Unovs Uno: Gomez vs Krasic

IL MATCH

La vecchia signora che come dice Capuano “negli ultimi anni ha un grande nome ma non grandi giocatori”, si presenta al Massimino dopo una brutta quanto utile eliminazione in Europa League. Nonostante l’augurio sia che il campo pensate in Polonia si faccia sentire sulle gambe dei bianconeri, nell’undici di partenza a Catania dovrebbero esserci sei elementi che hanno riposato mercoledì. Prevedibile quindi un lieve effetto sul fisico, imprevedibile quello sulla testa. Se da una parte salutare l’Europa anzitempo ridimensiona i bianconeri ancora di più, dall’altra li lascia finalmente liberi di correre su un solo fronte: quel campionato dove si stanno comportando egregiamente. Terzo posto e miglior attacco del torneo, ma anche tre pari nelle ultime quattro giornate (tutti per uno a uno) e una difesa quantomeno rivedibile sulle fasce.

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Cagliari: Ariaudo, un jolly difensivo. Nessuna novità di mercato

Lorenzo Ariaudo si sta ritagliando sempre più uno spazio importante nel Cagliari. Il difensore scuola Juve è approdato in Sardegna da quasi un anno e nonostante non sia spesso titolare, ha sempre dimostrato il suo valore. Cresciuto come centrale di difesa, Ariaudo è arrivato al Cagliari per completare il reparto difensivo dei rossoblù. Qualche apparizione da centrale lo scorso in coppia con Astori, durante l’infortunio di Lopez, con Canini dirottato sulla destra. Quest’anno invece ha giocato tutto il precampionato come terzino sinistro al posto dell’infortunato Agostini (stessa posizione che occupava con l’Under21 di Casiraghi). Ora con l’infortunio di Pisano e il probabile forfait di Perico per Firenze, Ariaudo potrebbe giocare come terzino destro nel match contro i viola. Donadoni dovrebbe preferirlo al giovane Primavera Martignoni. Un Ariaudo sempre pronto al sacrificio, mai una parola fuori posto. Tutte caratteristiche che piacciono al presidente Cellino che nel prossimo mercato potrebbe riscattare definitivamente il cartellino del difensore dalla Juventus.

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Catania: Il Migliore Attacco è la Difesa

Pensi alla versione più celebre, che è il contrario, e sembra una boutade. Poi pensi al Catania e ci scappa un sorriso. Ci scappa un sorriso a vedere che quasi la metà delle reti del Catania viene dal reparto difensivo, il più prolifico in zona goal. Ci scappa un sorriso perché a vederla così sembrerebbe che in campo scende un’armata Brancaleone, confusa sul da farsi e suoi ruoli. Ci scappa un sorriso perché se Mascara difende come un terzino e Silvestre segna come un ariete, altro che 4-1-4-1, sembrerebbe più il 5-5-5 di Oronzo Canà!

Sembrerebbe appunto…perché l’organizzazione dei rossazzurri è impeccabile, altro che confusi. Perché l’ordine tattico degli uomini di Giampaolo è maniacale, pare giocare alla Playstation per come guida la partita dalla panchina. Togliamoci dalla testa questa credenza da “fatti a nomina e vo cucchiti” che il Catania di quest’anno non fa gioco.

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Almiron, dove sei?

Nessuna percussione, nessun tiro da fuori area, nessuna accelerazione. La prestazione fornita da Sergio Bernardo Almiron domenica contro il Cesena, è stata semplicemente indecifrabile. In un periodo di carenze di tutti i tipi in casa-Bari (di organico, di punte in salute, di tiri in porta e persino di…idee), i tifosi si aggrappano soprattutto a lui, alla sua vèrve, al suo dinamismo, ai suoi inserimenti negli spazi, alle sue progressioni palla al piede, alle sue bombe dalla distanza.

Tutto un repertorio che, d’un tratto ed inspiegabilmente, il centrocampista di Santa Fé sembra aver smarrito chissà dove. Nella gara contro i romagnoli il numero 4 barese è parso abulico, svogliato, quasi emotivamente distaccato rispetto ad una partita d’importanza vitale per il futuro del Bari. Come se la causa biancorossa, improvvisamente, non gli fornisse più gli stimoli per lottare leoninamente su ogni palla. Peccato perché domenica scorsa, molte delle speranze di far saltare il bunker di Ficcadenti i tifosi le avevano riposte proprio in lui.
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Col Cesena un pari piccolo piccolo. E la prospettiva di un dicembre…

Il filotto di gare “abbordabili” sulla carta per il Bari è ormai alle spalle, il bottino è magro, oltre le più fosche aspettative. Ogni squadra si impone un ruolino di marcia proporzionato alle sue ambizioni, alle sue prospettive. Quello del Bari imponeva di sfruttare al meglio gli scontri diretti con Cesena, Parma, Udinese (all’epoca una diretta concorrente), ed invece si è raccolto un punto e non ci si è scrollati l’ultimo piazzamento in classifica, peraltro in solitudine.

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Catania, Andujar: “Prima i punti, Divertimento? Al Cinema”

MATIAS SILVESTRE

“Stiamo facendo bene, soprattutto in casa. In trasferta non giochiamo male, abbiamo fatto delle buone prestazioni come ad esempio quella contro il Milan: abbiamo perso a Lecce e contro il Genoa ma non meritavamo di perdere. Per poter migliorare dobbiamo sicuramente fare qualche punto in più in trasferta e quindi migliorare il nostro rendimento lontano dal Massimino”.

