Inter: i vecchi non esistono. La mano di Allegri adesso si vede? Lo scudetto si decide sul mercato di gennaio?

A chi è capitato di dare uno sguardo, contro il Twente, al portiere dell’Inter, ai difensori e ai centrocampisti nerazzurri, sarà anche successo, può essere, di fare due più due. In porta c’era Castellazzi, 35 anni; in difesa Cordoba (34 anni), Lucio (32), Materazzi (37) e Zanetti (37); a centrocampo Cambiasso (30) e Stankovic (32). Tutti giocatori seri e rispettabili, mancherebbe altro e non è questo il punto, ma innegabilmente vecchi. Anzi, meglio correggersi, tranquillamente vecchi. L’accezione del termine non è infatti quella usata a piene mani, fino a pochi mesi fa, per i giocatori del Milan. Nel senso che i rossoneri vecchi lo erano, ma affannosamente: non passava giorno senza che, ossessivamente, trasmissioni, radio, siti e mail dei tifosi, non ricordassero l’età dei milanisti. Oggi, invece, sul tema, in un mondo della comunicazione notoriamente controllato, sobillato e schiavizzato dall’inossidabile potere mediatico rossonero, c’è lo stesso silenzio che nel film 2012 scandisce le fasi successive all’inondazione del Pianeta.

Un altro passaggio interessante del delicato momento nerazzurro, è stato quello delle battute a distanza fra il presidente Moratti e il tecnico Benitez. Fino ad un certo punto della stagione, Mister Rafa ha fatto cenni abbastanza continui al fatto che l’Inter non si era rafforzata a livello di acquisti estivi. Quando la crisi si è accentuata e il presidente del Club ha letteralmente tuonato che l’Inter non aveva particolare bisogno di ritocchi e che era fortissima anche così avendo appena finito di dimostrarlo, Benitez non si è ripetuto più, ha iniziato accuratamente e letteralmente ad evitare l’argomento. Se la cosa fosse accaduta al Milan, l’allenatore sarebbe stato il servo e il presidente il tiranno. Ma, ripetiamo, solo se fosse accaduto al Milan. Cose che capitano, non è la prima volta e non sarà l’ultima.

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Prandelli: ”Tornare a Firenze? Mai dire mai”

Cesare Prandelli all’uscita da Palazzo Vecchio, dopo la presentazione dell’ultimo libro di Michela Lanza, si è fermato per qualche minuto a parlare di calcio con i cronisti presenti: “Alla Fiorentina non ho vinto nulla ma ho nel cuore i tifosi viola. Prima delle partite accendo sempre una sigaretta negli spogliatoi, ma per l’ansia, più che fumarla, me la mangio. In questo libro hanno parlato di me Gilardino e Mutu? Di Mutu non mi fido (ride,ndr).

Ha detto che sono uno dei primi cinque allenatori al mondo? E’ una bugia (ride ancora, ndr). I pre-partita più sentiti sono sempre quelli contro la Juventus a Firenze. Delle sfide contro i bianconeri ricorderò sempre quella del 2008, con la città in festa al ritorno da Torino dopo il 2-3. Sabato contro il Milan la Fiorentina ha giocato molto bene e se anche sabato prossimo giocherà così, farà risultato.

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Di Carlo: “Dobbiamo essere pronti a ribadire colpo su colpo perchè questa Samp ha voglia”

Alla vigilia della delicata sfida del Tardini contro il Parma, l’allenatore della Sampdoria Mimmo Di Carlo, nella consueta conferenza stampa pre-partita, fa’ il punto della situazione in casa Samp.

Come sempre anche sampdorianews.net era presente, ecco le parole del mister blucerchiato:

Per domani in formazione è previsto qualche cambio visto gli impegni ravvicinati?
“Sarà come abbiamo gestito gli impegni fra coppe e campionato sino ad ora. Cercheremo di mettere in campo la migliore formazione, cercando la continuità e la conferma sopratutto per quello che sono gli uomini e il risultato. Valuteremo magari chi sta bene, chi è recuperato in modo che chi ha qualche problemino possa essere pronto la prossima. Questo lo valuteremo nell’allenamento di oggi”.

