Bravo Delneri a ordinare la Juve, ma la sfortuna ‘smaschera’ Benitez

La nota più positiva della serata di Inter-Juventus è il rispetto con cui entrambe le squadre si sono affrontate, evitando di eccedere in comportamenti indotti da un eccesso di nervosismo. Chiaro, l’agonismo in campo non è mancato, ma è stata la naturale evoluzione di un match con tanti campioni in campo, che tradizionalmente vale più dei tre punti. Lavoro dunque più agevole per l’arbitro Banti, più aiutato dai 22 in campo rispetto ai fischietti che l’hanno preceduto nei recenti ‘derby d’Italia’. In campo la partita ha offerto tante emozioni, ma nessun gol. Non che i portieri abbiano riposato tutta la serata, anzi. Julio Cesar e Storari si sono guadagnati onestamente la pagnotta con interventi a dir poco decisivi, soprattutto nella ripresa (stoppati Quagliarella e Maicon a pochi passi dalla rete).

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La Lazio continua il suo volo in vetta: Hernanes inventa, Mauri affonda il Brescia

ROMA – Repetita juvant, dicevano i latini. E Reja coglie il suggerimento alla lettera, perché per la prima volta in questo campionato ripropone la stessa formazione della giornata precedente. E vince. Dove potrà arrivare questa Lazio? Reja reggerà? “Dipende dalla bottega romana, comunque è da Champions” aveva detto il suo amico di una vita Fabio Capello a Germano Bovolenta della Gazzetta dello Sport. Bene, in quella bottega di inizio stagione sembra esserci tanto, tutto l’occorrente per fare una grande annata. Nella bottega romana c’è la vittoria, quella si, c’è il primato in classifica, quello anche, ma manca un ingrediente che alla lunga sarà sempre necessario: la fantasia di Hernanes e Zarate, oggi meno incisivi del solito. Questione di pelo nell’uovo.

FORMAZIONI – Reja conferma per la prima volta lo schieramento della giornata precedente, con l’eccezione di Ledesma che torna al posto dell’infortunato Matuzalem. Inchini preferisce Zambelli a Berardi sulla destra.

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Napoli-Roma 2-0: Azzurri d’alta quota, Roma da consolare

Dopo 13 lunghi anni il Napoli riesce a battere la Roma tra le mura amiche, e lo fa grazie ad una prestazione esemplare che nella ripresa non dà scampo a Totti e compagni. Mazzarri, dopo le fatiche europee, si affida al suo undici base, mentre Ranieri spolvera un inedito 3 4 1 2, adoperato solo lo scorso anno sempre al San Paolo. L’avvio di gara infiamma subito lo splendido pubblico partenopeo. Il Napoli parte forte e colleziona la prima palla gol con Dossena, il cui tiro a volo, su assist di Hamsik, si spegne di poco a lato.

Passano due minuti e la Roma sbaglia in mezzo al campo, ne approfitta Lavezzi che parte velocissimo in contropiede ma invece di servire al centro Cavani, calcia con un sinistro fiacco. Nella Roma l’unico in palla è Marco Borriello, mentre Totti riesce soltanto a guadagnarsi qualche punizione generosamente concessa da Tagliavento. Alla mezzora l’occasione migliore del primo tempo: Lavezzi assiste perfettamente Hamsik che ha un gran controllo, ma calcia tra le mani di Lobont.

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Il Grifone muta pelle e batte il Bari. Ancora un arbitraggio scadente

Il Genoa espugna il proprio campo e ritorna a sorridere assieme al suo splendido pubblico. E’ stata la vittoria dell’orgoglio, del cuore, ma anche della saggezza tattica di Gian Piero Gasperini. Prima di parlare della partita i miei lettori mi devono consentire una “licenza poetica” sull’arbitraggio di Giannoccaro. Il direttore di gara leccese oggi pomeriggio non ne ha imbroccata una, compresa l’ammonizione a Rafinha. E’ vero che il brasiliano ha malamente reagito su un avversario dopo aver subito un fallo, ma fino a quel momento l’arbitro aveva esacerbato gli animi dei giocatori rossoblù fischiando falli a sfavore a senso unico. Da segnalare anche, per onestà intellettuale, il fallo di mano di Toni nell’azione del gol di Palacio.

