Lazio su Olic. Più di un’idea?

Era chiaro a tutti che Miro Klose avesse un certo ascendente sui tifosi della Lazio. Ma la notizia è che l’arrivo del tedesco, oltre a gratificare il presidente Lotito, ha fatto innamorare il patron biancoceleste del mercato tedesco e delle opportunità che questo offre. Trattare campioni affermati e con un curriculum di tutto rispetto e che militino nella Bundesliga, campionato in ascesa esponenziale, è questa una delle linee di mercato adottate dalla società. Klose, dato da molti per finito, si sta rivelando uno dei migliori acquisti del mercato italiano e ora Lotito vuole bissare il “colpaccio”.

La premessa è d’obbligo. A gennaio, con tutta probabilità, Libor Kozak lascerà Formello per accasarsi altrove. Un prestito per trovare più spazio e affermarsi definitivamente, per il ceco nella giornata di oggi si è parlato anche di Sampdoria. Chiaro che se dovesse salutare Kozak, la Lazio avrebbe bisogno di un attaccante e allora ecco tornare in ballo il discorso impostato prima. Un giocatore esperto e di assoluto valore per aumentare il tasso tecnico dell’attacco laziale. E Ivica Olic risponde in pieno a questo identikit. 32 anni compiuti a settembre, il croato del Bayern è un attaccante completo, può fungere da prima e da seconda punta. In Baviera, però, Olic non trova spazio, è chiuso sia da Gomez che dal giovane Petersen e quest’anno in campionato ha messo insieme solo 114’. Il croato, così, si starebbe guardando intorno per trovare una nuova sistemazione a gennaio. Una situazione molto simile a quella vissuta da Miro Klose, vista anche la voglia di Olic di presentarsi all’Europeo pronto e al meglio della forma fisica lui che con la Croazia ha collezionato 75 presenze e 12 gol.

Secondo indiscrezioni raccolte dalla nostra redazione, infatti, una delle tappe del viaggio di Lotito in Germania di qualche settimana fa, sarebbe stata proprio Monaco per tastare il terreno e capire le possibilità di imbastire una trattativa con il Bayern anche perché Olic ha il contratto in scadenza a giugno e quindi il prezzo del suo cartellino sarebbe del tutto accessibile (circa 1,5 milioni). Per saperne di più siamo andati a disturbare direttamente il procuratore del giocatore croato Gordon Stipic, che qualche tempo fa in Germania aveva ammesso di essere stato contattato da alcuni club italiani rivelando peraltro la voglia del suo assistito di cambiare aria. Apparso da subito molto disponibile a parlare di Olic, l’agente ha però cambiato  atteggiamento quando abbiamo parlato dell’interessamento della Lazio: «In questo momento non posso dire niente, non posso rilasciare nessun’intervista riguardo Ivica Olic ha tagliato corto il procuratore in Esclusiva alla redazione de Lalaziosiamonoi.it, continuando poi quasi scusandosi -, tra una settimana probabilmente potrò dire qualcosa di più».

Nessuna conferma quindi, ma anche nessuna smentita da parte di Stipic che poi ha spiegato il motivo di questa cautela: «Adesso non è il momento di parlare di mercato, anche perché Ivica stasera deve giocare una partita molto importante contro il Manchester City». Giusto non caricare di ulteriori tensioni una partita che vale tanto e che permette al nazionale croato di rilanciarsi con la maglia del Bayern, ma il tentennamento dell’agente non appena gli è stato fatto presente l’interessamento della Lazio lascia pensare. Lotito è stato in Germania per parlare di mercato, l’agente ha ammesso di aver parlato con club italiani (e risulta difficile pensare a un’altra squadra italiana che possa essere interessata a Olic), e il giocatore ha recentemente annunciato che questa è la sua ultima stagione con i bavaresi. Se è vero che tre indizi fanno una prova.

[Marco Valerio Bava – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]

La Juve non molla l’osso

La Juve ci prende gusto. Ancora un successo. Ancora una risposta eloquente al Milan di Ibra. L’imperatore Claudio e Re Artù scardinano la folta retroguardia cesenate e risolvono una partita che per la banda Conte  si stava facendo più intricata del previsto.

