Di Carlo: “Punteremo a tutto, senza snobbare neanche la Coppa Italia”

E’ un Mimmo Di Carlo a tutto campo quello intervistato da La Gazzetta dello Sport. Il tecnico blucerchiato non si è risparmiato e ha raccontato tutte le sue impressioni sul ritiro della squadra, comprese le idee di gioco, la voglia di vincere e le sorprese di questo inizio stagione.

“La sfida contro il Porto? Vorrei che la mia Sampdoria entrasse in campo convinta di poter vincere, sempre e con chiunque. Questo non vuol dire che sarà un fallimento ogni volta che non ci riusciremo. L’obiettivo è creare lo spirito di squadra che fa la differenza, come è successo nel Mondiale per Spagna, Germania, Olanda e Uruguay. I campioni devono mettersi al servizio del collettivo. Ho ancora negli occhi Sneijder che recupera un pallone nella sua area, strepitoso!”

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Balotelli, decide Moratti. Dinho, decide Berlusconi. Dzeko, decide lui? E Trezeguet forse si decide a restare…

Don Mino riceve a casa sua. Amsterdam, Olanda, nel giorno in cui tornavano i vice campioni del mondo, lui ospitava a pranzo lo United. Spaghetti e Balotelli, la conferma che sir Alex e’ pronto al derby di sterline con il Mancio, spenda chi può. Gongola Moratti: lui non vorrebbe venderlo ma se dovesse venderlo allora incasserebbe il massimo e forse di più, almeno 35 milioni di euro. Si sfrega le mani anche Raiola, l’asta e’ già partita, ci sarebbe pure il Real ma dubito che -nonostante la pace- Mou possa scommettere ad occhi chiusi su chi l’ha fatto impazzire negli ultimi dodici mesi.

Quello a cui strappo’ persino una catenina dal collo durante un litigio negli spogliatoi, cosi’ raccontano i muri della Pinetina. Raccontano invece gli amici di Ronaldinho che questa volta sarebbe tentato sul serio. Lo affascina il mondo americano, e’ rimasto stregato dall’ultimo viaggio a Los Angeles quando in due minuti gli hanno messo a disposizione un aereo privato per portarlo da Las Vegas alla prima fila di gara 2, Lakers-Celtics. Gli sarebbe venuta voglia di fare canestro, gli hanno presentato Dustin Hoffmann e mezza Hollywood, l’hanno convinto almeno a pensarci. Suo fratello è in arrivo ma intanto sta trattando da giorni, l’offerta è da capogiro: 40 milioni di dollari per 4 anni, diritti d’immagine esclusi, quasi il doppio di quanto gli offre invece il nostalgico Flamengo, adesso l’ultima parola spetta a Berlusconi. Un po’ come per Balotelli con Moratti.

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LA CADUTA DEGLI DEI: INIESTA SCOCCA IL TIRO MONDIALE

Decide, a quattro minuti dai calci di rigore, un gol del centrocampista Iniesta; per l’Olanda è la terza Finalissima su tre gettata alle ortiche.

Che fosse un Mondiale atipico lo si era dedotto sin dalla sua “intrinsecità”, ovvero lo svolgimento in uno Stato Africano, assoluta novità nella storia della kermesse iridata. Poi, ad avvalorare la singolarità di codesto torneo, erano arrivate le eliminazioni eccellenti di Italia, Francia, Brasile, Argentina ed Inghilterra, e di tutte le superpotenze del Pianeta, compresa la Germania, seppur stoppata solamente in Semifinale (poi 3^). Per la prima volta dal 1978 si sarebbe disputata una Finale tra compagini illibate, ovvero mai salite sul Tetto del Mondo; la Spagna addirittura, a dispetto della sua fama (giustificata dai 2 Titoli Continentali), non era mai transitata oltre i Quarti di Finale, mentre l’Olanda non arrivava a giocarsi l’iride da ben 32 anni… per una Finale tutta unica nel suo genere, disputatasi per la seconda edizione consecutiva fra europee. Europa che sale in testa alla classifica dei Continenti Campioni, 10 successi.

UNA FINALE TEDIOSA – Quello di ieri sera è stato un match poco spettacolare, ostico, spigoloso, con le due compagini apparse troppo contratte, quasi timorose di prendere l’iniziativa. Sembrava di rivedere a tratti Italia-Brasile 1994, ovvero la Finale più noiosa dei Mondiali. L’Olanda ha subìto il gioco degli iberici per gran parte della partita, quasi reverenziale nei confronti del team di Del Bosque.
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Decide Iniesta, Spagna campione del Mondo. Ma…

La Spagna è campione del Mondo. Dopo un primo tempo di poche ma belle emozioni, la ripresa è più intensa con un’Olanda due volte pericolosissima, una in particolare con Sneijder che serve magicamente Robben al quale un super Casillas dice no. La Spagna anche è pericolosa con Villa, ma Stekelenburg salva.

