Gita non doveva essere, gita è stata. Moratti aveva chiesto alla squadra e a Benitez di scendere in campo a Brema con l’obiettivo di vincere, ma anche di onorare la Champions League di cui l’Inter è detentrice. Invece contro il Werder si è vista la ‘solita’ squadra incapace di creare gioco, di confrontarsi con l’avversario e di regalare soddisfazioni. Chiaro, l’allenatore si è trincerato dietro i due alibi inappellabili: la testa ad Abu Dhabi e la qualificazione agli ottavi già in cassaforte. Peccato che ieri ci fosse ancora la possibilità di arrivare primi nel girone A, un risultato che non vale solo a fini statistici. Un professionista esperto come Benitez, che in Champions vanta una grandissima esperienza, sa meglio di chiunque altro cosa significhi evitare al turno a eliminazione diretta una squadra di grande livello, quelle che solitamente tagliano per prime il traguardo della qualificazione nei rispettivi gironi. Per il terzo anno consecutivo, pur iniziando con il piede giusto, dunque, l’Inter arriva seconda e dovrà incrociare le dita con maggiore forza quando verranno effettuati i sorteggi per gli ottavi di finale. Di spauracchi, l’urna, abbonderà sicuramente.
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