La Juve di Delneri ricorda quella di Picchi, un magnifico personaggio e un tecnico da prima pagina se non ci avesse lasciato così presto. Fece in tempo a disegnare e rivoluzionare una squadra nuova, che avrebbe fatto epoca.
Siamo a quei giorni. La Juve è cambiata a livello dirigenziale e tecnico (per fortuna, direte), si è affidata a menti e mani e sapienti, ma non basta. Alle idee vanno aggiunti i fatti. Che, nel modo del calcio, si possono così sintetizzare: giocatori che vanno e giocatori che vengono, secondo un piano concordato tra allenatore e società. Quest’ultima, prendendo Gigi Delneri, sapeva bene che doveva anche rispettarne i desideri tattici. Non date retta, potendo, agli allenatori che si dicono in grado di presentare tre o quattro moduli diversi. Ci vuole una vita per capire e insegnare un gioco. Chi dice di capirne e di poterne insegnare più di uno, è un fenomeno o un venditore di fumo.
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