Juventus: si riparte con un sacco di problemi da risolvere

Giocatori da vendere assolutamente per far cassa, seconda fase del ritiro con sede ancora da stabilire, una squadra ancora da costruire, un bilancio che rischia un rosso pesante nel 2011. Sabato mattina (pre ritiro a Torino dal 1 luglio, al Meridienne) ricomincia ufficialmente la nuova stagione juventina 2010-11 con una serie infinita di nodi assolutamenta da scioglere. Non è di sicuro un compito facile quello che aspetta il nuovo DG Marotta, alle prese con una lista di giocatori messi sul mercato e non ancora ceduti anche per la loro riluttanza ad emigrare altrove. Di uguale, nella Juve in partenza sabato per il ritiro di Pinzolo, a fine agosto resterà certamente la nuova maglia, che sarà presentata il giorno prima della salita in Trentino: il resto, chissà. La metà dei venti giocatori o giù di lì che si ritroveranno, Primavera esclusi, sono infatti in partenza, o comunque in vetrina da tempo. Da Grosso a Diego, da Camoranesi a Trezeguet, c’è un depliant per tutti i ruoli e poche tasche, purtroppo per il club bianconero. Anche gente di talento e valore, per carità, ma pure età avanzata e stipendi pesanti. Vendere, non a caso, è la missione, nei dintorni dell’impossibile, che fin dall’inizio hanno affidato al dg Beppe Marotta, nel ramo, un maestro: perché se c’è una squadra da rafforzare, ce n’è pure una da demolire, possibilmente ricavandoci qualche soldo, da reinvestire.

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Milan, alla ricerca disperata di sconti

La Juve compra il mondo, l’Inter pianifica dall’alto di una rosa che ha appena conquistato tutti i trofei conquistabili, la stessa Roma ha già portato a casa un colpo del calibro di Adriano. Ad osservare le dinamiche di questo primissimo scorcio di trattative, l’unica società a lasciar trasparire un sostanziale immobilismo sul mercato sembra essere il Milan.

Incredibile, se solo si pensa che fino a qualche anno fa i rossoneri permettevano di far scorrere fiumi d’inchiostro sulle cronache estive, sempre alla ricerca del campione giusto da portare a Milano.

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Palermo, cercasi centrocampisti

Con la cessione di Nicolas Bértolo (24) al River Plate, il reparto di metà campo continua ad essere quello più scarno della squadra. Prima dell’argentino, è toccato a Fabio Simplicio e Bresciano accasarsi altrove, mentre Tedesco ha deciso di non continuare l’attività professionista rimanendo però in società.

Gli unici elementi rimasti del centrocampo rosanero sono così Nocerino, Migliaccio ed il 34enne Liverani, che non potrà garantire certamente una stagione intera.

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Bonucci è juventino

E quattro. Leonardo Bonucci è della Juve, che adesso mette nel mirino l’esterno sinistro Albert Riera del Liverpool. Il serial più appassionante di questa prima parte di mercato ha vissuto l’ultima puntata nei saloni dell’Ata hotel Majestic di Milano. Tutti avevano già intuito chi era l’assassino, ma ieri pomeriggio il quarto acquisto del nuovo corso bianconero è diventato realtà. Non era scontato. Il rebus si era complicato al punto da assumere i contorni del giallo.

Bonucci, 23 anni, difensore centrale già in Nazionale, era in comproprietà tra Genoa e Bari: in mancanza di accordo, il pericolo era andare alle buste. Stasera alle 19 sarebbe suonato il gong. Per non dire della concorrenza dell’Inter.La Juve è arrivata prima al traguardo. Per settimane, prendendo atto dell’accordo impossibile tra Genoa e Bari (non a caso, con ogni probabilità andranno alle buste per Meggiorini), il dg bianconero Beppe Marotta ha lavorato ai fianchi entrambe le società detentrici del cartellino del nuovo partner di Chiellini. Invano. Perché acquistare separatamente le due metà del difensore, alla prova dei fatti, si è rivelata una via impraticabile. Così la Juve ha aiutato i pugliesi a riscattarlo, per poi acquistarlo direttamente da loro, mentre al Genoa – come concordato da tempo – è stata venduta la seconda metà di Domenico Criscito, che era in compartecipazione tra bianconeri e rossoblù. Come Raffaele Palladino: accordo rinnovato, l’attaccante esterno giocherà ancora a Genova.

Le cifre? L’incastro, sotto la regia di Marotta, è andato così: la Juve ha aiutato il Bari a riscattare il difensore per 7,5 milioni, incassandone contemporaneamente 6 dal Genoa per l’altro 50% di Criscito. Quindi ha acquistato Bonucci dal Bari cedendo in comproprietà ai pugliesi Sergio Almiron (mezzo cartellino è stato valutato intorno ai tre milioni) e aggiungendo un conguaglio di circa cinque milioni. Al netto delle valutazioni, l’esborso «cash» totale di Marotta dovrebbe quindi aggirarsi intorno ai sei. Forse 6,5, massimo 7. Cioè quanto la Juve conta di incassare dalle cessioni di Tiago e Grosso all’Atletico Madrid, per le quali c’è l’accordo. Scontato l’ok del portoghese («Non torno a Torino, mi sono trovato male»), manca quello dell’ex campione del mondo.

