Doccia fretta Theraeau: passa il turno il Chievo

Guidolin, a sorpresa rispetto ai pronostici della vigilia, schiera il capitano dal primo minuto, supportato da Fabbrini. Nella prima senza i tre africani impiegati nella competizione continentale trovano spazio per la prima volta il neo acquisto Fernandes e Sissoko. Di Carlo si presenta al Friuli senza Sorrentino e Pellissier, con l’attacco affidato a Moscardelli e Paloschi.

Avvio di gara di marca bianconera senza particolari squilli, ma alla prima occasione il Chievo passa: è il nono minuto, dopo un batti e ribatti in area di rigore, la palla arriva all’ex Sammarco che salta Danilo e, a tu per tu con Handanovic, infila un piattone rasoterra alla destra del numero uno sloveno. Due minuti dopo prima conclusione friulana nello specchio con il tentativo da fuori di Sissoko, che diventa facile preda per il portiere clivense Puggioni. L’Udinese si affaccia nuovamente in attacco al 16′ quando Di Natale prova a incrociare il destro sul buon lancio di Fernandes, ma la palla rotola sul fondo. I brividi più grossi sono sempre di marca Chievo: rapida ripartenza della formazione gialloblu, deve metterci una pezza Handanovic sul tiro ravvicinato di Moscardelli.

La formazione di Guidolin mantiene uno sterile possesso palla, il Chievo continua a pungere in velocità mettendo a dura prova i meccanismi dell’undici bianconero, ben lontano dall’Udinese formato campionato complici le numerose assenze. Alla mezz’ora interessante punizione al limite conquistata da Pereyra: colpisce Di Natale, pallone deviato in angolo. Sul corner svetta Ekstrand e Puggioni toglie dall’incrocio la sfera del pareggio. Lo stadio Friuli si ammutolisce al 38′ quando un cross dalla sinistra, deviato, finisce sull’esterno della rete dando l’illusione del gol. Tre minuti e l’occasione buona capita sui piedi del numero 10 bianconero, ma la deviazione sporca sul cross di Pereyra finisce ben lontana dai pali veronesi. Si archivia così il primo tempo, il gol di Sammarco decide la frazione.

Guidolin prova a dare la scossa con un doppio cambio: fuori Pereyra e Fabbrini, dentro Basta e Floro Flores. L’attaccante napoletano prova subito a farsi vedere scagliando sul fondo un potente destro dalla distanza. Al 50′ incredibile chance per Di Natale che scatta sul filo del fuorigioco e conclude a incrociare con il destro, strepitosa risposta di Puggioni. L’Udinese della ripresa è decisamente più tonica e vogliosa di trovare la rete per riequilibrare la partita. Il Chievo continua ad agire in rimessa ma trova meno spazi. I veronesi si mantengono comunque molto pericolosi e al 58′ Sardo impegna severamente Handanovic con una deviazione ravvicinata sugli sviluppi di un angolo. L’Udinese risponde al 64′ con il violento destro di Abdi che sibila di poco fuori alla sinistra del palo difeso da Puggioni. Il portiere ospite deve intervenire nuovamente a venti dal termine per respingere il tiro ravvicinato di Floro Flores. Il numero 83 ci riprova ancora in girata all’80’ sulla sponda di Torje ma la palla gira alta sopra la traversa. La fortuna non sembra girare dalla parte giusta nemmeno qualche istante più tardi quando la rovesciata di Di Natale pesca Floro Flores che, in acrobazia, spedisce ancora una volta largo.

La legge del Friuli, venuta meno solo contro la Juventus, si ripete anche in Coppa Italia: al minuto 84, Di Natale si inventa una punizione magistrale che batte Puggioni e sancisce il pareggio, ennesimo gol casalingo del Capitano accolto da un boato liberatorio del Friuli che ora sospinge la squadra alla ricerca della qualificazione. La doccia gelata arriva proprio al 90′: difesa bianconera mal posizionata, Thereau arriva di fronte ad Handanovic e lo batte da due passi. L’Udinese si getta avanti disperatamente e sfiora il gol in mischia su azione da calcio d’angolo. Ma é troppo tardi, Peruzzo fischia tre volte e l’avventura in Coppa Italia finisce dopo appena 90′. La formazione bianconera resta in gioco su due fronti, campionato ed Europa League: domenica al Ferraris ci sarà la sfida contro il Genoa.

TABELLINO:

UDINESE – CHIEVO 1-2

MARCATORI: Sammarco al 9′ pt, Di Natale al 39′ st, Thereau al 45′ st.

