Supercoppa, probabile formazione: Zanetti non molla, sorpasso Deki

L’Inter di Rafa Benitez è pronta, prontissima a spiccare il volo per la sua prima uscita ufficiale della stagione. La Supercoppa Italiana contro la Roma, questa sera a San Siro, è un appuntamento fondamentale per partire con il piede giusto con un gruppo che è rimasto pressoché lo stesso, ma ne è cambiato solo il condottiero. Rafa da Madrid si sta imponendo alla grandissima, cambiando solo qualche metodo di allenamento, ma gli uomini in campo, almeno al momento, variano poco o nulla. La sfida di stasera vedrà i nerazzurri ripartire da dove si era finiti, con una formazione identica a quella che a Madrid sconfisse il Bayern Monaco tranne che per un uomo.

Quell’uomo è Cristian Chivu: il rumeno, con ogni probabilità, partirà dalla panchina. I quattro davanti a Julio Cesar, secondo le ultime novità, saranno infatti Maicon, Lucio, Samuel e Javier Zanetti. Proprio il capitano ha fatto parlare molto negli ultimi giorni: il problema al polpaccio accusato contro il Panathinaikos sembrava potesse tenerlo fuori, ma così non sarà. A meno di clamorose sorprese, l’argentino sarà in campo e occuperà quindi la fascia sinistra di difesa, dove sarà assente Davide Santon che sta ancora smaltendo al meglio il suo vecchio infortunio al ginocchio e non vuole affrettare i tempi correndo rischi. “Sta bene”, ha detto Benitez, e lui è pronto a rispondere presente in quel ruolo dove Mourinho l’ha spesso adoperato, ma in finale a Madrid giocò da centrocampista.

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La fertile eredità lasciata da Balotelli

Alla faccia di chi sostiene che i tornei estivi non ufficiali valgano quanto il due di bastoni quando la briscola è a denari, credo che il Torneo Tim vinto dall’Inter abbia un valore estrinseco ben superiore rispetto alla semplice conquista del trofeo. I tifosi nerazzurri e gli appassionati di calcio hanno infatti potuto toccare con mano, in diretta televisiva, l’ottimo lavoro svolto dagli uomini di mercato di Corso Vittorio Emanuele soprattutto nella costruzione dell’Inter del futuro. Rafa Benitez ha colto l’occasione del triangolare barese per dare fiducia ad alcuni giovani della Primavera nerazzurra, destinati presto alla prima squadra.

Il San Nicola di Bari è stato teatro delle ottime prestazioni del 17enne Biraghi, dei 18enni Natalino e Benedetti e del 19enne Nwanko, che si vanno ad aggiungere ai più noti Coutinho (18), Obi (19) e Biabiany (22). Insomma, considerando anche i recenti ingaggi di Faraoni e Donkor e quello prossimo di Fochesato, l’Inter può dormire sonni tranquilli pensando al futuro. Proprio nel giorno in cui Mario Balotelli, simbolo della fertilità del settore giovanile nerazzurro, si trasferisce ufficialmente al Manchester City (con plusvalenza di quasi 30 milioni di euro, evviva!), ecco una nidiata di belle speranze di scena davanti al folto pubblico pugliese, per nulla spaventata dal confronto con Juventus e Milan.

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Inter, ora il mercato è low cost: affari d’oro

Tra le società più attese in questa sessione di mercato che ancora deve decollare, chi spicca sono sicuramente i campioni d’Europa dell’Inter. Contrariamente al passato, i nerazzurri non riempiono le pagine dei giornali per gli acquisti in serie ed i milioni spesi, quanto piuttosto per operazioni in uscita ed oculati investimenti in entrata. Una tendenza al risparmio, resa possibile dalla posizione di forza assoluta nella quale il club di Moratti si è messo nella condizione di poter lavorare.

I motivi sono emersi in maniera piuttosto palese già durante la prima amichevole stagionale contro il Manchester City. Nella vittoria per 3-0 dei nerazzurri, per esempio, è spiccato il lavoro di MacDonald Mariga, una delle note più liete di questi primi 15 giorni di lavoro. Benitez è assolutamente affascinato dalle qualità del Keniota, tanto da aver pensato per lui un ruolo di assoluto protagonista nei meccanismi dell’Inter del futuro.

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L’Inter di Rafa spicca il volo: tra tattica, forma, Coutinho e… cantera!

Rafa Benitez può già iniziare a sorridere. Ieri sera, contro il Manchester City, è nata la sua Inter sotto una buona stella, ma soprattutto sotto le sue urla, quelle che si sentivano da bordocampo. Lui, il tecnico che viene da Madrid, ha fatto vedere ai tifosi la squadra che aveva in mente e che forse nemmeno lui si aspettava di poter vedere subito così positiva: la base è quella del ripartire dal lavoro di Josè Mourinho se possibile migliorandolo, senza distruggere ma applicando qualche correttivo per crescere ancora.

Partiamo dalla base tattica, davvero ottima, vista nel match vinto per 3-0: la squadra, anche quando era in undici contro undici, è piaciuta moltissimo da questo punto di vista. La difesa è parsa sempre molto attenta al momento giusto in cui alzarsi, una nota importantissima per la mentalità di questa squadra, ma il top ieri lo ha raggiunto la mentalità del centrocampo, il cuore del gioco nerazzurro. Cambiasso e Mariga, alternati con Stankovic poi, hanno saputo garantire tante qualità importanti: innanzitutto un pressing fatto benissimo, ma con il perfetto equilibrio della linea mediana, impostata al meglio dal magistrale Cuchu. Con l’argentino a tenere a bada tutti e ad inventare e Mariga a rompere il gioco e a pressare fino allo sfinimento, si è visto un centrocampo davvero in crescita palese. Visto il kenyota, con Motta ancora fuori, sicuri che serva Mascherano? Forse ci penserà anche Rafa.