I 90′ finiscono 0-0, si va ai supplementari e dopo un primo tempo intensissimo con Fabregas che si divora un gol e Sneijder che chiude alla grande su Iniesta da difensore puro, nel secondo supplementare arriva l’episodio clou: Heitinga, già ammonito, stende Iniesta lanciato in porta e viene espulso.

A quel punto, Olanda in confusione e Iniesta, servito in area, regala il gol decisivo per i campioni del Mondo, ma c’è l’ombra del fuorigioco sul primo passaggio ad Iniesta anche abbastanza netto. Olandesi furiosi, Sneijder anche, ma non c’è niente da fare: Spagna campione, è il suo primo titolo mondiale.

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GERMANIA è BRONZO

Nella Finale per il 3° e 4° posto i tedeschi superano 3-2 l’Uruguay

È stata una partita giocata in maniera spavalda, senza alcun minimo timore, quella messa in mostra ieri da Germania ed Uruguay, valida per il gradino più basso del podio, ovvero per lasciare un segno tangibile della partecipazione al Mondiale Sudafricano. Entrambi i team, come si dice in gergo, se la sono giocata sino in fondo, senza preoccuparsi di comportarsi in maniera speculare.

Ed è così che abbiamo assistito forse alla più bella partita dell’intera kermesse (aspettando il piatto forte di stasera, ovvero la Finalissima inedita fra Olanda e Spagna), in cui lo spettacolo ed i colpi di scena l’han fatta da padrone. Inizio tutto in discesa per i panzer, transitati in vantaggio sulla Celeste (dopo un legno di Friedrich) avvalendosi di un tap-in di T.Muller (5° gol iridato, capocannoniere in condominio), la cui prestazione ha acuito i rimpianti per non averlo potuto ammirare in Semifinale al cospetto delle Furie Rosse.

Nel miglior momento dei tedeschi, che apparivano incontenibili (rivitalizzati dopo il k.o. di pochi giorni prima), arrivava il pari uruguagio con Cavani che sfruttava un errore dell’encomiabile Schweinsteiger. Nella ripresa Forlan (anche lui a quota 5 gol) avrebbe portato addirittura la Celeste in vantaggio con una mezza rovesciata, probabilmente il più bel gol della kermesse.

Ma l’illusione sudamericana durerà pochi minuti, visto l’immediato pari firmato Jansen lesto ad approfittare di un erroraccio in uscita di un disastroso Muslera, che con questa prestazione ha gettato alle ortiche la rendita acquisita sinora. Al 38° s.t. sarebbe poi arrivato il 3-2 conclusivo di Khadira.

Ci sarebbe stato il tempo per una ulteriore emozione, ovvero la traversa su punizione colpita proprio all’ultimo secondo dal solito Forlan…

Alla fine dunque, come da pronostici, prevale il blasone degli immarcescibili  tedeschi rispetto alla nobiltà decaduta dell’Uruguay, declassata ad outsider, seppur con le carte in regola per riprendersi i titoli scippatigli dal tempo tiranno. Germania a casa con l’11° alloro iridato della storia (prima nel computo medaglie), Uruguay con la consapevolezza di aver disputato un torneo stoico che inorgoglirà un’intera Nazione, tornata finalmente ad essere perlomeno competitiva, e non è poco se pensiamo che sino a 10 anni fa era quasi scomparsa dal Mondo del calcio…

TABELLINO

URUGUAY-GERMANIA 2-3 (primo tempo 1-1)

URUGUAY (4-4-2): Muslera; Caceres, Lugano, Godin, Fucile; Pereira, Perez (dal 32′ st Gargano), Arevalo, Cavani (dal 40′ st Abreu); Suarez, Forlan. (12 Castillo, 23 Silva, 6 Victorino, 8 Eguren, 14 Lodeiro, 16 Pereira, 18 Gonzalez, 19 Scotti, 20 A. Fernandez, 21 S. Fernandez). All. Tabarez.

GERMANIA (4-2-3-1): Butt; Boateng, Mertesacker, Friedrich, Aogo; Schweinsteiger, Khedira; Müller, Özil (dal 46′ st Tasci), Jansen (dal 37′ st Kroos); Cacau (27′ st Kiessling). (1 Neuer, 12 Wiese, 10 Podolski, 11 Klose, 14 Badstuber, 15 Trochowski, 16 Lahm, 21 Marin, 23 Gomez). All. Löw.

Arbitro: Archundia (Messico)

Reti: Mueller al 19 p.t., Cavani al 28′ p.t., Forlan al 6′ s.t., Jansen all’11’ s.t., Khadira al 38′ s.t.