UDINESE – Handanovic, Ekstrand, Danilo, Ferronetti (dal 30′ st Torje), Pereyra (dal 1′ st Floro Flores), Abdi, Sissoko, Fernandes, Pasquale, Fabbrini (dal 1′ st Basta), Di Natale. ALL. Guidolin

CHIEVO – Puggioni, Sardo, Morero, Acerbi, Drame’, Sammarco, Rigoni, Vacek, Cruzado, Moscardelli (dal 23′ st Thereau), Paloschi (dal 28′ st Mandelli). ALL. Di Carlo

ARBITRO: Peruzzo di Schio

Ammoniti Drame’, Sardo, Ekstrand, Cruzado.

Recupero 0′ e 2′

[Sito Ufficiale Chievo Verona – Fonte: www.chievoverona.it]

Milan-Juve: segreti e chances del faccia a faccia. Inter, ecco il tavolo delle beffe

“Un incontro per discutere le vicende del calcio di vertice”. Non azzardatevi a chiamarlo tavolo della pace, per carità. Petrucci non transige, anche perché di serenità e quiete, in quella stanza ne è prevista ben poca. Non ci sono dubbi, almeno se tutti dovessero mantenersi nelle posizioni che ne hanno sempre contraddistinto il pensiero sino ad oggi. Diverso, diversissimo, sarebbe se invece gli argomenti di questa simpatica “reunion” dovessero cambiare radicalmente. Alcune indiscrezioni, raccontano di come lo scudetto 2006 non sia assolutamente all’ordine del giorno, per lasciare invece spazio all’annosa questione relativa ai diritti televisivi. Mossa astuta, che però farebbe a pugni con l’unico fronte che realmente continua a far stridere le posizioni dei due club “nemici per eccellenza” del calcio italiano, non risolvendo in realtà nulla.

Sarebbe invece opportuno, magari, che chi di dovere (Abete è uno degli invitati privilegiati) esponesse le sue ragioni, prendesse una posizione. Magari non in contrasto con quanto da lui stesso dichiarato in tempi non sospetti. Abete disse che l’etica non andava in prescrizione. Chiarisse a quel tavolo perché non ha applicato questo semplice principio per ricavare un minimo di giustizia dalla relazione di Palazzi che accertò l’illecito sportivo ex art.6 a carico dell’Inter e dei suoi dirigenti. Fermo il seguito per prescrizione, l’etica avrebbe dovuto fare giustizia di uno scudetto indebitamente appeso nella bacheca nerazzurra. Se Abete invitò Moratti a rinunciare alla prescrizione ricevendone un no anche arrogante, significa che il presidente della Federcalcio sa benissimo che l’ Inter si attribuisce uno scudetto che non le spetta. Abete spieghi questo al tavolo del “calcio di vertice” senza preoccuparsi che Moratti non resti più sereno. Diversamente e senza che Petrucci si offenda il tavolo della pace sarà il tavolo delle beffe.

Torniamo al calcio giocato, facendo riferimento ovviamente ai risultati recenti ed alla classifica che li rispecchia. La Juventus continua a mantenersi in corsa, anzi prosegue a condurre le danze, fregiandosi dell’essere l’unico club del panorama nazionale a mantenere la propria imbattibilità. Il carattere di Conte, aspetto che in moltissimi (ma noi no) avevano sottovalutato durante i loro pronostici estivi, sta esaltando le qualità caratteriali di una squadra tecnicamente inferiore all’antagonista principale, ma affamata ed accanita. Amnesie difensive permettendo, sarà in corsa sino alla fine.

Proprio all’avversaria principale, rivolgiamo ora la nostra attenzione. Quel Milan partito malamente nei primi mesi, ma tornato definitivamente in linea con quelli che sono i suoi obiettivi di sempre. Vincere, magari convincendo, in campionato. Fare più strada possibile, vista l’oggettiva difficoltà di trionfare, in Europa. La settimana a cavallo tra Barcellona e Chievo ha dato l’esatta dimensione di una squadra troppo più forte delle altre nei propri confini ma allo stesso tempo ancora inadeguata a riprendersi quel trono cui per tradizione dovrebbe sempre ambire: l’Europa. La sfida di questa sera, contro una squadra in piena bagarre, dirà certamente qualcosa in più. Il Milan va a Marassi contro il Genoa, Preziosi ha smentito le voci di un esonero di Malesani, ma la situazione non è tranquilla, i liguri sono quelli che hanno perso a Cesena.

Chiudo con Auricchio, e la sua personale rivisitazione di Thackeray. Dice “Giù le mani dalla Juve”. L’Italia è forse l’unico Paese in cui è possibile che un ufficiale dei Carabinieri, in aspettativa per espletare un incarico di natura politica, abbia l’opportunità di rilasciare interviste su indagini da lui stesso svolte ad un periodico il cui titolo,tradotto in italiano, è “La Fiera della vanità”. Non pago, ipotizza la sussistenza di altri reati, con l’elegante espressione “Non lo escluderei”, considerato che le indagini non le facevano altri, ma lui stesso, penso di avere fornito a tutti i lettori un quadro fedele del personaggio.

