Lazio: rientra Onazi, Ledesma stringe i denti

logo-lazioFORMELLO – L’allenamento dell’antivigilia inizia in sala conferenze per una seduta video di circa mezz’ora. Reja studia l’Atalanta e sorride, può finalmente preparare la sfida a Colantuono con i suoi Nazionali. Tornati alla base i calciatori impegnati nelle amichevoli infrasettimali, in campo c’è pure Onazi. Il nigeriano potrebbe trovare spazio nel blocco dei titolari, dipende tutto da Ledesma, che prova un recupero dall’infortunio al ginocchio che avrebbe del miracoloso. Vuole stringere i denti l’argentino, ha subito un trauma contusivo distorsivo nel primo tempo del Franchi, questa mattina ha lavorato a parte con il preparatore atletico Fonte. Il dubbio sulla sua presenza verrà sciolto soltanto nella rifinitura di domani.

MEDIANA – Il modulo comunque non verrà toccato, l’allenatore è rimasto soddisfatto delle prestazioni contro Ludogorets e Fiorentina, confermerà il 4-3-3 visto nelle ultime due uscite. La composizione della linea mediana sarà consequenziale alle condizioni di Ledesma. Con il lui in campo, Biglia agirà da mezzala sinistra con uno tra Gonzalez e Onazi dalla parte opposta (l’uruguayano è favorito, ha effettuato un allenamento in più in gruppo); senza il numero 24, invece, Biglia comanderà la regia di un centrocampo più muscolare, con Gonzalez e Onazi insieme dal primo minuto come interditori.

ECCO MIRO – Klose si riprende l’attacco, i 45 minuti disputati con la Germania (1-0 contro il Cile) lo lanciano verso il ritorno da titolare. Perea ha corso tantissimo in Bulgaria e a Firenze, ha ricevuto i complimenti di Reja, ma si accomoderà in panchina per fare spazio al tedesco. A destra irrinunciabile Candreva (anche per lui un tempo di gioco in Spagna-Italia), mentre per la fascia sinistra Lulic è in vantaggio su Keita. Mauri ha accusato un fastidio muscolare, nei giorni scorsi non si è allenato con il resto dei compagni, anche oggi ha effettuato una corsa differenziata insieme a Dias (il difensore sta recuperando dalla lesione al bicipite femorale). Il capitano dovrebbe comunque far parte della lista dei convocati. Tra i pali verrà confermato Marchetti, Konko e Radu si muoveranno sulle corsie della linea difensiva. Al centro Cana al fianco di Biava (anche se in mattinata vicino all’ex Genoa è stato provato Novaretti). Fronte infermeria: Postiga prosegue il lavoro posturale, riprenderà a correre dalla prossima settimana.

[Carlo Roscito – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]

Confederations Cup: il punto sulle quattro semifinaliste

Confederations Cup 2013Spagna-Italia e Brasile-Uruguay. Tutto secondo copione, tutto praticamente già deciso nei primi 180 minuti. La Confederations Cup 2013 entra nella sua fase calda e da mercoledì – calato il sipario sulla fase a gironi – darà il via alle semifinali. Ad affrontarsi le quattro squadre più accreditate del torneo, sfide affascinanti e interessanti che vedono Spagna e Brasile partire con i favori del pronostico. Ma analizziamo pregi e difetti delle semifinaliste alla luce di quanto visto nella prima fase del torneo.

SPAGNA
Più – Una vera e propria macchina da guerra, due passi avanti rispetto alle altre semifinaliste. Vince, diverte e incanta con i suoi talenti che sono arrivati all’appuntamento in un ottimo stato di forma. Iniesta, al momento, il giocatore migliore del torneo. E poi la difesa che ha subito gol solo su un calcio piazzato: 15 reti fatte e una incassata. Macchina perfetta o quasi.
Meno – Prandelli nella serata di ieri s’è presentato all’Estadio Castelao per individuare qualche difetto delle furie rosse. Impossibile o quasi trovarne, giusto qualche singolo – come Soldado e Arbeloa – non al massimo della concentrazione che con tutta probabilità perderà il posto in vista della semifinale. Contro l’Uruguay hanno rischiato nel finale di rimettere in discussione una gara dominata in lungo e in largo: il gol in alcune fasi della gara non è il primo obiettivo degli spagnoli.

