Porte aperte Inter: ecco perché Balotelli e Maicon sono cedibili

“Ascoltiamo tutti”. Non è una frase di cortesia quella che Massimo Moratti ha rilasciato ieri parlando di mercato. Il presidente dell’Inter ha voluto ribadire la strategia della società, più orientata al bilancio che al semplice aspetto sportivo. Non respingere ad ogni costo le offerte che arrivano per i giocatori nella rosa nerazzurra non significa volerle accettare, anzi. Significa semplicemente rendersi disponibili qualora il mercato possa offrire delle opportunità irrinunciabili.

La sordità a priori è deleteria e Moratti, da quando si è privato di Ibrahimovic facendo un favore alla squadra e al bilancio, ha capito che ogni giocatore ha un prezzo, ma ce ne sono alcuni che possono essere ceduto più a cuor leggero. Presi singolarmente, chiaro, i campioni dell’Inter hanno un diverso peso specifico all’interno dello spogliatoio, così come hanno un valore personale di mercato.

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Cagliari: Cellino prova a riportare a casa Dessena

Secondo l’edizione odierna del Corriere dello Sport/Stadio, il presidente del Cagliari Massimo Cellino ha riannodato i fili con la Sampdoria, intenzionato a stringere i tempi per Daniele Dessena.

Il 23enne centrocampista, lo scorso anno in forza al club rossoblù, è stato appena riscattato dai blucerchiati, che hanno acquisito la metà del cartellino di proprietà del Parma.

Se la trattativa per il centrocampista emiliano non andrà a buon fine entro la prossima settimana, Cellino si rivolgerà altrove, alla ricerca di un altro obiettivo per rinforzare la mediana, che ha già perso – oltre a Dessena – anche Parola e Barone. Continue reading “Cagliari: Cellino prova a riportare a casa Dessena”

Torino: Gorobsov la chiave di mercato

Il Torino ha in lista alcuni giocatori che vorrebbe portare a casa, ma ci sono vari ostacoli, non ultimo quello del prezzo. Dunque per arrivare ai vari Magnanelli, Iunco o Di Cesare bisogna sacrificare qualcuno della rosa il cui nome è stato individuato in quello di Gorobsov.

Al primo posto Petrachi vuole Magnanelli del Sassuolo, che ha fatto faville proprio contro il Torino nella prima finale dei playoff. Ma costa circa tre milioni di euro, una cifra giudicata cara. Questo significa che il Sassuolo non ha intenzione di venderlo e soprattutto non ha bisogno di fare cassa.

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Atalanta: è il giorno di Ardemagni. Entro giovedi i rinnovi. Chi parte e chi resta?

Un week end di riposo per gli addetti di calcio mercato, da oggi si riprenderà a pieno ritmo. In casa Atalanta inizierà una settimana cruciale sia per quanto riguarda il grande sogno di mercato: Matteo Ardemagni che la risoluzioni di alcuni contratti appesi ad un filo come quelli di Bellini, Pinto e Bianco.

ARDEMAGNI – L’Atalanta ha accelerato la propria manovra di mercato per arrivare a Matteo Ardemagni. Il ds Gabriele Zamagna è pronto ad offrire al Cittadella il difensore centrale Daniele Gasparetto, quest’anno a Padova , e l’attaccante Christian Tiboni, reduce dal poco spazio trovato ad Ascoli dal duo Antenucci-Bernacci. Oggi è in programma un incontro con i dirigenti del Cittadella per provare a chiudere l’affare a tempi di record e poter gettare “in pasto” ai tifosi Matteo Ardemagni alla presentazione di domenica mattina allo stadio. Sarà un tripudio, ne siamo certi.

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Ciclismo: ci risiamo!!!

Alessandro Petacchi torna al successo alla Gran Boucle dopo 7 anni di ludibrio.

Come Ulisse prima che tornasse ad Itaca, così Petacchi prima che tornasse al successo alla Corsa Gialla. Ha dovuto attendere un’eternità, sette lunghi anni prima di tornare ad inscrivere il proprio nome nel tabellino delle tappe del Tour de France, nel corso dei quali aveva dovuto ingoiare tantissimi bocconi amari, vivere le più svariate peripezie degne di un poema Omerico, e far leva su una pazienza Giacobbiana…

Tutto iniziò nel 2004, con una caduta che lo escluderà dal novero già dalle prime battute. L’anno seguente il Nostro deciderà di sua spontanea volontà di non prendervi parte per preparare al meglio il Mondiale (dove comunque topperà). Nel 2006 sarà un infortunio rimediato ad inizio stagione a precludergli ogni gloria. Nel 2007 e 2008 non vi potrà prendere parte per l’assurdo caso di doping legato all’assunzione da parte del ciclista spezzino del Salbutamolo, usato per curare l’asma che da anni lo attanaglia.

L’anno scorso, invece, sarà la sua squadra, la LPR, a non essere invitata dagli organizzatori, e Petacchi ancora una volta resterà a guardare la Gran Boucle in TV, per quella che a tutti gli effetti appare una maledizione coinvolgente il più forte velocista di sempre (forse). Oggi Petacchi nella Rotterdam-Bruxelles di 223 km ha finalmente rotto l’incantesimo, ottenendo la 5^ vittoria gialla, in una volata atipica, priva di diversi corridori coinvolti in una lunga serie di cadute degne dei film fantozziani. Fra i “caduti” vi sono stati Freire e Cavendish.