Poi sono giunte una ciliegina e una fragola sulla torta di Marassi con il rigore inesistente provocato dal fallo di Moretti (che c’era sicuramente) su Castillo: il contatto era avvenuto all’esterno dell’area dei 16 metri. Ecco l’altro frutto: l’errore dell’ammonizione del barese Parisi al posto di Gazzi che già aveva ricevuto un cartellino giallo e sarebbe quindi dovuto andare anzitempo sotto la doccia. Dunque sarebbe stata ristabilita la parità numerica.

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Samp poco cinica viene rimontata: a Bologna finisce 1-1

Al dall’Ara di Bologna questo pomeriggio si affrontano due squadre appaiate in classifica a quota 5 punti: i padroni di casa guidati da Alberto Malesani e la Sampdoria di Mimmo Di Carlo. I rossoblu hanno, per ora, dato il meglio di loro stessi in trasferta, mentre l’andamento dei blucerchiati è stato lineare sia in casa che fuori: 1 vittoria 1 sconfitta e 1 pareggio a Marassi e 2 pareggi in trasferta in 5 partite disputate.

Il Bologna deve fare a meno degli infortunati Ekdal e Khrin e Malesani si affida al tridente composto da Siligardi, Meggiorini e Di Vaio. La Sampdoria invece rinuncia a Dessena infortunato, ma recupera Tissone in mezzo al campo con Poli in panchina. Koman gioca a sinistra al posto di Guberti con Semioli a destra. Solita difesa davanti a Curci e solo tribuna per Mannini, apparso fuori forma contro il Debrecen.

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Il Cagliari riparte da Verona Contro il Chievo è 0-0

Ammutinamento o no il Cagliari di Bisoli torna a camminare e a far punti dopo la sconfitta di Torino. Un pareggio che avrebbe potuto essere tanto una vittoria quanto una sconfitta, al termine di un incontro sempre aperto e divertente, contro un Chievo in salute. A seguito delle polemiche esclusioni dalla lista dei convocati di Conti e Agostini, la fascia da capitano va sul braccio di Cossu, per il resto la squadra è quella vista in campo contro la Juventus, con la sola eccezione di Ariaudo al posto di Agostini.

Se il primo tempo termina 0-0 è solo un caso. Il ritmo è altissimo e le occasioni non mancano. Il Chievo impegna Agazzi con un cross di Bentivoglio e due conclusioni di Pellissier, ma è lo stesso portiere del Cagliari a regalare la palla gol più importante al Chievo con una papera che si risolve in calcio d’angolo. Il Cagliari sfiora il vantaggio con Acquafresca, che dopo due errori di mira va in gol con un bel colpo di testa su assist di Cossu, ma l’attaccante torinese è in fuorigioco e il guardalinee se ne accorge. Nel finale c’è più Chievo che Cagliari, ma il risultato non si sblocca.

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Bari: non può pensarci sempre lui

E fu così, che su una palla insidiosa calciata su punizione di Milanetto, Luca Toni ha avuto ancora le forze per alzarsi in area di rigore e colpire, quel tanto che basta, per permettere ai grifoni di sfatare il tabù Marassi e di appropriarsi dell’intera posta in palio. La partenza dall’ultimo (in ordine temporale) ‘fotogramma’, che aleggia nella mia mente al pensiero della partita col Genoa, è d’obbligo per la partenza di questo mio editoriale.

Non è il caso di fare il gioco di assegnare le colpe, perchè alla difesa del Bari non va rimproverato nulla per come si è comportata e per come ha giocato nell’arco dei 90 e passa minuti della sfida del Marassi. Ma, analizzando quello che è accaduto, verrebbe da dire un bel ‘Ben ti sta!’.

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Vecchi amici e giovani talenti: Parma-Milan, l’analisi

DIMENTICARE. Quella rete di Bojinov al novantesimo, coronata da una dedicata speciale a Mourinho, brucia ancora. Eccome se brucia. L’anno scorso, nella città ducale, il Milan ha lasciato una fetta di scudetto. Dal possibile primato in classifica, sfumato la domenica prima per effetto del pareggio casalingo con il Napoli, la squadra di Leonardo scivolò a cinque punti da un’Inter tutt’altro che irraggiungibile. L’ambiente perse entusiasmo e, nonostante l’ottimismo del suo allenatore, il sogno-scudetto svanì sul prato del Tardini. Quest’anno è tutt’altra storia. Sullo stesso campo, Allegri deve dimostrare che il suo Milan è competitivo fino in fondo e potrà fare meglio di quello del suo predecessore. Dopo i pareggi con Lazio e Catania e la sofferta vittoria con il Genoa, non sono più ammessi passi falsi. Bisogna battere un colpo con una prestazione vincente, convincente e magari non Ibradipendente.

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