Quella di oggi è stata una Juventus a dir poco sprecona, troppo poco lucida e concreta in avanti, dove ha letteralmente gettato alle ortiche una decina di palle-gol (specie con Matri, Pepe  e Vucinic), andandosi a schiantare contro un autentico muro eretto dal Cesena di Arrigoni, che ha mal interpretato la partita, giocandola al risparmio, preoccupandosi troppo della cura del reparto arretrato. Alla fine la Juventus ha punito i romagnoli capitalizzando a stento la gran mole di gioco generata nel corso dell’incontro, con un 2-0 che non descrive come dovrebbe lo stradominio bianconero. Vittoria che matura nel secondo tempo. Prima, al 27° s.t., il gran tiro da fuori di Marchisio (al 6° gol in questa Serie A) che induceva all’errore il 42 enne Antonioli, tuffatosi in ritardo quel poco che è bastato per concedere ai piemontesi il vantaggio.

Poco dopo Giaccherini si procurerà il rigore (fallo di Antonioli, protagonista in negativo del match, caduto nella polvere della verde arena) che freddamente trasformerà Vidal. Bianconeri che così si riconfermano in testa respingendo i duri attacchi del Milan (e dell’Udinese), che alla lunga dovrebbe bruciare la concorrenza. Impattare questa partita sarebbe stato deleterio per un team che ormai punta lontano, e che si vede alle prese col dover duellare con un Milan extralarge che non concede nulla alla diretta concorrenza. Ogni lasciata sarebbe irrimediabilmente persa. E se non si vince con team da retrocessione non si può certo pretendere chissà cosa. La Juve ha trovato quella continuità che contraddistingue le big, e che non aveva da tempo, troppo tempo. Adesso sarà dura mantenere a lungo questi ritmi, ma intanto ci si gode questo primato. Con la speranza che il sogno proibito continui. E che la sveglia della realtà s’inceppi…

Dicevamo del Milan, che pare veramente avere una marcia in più rispetto alle altre squadre, sempre sulla scia di quanto fatto l’anno precedente. Pur senza Cassano e Gattuso i diavoli non paiono conoscere flessioni e sembrano essere avviati verso l’aggancio imminente alla vetta, spodestando una Juventus che in paragone ai rossoneri di Allegri non pare possedere gli strumenti per puntellare se stessa in cima alla montagna, ed il primo posto può essere ricondotto ad un gioco di circostanze che ad una forza da capoclasse, anche se prima il ritorno insperato del Milan fra le big la si vedeva benissimo lottare per lo Scudetto. Certo, la Zebra non è assolutamente tagliata fuori per il Tricolore, ma se il Milan è quello ammirato in queste settimane…beh sarà dura contrastarlo.

Sta benone anche l’Udinese di Guidolin, il cui secondo posto, in coabitazione coi rossoneri, la dice lunga sullo spessore di codesto team. Ormai non siamo più alle prime battute del torneo, e la posizione occupata dai friulani è lungi dall’apparire un fuoco di paglia. Non siamo certo alle prese con il classico magic moment istantaneo, ma ci troviamo innanzi ad una favola consolidata. Il quarto posto della scorsa stagione non è mica stato ottenuto per caso, e quest’anno l’Udinese potrebbe addirittura spingersi oltre, accarezzando un sogno proibito che tutti vogliono realizzare ma nessuno osa pronunciare, strizzando l’occhio alla scaramanzia. Lo squadrone di Guidolin si sta incanalando nell’alveo della vittoria sempre e comunque, e non sarà facile sottrarle il proscenio. Ieri l’Udinese, dopo il 2-0 alla Roma, hanno servito a domicilio la decaduta Inter, in un match in cui son stati sbagliati 2 rigori nel volgere di pochissimi minuti, da Di Natale prima (parato da Julio Cesar) e Pazzini (alto) poi. Una vittoria prestigiosa che impreziosisce un torneo da urlo ed inguaia i nerazzurri, quartultimi, per un incubo che non vuole evaporare. Seppur a fasi alterne, veleggia spedito anche il Napoli, dopo il 4-2 rifilato al pericolante Lecce. Sprofonda invece la Roma, che termina in 8 uomini la trasferta di Firenze, persa 3-0 senza onore. Si attesta sempre su posizioni altolocate la Lazio di Reja, trascinata dai suoi bomber seriali, da Klose al vino felicemente invecchiato Rocchi, che dopo la doppietta al Novara avrà fatto scaturire interrogativi sulla sensatezza di avergli preferito in passato Cissè.

