Forlan all’Inter, pro e contro. Con contraddizione dietro l’angolo

Nelle ultime ore è tornato in voga il nome di un calciatore già in passato accostato all’Inter: quello di Diego Forlan. L’attaccante uruguayano è sotto contratto con l’Atletico Madrid fino al giugno 2012 e sia lui sia il suo club sarebbero ben lieti di concretizzare un trasferimento a Milano, dove è in partenza Samuel Eto’o. Forlan è un  campione di livello internazionale ed è normale che stuzzichi la fantasia di grossi club, in particolare di Moratti che già l’anno scorso pensò a lui dopo un Mondiale strepitoso che ne rilanciò le quotazioni. Al momento ci sarebbe solo un pour parler tra le parti, ma è chiara la disponibilità dei Colchoneros a cedere il bomber per una cifra ragionevole così come la volontà di Forlan che si decurterebbe l’ingaggio pur di avere questa chance nel calcio italiano. Cerchiamo di capire, in attesa di nuovi sviluppi, i pro e i contro di questa operazione di mercato in casa Inter.

PRO – Innanzitutto, come detto, Diego Forlan è un grande del calcio mondiale, capace di fare la differenza sia con la maglia della squadra di club sia con la Celeste, ai cui recenti exploit ha contribuito in modo determinante. Bravissimo con entrambi i piedi, l’uruguagio è un ottimo scorer e i numeri sono dalla sua parte. Non solo: ha il ‘vizio’ di andare a segno nelle partite che contano, basti pensare alla doppietta nella finale di Europa League 2009/10 (la prima edizione della competizione) e alle 5 reti nel Mondiale sudafricano, che gli hanno permesso di diventare capocannoniere ex aequo del torneo, di essere nominato miglior giocatore della Coppa del Mondo 2010 e Pallone d’Oro adidas davanti al nerazzurro Sneijder, con il quale ha condiviso anche la vetta della classifica marcatori. Infine, nella recente Copa America vinta dall’Uruguay in Argentina, Forlan ha griffato la finale contro il Paraguay con una doppietta (3-0 conclusivo). Insomma, nelle partite che contano l’attaccante ex Manchester United si fa sempre trovare pronto, un bomber di razza vecchia maniera che colpisce al momento giusto.

CONTRO – Un limite su tutti: Diego Forlan a maggio ha compiuto 32 anni, essendo classe ’79. Coetaneo di Milito, dunque, non rappresenterebbe certo un investimento per la società nerazzurra, quanto piuttosto una sorta di ‘tappabuchi’ che possa porre rimedio all’addio di un campionissimo come Eto’o, capace di segnare 37 reti nell’ultima stagione. I gol sono il pane di Forlan, così come l’esperienza, ma davvero l’Inter ha intenzione di fare un investimento su un giocatore che più di 2 stagioni ad alto livello non potrà garantire? La strategia nerazzurra è ormai da tempo quella di puntare sui giovani di belle speranze, possibilmente non costosi. Ebbene, Forlan, pur arrivando a prezzo di saldo, non rientra nel range scelto dal club ormai da tempo. Inoltre, l’uruguagio, pur amando svariare su tutto il fronte offensivo, non è l’attaccante esterno di cui Gasperini avrebbe bisogno, perché non potrebbe chiedergli il sacrificio difensivo che pretende dai suoi esterni. Forlan è una seconda punta che sa agire anche da puntero centrale, ma non è un’ala e soffrirebbe in una posizione che richiede tanta corsa, soprattutto perché superati i 32 anni la volontà non sempre è sufficiente.

Al momento, dunque, quella di Forlan è solo un’idea che attende di conoscere eventuali sviluppi, sempre che Branca e Ausilio stiano davvero interagendo con l’entourage del giocatore e con l’Atletico Madrid. Se così fosse, bisognerebbe cercare di capire che ruolo potrebbe interpretare un fuoriclasse del genere di cui forse, tatticamente (ci sono già due ottimi realizzatori come Milito e Pazzini e il modulo di Gasperini non richiede una seconda punta), oggi la squadra non ha bisogno. La contraddizione, insomma, è dietro l’angolo.

[Fabio Costantino – Fonte: www.fcinternews.it]

Gonzalez alza al cielo la Coppa America: l’Uruguay è campione!

