Lazio: Lotito si tiene stretti i suoi gioielli

logo-lazioAttenti a quei due, tutti li vogliono ma la Lazio li blinda. Antonio Candreva e Anderson Hernanes, sotto l’occhio attento di club italiani e non solo; come se il loro talento non fosse già noto, ci ha pensato la Confederations Cup a metterli sotto le luci dei riflettori. La società biancoceleste non ne vuole sapere, il presidente Lotito e Vladimir Petkovic se li tengono stretti ma il pressing sui due centrocampisti è forte. Il De Laurentiis scatenato vuole Candreva, qualche settimana fa sul tavolo della Lazio è arrivata un’offerta di 18 milioni di euro per l’ex Cesena, come riporta Sky Sport. Niente da fare, il club capitolino ha rispedito la proposta al mittente, e anzi cercherà di intavolare con l’Udinese la trattativa per prelevare l’altra metà del cartellino prima di arrivare alla buste il prossimo giugno 2014.

Ma al centro del calciomercato della Lazio c’è sempre lui, il Profeta, tornato questa mattina direttamente da San Paolo: “Il mercato finisce il 2 settembre. Il PSG? Per ora solo chiacchiere”. Per ora, solo chiacchiere. Ma alla Lazio due offerte reali sono arrivate per il brasiliano: 18 milioni da un club inglese – si era parlato del Manchester City – e 21 milioni dal PSG degli sceicchi. Ma non se ne parla, per meno di 25 milioni la Lazio neppure si siede a tavolino per il Profeta. Al momento entrambe le questioni sono in stand by, i due biancocelesti oggi hanno svolto le visite mediche d’idoneità per poi tornare ad allenarsi a Formello. Chi vivrà, vedrà. Per ora Candreva ed Hernanes non si muovono dalla Lazio.

[Giorgia Baldinacci – Fonte: www.lalaziosiamonoi.it]

Domizzi: “Parlare prima è facile ma anche sbagliato, l’importante è lavorare bene”

logo-udineseMaurizio Domizzi è sempre spontaneo e molto diretto e lo conferma anche nella puntata di Udinese Tonight nella giornata che ha aperto la seconda settimana di ritiro. L’analisi sulla prima parte del lavoro misto tra il preritiro di Udine e il lavoro in Carnia è più che positiva: “Qui in ritiro siamo seguiti molto attentamente, anche quando non ne sentiamo la necessità siamo curati nel minimo dettaglio. Le prime sensazioni sono buone, anche nella partita contro il Bayer la sconfitta non è dipesa dalla preparazione atletica. Abbiamo fatto un lavoro molto diverso rispetto agli altri anni perché gli impegni erano diversi. Per adesso va tutto bene poi vedremo. Parlare prima è facile ma anche sbagliato, l’importante è lavorare bene. Negli ultimi tre anni siamo sempre partiti ai primi di Agosto e abbiamo sempre finito in crescendo: l’unica cosa che può incidere sulla stagione sarà il gran numero di partite. Credo sia normale che il mister per il preliminare punti su chi conosce di più visto il poco tempo a disposizione, se poi uno dimostra di essere bravo e pronto non ci saranno problemi nell’inserirlo come accade ogni anno qui a Udine”.

La domanda su chi sia meglio affrontare tra Siroki e Irytish è complessa ma l’auspicio è quello di limitare i chilometri da percorrere: “E’ impossibile farsi una idea della nostra prima avversaria in Europa, sicuramente i nostri tecnici stanno studiando. E’ indubbio che la trasferta in Kazakistan diventerebbe impegnativa dal punto di vista atletico e fisico ma anche logistico per via del fuso orario, seppur essendo una meta affascinante”.