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Gazzi: “Adesso vogliamo i punti”

Come diramato poco fa anche dal nostro giornale, il Bari, i giocatori del Bari, hanno deciso di anticipare ad oggi il consueto ritiro pre-partita. A spiegare i motivi di tale scelta, Alessandro Gazzi che, presente oggi in sala stampa, ha dichiarato: “E’ stata una nostra scelta che il mister ha accolto. Andremo in ritiro da stasera, vogliamo rimanere concentrati ed uniti,perchè è quello che ci manca”.

Domenica ci sarà il Parma ospite allo stadio San Nicola. La squadra emiliana, dopo la vittoria ottenuta ieri contro la Sampdoria, ha staccoto proprio i biancorossi in classifica, lasciando solo il galletto all’ultimo posto. Era da tempo che non si vedeva un Bari così in basso, anche se, come dice il mediano di mister Ventura, non bisogna ora dare troppa importanza alla classifica ma concentrarsi assolutamente sulle gare e sui punti da cinquistare cojn una certa urgenza: “La classifica non l’ho guardata, ma abbiamo deciso di lasciar perdere l’estetica e il bel gioco e badare piu’ al sodo,vale a dire il risultato e per riuscirci occorre cattiveria ed umiltà”.

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Cesena: chi è al top e chi può fare meglio

Sarà che in Romagna si mangia e si beve bene, sarà che la filosofia di Tonino Guerra ci ha contagiati un po’ tutti (ottimismo!), sarà che dopo che hai cantato “salutate la capolista!” ai tifosi del Milan “ci torni te coi piedi per terra!”, però il punto col Parma e un cross pennellato da Jimenez possono anche bastare per ricominciare a pensare positivo e mettersi ad azzardare due calcoli, più o meno campati per aria.

La strada che porta alla salvezza è lunga e in salita, questo è certo, però se ti metti a pensare ai giocatori appena rientrati, a quelli sottotono e ai giovani che si stanno ambientando allora ti viene quasi da pensare che questa squadra abbia ancora discreti margini di miglioramento. Così, per gioco, proviamo allora ad azzardare una percentuale per ogni bianconero messosi in mostra fin qui, cercando di capire quanto le prestazioni offerte siano vicine al top personale e ipotizzando quali siano ancora i margini di crescita di ognuno.

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Floccari artiglia il pareggio nella notte dell’aquila

ROMA – Sarà che in questi giorni siamo abituati al nome. Spaghetti, che sia Luca (il protagonista del libro da cui è stato tratto il tanto criticato “Mangia, prega, ama”) o che siano quelli belli caldi che arrivano nello spogliatoio della Lazio lontani dagli occhi indiscreti delle telecamere del pre-partita, poco importa. Quando sono crudi e vanno pesati sul bilanciere, sembrano più che altro un mazzo di Shanghai, il popolare gioco che forse ora neanche si fa più. Per chi non ci ha mai giocato, bisogna tentare si sfilare lo Shanghai molto lentamente, senza far cadere o muovere gli altri.

Un lavoro di grandissima pazienza e precisione. Così ha tentato di fare la Lazio: si è mossa con passo felpato, tentando di non disturbare i diavoli affamati (di…spaghetti). Si è mossa con cautela e alla fine stava per pagare l’eccessiva accortezza, l’eccessiva riverenza che in questi casi si deve all’avversario. Poi si è ricordata che prima della gara un’aquila sontuosa aveva spiccato il volo, facendo venire i brividi ai 45.000 dell’Olimpico. Si è ricordata che non poteva finire male anche stavolta, ed è riuscita a raddrizzare una serata che doveva essere magica per definizione.

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