“Il Catania ha un gruppo di 25 giocatori. Terlizzi vuole giocare e quando è stato mandato in campo ha sempre fatto delle ottime partite. Quest’anno lavoriamo molto in allenamento, lavoriamo più come squadra. Non è importante tanto il singolo elemento quanto il gruppo. Facciamo bene in allenamento e gli schemi su palla inattiva ne sono la conferma: non è un caso che gli ultimi goal sono nati proprio su palla inattiva”.

“Dispiace che non segni Lopez ma sono sicuro che si sbloccherà. In questa settimana ci aspettano due partite difficili contro il Brescia e contro la Lazio. Abbiamo due partite ma pensiamo prima al Brescia: di sicuro non snobberemo la Coppa Italia, poi penseremo alla Lazio”.

“L’obiettivo di questa squadra resta la Salvezza, il mio obiettivo è quello di toccare le 100 presenze in Serie A con la maglia rossazzurra”.

MARIANO ANDUJAR

“L’obiettivo di questa squadra è la salvezza. E’ chiaro che ognuno dentro di noi guarda più in alto, ma prima bisogna pensare alla salvezza e fare al più presto possibile 40 punti. Una volta raggiunta la salvezza potremo pensare ad altro. Bisogna affrontare bene tutte le squadre, in questo campionato non esistono squadre ritenute più scarse”.

“Per me è importante fare risultato, ottenere i punti. Non m’importa tanto il bel gioco, meglio vincere. Certo, se vinciamo giocando bene è ancora meglio ma la priorità restano i tre punti. I fischi del nostro pubblico? Noi dobbiamo vincere, io quando voglio divertirmi vado al Cinema. Se qualcuno non è contento di questa squadra non mi interessa perchè noi come obiettivo abbiamo quello di fare punti. Vorrei vedere le reazioni se non vincevamo oppure se non vincevamo ma giocavamo bene”.

Stiamo facendo un buon lavoro collettivo. Poche parate? Sì, meglio essere poco impegnati che fare tante parate perchè corri meno rischi. Se sono poco impegnato e subisco pochi goal non è tanto merito mio ma di tutta la squadra che lavora bene”.

“Ci aspettano due partite difficili contro Brescia e Lazio ma noi vogliamo fare bene. Sono tutte partite difficili ma questo vale anche per le squadre avversarie che ci affrontano”.

[Redazione Mondo Catania – Fonte: www.mondocatania.com]

Bologna: Vi prego, qualcuno accenda la luce

Finalmente una delle settimane più nere nella storia del Bologna è finita. È stata una di quelle, come dire, con la M maiuscola. Ci siamo capiti. Nel giro di sette giorni siamo passati dall’euforia per la vittoria col Brescia e per le illusorie frasi di quello che non voglio nemmeno chiamare presidente riguardanti gli stipendi (“Tranquilli, è tutto a posto”) alle tenebre più oscure, addirittura al rischio di fallimento. I soldi per gestire il Bologna il signor Porcedda non li ha mai avuti, non è stato pagato nulla di nulla.

Lo ammetto, se non fossi tifoso del Bologna (ormai qui siamo abituati a qualsiasi cosa, pare che questa città attiri buffoni e cialtroni come una grande calamita) avrei sicuramente chiesto di mostrarmi le telecamere di “Scherzi a parte”. È tutto così pazzesco ed incredibile da sembrare un sogno, peccato solo che i tifosi si siano svegliati ed abbiano aperto gli occhi non dopo un banale pizzicotto ma dopo un vero e proprio pugno in faccia. Anche io devo fare mea culpa: dopo qualche diffidenza iniziale avevo iniziato a credere nel lavoro e nel progetto dell’imprenditore sardo, a crederci e a non ascoltare gli avvertimenti di molti giornalisti bolognesi.

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Raggi: “La cattiveria giusta c’è. Contro il Cesena dobbiamo vincere”

Nella formazione scesa in campo ieri al “Massimino”, c’è stato il definitivo rientro dal 1′ di Andrea Raggi. L’ex difensore di Bologna e Palermo, dopo essere stato fermo per un po’ di tempo, è stato uno dei migliori per la squadra di Ventura. Il 24enne terzino ha parlato, quest’oggi, alla stampa ed è ripartito proprio dal recente ko in terra etnea: “Quella di Catania è una sconfitta che brucia per come è arrivata – afferma – Nel primo tempo, nonostante le numerose assenze che avevamo, siamo riusciti ad imporre il nostro gioco per gran parte della gara.

Nel secondo tempo, poi, è stato normale un calo fisico perché in campo c’erano giocatori che non giocavano da molto tempo. Era normale che ci fosse un calo fisico – aggiunge – Anche se il Catania ci ha schiacciato nella nostra metà campo, però, grandi rischi non ne abbiamo corsi. Purtroppo poi quando stavamo per assaporare questo punto in trasferta è arrivato l’episodio sfortunato della rete di Terlizzi su un calcio di punizione che non c’era. Siamo stati poco attenti nell’organizzare la linea difensiva in area e Terlizzi è stato bravo ad anticiparci tutti”.

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