Petacchi ha preceduto  Mark Renshaw, Thor Hushovd e soprattutto Robbie McEwen, issandosi a quota 169 successi in carriera, 50 nei tre Grandi Giri (il 3° all time, dietro Cipollini 57 e Merckx 65). Il buio sembra alle spalle: Petacchi è tornato Ale-Jet a livello internazionale.

Roma, sta per finire l’era Sensi

Per Rossella Sensi, presidente della Roma Calcio, si tratta delle ultime riflessioni. Entro lunedì dovrà decidere se mettere la sua firma sull’accordo con Unicredit che sancirà il passaggio della Roma Calcio e degli altri asset di Italpetroli alla banca in cambio della cancellazione di 325 milioni di euro di debiti.

In queste ore nessuno si sbilancia, anche ricordando i colpi di scena e la durezza che hanno segnato la trattativa in questi mesi, ma la strada dell’addio della famiglia Sensi alla Roma, di cui tiene le redini da 17 anni, sembra ormai tracciata. Ieri gli avvocati della Italpetroli e di Unicredit hanno infatti stilato la bozza di accordo che deve chiudere in modo consensuale il contenzioso sul debito della Italpetroli, evitando il ricorso a un arbitrato che potrebbe rivelarsi controproducente per gli interessi dei Sensi. La risposta ufficiale si avrà però solo lunedì quando l’intesa dovrebbe essere firmata davanti al collegio arbitrale presieduto da Cesare Ruperto.

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Milan, Honda d’urto sulla Serie A. Scempio FIGC. così non si aiuta l’Italia. Tristezza Kakà-Brasile: solo Leo può salvarvi

E’ l’ennesimo paradosso di una realtà che ormai sembra creata direttamente da Zenone in persona: parlare dell’acquisto di un giapponese nel giorno in cui il calcio italiano dà un micidiale giro di vite agli extracomunitari. Il Milan su Keisuke Honda è una chiacchiera che ha già fatto il giro del Mondo: il più forte giocatore della Nazionale del Sol Levante in una delle squadre più amate in quella parte del mondo. Giusto considerare l’appeal mediatico, giusto fare i conti su merchandising e primetime asiatico (il famoso “spezzatino di mezzogiorno della domenica”), cavalli di battaglia storici di Adriano Galliani: sarebbe però altamente riduttivo però basare il discorso esclusivamente o principalmente su queste fondamenta, una grave mancanza di rispetto nei confronti delle doti tecniche di un calciatore importante. In queste ore ne ho lette un po’ di tutte: “attaccante”, “seconda punta”, “bomber”.

Chi, come me, è un estimatore di lunga data di questo giapponese dalla criniera dorata, sa che, nonostante il ruolo ritagliatogli in questo Mondiale da Okada, il suo habitat naturale è decisamente più dietro: basti pensare che al VVV-Venlo ha giocato addirittura terzino sinistro, in maniera forzata certo, ma non disastrosa. Essenzialmente è una “mezzala”, un ruolo che il calcio moderno tende a far scomparire: non è un trequartista, nè un’ala, nè una seconda punta, nè un regista o un mediano, ma un centrocampista completo, capace di dare l’ultimo passaggio come finalizzare o costruire. Ne avevamo parlato profeticamente nell’editoriale della scorsa settimana: Honda è stato di certo uno dei migliori giocatori del Mondiale, dunque un suo eventuale arrivo in rossonero darebbe ben altra connotazione ad un mercato finora disastroso. Non è il jolly saltato fuori con scadenza quadriennale: citofonare a Mosca, Cska, tant’è che da parte del club dell’Esercito non c’è molta disponibilità a trattare a cuor leggere una sua cessione.

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Milan: Galliani sotto esame

Jankulovsky e Kaladze rischiano di rimanere al Milan. Come Oddo. Una mazzata. Galliani sperava di liberarsi dei loro esorbitanti ingaggi. Difficile. Kakha Kaladze è stato chiaro: non se ne vuole andare. Salvo che non gli venga proposta una squadra di suo gradimento. Stesso discorso per Janku, che avrebbe risposto di non volere interrompere il percorso scolastico della prole. Scuse. Scaramucce. Palliativi. Ovvio non vogliano rinunciare ai loro ingaggi più che dorati.

Chi lo farebbe? Adesso ce li teniamo tutti sul pancino. Compreso Huntelaar. Affezionato alla… maglia pure lui. Ma anche il meno peggio dei fantastici quattro. Klaas non è male. I gol li sa fare. E’ forte. Lui è rimasto ai Mondiali. Luis Fabiano è tornato a casa. Fatti, non parole. Dunga ha lasciato a casa Pato e Ronaldinho. Lippi ha silurato Cassano, Borriello e Ambrosini. Bravissimi! Hanno davvero indovinato tutto. Il mercato del Milan è fermo. Paralizzato. Se nessuno va, nessuno viene. Parole e musica di Adriano Galliani. Caceres. Luis Fabiano. Joe Cole. Ibrahimovic. Tanto fumo, poco arrosto. Il rischio concreto è di rimanere così come siamo. Galliani pensa ai … motori.

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