LA CADUTA DEGLI DEI: INIESTA SCOCCA IL TIRO MONDIALE

Decide, a quattro minuti dai calci di rigore, un gol del centrocampista Iniesta; per l’Olanda è la terza Finalissima su tre gettata alle ortiche.

Che fosse un Mondiale atipico lo si era dedotto sin dalla sua “intrinsecità”, ovvero lo svolgimento in uno Stato Africano, assoluta novità nella storia della kermesse iridata. Poi, ad avvalorare la singolarità di codesto torneo, erano arrivate le eliminazioni eccellenti di Italia, Francia, Brasile, Argentina ed Inghilterra, e di tutte le superpotenze del Pianeta, compresa la Germania, seppur stoppata solamente in Semifinale (poi 3^). Per la prima volta dal 1978 si sarebbe disputata una Finale tra compagini illibate, ovvero mai salite sul Tetto del Mondo; la Spagna addirittura, a dispetto della sua fama (giustificata dai 2 Titoli Continentali), non era mai transitata oltre i Quarti di Finale, mentre l’Olanda non arrivava a giocarsi l’iride da ben 32 anni… per una Finale tutta unica nel suo genere, disputatasi per la seconda edizione consecutiva fra europee. Europa che sale in testa alla classifica dei Continenti Campioni, 10 successi.

UNA FINALE TEDIOSA – Quello di ieri sera è stato un match poco spettacolare, ostico, spigoloso, con le due compagini apparse troppo contratte, quasi timorose di prendere l’iniziativa. Sembrava di rivedere a tratti Italia-Brasile 1994, ovvero la Finale più noiosa dei Mondiali. L’Olanda ha subìto il gioco degli iberici per gran parte della partita, quasi reverenziale nei confronti del team di Del Bosque.
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Wesley e l’incantesimo… d’Oro

Lunedì 5 luglio del 2010, Joseph Blatter ha firmato a Johannesburg un accordo con il presidente del gruppo proprietario della rivista ‘France Football’, Marie-Oldie Amaury, secondo il quale il “Pallone d’oro”, e il “Fifa world player” si fonderanno in un unico premio: nasce quindi il “FIFA Pallone d’oro”. Ma chi sarà il primo vincitore dell’ambitissimo riconoscimento? Io non ho dubbi. Al 100% lo merita solo un calciatore: Wesley Benjamin Sneijder. E probabilmente anche all’estero se ne sono accorti, dopo gli elogi dei giornalisti francesi.

Il numero 10 dell’Inter infatti, dopo una stagione a dir poco straordinaria, è in pole position per conquistare quel premio che ogni grande calciatore spera di vincere nella sua carriera. A parlare sono i fatti: l’olandese infatti in questa annata ha vinto ogni competizione nella quale ha partecipato: Coppa Italia, Champions League e Campionato. E ora è ad un passo dal trionfo mondiale. Probabilmente infatti non è un caso che la Supercoppa italiana giocata a Pechino, e vinta dalla Lazio, nell’ormai lontana estate del 2009, non vedesse come protagonista il calciatore nato a Utrecht. Sneijder è arrivato in nerazzurro solo negli ultimi giorni di mercato, e il suo primo match con il “Biscione” è stato il Derby, non una partita a caso, quello in cui la squadra, allora allenata da Josè Mourinho, ha strapazzato il Milan, vincendo per 4-0.

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SPAGNA OLE’, MATATA LA SUPER GERMANIA

La Spagna ha superato di misura la Germania, avvalendosi di un gol del difensore Puyol, che le consente di accedere per la prima volta in Finale Mondiale, dove affronterà l’Olanda, giunta alla 3^ Finale della storia (perse sia nel ’74 sia nel ’78).

Comunque vada, dunque, vi sarà una nuova iscritta nell’Albo d’Oro, una debuttante assoluta. Per una manifestazione che ha sancito il crollo verticale delle superpotenze tradizionali, dall’Italia alla Francia, dall’Argentina al Brasile, dalla Germania, appunto, all’Inghilterra, tutte inghiottite dal vortice del football moderno, che pare non portare rispetto ai blasoni nobiliari.

Spagna-Germania è stata una “ripetizione” della Finale Euro 2008 (vinta guarda caso dalle Furie Rosse), una sfida molto equilibrata nel 1° tempo (priva di emozioni) e praticamente a senso unico nel 2°, con gli iberici a fare la partita.

