L’assist lo offre in questi giorni il ct della nazionale Cesare Prandelli: “Pochi giovani utili all’Italia…sono deluso, pochi i giovani capaci di stare qui con noi adesso…”. Il problema però è di quelli vecchi. La politica ha il conflitto d’interesse e la questione meridionale? E il calcio ha la valorizzazione dei vivai! Non c’è programma societario cui manchi il proposito di investire sui giovani, non c’è squadra che non dichiari di voler puntare sul vivaio salvo poi sistematicamente assistere, anno dopo anno, all’aumento dell’età media dei calciatori del nostro campionato.
Secondo una recente indagine sull’età media delle squadre nei principali campionati europei, il nostro è risultato essere più “vecchio” (26,85 l’età media delle rose, 27,54 quella dei giocatori schierati in campo) di Liga, Premier League, Ligue1 e Bundesliga. Come detto il problema non è nuovo, ma quest’estate si è assistito a un sedicente intervento correttivo della Federazione: non si può tesserare più di un “extracomunitario” per stagione. Oltre a sembrare di matrice leghista la norma, per la capacità di cogliere il centro della questione sembra proprio uscita da quel calderone d’idee di Calderoli (il ministro che per semplificare le normative gli ha dato fuoco in un falò di leggi, e invece di “semplificarsi” pure la vita prima fa una legge e poi dice che è una porcata).