Catania-Inter 2-1: le pagelle

TABELLINO

CATANIA-INTER 2-1

Catania (3-5-2): Andujar 6; Spolli 6.5, Legrottaglie 6.5, Bellusci 6; Izco 7, Almiron 7, Lodi 6.5, Ricchiuti 6 (25′ st Delvecchio s.v.), Marchese 5.5; Gomez 6,5 (36′ st Catellani s.v.), Bergessio 6.5 (20′ st Maxi Lopez 6). A disp.: Campagnolo, Barrientos, Sciaccia, Lanzafame. All.: Montella.

Inter (4-4-2): Castellazzi 6,5; Maicon 6, Lucio 4.5, Samuel 5,5 (17′ st Cordoba 6), Nagatomo 5; Zanetti 5,5, Cambiasso 6, Muntari 5, Stankovic 5,5 (15′ st Alvarez 5); Pazzini 5, Milito 5 (15′ st Zarate 5.5). A disp.: Orlandoni, Jonathan, Thiago Motta, Castaignos. All.: Ranieri.

Arbitro: Orsato

Marcatori: 6′ Cambiasso (I), 2′ st Almiron e 6′ st rig. Lodi (C)

Ammoniti: Spolli, Delvecchio e Bellusci (C), Castellazzi e Zarate (I)

Recupero: 1 minuto nel primo tempo, 4 minuti nella ripresa.

Lazio-Roma: 62 vittorie giallorosse in 164 derby, digiuno Lazio da due anni

S.S. Lazio. A.S. Roma. Le prime due squadre della Città Eterna.

I biancocelesti storicamente nascono prima, nel 1900, mentre i giallorossi ventisette anni dopo. Per ottantadue anni, eccetto una pausa durata dodici stagioni, le due compagini si sono affrontate sul campo dando vita al derby della Capitale, la stracittadina romana, la sfida dal sapore di dominio dell’una sull’altra e, soprattutto negli ultimi anni, con lo sviluppo dei media, uno degli eventi sportivi più seguiti al mondo.

Numeri alla mano, dal 1929 ad oggi, Lazio e Roma si sono affrontate 164 volte, di cui 133 in campionato, 17 in Coppa Italia e 15 in incontri di vario genere come amichevoli o tornei non ufficiali. Il bilancio dei successi pende decisamente in favore dei giallorossi, che si sono aggiudicati la sfida 62 volte contro le 44 vittorie laziali, 60 il numero dei pareggi. La Roma è avanti anche nel numero di reti segnate nei derby: la Curva Sud ha potuto esultare per un goal dei propri calciatori per 205 volte nella storia degli scontri diretti con i cugini, 163 le volte in cui a gioire sono stati i supporters aquilotti.

L’ 8 Dicembre 1929 è andato in scena il primo derby della storia di Lazio e Roma, vinto dai giallorossi per 1-0 (allo “Stadio della Rondinella”) grazie ad una rete di Rodolfo Volk, pezzo di storia del club della “Lupa”. Il primo successo biancoceleste in una stracittadina risale invece al 23 Ottobre 1932, quando DeMarìa e Castelli resero inutile il goal di, ancora una volta, Volk (2-1 il risultato). La vittoria con il più largo scarto di reti è firmata dalla Roma: recita 5-0 il finale del match del 1 Novembre 1933, con doppietta di Fulvio Bernardini e tripletta di Ernesto Tomasi.

Molto più recentemente, tra il 1990 e il 1993, si è verificata la più lunga serie di pareggi consecutivi: per sette volte di fila Lazio e Roma hanno infatti terminato con il segno “X” in schedina. Nell’annata 1997-‘98 la Lazio riuscì ad aggiudicarsi tutti e quattro i derby stagionali, tra campionato e Coppa Italia (1 novembre 1997, 6 gennaio 1998 e 21 gennaio 1998, 8 Marzo 1998). Il 26 febbraio 2006 la Roma di Luciano Spalletti, grazie alla vittoria nel derby per 2-0 con reti di Taddei e Aquilani, conquistò il record di undici vittorie consecutive in campionato (battuto poi dall’Inter di Ibrahimovic la stagione successiva).

