Milan grandi manovre: Mexes, Ganso o Lamela

Zitto zitto si muove. Per ora, è il mercato dei silenzi. Mexes al Milan, per esempio, è l’affare che tutti sanno e nessuno vuol confermare. La Roma spera che non sia vero, la Sensi insiste e tenta un ultimo assalto, lui risponde che sta valutando, l’impressione è che abbia già accettato l’offerta rossonera. Galliani è scatenato, vuol festeggiare al meglio i suoi 25 anni di Milan, ricordati anche ieri nel pranzo ufficiale dell’Uefa da Giannino: lì ha incrociato Ray Wilkins, insieme hanno sfogliato l’album dei ricordi, quando l’ex assistente di Ancelotti al Chelsea si esibiva a San Siro, roba da lacrimuccia.

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Il derby d’Italia e il derby d’Europa, Gianfelice Facchetti dice la verità. Kaladze, che riscatto…

Juventus-Inter non è il derby d’Italia. Quando nel finale di stagione 1966-67 Gianni Brera coniò questa definizione per la sfida di ritorno a Torino fra le due squadre, lo fece perché in quel momento bianconeri e nerazzurri erano primi e secondi in classifica ed erano le squadre che fino a quel momento avevano vinto il maggior numero di scudetti.

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Dopo la nazionale un superweekend. Fuori i muscoli, ambizioni e coraggio: Juve-Inter e Roma-Napoli

Archiviata la nazionale e l’amarcord 2006 torna il campionato. E che ritorno! Ora si comincia a fare sul serio. Non si scherza più. Chi c’è c’è, chi non c’è farà difficoltà poi a rientrare. Inter e Napoli sono chiamate a confermare tutto quello che hanno dimostrato finora. A Torino e a Roma. Non due posti qualsiasi. Per il fascino delle partite, per la storia, per il passato e per il presente.

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Cessione Roma, la rassegna stampa. Il progetto americano

IL MESSAGGERO – Di Thomas Di Benedetto si fa fatica a trovare una foto, ma di lui si sa che oltre a essere un ricco finanziere, è anche un uomo di sport: è infatto uno dei proprietari della squadra di baseball dei Red Sox. La Roma parte da un «rosso» di 39 milioni, ma ci sono garanzie che il gruppo americano sia composto da persone serie che vogliono valorizzare il brand, molto più di quanto sia stato fatto fino ad oggi. Delle cinque offerte, sembra che due siano deboli sotto tutti i punti di vista, ma anche quelle di Angelucci e Claraz avrebbero presentato qualche lacune. L’offerta Usa invece sarebbe vantaggiosa anche se Unicredit avrebbe sollecitato qualche aggiustamento sul prezzo, che non può essere inferiore a circa 140 milioni. I legali avrebbero chiesto anche di avere dettagli precisi sulla composizione azionaria della newco e, se tutto si concretizzerà, gli Usa avranno un’esclusiva per 1-3 settimane.

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Catania: sfatare il tabù Milan

I PRECEDENTI

Stagione 2006/2007, primo anno del Catania in serie A. Si gioca in campo neutro in un momento delicatissimo per il Catania in piena discesa verso la zona retrocessione. Il Milan è tranquillo, non può più chiedere niente alla stagione. Ma sono proprio i rossoneri a portarsi avanti con Seedorf in apertura. La gara procede su ritmi blandi fino ad arrivare al sessantesimo quando è il solito Spinesi a portare il punteggio su quello che sarà il definitivo 1-1. Punto che risulterà decisivo in chiave salvezza.

La stagione succesiva la storia si ripete, ma cambiano uno dei protagonisti: a passare in vantaggio è ancora una volta la squadra di Ancelotti con Pato, segue la rete di Spinesi per il definitivo 1-1. Si gioca questa volta al Massimino, è la sesta giornata di ritorno.

Due anni arriva la prima sconfitta negli scontri diretti al Massimino. Il Milan si impone nettamente, 2-0 il finale, reti di Kakà e Inzaghi.

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Galliani e la freddezza su Leonardo. Cassano e il club più titolato al mondo. Totti uomo del destino della Roma, attenzione! Juventus: Toni, ma era il caso?