[Luciano Moggi – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]

Tuoni nello spogliatoio della Roma, ma a Napoli va peggio: Lavezzi prepara le valigie

Per cominciare un avviso ai naviganti: se per caso incontrate sulla via l’Osvaldo furioso, ricordatevi il tris di comandamenti: 1) Salutate in maniera servile, 2) Dite: “Quanto sei bravo, quanto sei bello”, 3) Abbassate il testone. Rispettate alla lettera il trittico, altrimenti son sganassoni.

Ora le cose meno serie. Questa sera a Napoli è previsto sereno, almeno in cielo. Al San Paolo invece saranno tuoni e fulmini, del resto arriva la Juve capolista che tenta la fuga senza il suo uomo migliore, Marchisio (sì, ha fatto meglio anche di Pirlo). Ma al di là delle chiacchiere e dei pronostici (il match vale più per il Napoli: se perde, lo scudetto s’allontana un bel po’) tocca analizzare la situazione Lavezzi. Noialtri la inquadriamo così: tra il Pocho e la società sta succedendo qualcosa di molto strano. Il ragazzo è amatissimo dal pubblico, lui ama i tifosi, la sua fidanzata un po’ meno (storie di furti e scritte poco eleganti su Twitter). E fin qui… Ma la verità è che De Laurentiis si è fatto quattro calcoli: Cavani non si tocca, Hamsik nemmeno, Lavezzi… può partire. Proprio così: il giocatore più decisivo del giocattolo partenopeo (anche più del Matador…) verrà sacrificato alla fine di questa stagione (Inghilterra probabile destinazione). Anche prima? Impossibile, nonostante le parole dell’agente dell’argentino: “A Napoli non può vivere, ha paura”. Con queste premesse il match di stasera assume i toni di uno scontro nello scontro e vedremo da che parte starà il pubblico.

Due parole sul Milan. Il massacro di domenica (vedi Chievo) prova che i rossoneri, in Italia, son come Megan Fox costretta per qualche strano motivo a vivere a Villa Arzilla: vince facile il concorso di bellezza. La Juve le è superiore per grinta ma non ha un Thiago Silva in difesa e un Ibrahimovic in attacco: praticamente mezza spina dorsale. Tutto bene per il diavolo? Mica tanto. Il contratto di Allegri è finito in qualche soffitta di Milanello e nessuno sa che fine abbia fatto. Galliani assicura: “Non ci sono problemi per il rinnovo”, ma i beninformati assicurano che Berlusconi non abbia preso per niente bene il 2-3 con il Barcellona. Si dice che il Cav non abbia gradito l’atteggiamento dei rossoneri, né la formazione scesa in campo e che, in definitiva, stia pensando a un clamoroso cambio a fine stagione a prescindere dai risultati che. Il nome del sostituto? Marco van Basten, uno che il presidente ha avuto modo di conoscere molto bene… Son solo voci, per carità, ma ora che il n°1 dei rossoneri ha più tempo da dedicare alla squadra tutto può accadere (e c’è chi dice che anche le voci di un rapporto nascente tra il mister e la presentatrice Barbara D’Urso non abbiano granché contribuito a migliorare la situazione).

Problemi diversi in casa Inter. Oddio… problemi. I risultati arrivano, segnano i giovani (di Coutinho, Alvarez e Castaignos gli ultimi gol nerazzurri), ma il presidente Moratti storce la bocca e non le manda a dire: “Siamo stanchi”. In effetti ci vuol poco per capire che contro il Siena Zanetti e soci hanno giocato male: lenti, impacciati, poco convinti. Ma alla fine sono arrivati i 3 punti e, come si dice, se fai risultato giocando male significa che la fortuna comincia a strizzarti l’occhio.

Ultime considerazioni su Tevez e sul bla bla legato al futuro prossimo del calciatore argentino. La situazione è chiara: Galliani ha incontrato l’agente e ha una priorità (prestito fino a giugno a 3.5 milioni più 16 per il riscatto), la Juve ha provato a inserirsi ma è troppo distratta dalla questione “difensore centrale”, l’Inter c’ha messo il becco (è l’unico club che garantirebbe al giocatore il suo attuale ingaggio: 8 milioni) ma difficilmente oserà tanto. Del resto Moratti è stato chiaro: la parola d’ordine è ridimensionamento e se hai fatto andar via Eto’o per risparmiare che senso ha prendere Carlitos? La sensazione è che con tutta probabilità alla fine il bomber con la faccia da Francesco Benigno (sì, quello di “Mery per sempre”) alla fine non verrà in Italia. Ma il mercato apre tra un mese e di tempo ce n’è…

P.s. definitivo. Domenica a Milano gironzolava un certo Eto’o. Avrà fatto un po’ di shopping, ma certo la suggestione rimane: vuoi vedere che vuol tentare il tutto per tutto per tornare a casa? Chi vi scrive di recente ha intervistato Marco Branca, responsabile del mercato dell’Inter. “Marco scrivo che al 100% Eto’o non tornerà all’Inter?”. “Beh 100% no, non si sa mai cosa può accadere”. Miracolo a Milano?