La Lazio non batte la Roma, infine, dall’11 Aprile 2009 (Lazio-Roma 4-2) ed è uscita sempre sconfitta dagli ultimi cinque confronti diretti. Capitolo calciatori: Francesco Totti, capitano giallorosso, detiene il record del maggior numero di derby disputati (35), del maggior numero di derby vinti (12) ma anche di quelli persi (12). Sponda biancazzurra è Giuseppe Wilson il calciatore più presente negli scontri con i cugini (22 partecipazioni). Il miglior marcatore di sempre nella storia delle stracittadine è Dino Da Costa (11 reti), seguito da Marco Delvecchio e Francesco Totti (8), tutti per la Roma; a seguire, Silvio Piola (7 goal), Alejandro DeMarìa e Tommaso Rocchi (5), per la Lazio. Vincenzo Montella, il “Top Gun” romanista, è il calciatore ad aver segnato più reti in unico derby: nella stagione 2001/2002 la Roma sconfisse la Lazio per 1-5 e l’attuale allenatore del Catania mise a segno una quaterna (a completare il tabellino di quella gara, un “Euro Goal” di Stankovic ed un delizioso pallonetto di Totti).

Lazio e Roma arrivano al derby di stasera, con otto punti in classifica ed un ruolino di due vittorie, due pareggi ed una sconfitta: gli uomini di Luìs Enrique hanno messo a segno sei reti (una in meno della squadra di Edy Reja) e ne hanno subìte quattro (due in meno dei biancocelesti). In campionato, a guidare la classifica marcatori laziale è il tedesco Miroslav Klose, acquistato nello scorso mercato estivo, con tre goal che portano la sua firma (tutti fuori casa, contro Milan, Cesena e Fiorentina); è invece Osvaldo, anche lui con tre centri, il capocannoniere giallorosso (a segno a Parma ed in casa contro Siena ed Atalanta).

[Marco Reda – Fonte: www.forzaroma.info]

Catania sei grande, ma come rimanerlo?

CATANIA – Il secolo scorso sarebbe stato “Clamoroso al Cibali”. In questo nuovo secolo, e più specificatamente questa sera, lo spettacolo consumato al massimino è imponente, ma non ha nulla di clamoroso. Giocato alla pari, giocato per vincere. E divertire. L’elefante sbanca l’inter, la mette sotto, la sbatacchia, la prende lentamente a pugni. Come si fa con quei pugili stanchi, il Catania merita di battere gli ex campioni d’Italia e d’Europa (ancora campioni del Mondo) in una serata magica. L’inter che si presenta in un piovoso pomeriggio di metà Ottobre è l’ombra di quella che ha fatto un ciclo. Fatto e chiuso. Se ne servisse conferma, basta riguardare gli highlights di un match in cui la squadra di Ranieri costruisce una sola vera occasione da gol al 5′ minuto del primo tempo e poi si spegne. E proprio, qui, al minuto numero 5, iniziano a materializzarsi i meriti del Catania.

Missione “giocarsela”.Le scelte di Montella sono quelle attese e sono giuste. Lopez resta in panchina e nonostante la pioggia ed un campo decisamente pesante, il tecnico rossazzurro manda in campo, nella zona nevralgica del gioco, tre “dai piedi buoni”, dimostrando l’intento di giocarsela a viso aperto. E il Catania lo fa anche se l’avvio è in salita. In scalata, anzi. Pronti via e l’inter confeziona l’unica bella aziona della partita che premia il guizzo di uno che al Catania ha storicamente fatto male, Cambiasso.

Reazione da grande. Il merito più grande di questa squadra è proprio in risposta a questo episodio. La reazione rossazzurra non è quella di una provinciale, non è quella del solito passato Catania. Questo “nuovo” elefante decide di giocarsela come niente fosse successo, amministra il pallone, imposta sempre in sicurezza. Se per certi aspetti, la squadra del primo tempo sembra lenta e compassata è vero solo in parte: gioca la sua partita senza la foga di dover recuperare e risalire la china. Conscia dei suoi mezzi, non perde i nervi e aspetta, costruendo poco ma non rischiando e attendendo il momento giusto. Momento che immancabilmente arriva. L’equilibrio e la qualità mostrata dai rossazzurri è strabiliante. Bastano due verticalizzazioni a cambiare il destino della partita, a dimostrare coraggio e a schiacciare i nerazzurri.

