrocampista completo, capace di dare l’ultimo passaggio come finalizzare o costruire. Ne avevamo parlato profeticamente nell’editoriale della scorsa settimana: Honda è stato di certo uno dei migliori giocatori del Mondiale, dunque un suo eventuale arrivo in rossonero darebbe ben altra connotazione ad un mercato finora disastroso. Non è il jolly saltato fuori con scadenza quadriennale: citofonare a Mosca, Cska, tant’è che da parte del club dell’Esercito non c’è molta disponibilità a trattare a cuor leggere una sua cessione.

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Brasile irresistibile: Cile spazzato via

Non c’è stato nulla da fare: i pronostici non sono stati sfatati. Brasile che passeggia sul malcapitato Cile infliggendogli un 3-0 che non ammette repliche, con gol di Juan, Fabiano e Robinho.

I verdeoro ritornano prepotentemente alla ribalta dopo il deludente 0-0 rimediato nel match col Portogallo, nel corso del quale avevano provocato delle riserve inerenti lo stato di salute dei pentacampioni. Certo, il Cile non ha rappresentato un severo banco di prova, ma la superiorità tecnica della Selecao in questo Mondiale è comunque indiscutibile.

Sono i brasiliani i favoriti per il successo finale, solo loro potranno perdere il titolo che gli compete di diritto. Un Brasile che quest’anno, cozzando contro la loro stessa tradizione, sta dimostrando una buona tenuta difensiva, oltre al proverbiale attacco che fa davvero paura, nonostante manchino all’appello fior di giocatori (lasciati a casa da Dunga…) come Adriano, Ronaldo, Ronaldinho, Neymar e Pato.

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