[Fabrizio Biasin – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]

Bologna, Cecconi: “Il problema è la disposizione offensiva”

Il Bologna non riesce a trovare la quadratura del cerchio ed è in costante altalena. A due vittorie consecutive corrispondono due sconfitte e la squadra non riesce a togliersi dalla zona bassa della classifica. I problemi dove vanno cercati? Ripeto qualcosa che ho già detto in precedenti risposte. La disposizione offensiva della squadra non è efficace, costringe a portare uomini avanti sguarnendo la difesa senza arrivare alla conclusione. Si perde palla spesso sulla 3/4 subendo ripartenze con la squadra scoperta. Questo tipo di tridente per me non va bene. Anche nel primo tempo è stato il Cesena a essere più pericoloso nonostante l’impegno, la corsa e la volontà del Bologna.

La sconfitta con il Cesena è stata meritata? Vincendo probabilmente sarebbe stata la svolta in positivo per i rossoblu ma è stata fallita la prova di maturità. Meritata secondo me no ma il Cesena non ha rubato niente. Prima del gol il Bologna aveva avuto 2 buone occasioni per fare gol. E’ stata una partita che sarebbe potuta finire con qualsiasi risultato. Una vittoria sarebbe stata solo una vittoria, se pur importante, ma nessun esame di maturità superato. Le difficoltà a cui facevo riferimento prima sarebbero rimaste ma si sa, in Italia se si vince è tutto bello e se si perde è tutto brutto.

Considerazioni su Di Vaio: la piazza è divisa. Marco fatica, non riesce a segnare, spesso è in fuorigioco o in ritardo e non tira in porta da molto tempo. A questo punto viene lecito domandarsi se sono solo problemi di modulo ma parte della tifoseria lo vorrebbe in panchina. Come ho già detto altre volte per me Di Vaio va solo protetto. Anche domenica ha corso e scattato in continuazione. E’ normale per un attaccante come lui ogni tanto finire in fuorigioco o perchè parte prima o perché servito in ritardo. A mio avviso è stato l’attaccante che ha creato più difficoltà alla difesa del Cesena. I diversi fuorigioco che gli hanno fischiato sta proprio a dimostrare quante volte a scattato per dettare il passaggio in profondità. Per me bisogna solo modificare qualcosa per sfruttarlo meglio e avere pazienza e fiducia. Il Bologna non ha di meglio di Di Vaio.

La classifica resta comunque molto corta. Dai 10 punti del Bologna ai 15 del Napoli, settimo, ci sono ben dodici squadre. La lotta salvezza riserverà sorprese o le ultime quattro ormai sono quelle che dovranno vedersela fino alla fine? Credo di sì ma nel campionato italiano non ci si può mai sorprendere di niente. Possono essere confermati i pronostici e le previsioni iniziali come essere tranquillamente smentiti perchè nel calcio italiano ci sono molte più variabili incontrollabili.

Domenica si va a Cagliari, un campo dove spesso il Bologna è tornato a casa a mani vuote. Come impostare la squadra per ottenere almeno un punto? L’ho già detto in precedenza, non esiste uno schieramento che garantisce un risultato come poteva succedere vent’anni fa. E’ chiaro che sapendo che il Cagliari spingerà di più giocando in casa il Bologna avrà degli spazi in più da sfruttare nelle ripartenze. Non farei l’errore di Palermo dove ho visto il Bologna fare gioco con un pizzico di presunzione senza essere pericoloso e il Palermo giocare in ripartenza e tirare in porta. Bisogna però guardare in generale, correggere quello che fino a oggi non è andato che per me è che la squadra si sbilancia troppo senza essere abbastanza pericolosa e subisce troppe ripartenze.

Le prossime sette partite vedono 5 incontri al Dall’Ara e solo due in trasferta. Sei d’accordo che in questo lasso di tempo si
comprenderà il reale valore della squadra o bisognerà attendere più tempo?
Si è visto in passato che un valore presunto in Inverno non si è poi confermato in Primavera, basta pensare al Bologna di Mazzone o a quello di Mihajlovic. Sarei cauto su questo tipo di conclusioni. Di sicuro sono un buon numero di partite da poter analizzare per fare una valutazione sulla squadra e i giocatori.