Samp, Bellucci: “un filotto di vittorie, la condizione fisica, Marassi fortino”

Secondo me serve un filotto di vittorie, la Sampdoria può farle, ci sono i giocatori e il tecnico, i pareggi possono essere risultati positivi, ma, con un pizzico in più di fortuna e convinzione,  potevano tramutarsi in vittorie.

Non mi attendevo il pareggio contro il Modena,  bensì la vittoria della Samp non perché dovesse essere scontata, ma perché serviva un successo davanti al proprio pubblico, anche per il morale dei tifosi, invece è arrivato un altro pareggio pazienza, ma resto sempre fiducioso. A Reggio è stato conquistato un ottimo punto, adesso serve una vittoria casalinga che servirebbe per sbloccare i meccanismi e consentire ai giocatori di poter giocare con maggiore tranquillità.

In B è molto importante la condizione fisica, si tratta di un campionato massacrante, lunghissimo, la sosta natalizia potrebbe servire per ricaricare le batterie se si vuole sperare di raggiungere i play-off o andare direttamente in serie A, nulla è ancora perduto, ne sono convinto perché la Samp dispone di giocatori troppo superiori alla media in serie B ma non sono mai stati bene mentalmente e fisicamente. La sosta può servire per riordinare le idee, recuperare energie fisiche e mentali, anche se prima di Natale sarebbe davvero troppo importante conquistare almeno una vittoria.

Per giudicare la condizione fisica, molto dipende da come è stata impostata la stagione, è logico che non riuscendo ad ottenere certi risultati, si cerchi di andare in avanti e se non ce la fai perdi sicurezza in te stesso, rischi meno con la palla tra i piedi e se rischi e non stai bene fisicamente, puoi fare delle cavolate. Se queste difficoltà sono emerse soprattutto contro il Modena, spero che si tratti di un caso dovuto anche alle condizioni del campo pesante, altrimenti a sto punto sarebbe un po’ preoccupante dovendo anche recuperare terreno sulle altre squadre, ma resto fiducioso, Iachini è un tecnico preparato e dispone di una rosa invidiabile per la cadetteria.

Se si fosse vinto con il Modena, il punto conquistato a Reggio sarebbe stato oro. Vincere sugli altri campi è sempre difficile dopo aver steccato in casa, su campi come Bari e Reggio è dura portare a casa punti, la Samp deve far sì che Marassi torni ad essere un fortino, il Torino, giocando bene o male, in casa vince quasi sempre, è troppo importante far punti tra le mura amiche, la forza di una squadra si vede anche quando non giochi bene ma vinci, in questo modo emergono l’importanza del gruppo e la voglia di vincere, riuscire a difendere l’1-0 fino ai crampi alle orecchie.

In merito al mercato di gennaio sarò diplomatico, perché è un argomento delicato e complicato. Iachini è un allenatore molto preparato e credo che la società farà di tutto per metterlo nelle condizioni per tornare subito in serie A, verranno fatte delle scelte sui giocatori da tenere e su quali cedere.

[Claudio Bellucci – Fonte: www.sampdorianews.net]

Bertarelli: “Iachini è un tecnico che non molla mai. Credo ancora nella speranza play-off”

Iachini è una persona capace, è risaputo nell’ambiente calcistico che sia un allenatore bravo a motivare le proprie squadre, fisicamente la squadra si trova in una situazione non facile da gestire, non sarà semplice cambiare il trend, qualche risultato positivo era arrivato anche con Atzori, ma il trend era quello.

Tante cose possono essere migliorate, là davanti fanno punti, per fortuna la Reggina è rimasta a 4 punti, ma sono convinto che Iachini farà un buon lavoro, i punti a disposizione sono ancora tanti, il campionato di B è lungo, ne ho disputati diversi, basta fare un filotto di 3-4 vittorie consecutive per tornare in corsa. La Sampdoria dispone di giocatori importanti, la ritengo al livello del Torino, se non ha qualcosa in più. A questo punto ci sta essere esasperati e impazienti, ma sono fiducioso, forse non per la promozione diretta, ma per l’obiettivo play-off.