ITALIA
Più – Le nuove leve al comando di una squadra alle prese con un importante ricambio generazionale. Sono Balotelli e De Sciglio fino a questo momento le due sorprese positive del torneo. Poi Emanuele Giaccherini che – a suon di gol e giocate – è riuscito a zittire tutti i critici (e non erano pochi…)
Meno – La condizione fisica degli azzurri non è delle migliori, la difesa a dir poco ballerina. Otto gol subiti in tre gare, di gran lunga la peggiore tra le squadre qualificate.

BRASILE
Più – I padroni di casa hanno chiuso il girone a punteggio pieno. Nelle prime due gare perfetta l’interpretazione della fase difensiva. E poi Neymar: era attesissimo e sta rispondendo sempre presente. In gol in tutte e tre le partite, reti di pregevole fattura per far esultare un’intera nazione che è ormai ai suoi piedi.
Meno – Ci si aspettava qualcosa in più dai centrocampisti che, almeno per il momento, non sono riusciti a dare qualità alle giocate della squadra. E’ il solo Neymar, infatti, a infiammare il Brasile nei momenti decisivi. E dipendere dal singolo non può mai essere un aspetto positivo…

URUGUAY
Più – Passano gli anni, ma la nazionale ha sempre bisogno di lui: Diego Forlan ha deciso la gara contro la Nigeria, la sfida più importante del gruppo B ai fini della qualificazione. Bene anche la difesa: Caceres e compagni hanno dimostrato di saper soffrire e reggere la forza d’urto degli avversari anche nei momenti di maggiore difficoltà.
Meno – La sfida contro Tahiti fa poco testo, le altre – invece – parlano di un tandem Cavani-Suarez che in attacco fatica a decollare. Problemi seri arrivano anche dal centrocampo con giocatori di quantità che vanno in tilt quando devono impostare l’azione.

[Raimondo De Magistris – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]

Confederations Cup: tris alla Nigeria per le “furie rosse”

Confederations Cup 2013I prossimi avversari degli Azzurri si sbarazzano senza troppi problemi anche della nazionale del continente africano e volano in semifinale

Altro giro sulla giostra della Spagna, altra festa per le Furie Rosse. Battuta senza troppi problemi anche una volenterosa Nigeria che paga sopratutto l’assenza di un vero attaccante per 3-0, in semifinale sarà ancora sfida Spagna-Italia. Del Bosque nonostante la semifinale già conquistata manda in campo i titolari, in attacco con Soldado ci sono Pedro e Fabregas. Ancora una volta a cambiare è il portiere, questa volta tocca a Victor Valdes che completa la rotazione di queste prime tre partite. La Nigeria senza Oduamadi infortunato si affida a Musa in attacco supportato da Brown e Akpala.

La partita si sblocca dopo soli tre minuti con Jordi Alba, bravissimo il terzino sinistro ad entrare in area e a saltare un paio di difensori avversari incrociando il sinistro su cui Enyeama non può arrivare.

Gli africani non si demoralizzano e provano a sfruttare una difesa spagnola non attentissima ma al momento della conclusione manca sempre qualcosa agli attaccanti africani, Mba, Obi Mikel, Akpala calciano tutti debolmente o mancando il bersaglio da ottima posizione. Ma la Spagna per tutto il primo tempo dà l’impressione di poter far male ogni volta che accelera, Soldado non è in gran serata e per due volte da solo davanti alla porta sbaglia in maniera clamorosa. Stessa sorte per Pedro e Fabregas che colpisce anche un palo.

La ripresa inizia con la Nigeria che prova a far male con Ideye ma Valdes non corre grossi pericoli, quando Del Bosque mette dentro Silva e Torres si capisce la grande forza delle Furie Rosse, non tutte le nazionali possono permettersi una panchina del genere. É proprio il trequartista del Manchester City ad innescare al 62′ il gol del raddoppio, bella palla per Pedro che crossa in maniera perfetta per Torres che di testa non sbaglia trovando il quinto gol della manifestazione.

