Countdown Milan-Barça: le chiavi per il successo

Ormai ci siamo; domani sera il Milan affronterà per la seconda volta in questa edizione della Champions League il Barcellona di Messi e compagni in una gara che si preannuncia durissima per tante ragioni. Nonostante questo il Milan ha il dovere di provarci, perchè ha campioni importanti in rosa, e perchè la storia del calcio è piena di pronostici sovvertiti incredibilmente: per evocarne uno, anche a titolo scaramantico, che coinvolge queste squadre, la finale di Champions League disputata ad Atene nel 1994: Barcellona superfavorito alla vigilia, Milan campione d’Europa con il massimo scarto di reti in una finale europea al fischio finale. Proviamo quindi a capire quali saranno gli aspetti importanti della sfida, cercando di ipotizzare in che modo i rossoneri potrebbero interpretare la gara per aumentare le possibilità di centrare l’impresa del passaggio del turno.

Intensità del gioco – Il ritmo di gioco della partita sarà un fattore molto importante per determinare chi riuscirà a prevalere: il Milan non può e non deve assolutamente tenere bassa l’intensità, perchè in caso contrario la differenza di tecnica tra le due squadre ne risulterebbe accentuata. Di contro, come abbiamo detto più volte, il Milan è una squadra che soffre i ritmi alti causa caratteristiche dei propri interpreti. Bisognerà giocare una partita al di sopra dello standard normale della squadra se si vorrà mettere in difficoltà il Barcellona. In questo senso sarà determinante l’apporto di Kevin Prince Boateng, perchè è uno dei giocatori della rosa in grado di tenere elevata l’intensità del proprio gioco, e per la carica psicologica che potrebbe trasmettere ai propri compagni di squadra. Sfortunatamente, dobbiamo aggiungere che il Milan delle ultime uscite è apparso un po’ stanco: contro il Parma e anche contro la Roma alcuni interpreti hanno giocato sottotono [comprensibilmente, viste le tante partite disputate]; la speranza è che i giocatori abbiano cercato di dosare le forze in vista di questo importantissimo impegno.

La fase difensiva – A nostro avviso, questo è l’aspetto più importante della partita rossonera: verosimilmente infatti, i Blaugrana avranno dalla loro il possesso palla, e diventerà quindi fondamentale una grandissima attenzione nel difendersi, anche perchè non prendere gol a Milano potrebbe dare un vantaggio nel computo totale delle reti. Inutile piangere sulle assenze importanti di questo reparto: è indubbio che giocatori come Thiago Silva e Abate sarebbero stati sicuramente titolari, ma purtroppo la partita va preparata e affrontata senza il loro contributo. Il Milan dovrà cercare di partire da lontano a difendersi, mettendo in campo un pressing finalizzato a non far ragionare gli abilissimi portatori di palla spagnoli: a ciò va aggiunto che contro il Barcellona bisogna prestare maggiore attenzione a chi non è in possesso palla, in quanto il gioco catalano si basa sempre sui movimenti continui dei non portatori, che riescono sempre a trovare il varco per creare superiorità; sarà quindi fondamentale seguire i vari campioni avversari in modo molto attento ed evitare distrazioni. In questo senso la nostra speranza è che Allegri non ripeta gli errori di Londra, mandando in campo giocatori inesperti: un esempio su tutti Mesbah, che secondo il nostro giudizio non dovrebbe essere della partita; l’Algerino ha palesato grandi limiti in fase difensiva in questo periodo al Milan, e contro l’Arsenal è stato autore di un primo tempo decisamente non all’altezza che ha fatto sì che i gunners sfiorassero l’impresa di una qualificazione che alla vigilia pareva in cassaforte. Dimostrazione che in queste occasioni l’esperienza potrebbe giocare un ruolo fondamentale.