A gennaio non farei stravolgimenti, interverrei nei reparti dove c’è più urgenza, nel mercato di gennaio è sempre rischioso cambiare troppo sennò la situazione diventerebbe ancora più difficile. Assieme al nuovo allenatore vanno trovati i ritocchi che si ritengono necessari.  A mio parere la Sampdoria dispone di un parco attaccanti, nel quale inserisco anche Foggia come trequartista, da serie A, senza contare poi giocatori come Palombo, Gastaldello, Semioli che potrebbero tranquillamente giocare in squadre di metà classifica in A se guardiamo i nomi, ma i nomi da soli in B non bastano, vanno accompagnati dalla cattiveria agonistica. Bertani a Novara ha fatto benissimo, Piovaccari è stato capocannoniere, Pozzi in A ha segnato. Quando gli attaccanti non girano, tutta la squadra ne risente, ma è una situazione che non riguarda soltanto le punte, è un discorso generale di squadra.

Nel calcio a volte si presentano situazioni difficoltose, a Genova la Samp fatica a fare punti anche perché tante compagini arrivano a Marassi pronte a difendersi e a ripartire, fisicamente e tatticamente sono preparate, diventa arduo trovare spazi e quando non sblocchi certe partite, può subentrare la paura di sbagliare e si finisce in situazioni delicate, giocare con la paura è un problema.

Vedendo Iachini da fuori sembra un grande motivatore, un tecnico che non molla mai, può riuscire a portare la Samp alla svolta, basta poco per risollevarsi in questo campionato e speriamo che ciò avvenga, perché tutti noi ci auguriamo di tornare subito in serie A. Per la condizione atletica non ottimale serve tempo, se si è carenti da quel punto di vista esiste il tempo materiale per recuperare terreno, se si guarda là davanti il Torino allora ci si rende conto che recuperare sarà ben difficile, ma ancora credo nella speranza play-off.

[Mauro Bertarelli – Fonte: www.sampdorianews.net]

Breda su Reggina-Samp: “Questa partita, per il blasone dell’avversario, avrebbe un bel peso se vinta”

Il sito tuttoreggina.com ha seguito in diretta la conferenza stampa di mister Breda alla vigilia del match contro la Samp. Ecco i passaggi più importanti:

“Abbiamo lavorato bene questa settimana, la gara dirà se siamo pronti o no. L’atteggiamento è stato positivo, abbiamo provato anche qualcosa di diverso. La squadra avversaria comunque è ancora tra le pretendenti alla promozione, nessuno è in fuga, tutto è ancora aperto. Anche per la Sampdoria. Noi da parte nostra vogliamo fare più punti possibile.

Tranne Rizzo squalificato, sono tutti disponibili. Non rinneghiamo il passato, è giusto anche cercare qualcosa di nuovo. In questo momento le cose ci vengono meno bene rispetto a qualche mese fa: cambiare qualcosa lo vedo come un arricchimento. Il secondo tempo di Verona mi ha dato delle indicazioni: ho visto qualcosa su cui lavorare. C’è anche l’esigenza di rimanere aperti a tutto.

Questa partita, per il blasone dell’avversario, avrebbe un bel peso se vinta. Giochiamo in casa contro una squadra blasonata, di qualità fisiche e tecniche. Qualcosa tatticamente hanno cambiato tra Atzori e Iachini. E’ una squadra che ha tante alternative in tutti i reparti. Davanti hanno Piovaccari, che secondo me potrebbe giocare dall’inizio, ma che ha giocato poco. Senza dimenticare Bertani, che ha fatto 6 gol, e gli altri. Hanno Foggia. Fanno tanto gioco, prendono dei gol, è vero…ma è una partita comunque da prendere sempre con le molle”.