Prima del fischio finale, la Nigeria sbaglia un gol clamoroso con Gambo che solo davanti a Valdes calcia in maniera maldestra. Dall’altra invece all’88′ arriva la doppietta di Jordi Alba che parte dalla propria metà campo, andando a prendere un grandioso lancio di Villa, salta Enyeama e trova il tris spagnolo.

La Nigeria torna a casa, per gli africani una discreta Confederation Cup dove è mancato soprattutto l’attaccante che buttasse dentro il pallone, prevedibili i limiti difensivi, per Keshi comunque ci sarà da lavorare, con una squadra così giovane i margini di crescità ci sono tutti.

Sembra invece sempre al massimo la Spagna e invece ogni nuova manifestazione è l’occasione per dimostrare la propria superiorità, finora ne l’Uruguay e ne la Nigeria hanno scalfito la forza della squadra di Del Bosque. Ci proverà giovedì l’Italia di Prandelli che deve riscattare il poker subito l’anno scorso nella finale europea e anche la più recente sconfitta dell’Under 21. Missione tutt’altro che facile, ad oggi Iniesta e soci sembrano ancora un gradino sopra a tutti.

[Francesco Ragosta – Fonte: www.goalnews24.it]

Inter, mercato: si programmano le mosse future

È davvero sempre mercato. Perché gli osservatori non si fermano mai, le prime idee vengono impostate, nascono i primi contatti. E perché gennaio è molto più vicino di quanto non sembri. Naturalmente, non si parla ancora di vere e proprie trattative se non per rari casi. Ma si iniziano a programmare le mosse future, a monitorare le piste più calde. Già da ieri sera, con l’Inter che ha speito i suoi uomini in terra tedesca per seguire la sfida tra Eintracht Francoforte e Borussia Dortmund. In campo c’era Sebastian Jung, terzino destro classe ’90 che in Germania è ritenuto tra gli elementi più interessanti anche in prospettiva.

Ha giocato 90 minuti sulla sua corsìa, nel 3-3 finale contro i campioni in carica di Jurgen Klopp. Jung è uno dei diversi nomi che l’Inter segue per la fascia destra, perché quello è considerato un ruolo da rinforzare nelle prossime campagne acquisti. Con l’Eintracht si era già parlato di Seba nei mesi scorsi, quando il ds Hubner arrivò in sede in Corso Vittorio Emanuele per sondare il terreno su Caldirola: l’Inter strappò un’opzione ‘verbale’ sul giocatore e adesso lo segue per valutare cosa fare. L’osservazione di oggi non resta un evento isolato, insomma. Intriga anche Santiago Arias dello Sporting Lisbona, ma finché non passerà in prima squadra per dimostrare qualcosa di più, di trattative non se ne parla. E non ci si ferma qui.

Se si passa al centrocampo, impossibile non citare poi quel Paulinho che è qualcosa in più di un obiettivo. A luglio l’Inter è stata a un passo, troppo forte però la tentazione del ragazzo di giocarsi il Mondiale per Club, occasione irripetibile. E allora arrivederci a gennaio, ma già dalle prossime settimane si lavorerà per chiudere una trattativa già in stato decisamente avanzato. Bisogna discutere sulle cifre e anche con i fondi d’investimento che trattano per il cartellino del centrocampista, ma l’Inter sa di avere il giocatore virtualmente in pugno. “Le cose andranno come devono”, ha sibilato Paulinho ieri. Ma finché non ci sono le firme non si può stare sereni, quando hai potenze come il Paris Saint-Germain sempre in agguato (Lucas docet). E proprio il PSG sta seguendo anche quel Juan Fernando Quintero che a Pescara ha iniziato col turbo: talentino colombiano, assomiglia in tutto e per tutto a Marco Verratti. Guarda caso, anche lui poi finito a Parigi dopo un tentativo nerazzurro. Quintero ha le geometrie e la personalità del giocatore vero. L’Inter provò a prenderlo col Siena in una notte di luglio. Troppo tardi, perché in quella stessa notte il Pescara aveva sistemato i documenti per portarsi a casa il dopo-Verratti. L’Inter lo tiene ancora d’occhio, difficile prenderlo a gennaio se non con un’offerta importante. Ma occhio, perché Leonardo monitora da vicino Quintero. Proprio come gli uomini nerazzurri. Attenzione, quindi, al Verratti-bis. In tutti i sensi.