[Mario Sacchi Fonte: www.zerocinquantuno.it]

Luis Enrique: “Totti è recuperato, lo vedo meglio come trequartista. Con Heinze nessuna discussione”

Che danno tecnico è l’infortunio di Burdisso?
“Mi dispiace tantissimo per lui, perché è un leader naturale di questa squadra e mi dispiace a livello personale. Succede quando meno te lo aspetti. Lui è qui e sta pensando all’operazione e a recuperare. E’ un peccato per la squadra ma è così, siamo pronti per affrontare questa situazione. Gli auguriamo un veloce ritorno in squadra e lo aspettiamo”.

Bastano gli altri quattro centrali o serve un sostituto?
“Questa è una rosa ampia, siamo tanti e pronti per affrontare questa situazione. La Roma deve sempre guardare il mercato, deve vedere quando si può rafforzare, sia a gennaio che a giugno. Ma io sono tranquillo, le altre sono situazioni che deve risolvere la società, Walter e la gente che lavora per questo”.

Totti ha recuperato? Partirà dal primo minuto?
“E’ recuperato. Ha una buona condizione fisica, per noi è una fortuna recuperarlo. Credo che se oggi non ci sarà nessun problema, sarà in lista”.

Sta inquadrando una formazione base?
“Non lo so, l’hai detto tu. Ci sono 4-5 giocatori che più o meno giocano quasi sempre e altri che fanno rotazione. Dietro tutta questa decisione c’è un lavoro, un obiettivo di essere più forti. Penso che saremo più forti con una squadra ampia, ma non c’è una regola per schierare questo o quello. I calciatori devono abituarsi a quello che io chiedo e non solo sapere che cosa voglio, ma anche in che modo si deve fare. Ci sono dettagli importanti che ancora non controlliamo”.

Cosa le mette paura del Lecce?
“Mi aspetto una partita difficile, è sicuro che se non c’è la fame di vittoria soffriremo tantissimo. E’ una squadra con giocatori interessanti, con pericolosità. E’ una squadra difficile con Cuadrado, Grossmuller, Olivera, Bertolacci… hanno solo 8 punti ma sono una squadra interessante”.

Tra Totti e Lamela, chi vede più avanti in campo?
“Entrambe le situazioni sono possibili. A Novara, Lamela ha giocato come punta, Totti ha giocato  tante volte come punta. Io credo però che possa essere più importante come trequartista, ma possono giocare insieme”.

Juan e Pizarro sono convocabili?
“Pizarro è infortunato e ancora non si allena con la squadra, è impossibile che sia nella lista. Per Juan stiamo lavorando al suo livello fisico, lui ha potuto giocare due partite ma si è infortunato, è un peccato per lui e per la squadra. E’ un giocatore di livello alto che però non riesce a consolidare il suo livello fisico. Per domani è in ottima condizione, vediamo”.

La discussione con Heinze?
“Nessuna discussione con Heinze”.

Heinze è l’unico centrale sinistro adesso, è insostituibile?
“E’ la stessa situazione di una settimana fa. Anche Juan ha giocato in quella posizione ma solitamente è una posizione in cui non ci sono tanti calciatori sinistri. Peccato per l’infortunio di Nico, è una persona brava e ha sempre voglia di andare avanti. Mette sempre la squadra prima di lui, poche persone sono così. Deve essere uno stimolo, dobbiamo fare tutti insieme uno sforzo”.

Le condizioni di Kjaer?
“Si è allenato con noi tutta la settimana. Si trova bene, credo che potrà essere un giocatore importante per noi”.

Sembra essere arrivato il momento di rivedere De Rossi, Gago e Pjanić insieme. E’ il miglior reparto possibile?
“No, il miglior reparto lo voglio vedere in campo, non è questione di formazione. Se succede bene, ma c’è sempre la concorrenza. Ci deve essere voglia e fame, quanta più concorrenza c’è, tanto meglio è per la squadra”.

Da qui a Natale, con queste quattro partite difficili, cosa si aspetta?
“Mi aspetto 3 punti con il Lecce se siamo al 100%, altrimenti sarà difficile. Non guardo avanti, iniziamo a vedere dove siamo. Abbiamo fatto partite buone, ma c’è da migliorare”.

Ha visto la sua imitazione fatta da Borriello?
“No, non guardo la Tv, me l’ha detto mio figlio. Però vengo a conoscenza di tutto. E’ un imitazione, non mi da fastidio”.

Ha avuto la sensazione che la Serie A stia aspettando la Roma? Non c’è una squadra in fuga, la Roma può rientrare?
“Sono concentrato nel migliorare la squadra, tante cose ancora mancano. Per questo non faccio pronostici, non sarebbe giusto. E’ irreale pensare alle prossime quattro partite, ora c’è il Lecce”.

La Roma sta migliorando?
“Spero di si”.

Quale sono le cose che non le stanno bene?
“Io faccio un lavoro, quando vedo che non viene bene al 100% non sono contento. Io cerco sempre voglia e fame nei giocatori professionisti, questo è il mio problema. Non sono mai soddisfatto. A volte non devi essere così. Io non sono illuminato, faccio tutto per arrivare ad un risultato facile, ma è difficile”.