Lo aveva promesso. Ed è stato di parola. “Abbiamo una voglia incredibile di chiudere con una incoronazione. Sarà una finale durissima per il rivale che dovremo affrontare, però siamo fiduciosi: se faremo le cose bene e lasceremo tutto sul campo ci porteremo la Coppa in Uruguay”, aveva detto Alvaro Gonzalez a poche ore dalla finalissima di Coppa America che la Celeste ha disputato questa sera (ora italiana) a Buenos Aires contro il Paraguay. Parole da vecchio saggio, come dice il suo soprannome. L’Uruguay, infatti, grazie alla doppietta di Diego Forlan e al gol di Luis Suarez dopo appena undici minuti di gioco, si è letteralmente sbarazzato dei rivali biancorossi, laureandosi uffiicialmente campione del Sudamerica.

E nella storica vittoria della Nazionale di Oscar Tabarez il Tata ha lasciato il segno. Partito in sordina nelle gerarchie dell’ex allenatore del Milan e del Cagliari, Gonzalez ha saputo lavorare in silenzio, concentrandosi sull’obiettivo e cercando di mettere da parte la cocente delusione relativa all’esclusione dell’ultimo minuto subita poco prima del Mondiale in Sudafrica. Si è guadagnato la fiducia di Tabarez con l’impegno, quello che ha sempre profuso anche durante il suo primo anno in maglia biancoceleste, quello che gli ha consentito di entrare, dopo un inizio ricco di frizioni nelle grazie di Edy Reja. “Grazie a Dio abbiamo due attaccanti in grado di risolvere tutti i problemi. Dopo il solito spettacolo, siamo stati carichi e concentrati sin dall’inizio – e il merito, ha spiegato Gonzalez all’agenzia Reuters, è principalmente dell’allenatore -, è da tempo che lavoriamo insieme con lo stesso staff tecnico e questo ci ha aiutato. Per fortuna siamo riusciti a dare una gioia al nostro Paese che da tempo aspettava un momento del genere».

REJA LO ASPETTA – Nella vittoria contro il Paraguay, dunque, oltre a quella dei soliti “mostri sacri” e del suo ex compagno nella Lazio, Fernando Muslera, c’è anche lo zampino di Alvaro, protagonista di una gara tutta polmoni e sacrificio. Una partita giocata senza un attimo di sosta, correndo avanti e indietro sulla fascia destra, senza dimenticare mai di dare una mano in mezzo al campo agli altri tre centrocampisti, e di fornire il giusto equilibrio. Forlan e Suarez scatenati lì davanti (ai quali si è poi aggiunto nell’ultima mezzora anche Cavani) e Gonzalez a sgobbare per loro. Questo il copione che il Tata ha saputo rispettare in pieno. Lo aveva fatto già contro l’Argentina, si è ripetuto contro il Perù in semifinale e questa sera contro il Paraguay. Sa adattarsi senza problemi ad ogni situazione di gioco, l’esperienza con la maglia della Lazio lo ha formato sotto diversi punti di vista. Da quello psicologico a quello tecnico, passando soprattutto per quello tattico. Reja lo sa. E lo attende a braccia aperte. Nel 4-3-1-2 di partenza, l’uruguaiano se la giocherà con Brocchi per un posto da interno destro accanto a Ledesma e Mauri.

RITORNO A ROMA DOPO FIUGGI – Terminata l’avventura in Coppa America, quindi, Gonzalez potrà godere di circa una decina di giorni di vacanza. Non raggiungerà il resto dei compagni nel ritiro di Fiuggi, ma passerà ancora qualche giorno in Uruguay. I festeggiamenti per la vittoria della Coppa America proseguiranno per tutta la settimana, Alvaro non si sottrarrà a questo rituale. Staccherà un pò la spina prima d gettarsi nuovamente a capofitto nell’ambiente biancoceleste. Ha voglia di tornare protagonista con la Lazio e di proseguire l’ottimo lavoro cominciato nella seconda parte della scorsa stagione. I presupposti per fare bene e per confermarsi ci sono tutti. La Lazio applaude il suo campione e lo aspetta a braccia aperte. Standing ovation.

[Mancini/Ercole – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]

Bari: Rivaldo Gonzalez buon affare?

Dopo poco più di un anno Rivaldo González Kiese torna in Italia, per vestire stavolta la casacca del Bari con un contratto biennale che il giocatore ha firmato nelle scorse ore.