Cinismo in fase offensiva – Come già detto, la nostra previsione va verso un possesso palla a favore del Barcellona. Questo aspetto è importante perchè il Milan di solito è abituato a fare la partita, sviluppando nella stragrande maggioranza dei casi un possesso palla superiore al proprio avversario. Conseguentemente i rossoneri non sono abituati a questo tipo di situazioni, e dovranno quindi modificare il proprio modo di giocare per adattarsi alla partita che verosimilmente si troveranno ad affrontare. Diventerà fondamentale quindi la rapidità nel ribaltare l’azione quando si recupererà il controllo della sfera, la precisione nei passaggi per non vanificare le azioni, che di sicuro saranno limitate, e la bravura degli attaccanti nello sfruttare al massimo le occasioni che potrebbero crearsi: ricordiamo infatti la prima partita di quest’anno contro il Barcellona: i rossoneri hanno avuto praticamente due occasioni in tutto il match, in apertura con Pato e a tempo scaduto con Thiago Silva; risultato finale 2 a 2.

Fortuna – Fino ad ora abbiamo visto le indicazioni base; ma come già detto a volte il calcio è pieno di pronostici sovvertiti, e molte volte entra in gioco il famoso fattore “c”. Una partita sottotono di alcuni interpreti Blaugrana, un errore individuale, un rigore fortunato, tanto per fare degli esempi. Ogni partita è decisa alla fine dai singoli episodi che si verificano durante la stessa, i quali spesso costringono gli allenatori a stracciare gli schemi sui propri taccuini e cambiare in corsa i propri piani, ma il calcio ci piace anche per questo.

[Alessandro Alampi – Fonte: www.ilveromilanista.it]

Cuore e Passione per vincere il derby …

C’è un’aria strana in città la notte prima del derby. Durante la settimana molti tifosi hanno provato ad isolarsi, a non pensare, a non sentire radio, tv, giornali, siti ma la notte prima è difficile rimanere indifferenti al fascino di una gara che, è vero, vale sempre tre punti ma non sarà mai uguale alle altre. Con buona pace di Zeman. Nelle vie della Capitale si parla solo di formazioni, scaramanzie, pronostici, speranze, timori, sfottò: il derby è qualcosa di difficile da spiegare a chi non ne abbia mai vissuto uno. C’è poco di logico e questo si riflette anche in campo dove, citando testualmente Luis Enrique, serviranno “cuore e passione”.

A prescindere dalla rivalità cittadina, per la Roma sarà un esame importante dopo la batosta di Bergamo. Vincere ridarebbe slancio alla folle corsa per il terzo posto e serenità ad un ambiente dilaniato dalle polemiche per l’esclusione di De Rossi, contro l’Atalanta. I giallorossi proveranno a sfondare sulle fasce, con Borini e uno tra Bojan e Lamela che dovranno vedersela con Scaloni e Garrido. La Lazio farà una gara di attesa con la squadra di Luis Enrique che dovrà essere brava a far circolare velocemente il pallone cercando di aggredire subito il portatore di palla avversario, in modo da sporcare le ripartenze della formazione di Reja. Sarà una partita da giocare sul filo dei nervi. Serviranno tanta esperienza e massima concentrazione, tanta voglia e tanta determinazione. E’ una partita da vincere, assolutamente.

[Alessandro Carducci – Fonte: www.vocegiallorossa.it]

Mauri: “Mi aspetto una partita molto combattuta”

Andiamo, il momento si avvicina. Le parole di troppo dette o ascoltate, le smargiassate tra amici, i pronostici azzardati martellanti nella testa, l’adrenalina riempie ogni stanza, attraversa Roma in attesa spasmodica del momento in cui si deciderà nuovamente la supremazia cittadina. Tutto l’anno calcistico romano vive da sempre di ogni singolo episodio del derby, che le squadra vivano una stagione di vertice, o un tranquillo declino a metà classifica, che si dibattano in situazioni critiche o lottino per i piani alte con le strapotenze del Nord.