E poi, c’è il capitolo attacco. A gennaio un rinforzo è ipotesi plausibile, anche se non di primissima fascia. Tornano quindi in ballo i vari nomi circolati in estate, da Floccari in giù. Magari con la formula del prestito, per riempire una casella rimasta vuota già in estate. Per questo bisogna attendere, sarà questione di occasioni. Ma il vero innesto importante può arrivare per la prossima stagione. E chissà che non venga bloccato in inverno. Perché già in queste settimane, l’entourage di Fernando Llorente ha mosso i primi contatti. Hanno chiesto un incontro all’Inter, con la Juventus l’operazione non è affatto chiusa. E sul puntero basco ci sono anche tante altre società. L’Inter sta valutando, perché Llorente si libera a parametro zero a giugno. Da qui però nasce il problema ingaggio: richiesta da 5 milioni (o 4 con bonus), decisamente tanti. Proprio questo frena la possibilità di trattare, almeno nell’immediato.

In attesa della risposta, proprio in Liga c’è l’attaccante su cui la società vuole puntare. Quel Samuele Longo che ha rapito il cuore dei tifosi (e dei dirigenti) dell’Espanyol con due gol in due partite. E siamo solo all’inizio. Come fu per Coutinho, l’Inter con la società catalana è stata chiarissima: il prestito secco resta e resterà tale, Samuele a fine stagione torna a casa. Con buona pace del ds Planes, che per tenerlo farebbe follie. Longo tornerà, più forte di prima, più pronto che mai. Sullo stesso volo (naturalmente Spagna-Italia) di Llorente? Questo lo racconterà il mercato. Che non finisce proprio mai…

[Fabrizio Romano –

Bojan: “Difficile vincere lo scudetto, non impossibile. Dobbiamo crederci”

Queste le parole di Bojan Krkic in conferenza stampa:

Come va il lavoro con Zeman? Nella prima amichevole ha criticato le tue mosse, ha detto che giochi un po’ da solo.
“Io sto bene, con Zeman ed il suo staff sto lavorando da pochi giorni. Non sappiamo ancora cosa dobbiamo fare in partita, non so cosa voglia da me. Io in campo mi muovo come credo, quando lui mi dirà cosa devo fare lo farò. Non mi considero un calciatore individualista, certamente mi manca ancora tanta strada per migliorare”.

Ti aspettavi questi metodi di lavoro così intensi e duri sul piano atletico? Alcuni giocatori come Lamela stanno reagendo bene. Tu sembri un po’ in difficoltà.
“È la prima volta che faccio questo tipo di lavoro, ma non mi costa molto. La distanza lunga mi costa un pò, per questo c’è l’estate per lavorare e arrivare bene all’inizio”.

Reputi Zeman il tecnico ideale per farti arrivare al top? Quella che sta iniziando può essere la stagione di Bojan?
“Non lo so. Spero di sì. Non ho mai lavorato con Zeman, ora stiamo affrontanto il tema fisico. Dopo vedremo cosa vuole da me. Ho bisogno di minuti, di continuità che l’anno scorso non ho avuto. Devo lavorare in allenamento per guadagnarmi questo. Sono convinto che se lavoro bene, posso fare molto meglio”.

Sei arrivato a Roma con tante aspettative, poi qualcosa si è inceppato. Cosa è successo lo scorso anno? Ti senti più esterno o centravanti nel tridente zemaniano?
“Non so cos’è successo. Dal primo giorno in cui sono arrivato ho detto che per me non era facile cambiare calcio, passare dalla Spagna all’Italia. Ho fatto il meglio possibile, credo di aver fatto una buona stagione. Quando ho avuto continuità ho fatto bene”.

Speravi di giocare di più?
“Sì, ma ormai riguarda l’anno scorso. Ora c’è un altro tecnico e devo allenarmi bene”.