Quest’anno si riparte da un gruppo consolidato ma Domizzi non vuole sottovalutare il duro lavoro di ulteriore crescita che attende la truppa bianconera: “Noi siamo abituati a fare tanti cambiamenti ed è sempre andata bene. Non vorrei che il fatto di partire invece con troppa consapevolezza del gruppo non coincida con quelle che sono le nostre aspettative. E’ importante il fattore gruppo ma qui a Udine si lavora anche in un’altra maniera: cambiare tanti giocatori ogni anno non è mai stato un ostacolo”.

Non si fa attendere anche il primo parere sui nuovi arrivi nel reparto arretrato: “Kelava si fa già capire molto bene in italiano con i compagni, per essere da così poco tempo qui ha già migliorato molto questo aspetto. Naldo lo conoscevamo già, si era già allenato circa 20 giorni con noi prima della parentesi a Bologna quindi non rappresenta una sorpresa. Bubnijc è una scoperta nuova, posso dire che tecnicamente è molto valido e dotato che forse mi somiglia anche un po’ per caratteristiche: adesso non so se lui si offenderà o meno”  conclude sorridendo il numero 11 bianconero.

L’obiettivo imminente è quello europeo, ma subito dopo ci si tufferà in un campionato che Domizzi reputa sempre più competitivo: “Nella prossima Serie A d’istinto mi verrebbe da dire che la Juventus parte avanti a tutte, però credo che quest’anno si sta muovendo un buon mercato se penso a formazioni che si sono rafforzate molto come Fiorentina, Napoli, Inter o la Roma. Vedo bene la Lazio perché negli anni si è solidificata molto aggiungendo tasselli importanti. Quest’anno secondo me il livello tecnico si è alzato”.

L’Udinese vuole continuare sulla scia degli ultimi anni: “Obiettivo punti può essere 50 perché già diverse volte ho sostenuto che superato quella quota qualsiasi squadra di media caratura può aver fatto un ottimo campionato. Dai 50 ai 55-60 la differenza è veramente poca, basta un pizzico di sfortuna o beccare un periodo no di condizione per variare di un soffio il piazzamento. Significherebbe arrivare ancora a Marzo – Aprile con la possibilità di poter agganciare le grandi come avvenuto nelle stagioni precedenti”.

Il terzo obiettivo, quello della Coppa Italia, potrebbe essere importante per provare a mettere un trofeo in bacheca e anche Domizzi come il compagno e amico Pinzi sottolinea l’importanza della competizione: “L’abbiamo provata a raggiungere anche negli altri anni ma credo che a livello di approccio dobbiamo tenerci molto. Con Marino in passato ci siamo fatti sfuggire di pochissimo l’opportunità di arrivare in finale. Qualche anno fa veniva snobbata invece negli ultimi anni ha ritrovato lustro”.

Infine una parentesi anche personale, tra la soddisfazione di vestire la casacca bianconera e il grande livello delle sue prestazioni che potevano valergli anche una possibile chiamata in azzurro: “Manca solo il mio rinnovo, ora faccio un appello in diretta! – ha scherzato Maurizio che poi ha proseguito – Restando seri non abbiamo ancora affrontato il discorso: per me sarebbe un grande orgoglio, il presidente sa dove trovarmi e vedremo di portare avanti la situazione, ho comunque ancora due anni di contratto. I tifosi possono dormire sonni tranquilli, non mi passa neanche per la testa di lasciare Udine. La mancata convocazione di Prandelli? Dovete chiedere a lui”.

[Sito Ufficiale Udinese Calcio – Fonte: www.udinese.it]

