Juve, Milan e Roma sveglia, qui l’Inter vince per altri 10 anni di fila! Ecco come cambia il mercato delle grandi con la nuova norma FIGC sugli extracomunitari

C’era una volta l’esaltante campionato delle 7 sorelle quando Fiorentina, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Parma e Roma partivano in estate con ambizioni di scudetto e sogni di vittorie internazionali.

Poi i problemi societari della Fiorentina di Cecchi Gori, della Lazio di Cragnotti e del Parma dei Tanzi hanno ridotto a quattro le compagini che nell’ultimo decennio sono rimaste ai vertici del calcio italiano.

In particolar modo, prima del 2006 c’era la Juve della Triade a dominare in Italia e il Milan di Berlusconi in Europa. Poi è arrivato il ciclone Calciopoli a spazzare via le gerarchie precedenti e riscrivere la storia del calcio.

Dall’estate dello scandalo in poi stiamo assistendo a campionati monotoni a senso unico in cui l’Inter domina dall’inizio alla fine, salvo in un paio di circostanze sentire il fiato sul collo da parte della Roma.

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VILLA DI LUSSO, VOLA LA SPAGNA!

I Campioni d’Europa superano a fatica (al 37° s.t.) lo scoglio Paraguay ed accedono dopo 60 anni in Semifinale. Decisivo ancora una volta il gol del capocannoniere dell’ultimo Torneo continentale.

Si preannunciava una sorta di passeggiata per gli iberici ma non si erano fatti i conti con un Paraguay davvero ostico, lesto a chiudere gli spazi agli avversari, deciso ad onorare sino in fondo la prima partecipazione ad un quarto di Finale.

Dopo un primo tempo da “ronf-ronf” il match si ravvivava nella ripresa, specie in occasione dei rigori assegnati dall’arbitro della contesa, prima al Paraguay -errore di Cardoso che si fa respingere il tiro loffio da Casillas- e poi alla Spagna -ancora una parata, stavolta su Alonso-.

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GERMANIA PERFETTA: UMILIATA L’ARGENTINA DI DIEGO

A segno Muller, Klose, Friedrich ed ancora Klose, al 14° gol iridato (a -1 dal recordman Ronaldo)

Quella giocata a Città del Capo e vinta dalla Germania è stata la classica vittoria ottenuta per esclusivi meriti propri, e non di certo per demeriti altrui. A dispetto del risultato impietoso (4-0) l’Argentina non ha da rimproverarsi nulla, anche perché gli ultimi 2 gol sono arrivati quando ormai l’Albiceleste non aveva nulla da perdere e si era sbilanciata giustamente in avanti nel tentativo di recuperare il match.

Non è stata quindi l’Argentina a peccare (al di là di qualche sbavatura difensiva, dovuta magari all’assenza forzata di Samuel) ma la Germania a giocare in maniera pressoché perfetta, chiudendo ogni spazio ai sudamericani, senza lasciarli respirare, neutralizzando la classe sopraffina dei vari Messi, Tevez e M.Rodriguez.

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Roma, sta per finire l’era Sensi

Per Rossella Sensi, presidente della Roma Calcio, si tratta delle ultime riflessioni. Entro lunedì dovrà decidere se mettere la sua firma sull’accordo con Unicredit che sancirà il passaggio della Roma Calcio e degli altri asset di Italpetroli alla banca in cambio della cancellazione di 325 milioni di euro di debiti.

In queste ore nessuno si sbilancia, anche ricordando i colpi di scena e la durezza che hanno segnato la trattativa in questi mesi, ma la strada dell’addio della famiglia Sensi alla Roma, di cui tiene le redini da 17 anni, sembra ormai tracciata. Ieri gli avvocati della Italpetroli e di Unicredit hanno infatti stilato la bozza di accordo che deve chiudere in modo consensuale il contenzioso sul debito della Italpetroli, evitando il ricorso a un arbitrato che potrebbe rivelarsi controproducente per gli interessi dei Sensi. La risposta ufficiale si avrà però solo lunedì quando l’intesa dovrebbe essere firmata davanti al collegio arbitrale presieduto da Cesare Ruperto.

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Ghan che beffa! L’Uruguay è in semifinale

Africani troppo spreconi (fallito il rigore qualificazione all’ultimo secondo); Uruguay cinico.

Siamo oltre il 120° minuto di Ghana-Uruguay, ferma sull’1-1 dopo le reti nei tempi regolamentari di Muntari e Forlan su punizione: Gyan Asamoah ha la possibilità di regalare agli africani la storica qualificazione in Semifinale che avrebbe del prodigioso.

Un’intera Nazione, anzi un intero Continente (e forse di più) si stringe apprensivo e speranzoso alla squadra del Ghana. Molti di noi simpatizziamo per questa Nazione: suscita quasi tenerezza l’allegro  alcio spensierato, così lontano dagli ideali occidentali. Gyan sta per calciare il rigore procurato da Luis Suarez, che ha parato letteralmente una conclusione di Adiyah.