Anche Stefano Mauri sul suo sito ufficiale non si sottrae all’influsso misterico che solo questo match, e non altri, riesce ad esercitare su due popoli contrapposti, che vogliono solo vincere: “Mi aspetto una partita combattuta, spettacolare, ricca di emozioni…e vogliamo vincere. Io mi sento in gran forma e spero di dare il mio contributo. Andiamo!”. Andiamo, quel che è detto è detto, le crisi, gli infortuni, le polemiche, quel che è fatto è fatto, il mercato, le sconfitte, le dimissioni: vive del derby di domani questo giorno, ed ogni tifoso.

[Luca Capriotti – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]

Roma: stesso copione con De Rossi e Totti in campo?

Le partite perse della Roma di questo campionato, purtroppo, si assomigliano tutte. Stesse modalità, stesse prestazioni, errori inammissibili per una squadra che ambisce al terzo posto. Questa settimana altri due fattori stanno catalizzando l’attenzione dei tifosi: l’arrivo imminente del derby e la scelta di Luis Enrique di lasciare in tribuna Daniele De Rossi.

Dopo l’amara sconfitta di Bergamo affrontare il derby non sarà un’impresa facile. Il morale non è al massimo e la squadra inizia a mostrare i primi segni di nervosismo. Ma il punto nodale su cui bisognerebbe interrogarsi è questo: senza De Rossi, senza Totti è possibile che le partite a cui debbano assistere i tifosi siano di questa natura? Il progetto non prevedeva un turn over di calciatori tutti perfettamente intercambiabili tra di loro? A voler vedere in faccia la realtà questo non sembrerebbe.

Eravamo e continuiamo ad essere De Rossi-Totti dipendenti. Non che questo sia un male, anzi. Ma quando mancano loro la Roma assume altre connotazioni. Nessuno, tranne rare eccezioni, riesce a fornire una qualità di gioco che arrivi almeno alla sufficienza. E’ come se in assenza di quei pilastri tutti perdano le coordinate, dando l’impressione di non sapere dove andare e come affrontare i 90 minuti di gioco. La freschezza e la giovinezza si trasformano in inesperienza  e ingenuità. Gli errori sono all’ordine del giorno e non c’è schema né tattica che tenga. Poi le scelte, le regole, il codice etico passano in secondo piano. Se la squadra non funziona, se la solidità a cui dovremmo assistere è così altalenante, è difficile andare lontano.

Dulcis in fundo il derby. La stracittadina si sa è una partita a parte. Nonostante sia un periodo complicato anche per la Lazio, loro rimangono i favoriti. Ma è difficile fare pronostici. Non valgono gli umori, la preparazione, la classifica, gli assenti e i campioni messi in campo. Quei 90 minuti in cui si decidono le sorti di un campionato rimangono l’appuntamento più atteso e temuto di un’intera stagione calcistica. I tifosi romanisti e laziali domenica dimenticheranno tutto quello detto fino ad ora. Come d’incanto quel fischio d’inizio cancellerà vicende e polemiche che hanno caratterizzato gli ultimi mesi. Si scende in campo per vincere, spettatori del derby più bello d’Italia.

[Marco Pomarici – Fonte: www.vocegiallorossa.it]

Roma: per il terzo posto certezza De Rossi, speranza Borini

Una Roma che porta la firma di Fabio Borini vince sul Parma per una rete a zero. Un risultato troppo stretto che non rispecchia l’andamento della gara.  Ci sono state infatti tantissime occasioni sotto porta ma poca precisione in fase di realizzazione.  Dopo la brutta sconfitta a Siena, i giallorossi conquistano i tre punti e regalano una buona prestazione per tutti i 90 minuti. Contro un Parma che non è mai entrato realmente in partita, gli 11 di Luis Enrique hanno costruito molto sprecando palle gol che avrebbero permesso di mettere al sicuro la vittoria già nella prima parte della ripresa. Una Roma che ha ritrovato fiducia e che soprattutto non ha deluso le aspettative dei tifosi rimanendo più concentrata ed equilibrata rispetto alle scorse sfide. Capitolo a parte per colui che ha siglato la vittoria. Giudizio unanime c’è stato infatti nei confronti di Fabio Borini. 