NOTE: Angoli 12-6 per la Germania. Recupero: 1′ e 3′. Ammoniti: Aogo, Friedrich, Perez per gioco falloso; Cacau per fallo di mano. Spettatori: 36.254.

Speciale finale Mondiali 2010: Del Bosque: “Non siamo favoriti”, Van Marwijk: “rispetto e non paura della Spagna”

SPAGNA, DEL BOSQUE – Il commissario tecnico della Spagna, Vicente Del Bosque, non sembra intenzionato a cambiare l’undici titolare nella finale con l’Olanda: “Dobbiamo continuare a portare avanti la nostra idea tattica e di organizzazione di gioco. Dall’inizio del Mondiale abbiamo avuto un blocco di titolari e anche per quest’ultima sfida – ha detto il tecnico – non ci saranno grossi cambiamenti. L’Olanda ha una rosa importante, non è solo Sneijder e Robben e perciò dovremo difenderci con ordine. In ogni caso non siamo la grande favorita perché l’Olanda ha fatto grandi cose e non dimentichiamoci che ha sconfitto il Brasile”.

OLANDA, VAN MARWIJK – L’Olanda arriva alla finale Mondiale da outsider, sia pure di lusso, e si trova ad affrontare i campioni europei in carica. Niente paura, però, perché il ct degli orange Bert Van Marwijk è sicuro: “La Spagna è la nazionale più forte degli ultimi anni, noi la rispettiamo, ma certamente non abbiamo paura. Non mi interessa se loro sono i favoriti, sarà una bella sfida cercare di batterli e penso che entrambe le squadre possano vincere. Per la terza volta nella sua storia l’Olanda arriva ad una finale del Mondiale e questo ci dà ancora più motivazioni per far bene. Noi conosciamo bene loro, loro conoscono bene noi e per questo sarà una grande sfida”.

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Wesley e l’incantesimo… d’Oro

Lunedì 5 luglio del 2010, Joseph Blatter ha firmato a Johannesburg un accordo con il presidente del gruppo proprietario della rivista ‘France Football’, Marie-Oldie Amaury, secondo il quale il “Pallone d’oro”, e il “Fifa world player” si fonderanno in un unico premio: nasce quindi il “FIFA Pallone d’oro”. Ma chi sarà il primo vincitore dell’ambitissimo riconoscimento? Io non ho dubbi. Al 100% lo merita solo un calciatore: Wesley Benjamin Sneijder. E probabilmente anche all’estero se ne sono accorti, dopo gli elogi dei giornalisti francesi.

Il numero 10 dell’Inter infatti, dopo una stagione a dir poco straordinaria, è in pole position per conquistare quel premio che ogni grande calciatore spera di vincere nella sua carriera. A parlare sono i fatti: l’olandese infatti in questa annata ha vinto ogni competizione nella quale ha partecipato: Coppa Italia, Champions League e Campionato. E ora è ad un passo dal trionfo mondiale. Probabilmente infatti non è un caso che la Supercoppa italiana giocata a Pechino, e vinta dalla Lazio, nell’ormai lontana estate del 2009, non vedesse come protagonista il calciatore nato a Utrecht. Sneijder è arrivato in nerazzurro solo negli ultimi giorni di mercato, e il suo primo match con il “Biscione” è stato il Derby, non una partita a caso, quello in cui la squadra, allora allenata da Josè Mourinho, ha strapazzato il Milan, vincendo per 4-0.

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SPAGNA OLE’, MATATA LA SUPER GERMANIA

La Spagna ha superato di misura la Germania, avvalendosi di un gol del difensore Puyol, che le consente di accedere per la prima volta in Finale Mondiale, dove affronterà l’Olanda, giunta alla 3^ Finale della storia (perse sia nel ’74 sia nel ’78).

Comunque vada, dunque, vi sarà una nuova iscritta nell’Albo d’Oro, una debuttante assoluta. Per una manifestazione che ha sancito il crollo verticale delle superpotenze tradizionali, dall’Italia alla Francia, dall’Argentina al Brasile, dalla Germania, appunto, all’Inghilterra, tutte inghiottite dal vortice del football moderno, che pare non portare rispetto ai blasoni nobiliari.

Spagna-Germania è stata una “ripetizione” della Finale Euro 2008 (vinta guarda caso dalle Furie Rosse), una sfida molto equilibrata nel 1° tempo (priva di emozioni) e praticamente a senso unico nel 2°, con gli iberici a fare la partita.

Il gol della meritata vittoria arriverà ad un quarto d’ora dal “the end” dei tempi regolamentari, opera del difensore più noto, Puyol, lesto ad insaccare di testa dalla debita distanza (guarda il video su youtube). Un successo che certifica l’assodata supremazia dei Campioni d’Europa in carica, Titolo acquisito evidentemente non per caso.

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