Come stanno i giocatori tornati dalle Nazionali?
“Non c’è una regola esatta per questo. Gago ha fatto un viaggio lungo ma ha giocato quindici minuti. Tutti possono giocare titolari”.

Tutto il gruppo è convinto delle sue idee secondo lei?
“E’ facile, la società va in una strada che è la stessa dell’allenatore e della squadra. Adesso è così, in futuro non so.  Discussioni non ne ho avute con nessun calciatore. Ci può essere malumore per me se vedo che la squadra non fa bene”.

Malumore nei giocatori?
“Non lo vedo, la squadra si allena bene”.

Come ha visto in questi giorni Daniele De Rossi, è tranquillo?
“L’ho visto come sempre, è tornato con la sua predisposizione abituale”.

E’ giusto richiedere un indennizzo per i club in caso di infortunio con la Nazionale?
“Devono pensare che i calciatori vanno in nazionale per uno stimolo personale. C’è sempre questo scontro tra club e nazionale, dovrebbero trovare un accordo ma la soluzione ottimale non c’è”.

Kjaer come lo ha visto dopo il derby?
“L’ho visto bene”.

Vorrebbe un giocatore esperto o più giovane per sostituire Burdisso?
“E’ un ipotesi e non è una situazione reale. La situazione attuale è far lavorare bene la squadra”.

Ha parlato con Totti per concordare il minutaggio?
“Parlo sempre con il giocatore ma alla fine decido io”.

L’infortunio di Burdisso potrà avere qualche contraccolpo psicologico sui giovani?
“Spero di no, sono giovani ma con una certa esperienza. Lui è un leader, ma deve essere uno stimolo per i più giovani. Burdisso aiuterà la squadra senza giocare”.

Le difficoltà con il Lecce quali saranno?
“Se non facciamo possesso palla alternandolo con la capacità di verticalizzare sarà difficile, il Lecce può vincere all’Olimpico. Non siamo una squadra che se lavora al 50% vince sicuramente. Dobbiamo fermare il loro contropiede”.

La Roma non ha mai avuto calci di rigore a favore. Succede perché si entra poco in area? Da cosa dipende?
“Non lo so, vicino all’area arriviamo tante volte. Dobbiamo pensare a cosa fare per fare gol. Abbiamo buone statistiche. Dobbiamo andare con più cattiveria in area avversaria ma non per cercare il rigore”.

La sensazione è che finché ci sarà Luis Enrique non ci sarà mai una formazione base
“Non è una mia filosofia, io scelgo l’undici che credo sia il migliore per vincere la partita. E’ una linea generale, magari il prossimo anno ci saranno solo 11 giocatori che faranno bene”.

Le condizioni psicologiche di Pjanić dopo la sconfitta con la Bosnia?
“L’ho visto bene, è venuto nel giorno libero a Trigoria per fare dei massaggi. Non è felice al 100% perché la sua Nazionale non andrà all’Europeo. Alla Roma sta portando fantasia e qualità, sono contento della sua qualità”.

Cosa pensa di Bertolacci? Potrà far parte del futuro della Roma?
“E’ stato con noi in ritiro. E’ bravo, ha la sua qualità, ha qualità d’inserimento e nell’arrivare al gol. Il suo rendimento deciderà se farà parte della rosa in futuro. Spero che domani non giochi bene (ride, ndr)”.

[Gabriele Chicchio – Fonte: www.vocegiallorossa.it]

Reja punta in alto: “Lottiamo per una posizione di prestigio…”

Così in alto, per una notte, era arrivato anche con il Napoli Edy Reja. Sabato tornerà al San Paolo da ex sempre amato, tornerà a Napoli dopo la rocambolesca ed immeritata sconfitta dello scorso anno, tornerà in vetta della classifica per rimanerci, spera. Edy reja ha rilasciato una lunga intervista al Mattino:

Cosa si prova ad essere primi in classifica? “Le sensazioni sono bellissime e le responsabilità importanti”.

Reja era arrivato ai vertici della serie A nell’autunno 2008, prima che quella squadra evaporasse. Finì con l’esonero la sua storia napoletana, ma Edy ha dimenticato: «Dalla C1 al preliminare Uefa abbiamo scritto pagine di storia: De Laurentiis, Marino, i ragazzi, i tifosi e io».
Domani sera torna a Fuorigrotta ma senza il superbomber Klose, che si è infortunato nell’amichevole della Germania: oggi verrà ufficializzato da Reja il suo forfait. Un problema non di poco conto, considerando i gol, gli assist e le prestazioni del bomber tedesco.