Rincorsa dell’attaccante ghanese, tiro e, beffa delle beffe, traversa!!!!! Muslera bacia il legno “Salvatore”, milioni di tifosi sparsi nel Mondo si disperano, increduli per l’incredibile scherzo che il destino gli ha riservato. Ghana che prima ancora del tiro dal dischetto aveva mandato alle ortiche diverse occasioni, pagando una scarsa esperienza ad alti livelli. Si va ai rigori, ed è lì che si certifica l’epilogo scontato: il Ghana va fuori tra le lacrime, conscio di aver sprecato l’occasione che si attendeva da un secolo di calcio, ovvero giocarsi l’accesso alla Finale.

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Milan, Honda d’urto sulla Serie A. Scempio FIGC. così non si aiuta l’Italia. Tristezza Kakà-Brasile: solo Leo può salvarvi

E’ l’ennesimo paradosso di una realtà che ormai sembra creata direttamente da Zenone in persona: parlare dell’acquisto di un giapponese nel giorno in cui il calcio italiano dà un micidiale giro di vite agli extracomunitari. Il Milan su Keisuke Honda è una chiacchiera che ha già fatto il giro del Mondo: il più forte giocatore della Nazionale del Sol Levante in una delle squadre più amate in quella parte del mondo. Giusto considerare l’appeal mediatico, giusto fare i conti su merchandising e primetime asiatico (il famoso “spezzatino di mezzogiorno della domenica”), cavalli di battaglia storici di Adriano Galliani: sarebbe però altamente riduttivo però basare il discorso esclusivamente o principalmente su queste fondamenta, una grave mancanza di rispetto nei confronti delle doti tecniche di un calciatore importante. In queste ore ne ho lette un po’ di tutte: “attaccante”, “seconda punta”, “bomber”.

Chi, come me, è un estimatore di lunga data di questo giapponese dalla criniera dorata, sa che, nonostante il ruolo ritagliatogli in questo Mondiale da Okada, il suo habitat naturale è decisamente più dietro: basti pensare che al VVV-Venlo ha giocato addirittura terzino sinistro, in maniera forzata certo, ma non disastrosa. Essenzialmente è una “mezzala”, un ruolo che il calcio moderno tende a far scomparire: non è un trequartista, nè un’ala, nè una seconda punta, nè un regista o un mediano, ma un centrocampista completo, capace di dare l’ultimo passaggio come finalizzare o costruire. Ne avevamo parlato profeticamente nell’editoriale della scorsa settimana: Honda è stato di certo uno dei migliori giocatori del Mondiale, dunque un suo eventuale arrivo in rossonero darebbe ben altra connotazione ad un mercato finora disastroso. Non è il jolly saltato fuori con scadenza quadriennale: citofonare a Mosca, Cska, tant’è che da parte del club dell’Esercito non c’è molta disponibilità a trattare a cuor leggere una sua cessione.

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OLANDA IMPIETOSA: SILURATO IL BRASILE

Il Mondiale perde il calcio bailado della Selecao. Dopo la rete di Robinho arriveranno le decisive giocate di Snejder: i verdeoro sono già a casa, come avvenne nel 2006. Gli orange invece vedono il 1° Titolo Mondiale.

È clamoroso, il Brasile, il superfavorito per il Titolo 2010, è stato eliminato come 4 anni orsono ai Quarti di Finale, da una spumeggiante ed “irriguardosa” Olanda, per un qualcosa che scuote in maniera tumultuosa il Torneo iridato. Il Mondiale piange dunque la fuoriuscita anticipata dei Pentacampioni, apparsi inadeguati a concorrere per l’iride, in un match in cui hanno palesato la loro classe soltanto nella prima parte della gara, spegnendosi alla distanza.

I verdeoro, infatti, erano partiti a razzo, perforando la retroguardia arancione al 10°, con un lungo taglio perfetto di Felipe Melo volto a pescare Robinho che superava il portiere in uscita. Una partenza che lasciava presagire un monologo della Selecao, che in altre seguenti circostanze rischierà persino di chiudere il match. Sarà solo una illusione che si schianterà con la dura realtà inflittagli dai tulipani. Il team di Dunga, infatti, inizierà nella ripresa a disunirsi, coi vari ingranaggi che cominceranno ad incepparsi. All’8° del secondo tempo gli orange perverranno all’inatteso pareggio, grazie ad uno svarione di Melo, che accompagnerà in rete, anticipando Julio Cesar, un innocuo cross di Snejder. Sarà lo stesso interista al 23° a piazzare di testa la botta del k.o., che schianterà contro ogni pronostico sua Maestà il Brasile.

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L’Uruguay è in semifinale, il Ghana battuto 4-2 ai rigori

Finisce così anche il cammino dell’ultima squadra africana presente nel mondiale in un match ricco di emozioni e colpi di scena, ma andiamo ad analizzare meglio la partita.

Nella prima frazione, le due squadre si studiano, ma l’Uruguay, è indubbiamente meno tesa e sulle gambe del Ghana. Infatti le Black Stars sembrano all’avvio, molto contratte; così è l’Uruguay a fare la partita: prima occasione al 10°minuto con Suarez che dalla sinistra, rientra sul destro e dal limite, calcia con Kingson che è costretto a deviare in angolo.

Siamo alla mezzora e il Ghana sembra sbloccarsi col passare dei minuti, rendendosi più aggressiva in mezzo al campo e più pericolosa, ma di concreto possiamo registare solamente una conclusione sempre di Suarez, che entra in area e conclude di destro al volo dopo un rimpallo, ma Kingson respinge ancora in corner.

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