Milan, Allegri: “Eravamo stati troppo criticati”

Queste le parole del tecnico del Milan, Massimiliano Allegri, a Sky nel dopo-partita: “Ibra? Ha già fatto molti gol, speriamo ne faccia altrettanti. Nel primo tempo abbiamo faticato, era difficile contro un Genoa pericoloso soprattutto nelle ripartenze. Dopo il gol la squadra si è sbloccata mentalmente, credo che la vittoria sia meritata. A livello psicologico avere una buona condizione è importante, quando non arrivano le vittorie ti puoi preoccupare. Per vincere le partite ci vuole sacrificio e sofferenza. Oggi la vittoria è importante per la classifica e i tre punti, dobbiamo ancora crescere dal punto di vista della condizione. Tifare Roma? Io sono contento della nostra vittoria, eravamo stati criticati oltremodo”.

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Turci: “Porterà a casa il risultato chi trasformerà la rabbia in lucidità”

Proseguono senza sosta le interviste esclusive targate Sampdorianews.net. In vista dell’importante impegno casalingo contro l’Udinese, abbiamo avuto il piacere di contattare in esclusiva Luigi Turci, portiere blucerchiato per tre stagioni tra il 2002 e il 2005, oltre che storico n°1 della compagine bianconera nel periodo di massimo splendore in Italia e in Europa.

L’attuale preparatore dei portieri del Padova ha rilasciato ai nostri taccuini un’intervista a 360°, analizzando la sfida di domani tra Sampdoria e Udinese, i ricordi delle proprie esperienze, l’attuale situazione dei portieri italiani e qualche aneddoto di mercato.

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La Sfida: Catania-Bologna

La Situazione Attuale

Catania

Se il pareggio di Milano non avrebbe avuto senso a meno d’una vittoria contro il Cesena, ebbene, la vittoria contro il Cesena avrebbe adesso significato davvero miliare se verrà bissata anche contro il Bologna. Non si guarda la classifica dopo appena quattro giornate di campionato ma, quel Catania che faceva storcer il naso ai “sommelier” del calcio, ha la possibilità di metter sin dapprincipio un’ipoteca importante sul proprio cammino stagionale. La gara di mercoledì, oltre a tre passi avanti in graduatoria, ha segnato il pieno recupero di due giocatori fondamentali: Lopez, ancora a secco di goal, Ledesma, quello vero, quello che Mihjalovic non ha visto mai.

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D’Alessandro in rampa di lancio e Ghezzal attaccante. Mister, proviamo a cambiare qualcosa

Bari al prima crocevia importante della sua stagione. Dopo le prime quattro gironate, disputate tutte contro squadre sulla carta più forti e quotate, il collettivo di mister Ventura, contro il Brescia, inizia un nuovo tuor di partite ricche d’insidie. Il bilancio di questo primo mese di campionato non può che essere positivo. Alla vigilia, Juvents, Napoli, Cagliari ed Inter potevano significare anche zero punti in classifica. Il galletto, invece, ne ha raccimolati ben cinque, perdendo malamente, ma comprensibilmente, solo contro i campioni d’Italia ed Europa.

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Allegri: “Siamo da Scudetto”

Su quella parolina, «equilibrio», Massimiliano Allegri aveva imperniato tutta la sua prima conferenza stampa da allenatore del Milan. A distanza di un paio di mesi con un’Inter lontana cinque punti in classifica, il tecnico livornese non cambia registro. Quello che manca ai rossoneri è giusto un po’ di bilanciamento, quanto basta per sfruttare al meglio il poderoso arsenale offensivo senza rompere il giocattolo. Quanto basta per colmare il gap con i cugini e lottare, fino all’ultimo minuto, per tricolore e coppe varie. «Noi possiamo fare bene in tutte le competizioni – ammonisce il mister alla vigilia di Milan-Genoa – ma per vincere dobbiamo trovare l’equilibrio. In questo momento l’andamento dei novanta minuti in campo della squadra rispecchia la classifica. Però, mercoledi», contro la Lazio, «abbiamo trovato maggior equilibrio e sono contento: davanti abbiamo grandi giocatori che possono risolvere le partite» in un secondo. Fuoriclasse solo da incanalare in un quadro armonico per sprigionare tutte le potenzialità ancora inespresse dal gruppo.

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Ranieri: “Gioca Lobont, ci sarà tempo per parlare di Lippi”

Che Roma vedremo domani?

“Una Roma determinata che vuole interrompere il momento no”.

Che partita si aspetta?

“Per la Roma è una partita difficile, l’Inter sta bene, in salute, noi vogliamo riprenderci”.

Non gioca Julio Sergio, chi gioca?

“Lobont è il suo vice”.

Se Riise sta bene gioca?

“Domani avrò le idee molto più chiare, anche per De Rossi. Lui è sempre fiducioso, positivo, è un’ottima cosa.”

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Quel guizzo di Di Vaio, poi gli abbracci

Ieri sera ho provato ad immedesimarmi in un “forestiero”, uno che è a Bologna per caso, che non conosce tanto bene la nostra città e ancora meno la nostra recente storia calcistica. Beh, ieri a Bologna c’era uno stadio con tanti posti vuoti, ma quel settore era pieno di tifosi carichi come molle. C’era il portiere azzurro, non solo per la maglia, e una squadra tutta vestita di arancione come l’Olanda.

Deve essere stata una partita importante, perché alla fine, al novantesimo, tutti, ma proprio tutti, erano così contenti che mancava solo un trofeo in mezzo al campo. L’allenatore con la cravatta sembrava Rocky quando sconfigge Apollo Creed, la musica prima dell’inizio dei giochi era “Eye of the Tiger” e non poteva che finire così, era destino. Un sogno. La realtà è che ieri sera abbiamo battuto al 90’, non giocando neanche tanto bene, ma con tanto tanto cuore, l’ultima squadra in classifica, l’unica che ha perso 4 partite su 4. E’ la squadra di Guidolin, quello che si esalta con le salite, salita che ieri sera abbiamo fatto noi.

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Bari: ripartire si può, si deve!

Nel day-after di Inter-Bari sono tanti,forse troppi, i punti su cui mister Ventura deve riflettere. La pesante sconfitta rimediata al San Siro ha mostrato un Bari, che ha fatto forse due passi indietro rispetto al suo standard. Di certo non sempre si può fare appello all’evento da sliding-door, ovvero il palo di Almiron, e all’adattamento forzato a ricoprire il ruolo da terzino destro da parte di Nico Pulzetti. Sarebbero alibi, forse troppo opportuni, per giustificare un ko strameritato.

Contro i nerazzurri, gli uomini di Ventura hanno svolto pochissimi e rapidi fraseggi che tutta la platea biancorossa riconosce e apprezza. E’ vero, però, che rispetto ad un anno fa (Inter-Bari del 2009), i padroni di casa erano con uno Sneijder ed un Pandev in più ed una coppa dalle grandi orecchie in più nella propria bacheca, ma i giocatori del Bari non hanno realmente mostrato quella buona e giusta spavalderia per affrontare i campioni (d’Italia e d’Europa, ndr). Il bello di queste sfide è che la squadra più debole debba mostrare pienamente il suo valore e mettere in seria difficoltà l’avversario più forte. Il risultato, poi, resta in secondo piano. Ma, ahinoi, al San Siro tutto questo non si è visto.

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