Balotelli: il City prende tempo, le parti si risentiranno più avanti

Continuano a circolare, vorticose, le voci sulla trattativa in atto tra Mario Balotelli e il Manchester City. Nonostante le parole di ieri di Marco Branca (“Balotelli non ha prezzo”) Paolillo e Moratti oggi hanno riaperto la porta (“Vedremo” ha commentato il primo, “Stiamo valutando le offerte, siamo lontani da proposte indecenti, ma mi dispiacerebbe da matti dover rinunciare a qualcuno” il secondo).

Allora proviamo a fare un po’ di chiarezza. Oggi, come vi abbiamo riportato, il Manchester City ha fatto pervenire a Branca una prima offerta formale per tornare in Inghilterra, oltre che con Kolarov, anche con Mario Balotelli, offerta di circa 25 milioni, ha dichiarato Sky Sport. Offerta ritenuta troppo bassa dai dirigenti dell’Inter, lontana dai 40 milioni richiesti, che l’hanno rispedita al mittente. Gli emissari del City avrebbero incontrato, sempre oggi, anche il procuratore di SuperMario, Mino Raiola.

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L’acquisto di Dzeko è un intrigo internazionale. Un piano diabolico potrebbe mettere fuorigioco la Juve ed il Manchester City, ma noi ve lo sveliamo

Finalmente ci lasciamo alle spalle un Mondiale povero di spettacolo e di campioni, caratterizzato dal clamoroso fallimento delle più blasonate nazionali (Brasile, Italia, Argentina, Francia ed Inghilterra) e dai mortificanti flop degli allenatori più celebrati (Lippi, Capello e Dunga). A questo punto, la nostra unica ancora di salvezza per riscattare una estate calcisticamente disastrosa, non può che essere il calciomercato.

Ma come? Vi chiederete: c’è la crisi economica, ci sono le regole del fair play finanziario dettate da Platini, ogni club ha i suoi esuberi ed i pochi presidenti che hanno, finora, finanziato il meccanismo (Moratti e Berlusconi) cambiano strategia e chiudono il portafoglio.

Eppure, il calciomercato, con i suoi inestricabili intrighi e gli imprevedibili colpi di scena, sa far volare la fantasia dei tifosi molto più in alto di questo mediocre Mondiale appena concluso.

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LA CADUTA DEGLI DEI: INIESTA SCOCCA IL TIRO MONDIALE

Decide, a quattro minuti dai calci di rigore, un gol del centrocampista Iniesta; per l’Olanda è la terza Finalissima su tre gettata alle ortiche.

Che fosse un Mondiale atipico lo si era dedotto sin dalla sua “intrinsecità”, ovvero lo svolgimento in uno Stato Africano, assoluta novità nella storia della kermesse iridata. Poi, ad avvalorare la singolarità di codesto torneo, erano arrivate le eliminazioni eccellenti di Italia, Francia, Brasile, Argentina ed Inghilterra, e di tutte le superpotenze del Pianeta, compresa la Germania, seppur stoppata solamente in Semifinale (poi 3^). Per la prima volta dal 1978 si sarebbe disputata una Finale tra compagini illibate, ovvero mai salite sul Tetto del Mondo; la Spagna addirittura, a dispetto della sua fama (giustificata dai 2 Titoli Continentali), non era mai transitata oltre i Quarti di Finale, mentre l’Olanda non arrivava a giocarsi l’iride da ben 32 anni… per una Finale tutta unica nel suo genere, disputatasi per la seconda edizione consecutiva fra europee. Europa che sale in testa alla classifica dei Continenti Campioni, 10 successi.

UNA FINALE TEDIOSA – Quello di ieri sera è stato un match poco spettacolare, ostico, spigoloso, con le due compagini apparse troppo contratte, quasi timorose di prendere l’iniziativa. Sembrava di rivedere a tratti Italia-Brasile 1994, ovvero la Finale più noiosa dei Mondiali. L’Olanda ha subìto il gioco degli iberici per gran parte della partita, quasi reverenziale nei confronti del team di Del Bosque.
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SPAGNA OLE’, MATATA LA SUPER GERMANIA

La Spagna ha superato di misura la Germania, avvalendosi di un gol del difensore Puyol, che le consente di accedere per la prima volta in Finale Mondiale, dove affronterà l’Olanda, giunta alla 3^ Finale della storia (perse sia nel ’74 sia nel ’78).

Comunque vada, dunque, vi sarà una nuova iscritta nell’Albo d’Oro, una debuttante assoluta. Per una manifestazione che ha sancito il crollo verticale delle superpotenze tradizionali, dall’Italia alla Francia, dall’Argentina al Brasile, dalla Germania, appunto, all’Inghilterra, tutte inghiottite dal vortice del football moderno, che pare non portare rispetto ai blasoni nobiliari.

Spagna-Germania è stata una “ripetizione” della Finale Euro 2008 (vinta guarda caso dalle Furie Rosse), una sfida molto equilibrata nel 1° tempo (priva di emozioni) e praticamente a senso unico nel 2°, con gli iberici a fare la partita.

