Catania: quanto è spessa la pelle dell’elefante?

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Incroci pericolosi. Il cammino del Catania in questo campionato vede all’orizzonte un calendario tosto. Il “ciclo terribile”, così come è stato definito nei giorni scorsi. Un filotto di partite difficili, interessanti, di cartello. Cinque partite, cinque giornate. Cinque battaglie, da combattere una ad una. Cinque incontri che nascondono ghiotte opportunità e grandi insidie.

Parlare degli avversari o del loro blasone sarebbe fin troppo facile. Se da un lato fa una gran paura pensare di dover affrontare nell’arco di un mese Inter e Napoli in casa e Fiorentina, Lazio e Milan in trasferta, per un altro verso è paradossalmente un ottimo momento per questi impegni. Le ragioni presto spiegate.

Internamente il morale della squadra è abbastanza alto dopo le convincenti prove con Juventus e Novara. C’è la sensazione di potersela giocare. In casa con tutti. E in trasferta, perché no, pure. La Juventus capolista e domatrice dei campioni rossoneri ha faticato non poco al Massimino. La squadra rossazzurra sembra aver maturato una concentrazione importante in casa, concedendo poco agli avversari e mostrando finalmente degli sprazzi di buon gioco. Oltre al fattore gioco, Montella sembra tenere tutti sulle corde. Chi va in campo, sa di doversi guadagnare la conferma partita dopo partita, allenamento dopo allenamento.

Poi c’è l’aspetto motivazione. Di solito le sfide di blasone rappresentano una vetrina importante per quelli che vogliono farsi vedere e per  quelli che hanno qualcosa in sospeso o che vogliono dimostrare  di aver fatto parte non solo per caso di grandi squadre. Tutti sicuri che i vari Gomez o Almiron metteranno la giusta grinta e la giusta attenzione in queste partite. Infine, partire con lo sfavore del pronostico è un fattore determinante a livello mentale, soprattutto quando la pressione di far punti non è eccessiva. Giocarsela non costa poi così tanto.

Pattuito che guardare sempre in casa propria è la scelta più saggia, sono comunque da tenere bene a mente alcune brevi considerazioni su fattori esterni. Le partite casalinghe con l’Inter e il Napoli cadono in preparazione degli impegni in Champions League, impegni che sono sempre fonte di importante distrazione. Distrazioni che potrebbero sentire fisicamente e psicologicamente anche Lazio e Milan impegnate in un nuovo tour de force di incontri, appesantito dal turno infrasettimanale di campionato. Il terreno per far qualche punto importante c’è. Se il Catania avesse incontrato un calendario simile negli anni passati probabilmente avrebbe avuto più paura. Il momento e la condizione mentale fanno ben pensare.

Ma il ciclo terribile che inizia Sabato nasconde anche insidie da non sottovalutare. Innanzitutto perché il campionato dei rossazzurri entra nel suo vivo proprio adesso. Il “rodaggio” di queste prime cinque giornate ha portato 6 punti ed una posizione di metà classifica. Sonni tranquilli ma non troppo. Se infatti il bottino delle prossime giornate fosse magrissimo, il Catania si ritroverebbe di certo in fondo alla classifica e nell’occhio del ciclone delle critiche.

Nessun dramma da farsi alla decima giornata. Quello che, però, potrebbe preoccupare è il contraccolpo psicologico. Meno preoccupante sullo spogliatoio, già maturo e abituato ad affrontare situazioni di difficoltà, ma pur sempre stanco del doversi rituffare nella lotta per il traguardo meno ambito. Più insidioso per il progetto tecnico di Montella, sinora ben congegnato ma in piena fase di decollo. L’atterraggio nei bassi fondi della classifica sarebbe pericoloso per l’aeroplanino. E l’inverno potrebbe rivelarsi ancor più freddo del previsto.

L’ultima considerazione è di ambito generale. La classifica corta delle prime 5 giornate non ha ancora messo in luce i veri valori delle rose di questo campionato. L’ordine naturale delle cose si vedrà meglio definito nelle prossime settimane. Da affrontare una dopo l’altra perché preso a piccole dosi, il “ciclo terribile” angoscia meno.

Insidie e opportunità. Vedremo presto quanto è spessa la  pelle dell’elefante rossazzurro.

[Federico Caliri – Fonte: www.mondocatania.com]