Ad aprile i sessantamila del San Paolo le hanno tributato un caloroso e prolungato applauso: quale accoglienza si aspetta sabato?«Anche all’Olimpico, nella mia prima volta da avversario del Napoli, i tifosi erano stati affettuosi. Sensazioni uniche, particolari, non ringrazierò mai abbastanza Napoli per quanto ha saputo darmi. Mi aspetto un San Paolo pieno per una bella partita».

Quali sono i segreti della Lazio?«Faccio l’allenatore da tanti anni, sempre con lo stesso entusiasmo, e segreti non ne ho mai avuti. Nel calcio ci sono i progetti e noi abbiamo cominciato a lavorare con passione nel 2010. Prima la salvezza, poi un buon piazzamento dopo aver sfiorato la qualificazione in Champions League e adesso una posizione di assoluto prestigio».

Quella sconfitta a Napoli, al termine del rocambolesco 4-3, forse vi costò la Champions«È il passato, adesso ci sono novanta minuti che la Lazio vuole affrontare al massimo della carica e delle energie. La tappa di Napoli è importante, abbiamo voglia di vincere per proseguire nel nostro cammino».

Il rapporto con la piazza laziale non è stato facile«L’esperienza conta tanto e io ne ho. Un allenatore e una squadra possono attraversare momenti difficili, ricevere fischi e contestazioni. L’importante è che vi sia rispetto dei ruoli. In certe particolari situazioni ho avvertito sempre il sostegno del presidente Lotito e dei giocatori».

Ne allena uno straordinario, il bomber Klose, che salterà la partita di Napoli per infortunio«Ha classe, esperienza, fiuto del gol, sa mettersi a disposizione dei compagni. Klose era un investimento assicurato. Purtroppo è rientrato dalla nazionale con questo problema fisico».

A proposito di grandi attaccanti, nel Napoli c’è Cavani: ne fece tre alla sua Lazio nello scorso aprile: «L’ho visto dal vivo martedì all’Olimpico contro l’Italia. Non ha segnato, ma umilmente si è messo al servizio dell’Uruguay. Un campione, senza dubbio, anche se non va sovraccaricato di responsabilità, come i suoi compagni. Lazio e Napoli sono due squadre che devono crescere con calma: stiamo riguadagnando adesso, con merito, il riposizionamento ai vertici del calcio».

Dirigenti, calciatori, collaboratori: a quale personaggio del Napoli è rimasto più legato? «Farei torto a qualcuno: i rapporti sono buoni con tutti».

Ad aprile disse:«Firmerei per lo scudetto al Napoli e la qualificazione Champions per la Lazio»…«È andata in tutt’altro modo, stavolta niente pronostici. Massimo rispetto per il Napoli e Mazzarri, che prosegue nel suo eccellente lavoro anche a livello internazionale, ma noi ce la giochiamo. Sempre».
È il metodo Reja.

[Giorgia Baldinacci – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]

Napoli, hai meritato di essere qui: giocala senza pressioni, è un momento di crescita. Che sfizio se…

Il calcio non è una scienza esatta, altrimenti che noia. Anzi, è lo sport per eccellenza dove i pronostici sono fatti molto spesso per essere sovvertiti. Anche quelli che sembrano già scritti, magari marchiati col fuoco. Come quello per la partita di stasera insomma. Una gara che vedrà il Napoli aspirante grande confrontarsi con chi grande lo è sempre stato, ed in questo momento rappresenta una super potenza del calcio europeo. Quel Bayern Monaco che poi, tra le mura amiche dell’Allianz Arena, è praticamente imbattibile.

CHE SFIDA – Un momento di crescita. Non può essere etichettata in altro modo la partita di stasera. Che gli azzurri devono giocare senza sentire sulle loro spalle il peso di una pressione che sarebbe solo un avversario in più. Quello che poteva fare fino ad ora, la squadra di Mazzarri lo ha fatto: pareggio in casa del quotatissimo Manchester, vittoria interna con il Villarreal, e pareggio, sempre al San Paolo, contro i tedeschi. Insomma, un ruolino di marcia importante e sorprendente, se solo si pensa che il Napoli, in questo girone, era additato come la squadra che si sarebbe giocata insieme agli spagnoli l’approdo in Europa League. E invece oggi è a Monaco, dove va a contendere lo scettro di prima in classifica al potentissimo Bayern; consapevole di avere delle cartucce importanti da sparare, e soprattutto potendo contare sulla forza dimostrata sino ad ora: certi risultati non si ottengono per caso o per fortuna, essere qui significa averlo meritato. Essere qui, comporta un solo obbligo: quello di provarci.