[Filippo Montelatici – Fonte: www.sampdorianews.net]

Ranieri: “Maicon, Wesley e gli altri migliorano. Voglio il top, e Milito…”

In vista della sfida contro l’Udinese, il tecnico dell’Inter Claudio Ranieri parla in conferenza stampa da Appiano Gentile. Presente in sala stampa, FcInterNews.it vi ha riferito in diretta le dichiarazioni dell’allenatore nerazzurro. Ecco l’intera conferenza:

Le piace il progetto Udinese? Come li vede per domani?

“A Udine, il presidente Pozzo ha formato un club eccellente. C’è una rete di osservatori e di settore giovanile perfetto, la cosa bellissima è che riescono a mantenere sempre la squadra a livelli elevatissimi. Complimenti a lui e a chi lavora lì in Udinese. Non ho potuto vederla contro il Rennes, ma sappiamo che giocano bene, sono rapidi e pericolosi. Dovremo fare grande attenzione”.

Un Milito più arretrato come a Siena non le sembra che perda qualcosa?

“E’ normale che se deve giocare con Pazzini, l’uno si adatta all’altro. Se devono coesistere due punte devono lavorare per la squadra, poi uno dei due attaccanti qualcosa deve sacrificare”.

Zarate è pronto per giocare dall’inizio. Ma perché non segna se lo schieri sempre?

“Forse perché lo metto titolare, a Mosca quando è subentrato ha fatto gol… (ride, ndr). Si è allenato bene nelle ultime sedute, ma le nostre punte mi soddisfano. Purtroppo affrontiamo difese chiuse e chi deve ricevere palloni giocabili ne riceve meno. Spesso gli attaccanti non vengono serviti nel modo migliore”.

Castaignos è in ripresa dopo il gol? San Siro non lo amava…

“Quel gol è una medicina per lui. E’ normale che il pubblico quando uno sbaglia rumoreggi, poi se sbaglia Milito la gente lo aiuta perché ha dato tantissimo, invece per i giovani è difficile perché i tifosi non sanno dove possono arrivare. Castaignos ha tutti i numeri per essere un giocatore da Inter”.

Alla domanda di FcInterNews.it: Forlan non è stato convocato, quanto manca al suo rientro?

“Sta recuperando, la ferita si è quasi totalmente rimarginata. Anche per lui aspetto l’ok definitivo del dottore, non so se con la Fiorentina o nella prossima potrà essere convocabile”.

Si parla tanto del mercato di gennaio, anche in chiave Tévez. Se dovesse andare al Milan, sarebbero irraggiungibili i rossoneri?

“Non parlo del mercato dell’Inter, figuriamoci quello altrui… Se arrivasse in Italia sarebbe un bel colpo per chi lo prende, e importante anche per il nostro calcio”.

Mister, c’è Caldirola che è sempre stato inutilizzato. Ha qualche speranza?

“Lo vedo molto bene, è nel giro dell’Under 21. Ha speranze come tutti gli altri”.

Che voto si dà finora e che voto dà alla squadra?

“A me il voto lo date voi e il presidente. Io alla squadra posso dare un 6,5 ma non ci basta, vogliamo l’eccellenza”.

Quando ci sarà l’opportunità di vedere un’Inter più grintosa e dinamica?

“Ci stiamo arrivando. Ho visto dei passi da gigante, tutto è legato all’aspetto mentale e all’autostima. Avete visto che calavamo spesso nella ripresa, mentre invece in Champions tenevamo i 90 minuti. Ora stiamo tenendo bene anche in campionato”.

Ad oggi può escluderci che contro l’Udinese possa esserci una sorpresa di formazione?

“Se tu sapessi la formazione non ci sarebbero sorprese… E che ne so io cosa vi aspettate voi (ride, ndr)”.

Nagatomo potrebbe giocare sulla fascia di destra?

“Può giocare a destra, a sinistra. Sa fare tutti i ruoli di esterno, sia basso che alto”.

Pazzini e Milito sarebbero verosimilmente le due punte migliori per l’Inter, se in forma. Ma c’è qualche difficoltà in più del previsto?

“Ho detto fin dall’inizio che possono coesistere, perché sono due attaccanti che si completano. Diego è un giocatore che – come avete visto col Siena da trequartista – ha saputo legare il gioco tra centrocampo e attacco come pochi, gli ho fatto i complimenti perché era quello che mi aspettavo. Per me, lo dico da tempo, insieme possono giocare”.

