Serbia-Ghana 0-1: Primo successo africano

Nel primo pomeriggio Algeria e Slovenia, cenerentole di questo Mondiale, hanno dato vita all’ennesimo match scialbo di questa kermesse, risolto in favore dei balcanici (leggermente superiori tecnicamente agli africani) con un gol di Koren, che consente alla Nazionale slovena di portarsi in vetta al Girone C dopo il mezzo suicidio dell’Inghilterra di Capello, tradita dal proprio portiere.

Invero non ci si può sprecare in complimenti nemmeno per quanto concerne il match del Gruppo D fra Serbia e Ghana, che hanno forgiato una partita a tratti soporifera, priva di idee degne di questo nome, se si eccettuano gli ultimi 20’, decisamente più godibili, specie dopo il rosso comminato al serbo Lukovic (Udinese) che ha consentito ai ghanesi di mostrare gli artigli.

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Inter, ecco perchè proprio Rafa

Rafael Benitez Maudes, nato a Madrid il 16 aprile 1960, è il nuovo allenatore dell’Inter. Toccherà a lui la pesantissima eredità di José Mourinho, con l’obiettivo di allungare lo storico triplete a un filotto di sei titoli altrettanto inedito in Italia.

Benitez non è un uomo di rottura, intesa come innovazione, come lo sono stati prima Mancini e poi Mourinho. Rafa è uomo di continuità e consolidamento. Per questo è stato scelto, caldeggiato in particolare da Marco Branca. Benitez rappresenta la giusta via di mezzo tra i tecnici giovani, come Guardiola, tra l’altro impossibilitato a lasciare il Barça, o come Mihajlovic, che continuerà ad essere seguito, e tecnici assai più esperti, come Capello o Hiddink, bravissimi e vincenti ma con problematiche complesse: per Don Fabio l’ombra di Franco Baldini per un ruolo dove Marco Branca sta lavorando benissimo; per Hiddink il suo irresistibile desiderio di tener sempre i piedi in due scarpe, l’Inter insieme alla Turchia. Risultato: uno si tiene Baldini e l’altro i turchi. Benitez si è dimostrato furbo prima ancora che intelligente e, prima ancora che Moratti lo incontrasse, conoscendo la storia di Capello si è subito liberato dal Liverpool senza pretendere un euro dall’Inter, che praticamente lo pagherà con i soldi incassati dal Real Madrid per liberare Mourinho.

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Rossinho e le tentazioni violarossonere. Juve e Roma grandi manovre. Palermo alla francese. Napoli fai chiarezza!

C’eravamo lasciati un po’ all’improvviso. Quando Moggi comandava e si prendeva gioco dei giornalisti, divertendosi a smentire quello che magari aveva concluso mezz’ora prima. Adesso me lo ritrovo qui, nel sito più amato dagli avventurieri del mercato, un milione di amici al giorno, dove persino Pierpaolo Marino fa il giornalista e mi sembra tutto così strano, abituato io a rincorrerlo per giorni interi nei garage dell’hilton a caccia di un indizio. Sono tornato, scusate il ritardo.

Sono tornato nel giorno in cui l’Inter riparte da Don Rafa per dimenticare Mou. Branca l’aveva puntato da subito mentre il suo presidente pensava (e pensa ancora, per l’Inter del futuro) a Guardiola prima e Hiddink poi, passando per Capello che, diciamolo chiaramente, l’Inter l’ha un po’ utilizzata per farsi togliere la clausola e lavorare tranquillo fino a Euro 2012. Non era convinto Moratti, non lo convinceva l’aspetto manageriale di Benitez, perchè la premier non l’ha mai vinta pur spendendo un sacco, qui però non avrà bisogno di costruire ma solo di mantenere l’Inter ai vertici. Buona fortuna.

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Juve-Aguero, solo a queste condizioni si può. Inter, no ad Aquilani. Napoli, chi aspetti?

Sarebbe il colpo del’anno, forse degli ultimi 5 anni. Dall’Argentina non si sono fatti scrupoli: Aguero alla Juventus! I tifosi bianconeri sognano e fanno bene, perché questa volta a guidare il mercato bianconero c’è un vero Direttore Sportivo, non un giovane Team Manager alle prime armi, pronto a bloccarsi nelle porte girevoli dell’Hilton di Milano. Ci siamo mossi per darvi qualche dritta in più; ci dicono dalla Spagna che l’Atletico abbia messo, solo ufficiosamente, sul mercato Sergio Aguero: di fronte ad un’offerta di 60-65 milioni di euro l’affare si potrebbe concludere. Nessuno, neanche gli inglesi, è arrivato a queste cifre.