E CHE SFIZIO… – Per gli otto mila napoletani che stasera affolleranno le tribune dell’Allianz, innanzitutto. E per i tanti emigrati in Germania, per i quali vedere gli azzurri qui è motivo di orgoglio. Un pò come quando l’Italia di Marcello Lippi fece fuori dai Mondiali la Nazionale tedesca a Dortmund, in casa sua e davanti a oltre cinquanta mila tifosi. Ecco, servirebbe lo spirito di quella squadra, la voglia sfrenata di sovvertire un pronostico tanto netto, oggi come allora. E poi per se stessi: ottenere un risultato positivo qui, farebbe aumentare a dismisura l’autostima della squadra. Servirà la partita perfetta, e potrebbe non bastare, come ha detto Mazzarri: occorrerà qualche errore del Bayern, e che il Napoli sappia approfittarne in maniera letale. Andiamo a vedere.

[Vincenzo Balzano – Fonte: www.tuttonapoli.net]

Bologna, Cecconi: “La condizione fisica è buona”

Ci eravamo lasciati dopo la sconfitta interna patita con la Lazio. Da allora sono arrivati sei punti su sei frutto delle vittorie con Chievo e Atalanta. Analizza le due partite. In comune le 2 partite hanno che il Bologna è andato meglio nel 2° tempo e questo è positivo perché ci dice 2 cose: la prima è che la condizione fisica è buona e la seconda è che Pioli nell’intervallo tocca tasti che fanno migliorare la squadra. Va detto che nei primi tempi in entrambe le partite si è corso dei rischi eccessivi e poteva finire peggio ma i secondi tempi hanno dimostrato che la squadra ha margini di miglioramento e può far bene. Bisogna quindi che Pioli corregga qualcosa per far sì che la squadra subisca meno occasioni da gol e dia più continuità all’azione offensiva perchè non sempre ti può girare bene..

Pioli: 9 punti su 12. Si può dire senza se e senza ma che la scossa l’ha data pur se il Bologna ha ancora qualcosa da registrare
? Certo. Si può dire ed è la verità comè la verità che c’è qualcosa ancora da registrare ma il miglioramento è stato evidente.

Di Vaio ieri è tornato alla rete, il rigore era importante e non si è tirato indietro dalle sue responsabilità. E’ sufficiente per averlo sbloccato o serve una rete su azione? E’ una buona iniezione ma un attaccante vero come è Di Vaio vuole fare gol su azione. Io lo vedo già abbastanza sereno adesso ma quando farà gol su azione sicuramente si sentirà sollevato e soddisfatto e dopo sarà ancora più carico e sereno.

Con l’Atalanta, Ramirez ha concesso spunti di classe cristallina. Che futuro vedi per questo giocatore?
Un gran futuro senz’altro. Quanto sarà vicino questo gran futuro non si può dire. Voglio dire che quando Ramirez riuscirà a essere più continuo e sfruttare ancora meglio e di più il suo talento tecnico e le sue doti fisiche, non lo possiamo sapere perché dipenderà dalla sua crescita caratteriale e anche dai contesti in cui si troverà a giocare.

La classifica è cortissima: a parte il Cesena e il Lecce che appaiono già in affanno, il Bologna in un sol colpo ha superato Novara, Inter, Chievo e l’Atalanta stessa ed è a soli 3 punti dal settimo posto. Campionato atipico. E’ anche atipico ma fondamentalmente il motivo principale è che c’è un maggior livellamento, sia a livello tattico di squadra ( gli allenatori delle piccole sono preparati come o più i colleghi delle grandi )  e anche a livello individuale ( anche i giocatori delle piccole più o meno hanno qualità fisico-atletiche uguali o vicine a quelle dei colleghi delle grandi, qualcosa in meno sul piano della tecnica e della personalità ). C’è meno divario tra le piccole e le grandi e questo genera equilibrio. In più si può aggiungere che le nostre grandi fanno fatica ad esprimere il maggior potenziale che il loro maggiore budget gli permette di avere.

Sabato c’è l’anticipo a Palermo. Come si possono fermare i rosanero e se dovessi scommettere su un risultato quale sarebbe? Non esistono più le tattiche e le strategie per fermare un avversario. Come dicevo prima c’è una vicinanza di valori di fondo che genera equilibrio. A meno che una squadra o un giocatore non incappi in una giornata storta l’equilibrio può venir rotto dagli episodi frutto di errori o giocate individuali importanti, dagli episodi arbitrali e anche dalla fortuna pura e semplice. Dopo la preparazione generale di una squadra, che è la base per poter competere con gli avversari, un allenatore deve avere molta cura ad allenare i particolari che spesso rendono gli episodi determinanti per il risultato. I pronostici non si possono più fare, non hanno più senso, chi ci prende ha solo fortuna.

Bisoli che è stato esonerato e vede il cambio di passo del Bologna si porrà domande sul perchè lui non sia riuscito a dare la scossa mentre Pioli si? Non saprei dire cosa pensa Bisoli di questa situazione. Il calcio permette tante spiegazioni allo stesso quesito anche se poi la risposta giusta è una sola.

[Mario Sacchi – Fonte: www.zerocinquantuno.it]