Galliani? E’ sembrato freddo su Leonardo. Piuttosto freddo. Inaspettatamente, vista la costanza con cui lo ha apprezzato per tutti i tredici anni della sua epopea rossonera. Galliani ha amato calcisticamente Leonardo come giocatore, era felice del suo ritorno al calcio dopo l’amichevole di Zagabria per l’addio al calcio di Boban, è stato sempre entusiasta di costruire attorno a lui ruoli importanti: la Fondazione, l’incarico tecnico di collegamento fra Società e spogliatoio nella parte finale dell’avventura di Carlo Ancelotti sulla panchina rossonera, la guida tecnica effettiva del Milan. “Leonardo rafforza la struttura societaria del Milan, in qualsiasi ruolo”, è sempre stato il punto di vista di Adriano Galliani negli anni scorsi. Galliani ha sempre valutato, stimato e apprezzato Leonardo in misura superiore rispetto al consenso medio riscosso negli altri settori del Club.

Per questo vederlo sorvolare sul tema, per di più con un’espressione che è parsa tutt’altro che entusiasta da parte del dirigente rossonero, alle domande su Leonardo alla guida dell’Inter e il relativo tentativo di inserirsi su Ronaldinho, ha francamente sorpreso. Non è la fine del mondo e la vita continua per tutti. Ma la sensazione che Leonardo abbia, e abbastanza definitivamente, “perso” Galliani di qui in avanti, esce abbastanza forte dalla Conferenza stampa di Milanello per la presentazione di Antonio Cassano. Per carità, Leonardo è l’allenatore dell’Inter è stato in ogni caso impeccabile nelle sue dichiarazioni sul Milan e Galliani non ha nulla a che vedere con il suo nuovo lavoro, ma l’idea del bravo ragazzo che va d’accordo con tutti, concetto dal quale ogni tanto Leonardo cerca di smarcarsi nelle interviste ma su cui ha in realtà fondato larghissima parte della propria avventura nel calcio, subisce un colpo. Probabilmente non da poco.
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Mazzarri: “Lavoro 24 ore al giorno, non sono mai appagato. Guardiola? Ho più esperienza…”

Walter Mazzarri ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere della Sera. Ecco quanto evidenziato da TuttoNapoli.net: “Per arrivare a certi livelli in un mondo così difficile devi avere carattere e credere in te stesso. A me interessa la stima di chi stimo. Con gli altri mi chiudo a riccio e posso risultare presuntuoso o antipatico. Va bene così. Più il presidente mi loda, più mi motiva. Il rischio che io sia appagato non esiste. Vengo dalla cultura del lavoro. Lavorando quasi 24 ore al giorno, papà dava l’esempio ai suoi operai. È la politica del fare ad avermi portato dove sono. Senza falsa modestia ho dato alla mia squadra un’organizzazione e un gioco. Seguo i miei giocatori a 360 gradi, anche nella vita privata.

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L’Inter riparte con Leo e Ranocchia, ma tra Kakà e Tevez niente illusioni

Leonardo e Ranocchia. Questi i due volti nuovi che l’Inter si prepara ad accogliere – l’uno in panchina, l’altro in campo – da mercoledì, quando alla Pinetina si tornerà al lavoro per preparare un inizio di 2011 da brividi vista la frequenza degli impegni e la loro importanza. C’è una vetta da rincorrere in campionato e un Bayern Monaco all’orizzonte in Champions, ma questo è il momento delle voci di mercato. Andrea Ranocchia è nerazzurro, un giocatore di qualità sopraffina che sarà sicuramente aiutato dal fatto di arrivare subito, così da avere tempo per inserirsi in squadra senza essere catapultato da giugno nella nuova realtà. Andrea al Genoa stava facendo benissimo, ora al fianco di Lucio c’è un Samuel da non far rimpiangere: non carichiamo di troppe responsabilità il ragazzo, ma sicuramente non arriveranno delusioni da una garanzia come Ranocchia. Il sorriso e la nuova mentalità di Leonardo è l’altra arma da cui ripartire, ma per quanto riguarda il mercato bisogna assolutamente sgomberare il campo da alcuni sogni che adesso non valgono quasi la pena di essere anche solo trattati.

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