Una soluzione la Juventus l’avrebbe anche trovata, ma l’accordo non è stato raggiunto e neanche è facile da portare a termine l’operazione. Almeno si ragiona. 60 milioni cash la Juventus non li mette sul piatto (giustamente), ma può arrivare a 28 più Tiago, già all’Atletico che adesso vuole tutto il cartellino, Fabio Grosso e Diego. Attenzione, passaggio delicato: fino a Grosso ci siamo, il problema si pone sulla valutazione di Diego. Le due parti non ragionano sugli stessi numeri ed a Madrid hanno ragione perché la Juventus non può valutare il brasiliano oggi quanto pagato ieri. “El Kun” sarebbe il colpo dell’estate; ci dicono, ma non ci crediamo del tutto, che in Sudafrica Aguero avrebbe parlato della Juve al suocero Maradona, il quale avrebbe sconsigliato un trasferimento in Italia a Sergio. Non ci pronunciamo!

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Zaccheroni:”A fianco di Andrea c’è di nuovo Giraudo”

Da poco più di una settimana non è più l’allenatore della Juventus, e – come Ferrara – adesso pure Alberto Zaccheroni può raccontare la sua verità sul disastro bianconro. “E’ cominciato tutto col 3-3 col Siena, lì c’è stato il crollo. Con i giocatori ho avuto un ottimo rapporto, mi volevano tutti bene eccetto uno. Del Piero? Lui mi ha sempre seguito, mai un’incomprensione. Non ha più i 90 minuti ma resta il migliore. Melo è un giocatore eccezionale, ha una forza fisica atomica. Diego è un fuoriclasse ma non si è adattato, e andrà via. La Juve comunque tornerà a sfidare l’Inter per lo scudetto, anche perché dietr gli Agnelli c’è sempre Giraudo”. Leggi di seguito l’intera intervista a Zac.

Se fosse rimasto, Alberto Zaccheroni sarebbe stato l’unico allenatore in serie A ad aver vinto uno scudetto. Lui e Mourinho, via tutti e due…

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Tra triplete e allenatori

Chi fa il nostro mestieraccio è per natura portato a pensar male. Quando Benitez rifiutò la Juve forse già sapeva che di lì a poco panchine prestigiose si sarebbero liberate, Inter e Real Madrid, come poi è successo. Chi lavora nel calcio sa che Mourinho era già in real rampa da marzo, ancor prima dei tre tituli.

Ora Benitez ha mandato un altro segnale all’Inter piantando o facendosi piantare dal Liverpool e ha già dichiarato che il suo staff di nove persone può tranquillamente ridursi di un terzo. Messaggi chiari come il sole della Sardegna in cui il tecnico di Madrid attende impaziente la chiamata giusta, quella di Massimo Moratti, che però prende tempo, forse perché non è ancora detta l’ultima parola né con Hiddink né con Guardiola.

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Calciomercato 2010: da Milano a Palermo, da Torino a Napoli

Sarà un gran mercato; ne siamo sicuri. Nell’anno in cui i Direttori Sportivi fanno il giro d’Italia e gli allenatori cambiano panchine, è inevitabile che i calciatori non siano coinvolti in questo frullatore di notizie. Bentornato ad Adriano, intanto!

Dopo aver sistemato Delneri alla Juve, Sinisa a Firenze, Guidolin ad Udine e Giampaolo a Catania, aspettiamo solo l’ultimo grande colpo, quello di cui vi stiamo scrivendo da tempo: Capello all’Inter! Sarebbe la vera soluzione per il Presidente Moratti; anche se, dopo l’incontro con Javier Zanetti, ha avuto il placet dello spogliatoio per tenere aperta anche la porta Benitez, lo spagnolo resta comunque un’alternativa e non la prima scelta.

L’Inter cambierà 5-6 calciatori, ha bisogno di un ricambio generazionale, parole del Presidente cinque ore dopo il trionfo di Madrid. La sede era l’Hotel Ritz, una traversa della Castellana, Marco Tronchetti Provera annuiva quando Moratti sosteneva che questa squadra aveva tirato troppo la carretta e adesso avrebbe avuto bisogno di nuova linfa. Prima di chiudere con l’allenatore, però, i nerazzurri faranno poco. Hanno raggiunto l’accordo con Ranocchia, ingaggio di partenza da 1,2 milioni, e ci provano con Criscito, nonostante la Juve voglia riportarlo a casa dopo averlo bocciato.

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De Rossi, un problema di Rosella. Le tre regole del mercato

Che deve fare la Roma con Daniele De Rossi? Sono disposti a pagarlo cifre assurde per questi tempi di lacrime e povertà. Conviene lasciarlo andare o no? L’interrogativo riguarda lui, come riguardava Totti, Signori, Del Piero, Kakà, Nesta e via via Adriano (rieccolo, comunque), Ronaldo per arrivare a Zidane, la cui cessione ha modificato i termini della questione. Prima della partenza del testardo francese, si diceva, portando la mano al petto: le bandiere non si vendono. Poi Zidane ha preso a sventolare altrove, i tifosi della Juve se ne sono fatti una ragione e la Juve ha cominciato a vincere come raramente le era successo e sì che ha vinto tanto.

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