Idee e imprevedibilità. Il Catania di questa settima giornata ha idee e personalità. Non stiamo qui a tessere le lodi di una squadra che è nel pieno del suo percorso di apprendimento; ma una vittoria così importante e francamente poco attesa mette in luce alcuni punti: Lodi e Almiron vincono il duello con il centrocampo dell’Inter. E il destino li premia mettendo sui loro piedi i due palloni più pesanti dell’incontro. Non solo, recuperano una serie infinita di palloni, creano gioco. Sono l’anima del progetto di Montella. Il valore di questa vittoria sta anche nella imprevedibilità. Gomez e Bergessio non danno punti di riferimento. Come a Novara, la difesa avversaria non sa chi marcare, quali inserimenti prevedere. Lucio e Samuel vedono gli spettri. Bergessio ne approfitta. Non sarà un bomber, ma il “Lavandina” è una spina nel fianco ed è sempre determinante. Non si iscrive al tabellino dell’incontro, ma le due marcature sono in gran parte merito suo. Difficile preferirgli Lopez in questo momento, checché se ne dica.

Chiuderla prima. Se si dovesse trovare il classico ago nel pagliaio, al Catania è mancato il cinismo di chiudere la partita quando l’avversario era alle corde. Le occasioni fallite, quella di Catellani macroscopica, si pagano contro squadre di prima fascia. In futuro servirà farlo soprattutto nelle sfide fuori casa dove prima o poi la pressione avversaria viene premiata. La vittoria è di quelle che segnano. Per maturità, per convinzione. L’autostima cresce e giornate come quella di sabato premiano il progetto tecnico e gli interpreti. Lavorare e preparare le  prossime difficili trasferte è ben più dolce così. L’inter è passata, senza paura. Si è visto solo un grande e intelligente Catania. Tutti avvisati.

[Federico Caliri – Fonte: www.mondocatania.com]

Il Verona domina, la Samp porta a casa un punto in attesa del gioco (1-1)

Cambiano gli interpreti, il problema persiste; la Samp deve ancora lavorare molto per trovare un’identità di gioco che le permetta di accelerare il suo cammino in campionato. Al Bentegodi di Verona, infatti, la squadra di Atzori segue un copione già visto: parte col piglio giusto, trova il goal, viene raggiunta, attraversa una fase di confusione, infine lascia il pallino del gioco agli avversari. A differenza della partita di venerdì scorso contro il Torino, tuttavia, alla fine i blucerchiati portano a casa un punto che, proprio per quanto visto in campo, non è assolutamente da buttare.

Atzori deve fare a meno degli infortunati Palombo e Foggia, mentre rientrano Gastaldello, che indossa la fascia di capitano, e Pozzi. Il tecnico opta per un parziale turn over e inserisce dal primo minuto Volta, Rispoli e Dessena, all’esordio stagionale in campionato. Buon avvio dei blucerchiati, che pressano alto e provano a costruire: Bertani apre per l’accorrente Padalino, ma Rafael è bravo ad intuire la traiettoria del cross prima che Pozzi piombi sul pallone; il Verona risponde provando a servire la punta Ferrari, ma il pallone è impreciso e termina tra le braccia sicure di Da Costa. A rompere gli equilibri ci pensa Semioli al quarto d’ora: l’esterno di Cirié ruba palla, se ne va in percussione e subisce un contatto in area che vale il calcio di rigore. Dagli undici metri si presenta Pozzi che, con un’impeccabile esecuzione, firma il vantaggio degli ospiti. La Samp amministra bene il risultato, compatta, mantiene il baricentro alto e prova a pungere prevalentemente sfruttando la corsia di sinistra, presidiata da Castellini e Semioli, ma non riesce ad arrivare al tiro.