Juventus: buono il primo bilancio di Conte, stasera triangolare con Milan e Sassuolo

logo-juventusVale quel che vale (poco, pochissimo), ma ha i suoi motivi di interesse: trofeo Tim per la Juventus, che stasera incontrerà il Milan ed il Sassuolo. Sfide da 45′, spettacolo televisivo più che torneo agonistico, squadre appesantite dai carichi dei ritiri ed ancora da definire. Comunque, primo test di un livello apprezzabile per “Madama”, dopo la sgambata con la rappresentativa valdostana. «É stato un ottimo ritiro, molto intenso e duro – ha riconosciuto Conte -Abbiamo raggiunto l’obiettivo, senza intoppi e infortuni: i veterani si sono dimostrati dei professionisti, perché sapevano che saremmo partiti forte e si sono presentati in condizione; i nuovi hanno risposto benissimo. Ora andiamo avanti così». Vale a dire, proseguire la preparazione nel migliore dei modi negli Stati Uniti, dove la Juventus volerà questo fine settimana, con i reduci della Confederations ma ancora senza Pogba, neo campione del Mondo under20, atteso direttamente negli States.

Prima del trasferimento transoceanico, però, l’impegno a Reggio Emilia. Si parte con il Milan, nella mini sfida più probante: dentro la migliore formazione possibile, al netto delle assenze. Il modulo, l’ha ribadito Conte: «Abbiamo vinto due campionati e siamo arrivati nei quarti di Champions giocando con il 3-5-2, non vedo perché dovremmo cambiare».

Gli interpreti, li ha anticipati la prova nell’ultima seduta a Chatillon: Storari tra i pali; Lichtsteiner, Ogbonna e Peluso in difesa; Padoin, Vidal e Asamoah a centrocampo, con Isla (evidente pressione bianconera sull’Inter, che eviti di attendere sconti, quindi) e De Ceglie sulle corsie. Davanti, i più attesi, Tevez e Llorente.
Contro il Sassuolo, che incontrerà prima la perdente e poi la vincente della gara iniziale, poi, spazio a tutti gli altri, con probabile prova del tridente Vucinic-Matri-Quagliarella. Soluzione affascinante, quella ultra offensiva, ma difficilmente praticabile, come esternato dal tecnico, a meno di situazioni particolari.

A meno di sorprese, tornerà anche l’anno prossimo in Valle d’Aosta, la Juve. «Sono stati dieci giorni fantastici, in mezzo al calore dei nostri tifosi – il commento finale di Conte – A Chatillon mi trovo bene fin dai tempi in cui venivo da calciatore con Lippi». Nessuna controindicazione al ritorno nel 2014, allora, quando il compenso pagato dalla Regione alla società bianconera salirà da 800 a 900 mila euro, con possibilità di rinnovo dell’accordo triennale. Ultimi discorsi marginali, prima di iniziare a far parlare il campo, per quel che vale.

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]

Calendario Serie A 2013/2014: il 29 luglio la presentazione

logo-serieaInizia il conto alla rovescia per la prossima stagione del campionato di calcio di Serie A. Lunedì 29 Luglio 2013 alle ore 19, su SkySport, sarà trasmesso in diretta il sorteggio che stabilirà il prossimo calendario. Ricordiamo che il campionato inizierà il 24 agosto e finirà il 18 maggio, in anticipo rispetto al solito quando si giocheranno i Mondiali in Brasile.

Sono previsti tre turni infrasettimanali: 25 settembre, 30 ottobre e 26 marzo. Ben quattro le pause: 8 settembre, 13 ottobre, 17 novembre e 29 dicembre. Mercoledì 23 luglio invece prenderà si formerà il tabellone della Coppa Italia.

Fiorentina: Montella fino al 2017, intoppi sulle grandi trattative

logo-fiorentinaSITUAZIONE PORTIERE – Fiducia, ma fino ad un certo punto. La Fiorentina rassicura Neto sul posto da titolare nella prossima squadra, ma intanto si guarda intorno. Dopo aver dovuto scartare Agazzi e Sommer, il primo per il no dell0 stesso portiere brasiliano a trasferirsi in Sardegna (anche se per la Gazzetta la trattativa è tornata di moda), il secondo per gli 8 milioni chiesti dal Basilea, la Fiorentina monitora anche la situazione di Julio Cesar, dopo che il Napoli ha praticamente mollato la presa sull’ex Inter. Il problema è l’ingaggio, ma potrebbe essere spalmato. Seconda scelta Sorrentino, ma col Palermo andrebbe trovata una soluzione per permettere ai siciliani di monetizzare, ad esempio una comproprietà da 2 milioni.