Il ruolo?
“Sin da piccolo ho sempre fatto il centravanti, ma per me l’importante è giocare”.

C’è stata la possibilità che tu potessi tornare al Barcellona già quest’estate? Come affronterai la stagione? Speri che la Roma ti riscatterà?
“Non avevo intenzione di tornare adesso al Barcellona. Volevo stare qui a Roma, se sono qui non penso ad altro. Voglio crescere come calciatore qui e dare tutto per la Roma e i suoi tifosi”.

Zeman lavora molto sull’aspetto psicologico dei giocatori, sulla forza mentale. Ti manca qualcosa da questo punto di vista? Zeman può aiutarti?
“A un calciatore manca sempre qualcosa. Io ho solo 21 anni, mi manca tutto. Devo e voglio crescere tanto. Se Zeman mi farà crescere, molto meglio”.

Visto che la scorsa stagione non è stata delle migliori, cosa prometti ai tifosi? Un giudizio sulla finale Spagna-Italia.
“Speriamo di fare meglio dell’anno scorso. Tutti noi vogliamo dare ai tifosi ciò che meritano. L’Italia ha fatto un grande Europeo, ma ora la Spagna è invincibile”.

Quando la Roma ha preso Zeman, tutti hanno subito pensato alla tua esplosione.
“Magari, mi devo guadagnare tutto. Se Dio vuole, non solo farò gol, ma la squadra farà un grande anno. Poi se faccio tanti gol ancora meglio”.

Hai parlato della difficoltà del campionato italiano. Ci sono state delle squadre che ti hanno richiesto? Hai parlato con la società per restare alla Roma e importi in Italia?
“Ho parlato lo scorso anno delle difficoltà, poi mi sono abituato e mi sono trovato bene. E’ normale avere richieste di altre società, ma io ho sempre avuto in testa di restare alla Roma”.

Un mese e mezzo fa hai detto che per vincere alla Roma manca tutto, ora ha parlato Totti. Cosa manca a questa squadra per vincere?
“Manca vincere. Lo scorso anno non abbiamo avuto molta fortuna in certe partite. Quest’anno iniziamo di nuovo, c’è gente nuova. Dobbiamo seguire la strada positiva”.

Il problema grosso dello scorso anno era la mancanza di obiettivi. Il gruppo a cosa punta?
“Fare bene. L’obiettivo primo è vincere lo scudetto. Dopo entrare in Champions. Poi dipende da noi, partiamo tutti da zero punti. Ci dobbiamo credere tutti”.

Sabatini ha detto che Piqué non è un top player e vale Castan. Sei d’accordo?
“Piqué è un grande calciatore, non lo dico io ma lo pensa anche il direttore. Lui voleva dire che anche il nuovo acquisto ha tanta qualità”.

Hai detto di puntare allo scudetto. Pensi che la Roma valga Inter, Milan, Juve e Napoli?
“Ora non so come stanno le altre. Tutti partiamo da zero punti. È difficile vincere lo scudetto, ma non impossibile. Lo scorso anno non è una buona referenza, dobbiamo guardare avanti e crederci”.

Si dice che Zeman durante i ritiri utilizzi un’alimentazione particolare. Ti stai trovando bene?
“E’ quello che mangio tutto l’anno. Mangio sempre bene, quel che deve mangiare un calciatore. Non è una dieta differente”.

Non vi fa prendere cibo con caffeina o eccitanti?
“Non lo prendo comunque, non mi cambia”.

A livello psicologico preferiresti essere tutto di un club? Ti pesa essere ancora in prestito? Cosa ti è piaciuto di più del tuo primo anno in Italia?
“La mia situazione contrattuale non è un problema. Sono qua, sia in prestito che di proprietà, e voglio giocare. Non m’interessa il contratto. Mi è piaciuto l’Olimpico, la gente, l’inno. E’ incredibile come si vive qua il calcio e sarà sempre nel mio cuore”.