L’ex attaccante del Chelsea ha messo in campo grinta, sacrificio e volontà. L’uomo perfetto per il gioco di Luis Enrique è stato il protagonista assoluto della partita. Veloce, concentrato e sempre presente, Borini sta vivendo un periodo d’oro e ha traghettato la Roma a 38 punti scavalcando Inter e Napoli, posizionandosi al quinto posto. Oltre al risultato, c’è stato da festeggiare anche per  la bella cerimonia che si è svolta prima del fischio di inizio. Il giusto tributo ad uno dei più grandi campioni della storia del calcio.

Francesco Totti ha ricevuto una targa in onore delle sue 700 presenze in carriera. Il capitano della Roma  nel corso della partita (fortunatamente aggiungo io) è stato ammonito. Essendo già diffidato salterà la trasferta di Bergamo, dando così una nuova possibilità a Borini. Tornerà a disposizione dell’allenatore per il derby. Si è visto e si è fatto sentire anche uno straordinario De Rossi, vera colonna portante del centrocampo,  con classe e determinazione è l’uomo in grado di dare sicurezza e stabilità ad un’intera squadra. Adesso finalmente l’obiettivo è chiaro: il terzo posto è la meta da raggiungere. Che poi ci si riesca oppure no è un altro discorso. Ma almeno la squadra e tutti i tifosi sanno dove guardare e a cosa aspirare.  E in un clima che già porta con sé il profumo del derby ci attende l’Atalanta, squadra che somiglia poco a quella di inizio campionato. Ma con la Roma, si sa, è  difficile fare pronostici.

[Marco Pomarici – Fonte: www.vocegiallorossa.it]

Conte: “La gara di oggi testimonia il grande lavoro che stiamo facendo da inizio anno”

Prosegue anche in Coppa Italia l’ottimo momento della Juventus che contro le grandi non fallisce più un colpo. Il tecnico Conte dalle parole riportate sul sito ufficiale della società biaconera elogia il gruppo, in particolare i nuovi che si stanno dimostrando un valore aggiunto al collettivo che appare in costante crescita. Sulla gara di oggi tante la sintesi di tanto duro lavoro svolto da inizio stagione. Fiducia infine per il ritorno ma senza abbassare la tensione contro un’avversario capace di ribaltare i pronostici:

Mi è piaciuta la riposta da parte di tutti, dei nuovi, di chi è stato chiamato in causa in una gara tanto importante, soprattutto chi non viene impiegato in modo costante. È una gara che rappresenta un processo di crescita,  e sono contento dell’ottimo l’inserimento da parte dei nuovi. Borriello dei tre era quello più facilitato perché lavora con noi da più di un mese e Padoin conosce già i meccanismi visto che l’ho allenato nell’Atalanta. Chi deve migliorare di più tatticamente per la parte difensiva è Martin Caceres Per la fase offensiva…ci accontentiamo…

La gara di oggi testimonia ciò che stiamo facendo da inizio anno. C’è tanto lavoro dietro questa squadra, perché oggi abbiamo cambiato molto rispetto a Siena e un turnover così ampio non è possibile se non c’è l’ impegno da parte dei ragazzi. La soddisfazione più grande viene proprio dalla voglia che dimostrano i miei giocatori. Questa squadra ha entusiasmo, organizzazione di gioco e calciatori che hanno voglia di sognare e che sanno che per inseguire un sogno la strada è quella del lavoro. Non finirò mai di ringraziare questi ragazzi straordinari per la disponibilità che mi hanno dati fin dal primo giorno di ritiro.