La Juventus sta volando, ma anche stoppando le altre concorrenti.

“Ma intanto chi è in vetta va via… La Juve ha iniziato in maniera eccellente, io dico sempre che ognuno ha quel che si merita. All’Inter in questo momento è successo di doversi rimboccare le maniche, ma dico meno male che è successo ora e non nella parte finale del campionato”.

I giovani hanno imboccato la strada giusta?

“Non diamo loro pressione. Sono giovani, devono farsi le ossa ma stanno all’Inter e non in una provinciale dove possono continuare a sbagliare. Bisogna vincere sempre quando hai la maglia nerazzurra, quindi le prestazioni loro vanno viste sotto un’altra ottica: fatemeli valutare bene tutti, sono in gamba ma andiamoci piano. Sta a me metterli dentro nel momento giusto, e sta a loro rispondermi sul campo”.

Ma con Milito, il Pazzo può giocare?

“Perché no… (sorride, ndr)”.

Pazzini non sta segnando tanto. Rischia di non esserci a Euro 2012?

“Lui fa parte del giro della Nazionale, sono pensieri di Prandelli e non miei. L’Inter dopo il Milan è la squadra che ha mandato in gol più giocatori dopo il Milan ed è una buona cosa, ma credo fermamente che anche le punte a fine anno ci daranno tanto. Mi aspetto da Milito, Pazzini, Zarate, Forlan e il giovane Castaignos cose molto positive a fine anno”.

Rientrano gli infortunati.

“Stanno migliorando a vista d’occhio. Non ripeterò l’errore di sforzarli in ogni gara dopo gli infortuni, sono in via di guarigione, e alcuni come Sneijder e Maicon potrebbero esserci con la Fiorentina”.

A livello di prestazione a Siena non l’avrà soddisfatta la sua squadra. La sofferenza rimarrà?

“A me la prestazione a Siena è piaciuta tantissimo, ma non gli ultimi venti metri. La squadra è stata brava a lucida fino in fondo nel trovare l’unico varco giusto. E’ logico che vogliamo migliorare sempre, se vogliamo essere i primi dobbiamo fare un cambio di passo notevole ma non si può avere tutto subito”.

Arriva l’Udinese.

“L’Udinese è un competitor, lo sappiamo, ma noi vogliamo tornare in vetta. Sarà una bella gara perché l’Udinese sa giocare in contropiede con velocità, dovremo essere attenti”.

[Fabrizio Romano e Guglielmo Cannavale –

Guidolin: “Pareggio giusto. Adesso ci attende una finale”

Ancora 90 minuti e sapremo se l’Udinese accederà alla fase a eliminazione diretta dell’Europa Leaugue: “Il gruppo I si è rivelato davvero tosto, proprio come previsto – commenta mister Guidolin dopo il pareggio a reti bianche contro il Rennes -. Dopo i risultati di questa sera, la qualificazione è più vicina, ma non illudiamoci perché non è ancora fatta”.

Nella prima frazione di gara l’Udinese è stata padrona del campo, mentre nella ripresa ha sofferto il ritorno dei francesi.
“Abbiamo provato a vincere e abbiamo rischiato di perdere, ma nel complesso la prova è stata positiva. A Madrid, contro una squadra importante e con il turnover massiccio era andata male, ma noi continuiamo con le nostre scelte, vedremo alla fine se ci premieranno”.

E’ giusto lo 0-0?
“Direi di sì, il primo tempo è stato nostro, mentre il secondo loro. Il risultato è veritiero per quanto si è visto sul terreno di gioco. Ora ci attende una vera e propria finale”.

In caso di qualificazione cambierà la gestione delle gare di Europa League?
“Non muteremo il nostro atteggiamento, ma si tratta di un problema che al momento non mi tocca. Non siamo ancora qualificati”.

[Sito Ufficiale Udinese Calcio – Fonte: www.udinese.it]

Catania S-Qualificato per tre distrazioni

CATANIA La Coppa Italia non affascina il pubblico catanese. Nonostante lo slancio dato dalla prima vittoria esterna a Lecce, nonostante i prezzi popolari, l’appuntamento infrasettimanale viene disertato dal tifo catanese: presenti solo gli intramontabili. D’altronde, a convincere gli incerti a restare a casa, è bastata la lettura della lista dei convocati: scevra, sull’uno e sull’altro fronte, dei titolarissimi. Il resto l’ha fatto, con ogni probabilità, la possibilità di far zapping tra la diretta della gara di Coppa ed il recupero di campionato tra Napoli e Juventus. L’occasione fa il tifoso pigro.