INTOPPI SULLE GRANDI TRATTATIVE – Non tutte le trattative procedono a gonfie vele in casa Fiorentina. La Nazione scrive stamani che oggi dovrebbe essere il giorno di Ilicic, ma dopo le parole del presidente Cognigni la situazione non sembra così chiusa, malgrado le rassicurazioni arrivate anche in tempi recentissimi da Palermo. C’è comunque la concorrenza di Francoforte e Liverpool, che potrebbe aver complicato le cose. Sul capitolo Verratti il problema è la formula del pagamento. Il prestito con diritto/obbligo di riscatto non convince il PSG, che vorrebbe almeno 13 milioni subito, la disponibilità alla cessione comunque c’è. La stessa cifra è il massimo al quale potrebbe arrivare la Fiorentina per il cagliaritano Nainggolan, ma al momento i sardi non scendono sotto la valutazione di 18.

MONTELLA FINO AL 2017 – Il Corriere dello Sport-Stadio parla del rinnovo di Vincenzo Montella, che sarà ufficiale a fine ritiro. La Fiorentina vuole legare il tecnico per quattro anni complessi, resta solo un’unica incertezza: fare un rinnovo direttamente di 4 anni (fino al 2017) oppure limitarsi a 3 con opzione a favore della società per il quarto. Blindare il tecnico per sognare ancora: un altro segnale di una Fiorentina che adesso vuole vincere. Secondo La Nazione il discorso è leggermente più complesso, con le parti intenzionate a firmare un accordo che preveda diverse clausole, bonus riferiti a numero di vittorie e piazzamenti e turni superati nelle varie competizioni. Di questo però parleranno il tecnico e il ds Pradè al ritorno da Moena.

[Cianfanelli/Gramigni – Fonte: www.violanews.com]

Juventus: Tevez debuto con gol, bocciato il modulo ultra offensivo

logo-juventusIl debutto con gol di Tevez (e non di Llorente), la bocciatura del modulo ultra offensivo: le notizie della prima amichevole estiva della Juventus sono essenzialmente queste. Per il resto, tranquillità e sorrisi nella vittoria (7-0) contro l’appellativo dignitosa Rappresentativa Valle d’Aosta. Almeno, finalmente, non ci sono da segnalare solo voci ed indiscrezioni.

In uno stadio Perucca esaurito e bollente, sono scesi in campo un po’ tutti gli uomini a disposizione di Conte, che avrà i reduci della Confedrations solo negli Stati Uniti. Anche Isla, accolto da qualche fischio, ormai prossimo all’Inter ma non scaricato dal tecnico: «È un giocatore della Juventus e io sono contento di essere il suo allenatore: farà una grandissima stagione e si giocherà il posto sulla fascia».

Dove a tratti si è disimpegnato Vucinic (che non si fa pur di giocare…), per lasciare spazio alla coppia di nuovi arrivati (Tevez-Llorente) e poi nella prova del tridente (con Matri, autore di una doppietta, e Quagliarella). Che prova resterà, stando per il momento alle dichiarazioni di Conte: «Lo possiamo fare contro una squadra di Promozione, non contro formazioni di serie A: le nostre fortune si sono basate sull’equilibrio. E poi, perché cambiare modulo? Sono due anni che vinciamo lo Scudetto ed in Europa siamo arrivati ai quarti di Champions alla prima esperienza giocando un bellissimo calcio: non vedo perché dovrei cambiare».

Piuttosto, «bisogna ancora lavorare: si vede che le gambe sono ancora pesanti, ma ho visto grande disponibilità. La squadra ha già giocato un ottimo calcio e sono soddisfatto. Anche se è da poco che stiamo insieme, specie nel primo tempo mi è piaciuta l’applicazione dei nuovi arrivati, Ogbonna, Tevez e Llorente».