L’Hellas trova la prima conclusione nello specchio con Ferrari poco prima dello scoccare della prima mezz’ora di gioco, il giocatore è bravo ad aggirare i centrali doriani, ma il suo tentativo è debole e non impensierisce Da Costa. Al 33′. mentre Gastaldello è a bordocampo per ricevere cure dopo aver subito un colpo alla nuca, Halfredsson scodella un traversone su cui Gomez è tempestivo nel trovare l’incornata vincente per l’1-1 gialloblù. La Samp sembra mollare gli ormeggi, il Verona tenta l’arrembaggio: la squadra di Mandorlini aumenta in pressing e guadagna pericolosi corner. Risponde Pozzi al 39′: il numero 9 trova il tempo giusto per deviare di testa il cross di Castellini, ma la palla termina di poco sul fondo. Sul finire della prima frazione è Da Costa ad immolarsi: il portiere brasiliano non si fa sorprendere dalla punizione calciata direttamente in porta dal vivace Halfredsson.

Nella ripresa i tratti salienti della squadra di casa sono aggressività e dinamismo: al 17′ ancora Halfredsson impegna Da Costa con una sassata da fuori, il vice-Romero devia in angolo; poco più tardi Gomez schiaccia di testa nell’area piccola, approfittando di un errore di Castellini, ma il pallone termina fuori. Atzori decide di inserire Piovaccari al posto di uno stanco Pozzi, mentre Semioli viene sostituito da Laczko. Il Verona domina, la Samp è schiacciata nella propria porzione di campo, ma i nuovi entrati riescono a dare un po’di respiro: l’esterno ungherese, in particolare, avanza di prepotenza, sfruttando la propria velocità e mette in mezzo un assist delizioso per Bertani, la cui conclusione termina sul fondo di un soffio. C’è tempo ancora per l’ingresso di Soriano per l’infortunato Dessena, ma è sempre l’Hellas a macinare gioco: l’undici di Mandorlini è più reattivo e meglio disposto in campo ed insiste fino alla fine, ma il fortino blucerchiato resiste sino al fischio finale.

La strada da compiere è lunga, ma è giunto il momento di correggere alcuni atteggiamenti (mentali e tattici) che rischiano di allontanare la Samp dal treno della A. Prossimo impegno domenica all’ora di pranzo contro un’altra formazione da non sottovalutare, il Sassuolo. Ad Atzori e a chi scenderà in campo il compito di dimostrare che il vero volto della Samp non è quello mostrato nelle ultime uscite.

TABELLINO:

HELLAS VERONA (4-3-3): Rafael; Abbate, Ceccarelli, Maietta, Scaglia, Russo, Tachtsidis, Halfredsson, D’Alessandro (27′ s.t. Mancini), Ferrari (47′ s.t. G. Esposito), Gomez (39′ s.t. Bjelanovic). All. Mandorlini

SAMPDORIA (4-4-2): Da Costa; Castellini, Gastaldello, Volta, Rispoli; Semioli (27′ s.t. Laczkó), Dessena (36′ s.t. Soriano), Bentivoglio, Padalino; Bertani, Pozzi (20′ s.t. Piovaccari). All. Atzori

Arbitro: Velotto di Grosseto

Ammoniti: Volta per gioco scorretto (S)

Note: recupero 1’; 4. Terreno di gioco in buone condizioni.

[Serena Timossi – Fonte: www.sampdorianews.net]

Juventus-Milan 2-0: le pagelle

TABELLINO:

JUVENTUS-MILAN 2-0

Juventus (4-1-4-1): Buffon 6.5; Lichtsteiner 6,5, Barzagli 6,5, Bonucci 6,5, Chiellini 6,5; Pirlo 7; Krasic 5 (9′ st Giaccherini 6,5), Marchisio 8, Vidal 6.5 (50′ st Pazienza s.v.), Pepe 7; Vucinic 7 (43′ st Matri s.v.). A disp.: Storari, Grosso, Elia, Del Piero. All.: Conte.

Milan (4-3-1-2): Abbiati 5; Bonera 5, Nesta 6,5 (26′ st Antonini 5,5), Thiago Silva 5.5, Zambrotta 5; Nocerino 4.5 (38′ st Ambrosini s.v.), Van Bommel 5.5, Seedorf 5; Boateng 5; Cassano 5 (16′ st Emanuelson 5), Ibrahimovic 5,5. A disp.: Amelia, De Sciglio, Aquilani, Inzaghi. All.: Allegri.

Arbitro: Rizzoli

Marcatori: 42′ st Marchisio (J), 47′ st Marchisio (J)

Ammoniti: Pirlo (J); Boateng, Nesta (M)

Espulsi: 44′ st Boateng per somma di ammonizioni

Recupero: 1 minuto nel primo tempo, 6 minuti nel secondo tempo.