Curiosità su Lazio-Milan: i rossoneri portano bene in Coppa Italia

Cinque scontri diretti, quattro qualificazioni (compreso un successo in finale) per la Lazio, solo una per il Milan: i rossoneri in Coppa Italìa portano bene alla Lazio e ribaltano tutti i pronostici, un buon auspicio per la gara valida per i quarti di finale domani sera a San Siro. Negli scontri diretti la Lazio ha cominciato a battere il Milan nella finale (allora in partite di andata e ritorno) del 1998: 1-0 a San Siro per i rossoneri, 3-1 all’Olimpico per i biancocelesti, come si legge nell’edizione odierna del Corriere dello Sport. L’anno successivo la Lazio eliminò i rossoneri agli ottavi di finale (pareggio in trasferta per i biancocelesti e 3-1 all’Olimpico).

Al terzo tentativo (stagione 2001-2002), la prima e unica qualificazione del Milan che ha eliminato la Lazio nei quarti di finale. Nella sfida del 2003-04 in semifinale, una Lazio vincente a San Siro (2-1) e in trionfo all’Olimpico (4-0): i biancocelesti hanno poi vinto la Coppa Italia nella finale contro la Juventus e il biancoceleste Stefano Fiore ha primeggiato nella classifica dei cannonieri del torneo con 6 gol. L’ultimo scontro è della stagione 2008-09: 2-1 della Lazio a Milano, gol di Shevchenko e strepitosa rimonta laziale negli ultimi minuti con il pareggio di Zarate su rigore al 42′ del secondo tempo e rete di Pandev al secondo minuto di recupero. Anche quell’anno con Delio Rossi in panchina, eliminazione del Diavolo e successo nella Coppa Italia, battendo la Sampdoria di Mazzarri ai calci di rigore. E un altro laziale, Goran Pandev, è diventato capocannoniere del torneo con 6 gol. Il Milan è avvertito.

[Giorgia Baldinacci – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]

Luis Enrique: “Giusto sospendere la gara, partita interessante”

Luis Enrique a Sky

“Abbiamo fatto soprattutto gioco all’interno, troppi errori e alla fine siamo stati fortunati. La gara però è ancora aperta. La squadra sa che fa nella difesa e nelle ripartenze, mi spiace per la pioggia. Ho chiesto di sospendere per il rischio di infortuni e per lo spettacolo è meglio giocare di nuovo. Non si sa quando si giocherà. Noi prepariamo la gara come sempre, per andare sulla fascia, ma a volte quello di cui hai discusso non è semplice da fare sul campo. Siamo fortunati ad arrivare a riposo in pareggio, ma la gara è aperta. Nel calcio piazzato marchiamo, non è colpa del singolo giocatore, ma dopo 4 minuti abbiamo segnato anche noi su un calcio piazzato. Questa gara è diventata possibile ma quando una squadra aspetta a chiudere i passaggi centrali, noi dobbiamo essere più intelligenti e non andare davanti al pallone. E’ più importante la struttura, su questo sono molto convinto. Se nel recupero De Rossi ci sarà? No, ho fatto un cambio perché era infortunato… (ride, ndr)”.

Luis Enrique a Mediaset

“Giusto sospendere la gara? Credo di sì, non si poteva giocare e i giocatori erano a rischio, non solo quelli della Roma. Sembrava pallanuoto. Non mi aspettavo continuasse a piovere così, era una partita interessante, ancora aperta, dovremo ripensare a come giocare questi 20 minuti. Taddei sapeva benissimo che era impraticabile. L’abbraccio di Totti e De Rossi? Non lo so, magari ha rinnovato, chi lo sa. I cambi? De Rossi aveva dei problemi fisici, non poteva giocarla tutta. Il campo era una piscina ed era un rischio per Totti, che era stanco, è stato meglio cambiarlo. Ho visto una mancanza nella struttura che noi cerchiamo per controllare la partita. Questa è una cosa di cui parlo sempre con i giocatori, a costo di essere pesante. Abbiamo giocato male all’inizio, ma  siamo stati fortunati a chiudere in pareggio il primo tempo. Il possesso palla è stato nostro, ma le palle gol più nitide le ha avute l’avversario. Abbiamo preso troppe ripartenze, di quello abbiamo parlato nell’intervallo, così non vinci, né a Catania, né da nessuna parte. La struttura è sapersi difendere senza prendere rischi come oggi. Se dirò qualcosa a De Rossi per il cartellino giallo? No, ne abbiamo parlato, lui ha uno stato fisico non ottimale, magari è anche meglio non giocarla la prossima partita. Certo, prendere un cartellino così presto… (ride). Non c’è mercato, sono contento con la rosa che ho. La società deve essere pronta a rinforzare la squadra, ma non c’è la fretta che c’era questa estate. Ho chiesto solo che sia ridotto il numero dei giocatori per poter lavorare meglio. Mi piacciono tantissimo i miei difensori: Burdisso, Gabi, Juan, Kjaer… Mi piacciono tutti.

