Benitez: “Sneijder tornerà presto. Coutinho? Forse dall’inizio, Deki…”

Vigilia di Inter-Palermo ad Appiano Gentile. Rafa Benitez analizza così la difficile trasferta in terra siciliana.

Buongiorno mister. Qui a Milano c’è un clima autunnale, a Palermo fa caldo. Potrà influire?

“Il tempo sarà lo stesso per tutti, non credo influirà. Noi siamo una squadra forte, loro anche. Hanno fatto molto bene contro il Maribor. Sarà una partita difficile”.

Quali sono le condizioni di Sneijder e Pandev?

“Pandev ha svolto l’allenamento normalmente, l’infortunio non è serio. Sneijder ha provato oggi, ha ancora dolore, è meglio per lui e per tutti aspettare, penso che la prossima settimana starà bene”.

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Paure e Speranze Rossonere

Qualche anno fa, l’allora allenatore del Catania Walter Zenga, in un periodo in cui la squadra rossoazzurra sembrava finalmente volare verso alte mete, raccontò che andando con la moglie in un supermercato del catanese vide la scritta -20. Quel numero rappresentava un particolare sconto (in percentuale) effettuato da una marca di biscotti e pubblicizzato dal supermercato in questione.

Da quel numero, Zenga risalì ai punti effettivi che mancavano al Catania per salvarsi (in un’ipotetica quota-salvezza di 42 punti). Metafora pazzoide, si direbbe. Metafora geniale, invece, perché riprende in pieno la politica del Catania e la voglia di restare sempre con i piedi per terra anche dopo una vittoria. Il Catania 2010/11 non ha più Zenga (naufragato tra Palermo e Arabia), ma di lui è rimasta questa metafora: traslando ai nostri giorni l’intuizione dell’ex portiere dell’Inter, potremmo ben dire che il Catania si trova a meno 37 (o meno 39, a seconda se si consideri la quota salvezza a 40 o 42 punti) dalla certezza di un altro anno in serie A. Di certo la mia idea del “conto alla rovescia” è ancora più “pazzoide” di quella di Zenga, perché siamo ancora alla seconda giornata.

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Tutti insieme Boateng! Il Principe è già indispensabile. Ibra maleducato o Sacchi avvelenato? “Ma lascia stare…”

I tifosi del Milan ci avevano perso l’abitudine: un centrocampista dinamico, capace di inserirsi, di attaccare e difendere con la stessa grinta e costanza. Kevin Prince Boateng è già nuovo idolo di San Siro: la mostruosa prestazione contro l’Auxerre, con tanto di assist, ha lasciato un solco importante nella stagione rossonera, che ora Max Allegri è chiamato ad ampliare.

Non ce ne vorrà Ambrosini, ma mai un infortunio (in bocca al lupo al capitano per il recupero) fu più opportuno: “Ghetto Kid” entra ed esalta, arringa la folla come un vero leader tra un tackle ed un inserimento. Boateng è oro per un reparto che non può assolutamente continuare con gli stessi, leggendari ma ormai chilometrati, giocatori, da Seedorf a Gattuso, per 60 partite in una stagione: una ventata di entusiasmo, ma soprattutto una variabile impazzita importante nel gioco offensivo.

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Tronchetti Provera sogna Kakà in nerazzurro: dichiarazione d’intenti?

“Mi piacerebbe vedere Kakà in nerazzurro. Quello che abbiamo ammirato al Milan è un grandissimo giocatore, che mi piacerebbe molto rivedere in maglia interista. L’Inter di colpi ne ha fat­ti tanti e lo dimostrano i campioni che schieriamo ogni domenica. Non è un pro­blema che non sia arrivato un giocatore in estate. Un giocatore che può essere utile al­la squadra può sempre arrivare”. Sono state queste le parole di Marco Tronchetti Provera, rilasciate, in un’intervista esclusiva a Sky, all’inviato Massimiliano Nebuoli, conoscitore del mondo Inter. Parole importanti quelle dell’azionista nerazzurro che ha sempre mostrato simpatia ed ammirazione nei confronti del campione brasiliano, ora fermo per infortunio.

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Mister se ci sei batti un colpo. Totti, il peso di essere la Roma

Non siamo una provinciale, mister. La Roma, con l’importanza storica del simbolo portato sulla maglia e i nomi di cui può fregiarsi non può e non deve fornire una prestazione così orribile. Presentarsi a Monaco con un 6-2-2 spacciato (male) per 4-4-2 e coprirsi fino all’inverosimile non è da grande squadra. Domandiamoci: lo siamo? De Rossi ci viene in soccorso: “Siamo un gruppo umorale. Con un equilibrio costante e positivo avremmo vinto parecchio. In altre squadre non succede. L’equilibrio non l’abbiamo mai avuto. Possiamo fare meglio ma andiamo a periodi”. Danielino, da uomo intelligente qual è, sa bene che è proprio questa la differenza che sancisce l’essere una “bella” squadra dall’essere una “grande” squadra.

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Palermo, Miccoli & co. in un unica matrioska

Parlando di Sparta-Palermo e abbandonando per un attimo, il “calcio giocato”, lasciamo posto ad una curiosità legata al folklore locale. Alcuni commercianti locali di Karlova Most, a Praga, si sono inventati un nuovo “souvenir” da proporre ai propri turisti. Miccoli & co., dunque il Palermo e i colori rosanero, si sono trasformati in matrioske, divertendo e suscitando l’interesse dei più curiosi, ma anche dei “turisti occasionali”, presenti, in occasione dell’incontro di calcio, Sparta-Palermo. Da Miccoli a Cassani, tutti in uno, in un unica matrioska, in perfetto stile dei paesi dell’Est. E come riportato dal Giornale di Sicilia, l’iniziativa di questa coppia di orientali, di certo, con un gran senso degli affari, che gestiscono il negozietto di souvenir, sembra avere riscosso grandi consensi, al punto, da aumentare, in sole ventiquattro ore, e passare da due a ventidue, il numero dei pezzi, presenti sugli scaffali!

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Italia, crollo europeo: che succede?

Disfatta. Nessun’altra maniera di definire lo score delle italiane in questa prima tre giorni europea della nuova stagione. Su sette squadre impegnate, solo una è riuscita a centrare la vittoria, tre i pareggi così come le sconfitte.

Lontani i tempi in cui il nostro calcio mieteva vittima in giro per il continente? Nemmeno tanto, se si pensa che non più tardi di qualche mese fa l’Inter si laureava campione d’Europa e per ritrovare una nostra squadra sul tetto del continente dobbiamo risalire solo al 2007, ma una riflessione è d’obbligo.

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Lady Menarini: “Porcedda è e resterà proprietario”

In questi giorni a Bologna vi è da parte di alcuni organi di informazione un forte dubbio nei confronti della nuova società gestita da Sergio Porcedda. Quasi giornalmente compaiono articoli o è fonte di dibattito in varie trasmissioni, la voce secondo cui il nuovo proprietario non avrebbe pagato l’uscente Famiglia Menarini e avrebbe difficoltà anche nell’amministrazione finanziaria del club stesso con la conseguenza che nel giro di poco tempo tornerebbe in sella la vecchia proprietà.

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