Palermo, Sogliano: “Vi dico perchè mi sono dimesso”

264

Sean Sogliano torna a parlare dopo le dimissioni da direttore sportivo del Palermo. Ecco tutta la verità raccontata a TuttoMercatoWeb, network di cui TuttoPalermo.net è parte integrante.

Direttore, cominciamo dal 31 agosto o dal 30 ottobre?
“Direi dal 30 ottobre…”.

E allora ci spieghi, perché si è dimesso?
“Voglio chiarire la mia posizione, è giusto farlo, pur senza polemica. Zamparini ha detto che c’è stima reciproca e questo lo confermo, perché ci siamo lasciati sapendo che uno ha stima dell’altro. I motivi che mi hanno portato alle dimissioni sono chiare: abbiamo un’idea diversa sul ruolo del direttore sportivo. Lui ha detto che volevo comandare a casa sua, ma non è assolutamente così. Stavo solo facendo il direttore sportivo, come secondo me bisogna farlo. Finché ho sentito di farlo nel migliore dei modi l’ho fatto, poi ho preso questa decisione forte, nonostante le scelte che ho portato avanti abbiano dato i suoi frutti. Ho promosso l’allenatore in prima squadra e il presidente ha accettato di buon grado, il Palermo ha sedici punti. Certe scelte hanno dimostrato un buon lavoro e dei buoni risultati, ma mi sono sentito di farmi da parte dinnanzi a certe incomprensioni sul ruolo del direttore sportivo, che secondo me è una persona che deve prendere delle decisioni e incidere. Altrimenti non è più un diesse, ma un collaboratore”.

Quanto le ha dato fastidio essere definito “un sottomesso”, da Zamparini, in diretta radiofonica?
“La parola non è stata brillantissima. Però penso abbia voluto dire che il capo è lui. Ma io non mi sono mai sentito di andare a Palermo e fare ciò che non mi spettava di fare. Zamparini mi ha scelto per fare il ds e io ho cercato di prendere delle decisioni per il bene del Palermo. Forse col tempo lui ha voluto cambiare il suo modo di vivere con me, dandomi un ruolo diverso rispetto a quello che ho cercato di fare”.

Come lo vede, il suo ex presidente, il ruolo del direttore sportivo?
“Il presidente ha detto che ci vuole un confronto con lui. Ma questo c’è sempre stato. Lo dico in maniera sincera, senza polemiche, perché la stima è reciproca. Il ds deve prendersi le sue responsabilità e se Mangia fosse andato male io mi sarei preso le colpe del caso. È giusto che il direttore sportivo segua le linee guida della società. Ma è anche giusto che sui consigli all’allenatore o sui giocatori o la gestione dello spogliatoio, deve prenderle lui e non il presidente. Forse Zamparini non ha apprezzato che il mio modo di lavorare era per il bene del Palermo e suo”.

Sembra che Zamparini non voglia un direttore sportivo che prenda delle decisioni. Cosa dovrà fare Luca Cattani, che non ha fatto lei, per andare d’accordo con il suo ex presidente?
“Ognuno interpreta il ruolo per come lo sente. Io e Zamparini ci stimiamo e rispettiamo, ma era giusto lasciarsi perché lui ha un’idea diversa del direttore sportivo. So come lavoro io, non posso pronunciarmi sugli altri”.

Uno degli argomenti di discussione è stato Josip Ilicic?
“Non c’è stato un litigio su un giocatore o su un episodio. Di Ilicic ne ho sempre parlato con Zamparini: è un grande giocatore e ha talento. Le esclusioni fanno parte della crescita di un giocatore e la partita che ha giocato sabato contro il Bologna, l’ha fatta perché aveva lo spirito giusto. Il talento è importante, ma con lo spirito giusto”.

Quanto resisterà Mangia, senza di lei?
“Ho sentito Devis anche in settimana, prima della partita, e gli ho augurato la vittoria. Il Palermo ha sedici punti, all’inizio dell’anno questo era un risultato inaspettato. Il lavoro è stato positivo. In futuro non si mai cosa può accadere”.

Cosa le rimane dei quattro mesi a Palermo?
“Ho cercato di essere me stesso. Quando lavoro per una società cerco di fare il massimo per il bene della stessa. Mi dispiace, perché di solito un ds o un allenatore vanno via quando i risultati non arrivano, ma bisogna avere coerenza e ho voluto non perdere credibilità con me stesso, con i giocatori e lo staff tecnico, che mi hanno sempre visto in un certo modo ed è giusto che sappiano che sono fatto così. Io sul lavoro so prendere delle decisioni e nell’accettare determinate cose ho scelto di prendere questa decisione. Volevo solo fare il direttore sportivo, non altre cose. Questo Zamparini lo sa”.

Con le dimissioni ha rinunciato ad un contratto importante. Il suo futuro, dove sarà?
“Sabato la partita l’ho vista sul divano, la ferita è ancora aperta. Però purtroppo è così. Andrò a vedere un po’ di calcio all’estero, giusto per staccare un attimo”.

[Alessandro Buttitta – Fonte: www.tuttopalermo.net]