Ci mette poco il Catania a portarsi in vantaggio, nonostante la formazione ampiamente rimaneggiata. E’ il 3° minuto, a metter la palla in rete, su invito a porta vuota di Catellani dalla sinistra, è il catanese d’origine Davide Lanzafame. Etnei in controllo, prima Alvarez (esterno della rete), poi Catellani (conclusione debole), pungono la difesa dei piemontese, imbottita (a differenza di quella etnea) di riserve ed esordienti. Al 21′ Giorgi prova a suonare la sveglia per gli ospiti, ma la sua punizione dal limite lascia anche a Campagnolo sogni profondi. Migliore fortuna non trova, al 32′, neanche Granoche, alta la sua conclusione dopo aver ricercato e trovato, in posizione defilata sulla destra, lo spiraglio verso la porta. Al 41′ preziosa occasione per Lopez che anticipa di furbizia l’uscita di Ujkani ma, spalle alla porta, non riesce ad imprimer alla sfera un giro basso, e termina alta. Al 43′ bordata di Sciacca su punizione dai 35′, Ujkani riesce solo a proteggere la porta, non a governare la sfera che rimbalza sui pugni ed arriva a Lanzafame, ma in posizione defilata, tiro ribattuto dalla difesa in angolo. Termina il primo tempo, sonnacchioso

Un risentimento muscolare costringe Spolli a rimanere precauzionalmente negli spogliatoi, al suo posto Montella manda in campo Potenza. La seconda metà di gara si apre con uno squillo di Meggiorini che al volo, da fuori area, impegna Campagnolo in una parata plastica più che impegnativa. Le due squadra lasciano davvero poco allo spettacolo, più significative le indicazioni possibili da cogliere per Montella, che al 53′ decide per il ritorno al calcio di Llama. Al 56′ sul primo pallone toccato dall’argentino, Capuano viene liberato sulla sinistra, palla in area con Lopez che si avventa in scivolata sul primo palo: spunto interessante ma Ujkani risponde presente. Quando la gara scende ulteriormente di tono, arriva improvvisa come un fulmine la rovesciata dell’appena entrato Mazzarani, che a fil di palo trafigge Campagnolo, incolpevole. Risposta immediata del Catania, con Lopez, che si trova involontariamente sulla traiettoria d’un tiro scoccato da Sciacca, stop e palla scagliata alle spalle di Ujkani, in uscita disperata.

Al 72′ Alvarez, su punizione del limite, brucia i guantoni a Ujkani, che si oppone non riuscendo a trattenere una conclusione che, se meno centrale avrebbe avuto miglior fortuna. Al 78′ altra doccia gelata per il Catania: tiro dalla distanza, Campagnolo non trattiene, sulla respinta, di testa, Meggiorini manda alle spalle di Campagnolo, ristabilendo l’equilibrio del punteggio. Al 84′ Catania vicinissimo al goal con Barrientos, bravo ad anticipare l’intera difesa ospite su suggerimento corto e veloce di Lopez, ma il tocco sul primo palo esce d’un niente. A tempo quasi scaduto Alvarez propizia la ripartenza dei piemontesi, che con Granoche falliscono il vantaggio, appuntamento solo rinviato, al 90′ è Meggiorini, preciso diagonale, a fissare il punteggio sul 3-2 che qualifica i piemontesi, prossimi avversari del Milan agli ottavi di finale.

Termina in rissa, Bellusci e Porcari espulsi. Il Catania non può che rimproverarsi di aver lasciato in mano agli avversari una partita che avrebbe potuto vincere anzi, avrebbe vinto senza i cali di tensione mostrati in corso d’opera. Seconda gara consecutiva persa in casa, un record negativo per il Catania. Basterà questa sconfitta ad impensierire Montella?

[Marco Di Mauro – Fonte: www.mondocatania.com]