Voluto da mister Torrente, il quale lo aveva avuto alle sue dipendenze nel Genoa Primavera e nel Gubbio, il paraguayano pare che ci abbia messo poco a far sciogliere i dubbi sul suo ingaggio al tecnico salernitano. Bari rappresenta pertanto la sua settima tappa italiana, dopo quelle di Venezia, soprattutto Genoa, Avellino, Potenza, Spal ed infine Gubbio. Il 23enne centrocampista sarà quindi il terzo giocatore proveniente dal Paraguay nella storia del Galletto, attuale finalista in Copa America, dopo Oscar Ayala e Oreste Sallustio II.

Dubbi e perplessit,à sulla fretta con cui sia stata chiusa l’operazione, saltano subito alla mente, poiché in principio si era detto che il giocatore sarebbe stato valutato accuratamente. Bontà divina quindi, se sono bastate appena 24 ore allo staff tecnico biancorosso per valutare in senso positivo un giocatore che nel nostro paese ha collezionato 14 presenze (200-07 ad Avellino) nella sua stagione più proficua.

[Renato Chieppa – Fonte: www.tuttobari.com]

Genoa: il discorso “programmatico” del presidente e le sue carte coperte sul mercato

Miei cari amici genoani da Boccadasse al Mato Grosso, il Grifone è volato oggi per il nido estivo di Neustift. Ieri c’è stato l’importante discorso “programmatico” di Enrico Preziosi che ha presentato il nuovo tecnico Alberto Malesani. Il presidente ha mostrato la consueta abilità nel tenere le carte coperte per il calciomercato, alla stessa stregua del segreto industriale adottato per i prodotti della sua Giochi Preziosi. Dalle sue dichiarazioni emerge la necessità di un nuovo portiere, nonostante “l’onore delle armi” reso a Eduardo, e un attaccante centrale di peso.

E’ probabile anche che voglia attendere le indicazioni tecniche provenienti dal ritiro e prendere decisioni sui giocatori assieme all’allenatore. In conferenza ha parlato di Amauri, ma dubito che voglia prendere il trentunenne attaccante della Juventus, a meno di un’improvvisa penuria di scelte. Anche Floccari non sembra una scelta presa in modo definitivo: il presidente ha ricordato «che ci devono essere le giuste condizioni economiche», com’è giusto che sia, da parte del suo collega della Lazio Claudio Lotito. Così come ritengo che non abbia intenzione di effettuare lo scambio Eduardo/Urreta col Benfica: l’esterno della squadra portoghese, pur potendo giocare sulla fascia destra e su quella sinistra, non possiede quelle contemporanee qualità difensive/offensive che sono richieste dal gioco di Malesani.

Se proprio si dovesse effettuare uno scambio col club di Lisbona, preferirei avere il paraguaiano Cardozo, punta di peso anche se un po’ discontinua. A proposito di Paraguay, la nazionale sta giocando contro il Brasile nei quarti di finale della Copa America. I paraguaiani sono ben poco cosa in attacco senza Roque Santa Cruz. Forse potrebbe servire un “folletto” come lui al Genoa, in un trio composto da Palacio a destra e Zè Eduardo (come ha spiegato due mesi fa nella sua intervista esclusiva a Pianetagenoa1893.net) al centro. Santa Cruz saprebbe come aprire spazi per i compagni e far impazzire la difesa avversaria. Il costo di mercato del suo cartellino al Manchester City? Cinque milioni, prezzo abbordabile per le casse rossoblù.

Più difficile risulta la scelta di un portiere: i miei consigli per gli acquisti risultano essere più ardui, ma ci provo. I rumors di mercato riportano il ritorno di fiamma per Frey, non convocato dalla Fiorentina per il ritiro: ma il suo ingaggio si aggira sui 3 milioni, centesimo pù, centesimo meno. Difficile. Ricordate Sergio Romero, ventiquattrenne portiere dell’Argentina, corteggiato dal Genoa durante i mondiali del Sudafrica? Potrebbe essere ancora lui il possibile nuovo numero uno: nonostante l’eliminazione della sua nazionale alla Copa America, non ha sfigurato. Il prezzo del cartellino detenuto dall’Az Alkmaar? Sette milioni. Fattibile.