Il gol della meritata vittoria arriverà ad un quarto d’ora dal “the end” dei tempi regolamentari, opera del difensore più noto, Puyol, lesto ad insaccare di testa dalla debita distanza (guarda il video su youtube). Un successo che certifica l’assodata supremazia dei Campioni d’Europa in carica, Titolo acquisito evidentemente non per caso.

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Palermo: Ayew vincino alla Bundesliga, accordo con Guerron

Andrè Ayew (21) si allontana dal Palermo. Il talento ghanese, messosi in mostra nell’ultimo Mondiale, è vicino ad un trasferimento in Bundesliga. A rivelarlo è Etienne Mendy, il procuratore del giocatore, ai microfoni di Itasportpress: “Ci sono diverse trattative in questo momento. Il giocatore piace a due club italiani ma soprattutto in Germania. Per il momento non voglio anticipare nulla ma la Bundesliga è vicina per Ayew. Se preferisce giocare in Inghilterra? Beh, a chi non piacerebbe la Premier League ma ripeto che in Germania insistono per acquistarlo visto che ha un contratto di solo un anno con il Marsiglia e per le qualità del giocatore”.

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VILLA DI LUSSO, VOLA LA SPAGNA!

I Campioni d’Europa superano a fatica (al 37° s.t.) lo scoglio Paraguay ed accedono dopo 60 anni in Semifinale. Decisivo ancora una volta il gol del capocannoniere dell’ultimo Torneo continentale.

Si preannunciava una sorta di passeggiata per gli iberici ma non si erano fatti i conti con un Paraguay davvero ostico, lesto a chiudere gli spazi agli avversari, deciso ad onorare sino in fondo la prima partecipazione ad un quarto di Finale.

Dopo un primo tempo da “ronf-ronf” il match si ravvivava nella ripresa, specie in occasione dei rigori assegnati dall’arbitro della contesa, prima al Paraguay -errore di Cardoso che si fa respingere il tiro loffio da Casillas- e poi alla Spagna -ancora una parata, stavolta su Alonso-.

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GERMANIA PERFETTA: UMILIATA L’ARGENTINA DI DIEGO

A segno Muller, Klose, Friedrich ed ancora Klose, al 14° gol iridato (a -1 dal recordman Ronaldo)

Quella giocata a Città del Capo e vinta dalla Germania è stata la classica vittoria ottenuta per esclusivi meriti propri, e non di certo per demeriti altrui. A dispetto del risultato impietoso (4-0) l’Argentina non ha da rimproverarsi nulla, anche perché gli ultimi 2 gol sono arrivati quando ormai l’Albiceleste non aveva nulla da perdere e si era sbilanciata giustamente in avanti nel tentativo di recuperare il match.

Non è stata quindi l’Argentina a peccare (al di là di qualche sbavatura difensiva, dovuta magari all’assenza forzata di Samuel) ma la Germania a giocare in maniera pressoché perfetta, chiudendo ogni spazio ai sudamericani, senza lasciarli respirare, neutralizzando la classe sopraffina dei vari Messi, Tevez e M.Rodriguez.

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Milan, Honda d’urto sulla Serie A. Scempio FIGC. così non si aiuta l’Italia. Tristezza Kakà-Brasile: solo Leo può salvarvi

E’ l’ennesimo paradosso di una realtà che ormai sembra creata direttamente da Zenone in persona: parlare dell’acquisto di un giapponese nel giorno in cui il calcio italiano dà un micidiale giro di vite agli extracomunitari. Il Milan su Keisuke Honda è una chiacchiera che ha già fatto il giro del Mondo: il più forte giocatore della Nazionale del Sol Levante in una delle squadre più amate in quella parte del mondo. Giusto considerare l’appeal mediatico, giusto fare i conti su merchandising e primetime asiatico (il famoso “spezzatino di mezzogiorno della domenica”), cavalli di battaglia storici di Adriano Galliani: sarebbe però altamente riduttivo però basare il discorso esclusivamente o principalmente su queste fondamenta, una grave mancanza di rispetto nei confronti delle doti tecniche di un calciatore importante. In queste ore ne ho lette un po’ di tutte: “attaccante”, “seconda punta”, “bomber”.

Chi, come me, è un estimatore di lunga data di questo giapponese dalla criniera dorata, sa che, nonostante il ruolo ritagliatogli in questo Mondiale da Okada, il suo habitat naturale è decisamente più dietro: basti pensare che al VVV-Venlo ha giocato addirittura terzino sinistro, in maniera forzata certo, ma non disastrosa. Essenzialmente è una “mezzala”, un ruolo che il calcio moderno tende a far scomparire: non è un trequartista, nè un’ala, nè una seconda punta, nè un regista o un mediano, ma un centrocampista completo, capace di dare l’ultimo passaggio come finalizzare o costruire. Ne avevamo parlato profeticamente nell’editoriale della scorsa settimana: Honda è stato di certo uno dei migliori giocatori del Mondiale, dunque un suo eventuale arrivo in rossonero darebbe ben altra connotazione ad un mercato finora disastroso. Non è il jolly saltato fuori con scadenza quadriennale: citofonare a Mosca, Cska, tant’è che da parte del club dell’Esercito non c’è molta disponibilità a trattare a cuor leggere una sua cessione.

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