[Redazione Forza Roma – Fonte: www.forzaroma.info]

Euro 2012, Italia-Spagna 1-1: Fabregas risponde subito a Di Natale

Pareggio per 1-1 con tante occasioni da ambo le parti nella sfida valida per il gruppo C tra Spagna e Italia. Dopo un primo tempo conclusosi a reti bianche, nei secondi 45′ minuti con Di Natale, entrato al posto di un distratto Balotelli, cambia tutto. L’Italia fino a quel momento era sembrata slegata tra centrocampo e attacco, poi finalmente un’imbeccata perfetta di Pirlo, mette Di Natale in condizione di portarci in vantaggio. Nemmeno, però, il tempo di gioire che la Spagna a quel punto si scuote e diventa più precisa in zona gol, pareggiando subito con Fabregas. Negli ultimi 20′ minuti soffre troppo la squadra di Prandelli, ma con tanto sacrificio e un po’ di fortuna riesce a pareggiare e a sperare ancora nella qualificazione.

TABELLINO:

Spagna-Italia 1-1

Italia (3-5-2): Buffon; Bonucci, Chiellini, De Rossi; Pirlo, T.Motta (89′ Nocerino), Marchisio, Maggio, Giaccherini; Balotelli (56′ Di Natale), Cassano (64′ Giovinco). A disposizione – De Sanctis, Sirigu, Ogbonna, Balzaretti, Abate, Montolivo, Diamanti, Borini. Allenatore: Prandelli.

Spagna (4-3-3): Casillas; Arbeloa, Ramos, Piqué, Alba; Busquets, Xabi Alonso, Xavi; Iniesta, Silva (64′ Navas), Fabregas (73′ Torres). A disposizione – Valdes, Reina, Raul Albiol, Javi Martinez, Juanfran, Cazorla, Jesus Navas, Pedro, Mata, Negreto, Llorente. Allenatore: Del Bosque

Reti: 60′ Di Natale, 63′ Fabregas (S)

Ammoniti: 37′ Balotelli (I), 66′ Bonucci (I), 68′ Alba (S), 83′ Arbeloa (S), 84′ Torres (S)

Arbitro: Viktor Kassai (HUN)

Stadio: Arena Gdansk, Gdansk (POL)

PRANDELLI – Al triplice fischio finale di Italia-Spagna, il ct Cesare Prandelli è visibilmente soddisfatto dopo il pareggio strappato ai campioni d’Europa e del mondo in carica: “Il risultato è giusto, abbiamo accettato i confronti in certe zone del campo perché la nostra intenzione era quella di non disputare solo una gara di contenimento. Pareggio? C’è rammarico per aver subito subìto il gol del pari. In pochi giorni è cambiato l’atteggiamento e l’aspetto fisico e mentale. Abbiamo giocato da squadra e disputato una buona gara -ha spiegato il ct ai microfoni della Rai-. Fase offensiva con Cassano e Balotelli? L’importante è che abbiano fatto quello che ho chiesto”.

[Alessio De Silvetro e Marco Frattino – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]

Europei di pallanuoto donne: 7 rosa da medaglia

Continua l’avventura della squadra azzurra di Pallanuoto in questi Campionati Europei che si stanno svolgendo in Croazia. Il 7 Rosa accede alle Semifinali, garantendosi un posto fra le prime 4 del Continente, a margine di diversi anni avari di soddisfazioni in cui le nostre ragazze erano andate incontro ad una ritrazione imbarazzante relazionandola alla loro storia gloriosa. Il team di Fiori ieri ha avuto ragione per 10-9 sulla Spagna, al termine di un match di modesta qualità tecnica, che rispecchia un po’ il valore generale non trascendentale di questa kermesse.

Le due squadre hanno palesato un coefficiente qualitativo davvero deficitario, specie in avanti, dove si sono toccati livelli per certi versi vergognosi. Noi, dal canto nostro, siamo migliorate in difesa, anche se siamo state troppo fallose, regalando alle iberiche 5 rigori, di cui l’ultimo parato dalla monumentale Elena Gigli, vero ago della bilancia della nostra Nazionale, che avrà ancora tanto da lavorare per assestarsi sui fasti d’antan, e questo a prescindere da come evolverà questo Europeo.

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