[Marco Liguori – Fonte: www.pianetagenoa1893.net]

Fantasisti in movimento, quanti sogni per le big

Meno uno. La prima telenovela di questo scorcio iniziale di calciomercato è finita agli annali, con Ricky Alvarez che si è accordato con l’Inter dopo le insistenze di Roma, Palermo e Arsenal. Il fantasista argentino, pagato nove milioni di euro più bonus, andrà di fatto a scuotere il mercato dei fantasisti, destinato a muoversi sempre più rapidamente. Andiamo a vedere quali sono le situazioni dei principali interpreti on the move.

Javier Pastore – Per ora non c’è l’accordo, e nemmeno l’offerta da cinquanta milioni. Il patron rosanero sta provando ad alimentare l’asta per il calciatore, per guadagnare di più, ma per ora è il Malaga ad avere fatto un affondo reale. Ventinove milioni di euro per il Flaco, cifra che sembrerebbe irrisoria ma che non lo è. Ricordatevi di Cavani la scorsa stagione, 30 la richiesta, venduto a 5 più 12 milioni di riscatto. Possibile inserimento della Roma, con Brighi e Caprari contropartite, ma per ora è solamente un pour parler. A oggi le altre grandi big non hanno presentato offerte, ma ci si aspetta un rilancino di Real e Manchester City.

Paulo Henrique Ganso – Pessimo nella prima gara del Brasile in Coppa America, il calciatore del Santos deve rifarsi nella prossima apparizione contro il Paraguay. Non sarà certamente cosa semplice, perché la nazionale albiroja è messa in campo molto bene dal commissario tecnico Martino, che difficilmente subisce reti. Intanto la spinta gli è arrivata dall’apertura per il tesseramento del secondo extracomunitario: Thiago Silva lo sta sponsorizzando fin troppo, possibile che il Milan alla fine provi a intavolare una discussione con il Santos. Il club di Vila Belmiro aspettava la Copa per potere effettuare un rilancio sulla valutazione, ma i dirigenti milanisti sono convinti – anche senza una Copa positiva – ad acquistarlo.

Erik Lamela – E’ l’altro argentino chiacchieratissimo. Il River Plate è retrocesso, e ci si aspetta un rilancio da parte di tutti i club. Passarella è in Italia per trattarne la cessione, anche perché i Millionarios – per tenere fede alla propria nomea – hanno, al momento, debiti davvero di milioni di dollari. Lui e Funes Mori rappresentano il denaro fresco per incassare. Non sarà contentissimo Matias Almeyda, nuovo tecnico de La Banda Roja, che si troverà senza i due giocatori di maggior talento. Occhio a cosa dice De Laurentiis, che lo reputa ancora acerbo. Avrà ragione?

Wesley Sneijder – Caso spinosissimo per l’Inter. E’ da mesi che vado ripetendo che potrebbe essere lui il sacrificato sull’altare di una campagna acquisti che si preannuncia molto calda. Non dovrebbe andare come l’anno scorso, con i soldi di Balotelli entrati in cassa per rimettere a posto il bilancio, i contanti di Sneijder dovrebbero essere reinvestiti a breve giro di posta. Serve solo l’offerta giusta, con lo United che offre venticinque milioni di euro: è ancora troppo poco, se contiamo che Modric – per dirne uno – è valutato circa dieci in più. Il giocatore olandese, smentite di facciata a parte, sarebbe pronto per misurarsi con la Premier League, dopo avere vinto sia la Liga che la Serie A (e una Coppa Campioni, con José Mourinho).

Arturo Vidal – Non è propriamente un fantasista, ma nella scorsa stagione ha giocato molto offensivo nel modulo del Bayer Leverkusen. Tanti gol, ritmo di gioco molto alto, potrebbe essere davvero l’alternativa all’addio di Hamsik (di cui parleremo più sotto). Ha caratteristiche diverse perché entra molto nel vivo e ama avere palla tra i piedi, ma il tempo degli inserimenti è quasi perfetto, da orologio svizzero. Il primo gol nella Copa America è lì a dimostrarlo, con una zuccata precisa sul calcio d’angolo destinatogli da Matigol Fernandez.