Il gol della meritata vittoria arriverà ad un quarto d’ora dal “the end” dei tempi regolamentari, opera del difensore più noto, Puyol, lesto ad insaccare di testa dalla debita distanza (guarda il video su youtube). Un successo che certifica l’assodata supremazia dei Campioni d’Europa in carica, Titolo acquisito evidentemente non per caso.

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Dai Mondiali al Napoli coro unanime: un uomo solo oltre la linea

I Mondiali di calcio in Sudafrica volgono al termine lasciandoci degli spunti interessanti che ci riportano anche in casa azzurra. Dopo l’Inter di Mourinho che ha vinto tutto battendo anche il Barcellona delle grandi individualità, si conferma lo stesso filone anche nella rassegna iridata. Proprio come in Champions League, vanno avanti le squadre che hanno saputo organizzare i propri uomini in campo, soprattutto in fase passiva. E’ così che l’Olanda manda a casa il Brasile dei palleggiatori e la Germania mortifica l’Argentina dall’attacco super. Cambiano gli uomini, le maglie, i tecnici, i tornei ma vince lo stesso modello organizzativo visto anche in casa azzurra con mister Mazzarri.

Un uomo solo oltre la linea – Sembra strano riuscire a trovare dei punti in comune tra il Napoli, l’ Inter e le sorprendenti Olanda e Germania. Il calcio, in realtà, non si inventa. Cambiano gli interpreti e, di conseguenza, gli obiettivi ma i concetti tattici restano comuni ad ogni latitudine. Mazzarri, come Mourinho e i Ct di Germania e Olanda, ha chiesto e ottenuto dai suoi calciatori di organizzare la fase passiva lasciando un uomo solo oltre la linea. Denis prima e Lavezzi poi come “l’ arancione” Van Persie o il tedesco Klose e il nerazzurro Milito. Un uomo solo oltre la linea e tanto, tanto sacrificio per chiudere gli spazi agli avversari. Eto’o, Podolski, Mueller, Robben, Kuijt come il nostro Quagliarella a dare man forte in corsia e stringere le maglie del centrocampo.

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La nuova Inter dipende dal mercato anglo-spagnolo, ecco le ultime mosse! La Juve si ferma ai box: cosa succede? Napoli: l’acqua non è… Fresca

L’Inter ha ormai deciso le sue strategie di mercato. Negli ultimi giorni si sono susseguiti molti incontri a tre, tra Moratti, Benitez e Branca che sono serviti a delineare la squadra del futuro. I due massimi dirigenti operativi della squadra nerazzurra, dopo due anni in cui avevano dovuto sottostare alle tecniche dittatoriali di Mourinho (come in occasione dell’acquisto di Quaresma), hanno trovato nel “serafico” allenatore spagnolo un interlocutore preparato e garbato, capace di dialogare con loro, senza rinunciare all’interesse primario che è il rafforzamento della squadra.

La triade nerazzurra ha tracciato, così, negli ultimi giorni, le linee guida per la nuova stagione. L’acquisto di Mascherano è l’obiettivo da centrare ad ogni costo, per inserire nel mosaico nerazzurro quel pezzo che lo completerebbe in modo perfetto. In casa Liverpool hanno già fatto i conti: la metà del ricavato servirà a tacitare per un po’ le banche creditrici, mentre l’altra metà servirà a finanziare due acquisti (uno in difesa ed uno a centrocampo). Gli incontri tra i vertici interisti sono anche serviti a sancire la rinuncia a Maicon e Balotelli. Il primo sarà venduto a caro prezzo al Real Madrid, per finanziare l’acquisto di Mascherano, mentre SuperMario servirà probabilmente per rinverdire i fasti di un altro fortunato scambio (per l’Inter, naturalmente) magnificamente concluso lo scorso anno, quello fra Ibrahimovic ed Eto’o.