Luis Enrique alla Rai

“Era impossibile giocare, era rischioso. Totti e De Rossi, sostituiti, non potranno scendere in campo. De Rossi potrà giocare con il Cesena. Ho pensato che Daniele era diffidato e dopo il cartellino ho pensato di cambiarlo, può giocare se lo stato fisico migliora. Totti? Campo pesante, ha giocato la terza partita, ho pensato non fosse il campo per lui. Il primo tempo non mi è piaciuto, pensavo di aver il possesso palla e di essere più cattivi. Troppi errori e tante palle perse a centrocampo. Il Catania ha fatto ripartenze pericolose, fortunati se non abbiamo preso più di un gol e siamo rimasti sul pari allo scadere. Osvaldo è un calciatore di riferimento per noi, ma oggi è un problema strutturale, abbiamo giocato pochi palloni sulle fascie e il Catania lo sapevo. Oggi siamo stati ingenui. Se De Rossi ha baciato la maglia dopo il gol? Come siete voi italiani, per qualsiasi gesto, non significa niente, ha segnato il pareggio. Calma, lui e la società stanno parlando, non ho nessun timore. Preparerò la gara come al solito, non è facile perché non si possono rimediare agli errori, ma cercheremo lo stesso di fare la nostra proposta. Il derby? Sarà una bella partita, l’Inter è in forma e il Milan è il campione attuale, ma non faccio pronostici”

Luis Enrique a Roma Channel

“È stato un peccato perché abbiamo cominciato bene la gara facendo il nostro gioco ma poi è diventata una partita po’ matta. Abiamo commesso troppi errori, permetteno la ripartenza e non siamo stati abbastanza cattivi. Alla fine era diventata una gara difficilissima e siamo stati fortunati a chiudere il primo tempo con il pareggio. Kjaer? E’ il difensore più veloce che abbiamo; ho valutato che fosse meglio che giocasse lui perché Heinze aveva sulle gambe 2 partite in 3 giornate e Simon era più a riposo. Comunque sono contento di tutti i miei calciatori, ma dobbiamo essere più cattivi perché se si fanno troppi errori qualunque squadra può farti male; se il campo nn fosse stato così penso avremmo potuto vincere. Ma in quelle condizioni era molto rischioso anche per gli infortuni. Come mai mi sbracciavo dalla panchina? Per farmi capire dai giocatori e non per far capire a Tagliavento che era il caso di interompere la partita, lui già lo sapeva da sè. E’ meglio tornare per giocare in una condizione migliore. Ancora non abbiamo fatto nulla di importante, stiamo cercando di avere la nostra identità; dopo 4 vittorie in trasferta vincere qui significherebbe molto per noi e per i tifosi. Siamo sulla strada giusta ma non dobbiamo rilassarci perché nel calcio devi fare tutto al 100%. Come preparemo questi 25 minuti? Verremo qui  facendo il nostro calcio con la stessa voglia di portare i 3 punti a Roma”.

[Greta Faccani – Fonte: www.vocegiallorossa.it]