Ricardo Izecson Kakà – Lui, invece, è in esubero. Occhio perché potrebbe essere il Ricky più famoso a muoversi, considerato che il Real Madrid – e José Mourinho in particolare – vorrebbero cederlo per fare cassa. L’arrivo di Sahin, che gli chiude ulteriormente le porte da titolare, è lì a dimostrarlo. I blancos stanno costruendo una squadra incredibile, e in arrivo c’è pure Neymar. Troppi galli in un solo pollaio, troppi Galacticos che finiscono per pestarsi inevitabilmente i piedi. Per lui c’è l’ipotesi Milan, occhio alle squadre emergenti come City e Malaga.

Marek Hamsik – Come per Vidal, anche lui non è che un centrocampista offensivo. Non produce gioco, ma è certamente bravissimo negli inserimenti. Ha detto che ama Napoli, ma che il Milan sarebbe un’opportunità troppo grande. E poi c’è Mino Raiola, e credo che siamo di fronte al due più due classico. De Laurentiis può tenerlo in rosa chiedendo una cifra astronomica, e non è detto che non vada a finire così. Considerazione personale: di fronte a un’offerta irrinunciabile, si può anche cedere e andare sul mercato. Bigon e la sua squadra hanno dimostrato lungimiranza.

[Andrea Losapio – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]

Rodrigo va a Milán: Alborno ora è pronto, lunedì visite mediche poi…

Ci siamo: questa è stata la giornata dove abbiamo avuto finalmente la certezza dell’imminente approdo di Rodrigo Alborno a Milano, lì dove l’Inter, capace di sottrarlo ad una nutrita concorrenza nei mesi scorsi, lo accoglierà a braccia aperte. Il giovane fenomeno paraguayano, uno per il quale nel suo Paese si sono scomodati paragoni di quelli pesanti (uno su tutti: quello con Cristiano Ronaldo), si appresta a lasciare il Libertad per raggiungere il club nerazzurro. Una giornata dove abbiamo avuto modo di seguire praticamente in tempo reale l’evoluzione, stamattina grazie alla nostra anticipazione dell’imminente partenza del giocatore, poi attraverso le parole dello stesso ragazzo, che tramite il suo profilo Facebook ha annunciato che domani mattina orario del Paraguay (quando in Italia sarà presumibilmente sera tarda) prenderà il volo per Milano, “con Dio al mio fianco”, come tiene a sottolineare spesso in virtù della sua profonda religiosità.

Adesso possiamo fornirvi ulteriori ragguagli su quello che aspetterà Alborno nelle prossime ore: innanzitutto, viaggerà alla volta di Milano accompagnato dal padre, e il suo arrivo in Italia, dopo un volo di almento 13-14 ore, è previsto per il pomeriggio di domenica. Nemmeno il tempo di smaltire il jet-lag che Alborno lunedì è atteso dalle visite mediche con l’Inter. A quel punto, bisognerà vedere se la società passerà immediatamente all’annuncio ufficiale oppure dovrà aspettare per via dell’età del giocatore: le questioni burocratiche impongono infatti che l’ufficialità arrivi soltanto quando il giocatore diventa maggiorenne, e Rodrigo compirà 18 anni il 12 di agosto. In ogni caso, l’Inter ha già strappato al Libertad Asuncion il permesso di far allenare Alborno con la squadra dalle prossime settimane, dunque non ci sarà alcun tipo di problema e quella dell’annuncio rimane una semplice formalità. Passaggi importanti, insomma, in vista di quello più atteso di tutti, quello del ritiro di Pinzolo, dove Alborno sarà valutato attentamente dallo staff tecnico di Leonardo per capire se e come può tornare utile alla causa nerazzurra, insomma se può essere “uno da Inter”. Le voci su un possibile inserimento nella trattativa con l’Udinese per Sanchez rimangono, ma in realtà la famiglia Pozzo è orientata su altri obiettivi. La volontà dell’Inter, tra l’altro, è quella di sondare le prestazioni del ragazzo nel ritiro estivo, senza cederlo immediatamente.

L’attesa per questa giovane stella è già alta, i commenti entusiastici sulle sue doti tecniche si sprecano: adesso, però, per Alborno arriva il momento di vivere da vicino questa esperienza da lui tanto attesa. C’è una nuova realtà da affrontare, a livello calcistico e solo: magari l’apprensione c’è, ma di sicuro c’è anche la volontà di fare subito breccia nel cuore dell’Inter, di ripagare immediatamente quella fiducia che la società nerazzurra gli vuole offrire. Bienvenido, Rodrigo!

[Redazione Fc Inter News Fonte: www.fcinternews.it]