Arrivi che ora richiedono addii: «Spetta alla società fare le necessarie valutazioni – l’uscita di Conte – Sappiamo che c’è da vendere ed eventualmente completare alcuni discorsi». Accenno all’esterno (pare che Koralov sia stato tolto dal mercato dal City, mentre per Zuniga si attendono novità), ma soprattuto sottolineatura della necessità di salutare qualcuno.

I maggiori indiziati sono Matri e Quagliarella, per i quali – guarda un po’ – non è stata prevista alcuna conferenza stampa nei giorni del ritiro a Chatillon. Se per l’attaccante lodigiano gli interessamenti ci sono ma non concreti (si parla sempre di Milan e Lazio, più l’eventualità Liverpool), per il napoletano si sono fatti avanti con offerte serie.

Senza dilungarsi troppo sulla voce di un possibile ritorno a Napoli (fantascienza, puntualmente smentita da De Laurentiiis), hanno chiesto di Quagliarella in Spagna e soprattuto in Inghilterra. Da Norwich, infatti, si è mosso Chris Hughton, il tecnico, scomodatosi fino a Chatillon per parlare direttamente con il giocatore e cercare di convincerlo: per lui, sarebbe pronto un contratto da 2,5 milioni ed un ruolo centrale. Per ora, ha ringraziato e declinato. Per ora, già. Come per ora, ha iniziato segnando Tevez. Ma i tifosi non dimenticano che Diego, altro acquisto di grandi speranze negli anni delle ambizioni poi illusioni, fece lo stesso…

[Giuseppe Piegari – Fonte: www.goalnews24.it]

Napoli: in arrivo il portiere brasiliano Rafael

logo-napoli“Quando ho esordito nella Libertadores ho realizzato un sogno e vincerla è stato meraviglioso. Oggi ripeto la stessa cosa: giocare in un campionato europeo e nella Champions è un sogno, farò il mio meglio per vincere anche questa grandissima competizione”. Rafael Cabral Barbosa, classe 1990, ha pronunciato queste parole ieri, nella sua conferenza d’addio al Santos, prima di partire verso Napoli, anzi, verso Dimaro, visto che raggiungerà i suoi nuovi compagni direttamente nella sede del ritiro precampionato degli azzurri. Il portiere brasiliano forse non si è reso conto che una dichiarazione del genere avrebbe sconvolto i tifosi partenopei, che, dopo Maradona, mai hanno ascoltato un loro giocatore pronunciare così a cuor leggero quelle tre parole, “vincere la Champions”.

23 ANNI E TANTA ESPERIENZA – Beh, il buon Rafael non sarà certo altissimo (186 centimetri non sono tanti per un portiere) ma le spalle larghe, quelle le ha di certo. Cresciuto nel Santos, all’inizio della sua carriera si fratturò una gamba durante un allenamento in uno scontro con il difensore Domingos e si  fermò  per quattro mesi. Un inizio niente male. Il suo esordio da titolare con la prima squadra risale al 2010, quando soffiò definitivamente il posto a Felipe, le sue prestazioni lo misero in evidenza al punto tale che il Siviglia cercò di prenderlo già all’epoca senza riuscire a trovare però un accordo.

LIBERTADORES E PRIMA OFFERTA ITALIANA – Nel 2011 la sua definitiva consacrazione: il Santos vince la Coppa Libertadores, la Champions del Sudamerica, e Rafael è protagonista assoluto, da titolare ormai inamovibile della squadra. A 22 anni. Il Palermo di Zamparini provò in quella stagione a strapparlo al club brasiliano ma i 4 milioni offerti non bastarono a convincere né il club né il giocatore stesso: “Avevo ricevuto un’offerta dal Palermo, ma volevo restare al Santos e rifiutai, poi una settimana dopo arrivò la mia prima convocazione in Nazionale quando vennero chiamati solo giocatori di squadre brasiliane, quindi se me ne fossi andato non sarei stato convocato!”.