Udinese-Bologna 2-0: le pagelle

TABELLINO:

UDINESE-BOLOGNA 2-0

Udinese (3-5-1-1): Handanovic 6.5; Benatia 7, Danilo 6, Ferronetti 6.5; Basta 6.5, Isla 6,5 (47′ st Badu s.v.), Pinzi 6.5, Asamoah 6.5, Armero 6.5; Torje 6 (24′ st Abdi 6); Di Natale 6,5. A disp.: Padelli, Neuton, Sissoko, Doubai, Fabbrini. All.: Guidolin.

Bologna (4-2-3-1): Agliardi 6.5; Casarini 5,5, Portanova 5, Antonsson s.v. (12′ Loria 5), Raggi 5,5; Perez 5, Mudingayi 5.5; Gimenez 6, Diamanti 5.5, Kone 5 (19′ st Pulzetti 5,5); Di Vaio 5 (9′ st Acquafresca 5). A disp.: Lombardi, Vantaggiato, Krhin, Paponi. All.: Bisoli.

Arbitro: Peruzzo

Marcatori: 29′ Benatia, 27′ st rig. Di Natale

Ammoniti: Danilo (U), Mudingayi, Loria, Perez (B)

Recupero: 1 minuto nel primo tempo, 5 minuti nella ripresa.

Cesena-Chievo 0-0: le pagelle

TABELLINO:

CESENA-CHIEVO 0-0

Cesena (4-3-3): Ravaglia 5,5; Comotto s.v. (10′ Ceccarelli 6,5), Von Bergen 6, Rodriguez 6.5, Lauro 6.5; Colucci 5.5, Guana 6,5, Candreva 6; Eder 6, Mutu 5 (42′ st Martinez s.v.), Ghezzal 4,5 (1′ st Bogdani 6.5). A disp.: Calderoni, Ricci, Benalouane, Martinho. All.: Giampaolo.

Chievo (4-3-1-2): Sorrentino 7.5; Sardo 6, Morero 6.5, Cesar 5,5, Jokic 5.5; Bradley 5,5, Rigoni L. 6, Hetemaj 6 (43′ st Vacek s.v.); Cruzado 5 (13′ st Sammarco 6); Pellissier 5.5, Moscardelli 5 (13′ st Paloschi 5,5). A disp.: Puggioni, Mandelli, N.Frey, Grandolfo. All.: Di Carlo.

Arbitro: Banti

Ammoniti: Guana, Lauro, Bogdani, Ceccarelli, Eder (Ce), Hetemaj, Cesar, Sardo (Ch)

Espulsi: nessuno

Note: al 16′ st Sorrentino (Ch) para un rigore a Mutu (Ce)

Recupero: 2 minuti nel primo tempo, 3 minuti nella ripresa.

Parma-Genoa 3-1: le pagelle

TABELLINO:

PARMA-GENOA 3-1

Parma (4-4-1-1): Mirante 6,5; Zaccardo 6,5, Paletta 6, Lucarelli 6,5, Gobbi 6; Biabiany 7 (24′ st Valdes s.v.), Morrone 7 (34′ st Blasi s.v.), Jadid 6, Modesto 6.5; Giovinco 8 (29′ st Galloppa s.v.); Floccari 7. A disp.: Pavarini, Feltscher, Rubin, Pellè. All.: Colomba.

Genoa (4-3-1-2): S.Frey 6,5; Rossi 5,5, Bovo 5, Kaladze 5.5, Antonelli 5.5 (39′ pt Moretti 5.5) ; Kucka 5,5, Veloso 5, Constant 5 (1′ st Pratto 5); Jorquera 5.5; Palacio 6,5, Caracciolo 4,5 (27′ st Jankovic s.v). A disp.: Lupatelli, Granqvist, Seymour, Birsa, Ribas. All.: Malesani.

Arbitro: Damato

Marcatori: 29′, 42′ rig. Giovinco, 5′ st Morrone (P), 48′ st rig. Palacio (G)

Ammoniti: M. Rossi (G), Paletta (P)

Espulsi:
nessuno

Recupero: 2 minuti nel primo tempo, 2 minuti nella ripresa.