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Mister X? Meglio che non sia Balotelli…

È partito il nuovo gioco dell’estate: chi sarà il misterioso Mister X, il Big che Moratti dovrà sacrificare sull’altare del Fair Play Finanziario? Le candidature fluttuano di giorno in giorno, è il mercato a fare tendenza, probabilmente non sanno neanche in Corso Vittorio Emanuele se qualcuno partirà e chi potrebbe essere. Massimo Moratti è stato chiaro: un sacrificio bisognerà farlo, nessuno è incedibile (la storia di Ibrahimovic insegna, e non sempre una partenza apparentemente dolorosa comporta un indebolimento della squadra) basta fare la giusta offerta.

Vendere sì, ma alle proprie condizioni: forse il Real pensava che a Milano fosse tempo di saldi anche nel calcio, e ha provato a strappare Maicon a un prezzo di gran lunga inferiore al valore del calciatore, Moratti non si è distaccato dalle richieste iniziali ed ecco che, da qualche giorno, l’interesse si è spostato su Balotelli. Probabilmente, come si diceva, ad aver acceso il mercato di SuperMario sono state le parole del presidente che si è detto disponibile a rispondere al telefono in caso di richieste. Vero, dovendo stare attenti ai bilanci, se l’offerta è quella giusta un giocatore si può sempre sacrificare senza mutare troppo gli equilibri di una squadra, e se si considera che l’Inter ha vinto tutto con Balotelli a metà servizio per motivi disciplinari o scelta tecnica, sembrerebbe davvero uno dei candidati al sacrificio.

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Porte aperte Inter: ecco perché Balotelli e Maicon sono cedibili

“Ascoltiamo tutti”. Non è una frase di cortesia quella che Massimo Moratti ha rilasciato ieri parlando di mercato. Il presidente dell’Inter ha voluto ribadire la strategia della società, più orientata al bilancio che al semplice aspetto sportivo. Non respingere ad ogni costo le offerte che arrivano per i giocatori nella rosa nerazzurra non significa volerle accettare, anzi. Significa semplicemente rendersi disponibili qualora il mercato possa offrire delle opportunità irrinunciabili.

La sordità a priori è deleteria e Moratti, da quando si è privato di Ibrahimovic facendo un favore alla squadra e al bilancio, ha capito che ogni giocatore ha un prezzo, ma ce ne sono alcuni che possono essere ceduto più a cuor leggero. Presi singolarmente, chiaro, i campioni dell’Inter hanno un diverso peso specifico all’interno dello spogliatoio, così come hanno un valore personale di mercato.

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Nuovo corso Prandelli, sarà una Nazionale anche a tinte nerazzurre

Con il rientro di ieri mattina dal Sudafrica è ufficialmente terminata la spedizione azzurra ai Mondiali in Sudafrica. Una delusione ancora cocente che, con le altre nazionali ancora qualificate, fatica a essere metabolizzata. L’eliminazione dal torneo è l’ultimo capitolo dell’esperienza di Marcello Lippi sulla panchina dell’Italia, adesso il contestato Ct lascerà il suo posto a Cesare Prandelli, accolto con il salvatore della patria ma costretto a rifondare una nazionale che ha bisogno di rompere definitivamente con il passato.

Facile prevedere, dunque, che nel nuovo corso prandelliano, al via dal 1° luglio, la maglia azzurra verrà indossata da calciatori che in Sudafrica non si sono visti, per ragioni che solo Lippi può spiegare. Sarà un’Italia più giovane, con un nuovo staff (entreranno a far parte della squadra il vice storico Pin, i preparatori Venturati e Casellato. Resteranno Peruzzi e Castellacci) e con volti ‘vecchi’ e nuovi, a partire da Antonio Cassano e Mario Balotelli, gli attaccanti inspiegabilmente rimasti a casa e rifiutati da una squadra priva di fantasia.

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Italia, Prandelli: ecco i suoi nuovi innesti

Finito il corso Lippi, che anche se ha fatto degli errori è pur sempre un grande allenatore, parte la riconstruzione azzurra targata Prandelli. C’è un Europeo da preparare e un nuovo Mondiale tra 4 anni, ma fino a quel momento chissà quante cose cambieranno. Ecco, come riporta la Gazzetta, chi secondo l’ex tecnico gigliato arriverà di nuovo, chi se ne andrà e chi invece rimarrà.

ANDARE: De Sanctis, Cannaaro, Zambrotta, Camoranesi, Gattuso, Di Natale

RIMANERE: Buffon, Maggio, Chiellini, Bonucci, De Rossi, Montolivo, Marchisio, Pirlo, Pepe, Gilardino, Pazzini, Quagliarella.

IN FORSE: Marchetti, Bocchetti, Palombo, Iaquinta.

VENIRE: Sirigu, Ranocchia, Santon, Aquilani, Marchionni, Balotelli, Cassano, G.Rossi.

DA DEFINIRE: Viviano, De Silvestri, Cassani, Gamberini, Motta, Candreva, Poli, D’Agostino, Matri. Floccari, Borriello.

[Giulia Borletto – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]