NAZIONALE E CONNAZIONALI – Il giovane portiere avrebbe dovuto essere il titolare della selezione brasiliana di calcio alle Olimpiadi di Londra (quelle in cui Leandro Damiao fu capocannoniere) ma un infortunio al gomito non gli consentì la partecipazione al torneo (proprio come accaduto quest’anno, sempre a Damiao, con la Confederations Cup). In questo momento il titolare della Seleção è proprio quel Julio Cesar che è in procinto di vestire l’azzurro, e la coppia brasiliana potrebbe giovare senza ombra di dubbio alle sorti del Napoli: la sua grande esperienza consentirebbe all’ex Inter di essere un ottimo Cicerone per il giovane e talentuoso portiere, che avrebbe così un impatto meno traumatico con la realtà europea.

Il club di De Laurentiis sta per accogliere quindi un portiere sì giovane, sì straniero, ma che a soli 23 anni ha già vinto 6 titoli di club da protagonista (tre Campionati Paulista, una Coppa del Brasile, una Libertadores ed una Recopa Sudamericana) ed ha dimostrato nell’arco della sua carriera di avere carattere e forza per affrontare qualunque sfida. Anche quella del Napoli di Benitez.

[Mirko Calemme – Fonte: www.tuttonapoli.net]

Milan: El Shaarawy resta in rossonero

logo-milanUn anno fa, precisamente il 14 giugno 2012, Milan Channel mostrava una scheramta in cui si leggeva “Thiago Silva rimane al Milan. Grazie Presidente“. Tutti sanno come andò a finire: a distanza di un mese non solo Thiago Silva, ma anche Zlatan Ibrahimovic furono venduti al Paris Saint Germain per 60 milioni di euro. Per la maggior parte dei tifosi rossoneri risultò essere una sorta di presa in giro quella messa in atto dalla società o almeno una caduta di stile dal punto di vista della comunicazione.

Ieri pomeriggio il tanto atteso incontro tra Stephan El Shaarawy e Adriano Galliani c’è stato. Non in Via Turati, ma direttamente a casa del calciatore, insieme a tutta la famiglia, da sempre vicina al Faraone. Matrimonio che prosegue e tutti felici perchè è così che vuole l’attaccante. Ed ecco apparire su Milan Channel la fatidica scritta “Milan-El Shaarawy: avanti!” Una sorta di dejà vu per la maggior parte dei milanisti che anche un anno fa si erano sentiti dire una sola cosa: il loro beniamino Thiago Silva sarebbe rimasto e avrebbe continuato a giocare nel Milan

Quest’anno la storia non può e non deve ripetersi. El Shaarawy starà anche passando un momento difficile, dovuto alla troppa pressione maturata in tutti questi mesi, ma una cosa è certa: ha sempre dimostrato l’attaccamento alla maglia, sostenendo di essere da sempre tifoso rossonero. Il Faraone dunque non si muove. Ma nessuno può metterci la mano sul fuoco, visti i precedenti troppo scottanti e troppo vicini. Fino alle 19 del 2 settembre tutto rimarrà aperto, perchè l’esperienza insegna che il calcio è cambiato e di fronte a pigne di euro che arrivano dall’estero nessuno è incedibile e i cambi di idea possono essere più repentini e dolorosi che mai.

Certamente un secondo pesante smacco nel giro di due anni, nuocerebbe gravemente alla salute dei milioni di tifosi rossoneri. Meglio non pensarci , nemmeno per scherzo. Anche perchè se progetto giovani deve essere, progetto giovani sia. El Shaarawy ha solo 20 anni…più giovani e talentuosi di lui difficilmente se ne trovano in circolazione a cifre piuttosto contenute. El Shaarawy come Thiago Silva? No, grazie.

[Iasaac Cozzi – Fonte: www.ilveromilanista.it]