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Maicon, percentuali di addio in calo. Adesso è Balotelli a ‘rischiare’

Fosse per lui confermerebbe in blocco, senza ripensamenti, questo gruppo di giocatori che gli ha regalato un sogno e gli ha permesso di avvicinarsi a suo padre. Massimo Moratti vive giorni di riflessione, diviso tra il suo cuore da tifoso e la mente da imprenditore. Il Financial Fair Play (parola che i tifosi nerazzurri stanno cominciando ad odiare sempre più) incombe ed il patron nerazzurro vuole arrivarci preparato. Un big inevitabilmente dovrebbe partire, ma solo in caso di offerte adeguate al valore del giocatore e vicine anche al prezzo fissato dalla società. Due sono gli indiziati in casa Inter, ovvero Maicon e Mario Balotelli. Per il primo si parla incessantemente, da quasi due mesi, del Real Madrid, ma la pista negli ultimi giorni si è tremendamente raffreddata.

L’Inter lo valuta 35 milioni (già a 30 si potrebbe chiudere), i madrileni ne offrono 25, con Perez dell’idea che un difensore non valga tutto quel denaro. Le merengues hanno così virato su Pedro Leon, che sembra vicino alla casa blanca, e presto cercheranno un difensore centrale, avvalendosi anche dell’utilizzo di Sergio Ramos sulla fascia destra, viste le ottime prestazioni del laterale spagnolo con la sua nazionale al Mondiale. Come ha anche confermato Ernesto Bronzetti, ieri su Antenna 3, il Real sembra che stia gradualmente abbandonando la possibilità di fare suo il brasiliano.

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L’Inter resiste su Ozil: il Barça non ha chiuso. Melo, l’idea è scartata

La pista Mesut Ozil non è ancora chiusa, tutt’altro. Negli ultimi giorni, Sky Sport aveva dato per fatto l’affare tra il Barcellona e il giocatore, con il tedesco che sarebbe rimasto un anno ancora al Werder Brema per poi approdare nella stagione successiva, 2011/2012, alla corte di Sandro Rosell. Invece, almeno per ora, nulla è stato chiuso: dalla Spagna non confermano l’indiscrezione, anzi rilanciano dicendo che il Barça starebbe puntando Marko Marin, talento anch’egli del Werder che andrebbe ad escludere l’arrivo di Ozil.

In ogni caso, i blaugrana sono molto interessati al giocatore, ma l’Inter resiste e mantiene alta la pressione: il presidente Moratti qualche giorno fa aveva detto di volere un campione, ed oggi ha confessato di essersi innamorato di Mesut Ozil. Un’ammissione importante, anche perchè quando gli si chiede se arriverà a Milano, il numero uno nerazzurro non dice che l’affare è complicato o cose simili, come magari ha fatto per Mascherano, ma tiene tutto in ballo dicendo che “del mercato se ne occupano i collaboratori”. E una telefonata a Marco Branca e Piero Ausilio per sondare il terreno su Ozil c’è stata, anche perchè l’Inter segue il ragazzo da più di un anno, ma prima bisognerà aspettare la fine del Mondiale, o almeno l’eventuale uscita della Germania per poter mettere le mani sul 21enne asso tedesco di origini turce.

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Milan: Galliani sotto esame

Jankulovsky e Kaladze rischiano di rimanere al Milan. Come Oddo. Una mazzata. Galliani sperava di liberarsi dei loro esorbitanti ingaggi. Difficile. Kakha Kaladze è stato chiaro: non se ne vuole andare. Salvo che non gli venga proposta una squadra di suo gradimento. Stesso discorso per Janku, che avrebbe risposto di non volere interrompere il percorso scolastico della prole. Scuse. Scaramucce. Palliativi. Ovvio non vogliano rinunciare ai loro ingaggi più che dorati.

Chi lo farebbe? Adesso ce li teniamo tutti sul pancino. Compreso Huntelaar. Affezionato alla… maglia pure lui. Ma anche il meno peggio dei fantastici quattro. Klaas non è male. I gol li sa fare. E’ forte. Lui è rimasto ai Mondiali. Luis Fabiano è tornato a casa. Fatti, non parole. Dunga ha lasciato a casa Pato e Ronaldinho. Lippi ha silurato Cassano, Borriello e Ambrosini. Bravissimi! Hanno davvero indovinato tutto. Il mercato del Milan è fermo. Paralizzato. Se nessuno va, nessuno viene. Parole e musica di Adriano Galliani. Caceres. Luis Fabiano. Joe Cole. Ibrahimovic. Tanto fumo, poco arrosto. Il rischio concreto è di rimanere così come siamo. Galliani pensa ai … motori.

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