Impacchettato Bonucci (pronto un quinquennale), oggi la Juve dovrebbe chiudere con Jorge Martinez (27), già acquistato dal Catania per 12 milioni: questa mattina, con i suoi agenti, sarà discusso il quadriennale da 1,2 milioni a stagione. Altre comproprietà: ceduto mezzo Mirante al Parma (1,8 milioni), mezzo Zalayeta al Napoli (0,5), restano da discutere Paolucci (verso il rinnovo col Siena) e soprattutto Lanzafame: il Palermo offre 2,5 milioni per riscattarlo, secondo la Juve sono ancora pochi. Uscito da questa settimana di fuoco, Marotta si dedicherà agli altri affari: più lontano Krasic, il nome nuovo sulle fasce è Albert Riera, 27 anni, esterno sinistro del Liverpool nel giro della Nazionale spagnola. Non è ai Mondiali perché nella scorsa stagione ha giocato poco: il rapporto con Benitez, che nel 2008 l’acquistò dall’Espanyol per 8 milioni di sterline (9,7 milioni di euro), s’era deteriorato. Ora che il manager spagnolo ha lasciato Liverpool, potrebbe farlo anche il suo ex pupillo. A prezzo di saldo.

[Jacopo Orsi – Fonte: www.nerosubiancoweb.com]

Dimentichiamo il Mondiale, per fortuna c’è l’Inter… e il mercato!

Abbiamo tutti ancora negli occhi la pessima, breve avventura dell’Italia di Lippi nel Mondiale in Sudafrica. Un’avventura partita male con il primo pareggio e finita malissimo con l’ultima sconfitta contro la Slovacchia. È vero che in Italia sono tutti Ct e che Marcello Lippi avrà sicuramente le sue motivazioni, ma di appunti da fare ce ne potrebbero essere tanti: dalla lista dei convocati e degli esclusi alle formazioni mandate in campo.

Con i se e con i ma non si va da nessuna parte, ma sono davvero curioso di sapere come avrebbe potuto essere questa Italia, svogliata e senza idee, con la grinta di un Balotelli, la concretezza di un Miccoli, la genialità di un Cassano. Ma per fortuna qui ci occupiamo di Inter, e allora cerchiamo di dimenticare in fretta questa triste parentesi della nostra storia calcistica e torniamo ad eventi più lieti, come la nostra Inter, che per fortuna ci ha regalato un’annata da ricordare.

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Milito e Maicon: tutti i segreti della rivoluzione in atto all’Inter. Juventus, questi acquisti non bastano. Le offerte inglesi che faranno barcollare i nostri club

Nei prossimi giorni, molti dei punti interrogativi che incombono sul futuro dell’Inter si dissolveranno ineluttabilmente. Moratti, da alcune settimane, somiglia ad Aracne e tesse con sagacia ed intelligenza la tela della nuova strategia nerazzurra, dopo il vile “tradimento” di Mourinho.

Il presidente dell’Inter, incolpevolmente obbligato a voltare pagina, dopo aver vinto tutto, proprio dalla fuga dell’uomo su cui aveva riposto incondizionata fiducia, con nonchalance, signorilità e freddezza, volterà pagina. Moratti, lo farà con l’aiuto del “serafico” ma affidabile Benitez, cercando di aprire la porta di uscita a coloro che hanno “tradito” insieme a Mourinho.

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Inter, le prossime mosse del mercato: tutto parte dalla cessione di Maicon

Probabilmente, per chi ancora non avesse chiare le strategie di mercato dell’Inter per la prossima stagione, le parole rilasciate dall’amministratore delegato Ernesto Paolillo possono essere rivelatorie. Anche il dirigente ha confermato l’addio di un big nerazzurro, focalizzandosi con la necessità, per il club, di avere un bilancio sano anche in vista dalle norme che imporranno, a livello internazionale, un miglioramento per le casse delle società che vorranno partecipare alle competizioni europee (il Fair Play Finanziario).

Un addio inevitabile, come quello che lo scorso annno ha portato Ibrahimovic a Barcellona. Ma attenzione: dalle parole di Paolillo non trapela mai il termine ridimensionamento, anzi. L’Inter non ha intenzione di indebolirsi rinunciando al suo campione di turno, bensì vuole diventare ancora più solida. L’ultima stagione ha dimostrato due cose: il club sa il fatto suo quando si tratta di mercato (l’operazione Ibra è stato un capolavoro, considerato ciò che ha portato in dote); che il gruppo è in grado di metabolizzare la perdita di un elemento di spicco, perché ha imparato ad autogestirsi grazie all’ottimo lavoro di Mourinho.

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Delneri:”Melo? Non so se resterà”

A due settimane dal raduno bianconero, il neo tec­nico Luigi Del Neri fa già capi­re alla squadra che d’ora in avanti ci sarà da lavorare mol­to e chi sgarra verrà punito.

Un messaggio chiaro, lanciato via etere ai microfoni di Piero Chiambretti: quasi a smenti­re la mancanza di allegria di cui si è lamentato Felipe Melo dal ritiro della Seleçao, l’alle­natore della Juventus ironizza con il conduttore confermando­si spalla perfetta.

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