Diego, avanti march!

L’Argentina di Diego Maradona avanza spedita ai Quarti di Finale, mostrando un bel gioco, soprattutto efficace, per un collettivo di gran classe come non se ne vedono in questo Mondiale, un team che fa sognare di diritto un’intera Nazione, che si fa stuzzicare, fra l’altro, dal pensiero di rivedere il proprio “dio” Maradona alzare nuovamente la Coppa del Mondo, come avvenne nel lontano 1986.

Eventualità non remota, che sarebbe comunque avveniristica. Argentina che grazie a Diego si può avvalere dei favori non solo dei propri tifosi ma anche di quelli per natura neutrale, specie gli italiani, che non possono dimenticare le emozioni regalategli dall’ex genio del Napoli.

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Maradona attacca Rosetti: “Ha sbagliato tutto”

Tra le tante dichiarazioni rilasciate dopo la vittoria sul Messico, Diego Armando Maradona ne haa avute anche per la terna arbitrale, in particolar modo per Roberto Rosetti:

Cosa volete che dica di Rosetti? Io sono sempre lo stesso, avrei voluto dirgli di tutto. Ha sbagliato tutto in questa partita, dai cartellini al gol di Tevez.

In particolar modo, il direttore di gara ha sbagliato proprio in favore della Seleccion, convalidando il gol del vantaggio firmato da Carlos Tevez in evidente fuorigioco.

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Strepitoso Luis Suarez: con due gol trascina l’Uruguay ai quarti dopo 40 anni!

suarezEra da Messico ’70 che l’Uruguay non staccava il biglietto per i quarti di Finale, quando la Celeste eliminò l’URSS, per fermarsi solo al cospetto del Brasile di Pelè. C’è voluta una doppietta dell’attaccante dell’Ajax Luis Suarez, omonimo dell’interista anni ’60, per rinverdire i fasti del team sudamericano, da troppo tempo avulso dal proscenio che conta.

L’Uruguay (Campione del Mondo 1930 e 1950) si candida come la lieta sorpresa del torneo, e vista la rosa di cui può disporre, può darsi che il sogno possa prolungarsi ulteriormente, anche perchè ai Quarti non dovrà vedersela contro una corazzata: o USA o Ghana, avversari sulla carta tutt’altro che proibitivi. E pensare che il match odierno (giocato al Nelson Mandela di Porth Elizabeth) era iniziato in maniera non proprio consona a poter prospettare l’esito della gara, con la Corea del Sud subito pericolosa colpendo un palo su punizione di Park Chu-young al 5° minuto.

Dopo questo brivido (nonché campanello d’allarme) iniziale, l’Uruguay, sfruttando una disattenzione asiatica, perverrà al vantaggio con Suarez, 7° minuto. A partire da quel momento i coreani, per gran parte del match, non riusciranno a rendersi pericolosi, e l’unico ad estrarsi dal torpore asiatico pare essere la stella del Manchester Park Ji Sung, che comunque non farà nulla che possa smuovere il risultato. Nella ripresa però la Corea prenderà in mano le redini, sfiorando persino il pari. Pari che arriverà al 68°: angolo dalla destra per i coreani, colpo di testa apparentemente innocuo di Lee Chung-yong, ma Lugano impedisce involontariamente al proprio portiere Muslera di intervenire, cagionando il gol.

A quel punto la Corea prende coraggio e tenta di sovrastare territorialmente gli uruguagi, che tuttavia troveranno il nuovo vantaggio a 10’ dall’epilogo dei tempi regolamentari, grazie ad una grandissima giocata del solito Suarez. L’Uruguay, il suo Mondiale, lo ha già vinto.

TABELLINO:

URUGUAY-COREA DEL SUD 2-1

Uruguay (4-3-3): Muslera; Lugano, Godin (1’st, Victorino), Fucile, M.Pereira; Perez, Arevalo, Alvaro Pereira (29’st, Lodeiro); Cavani, Suarez (39’st, A. Fernandez), Forlan. A disposizione: Castillo, Silva, Gargano, Eguren, Abreu, Gonzalez, Scotti, S. Fernandez, Caceres. All.: Tabarez.

Corea del Sud (4-4-1-1): Jung Sung-ryong; Cha Du-ri, Cho Yong-hyung, Lee Jung-soo, Lee Young-pyo; Lee Chung-yong, Kim Jung-woo, Ki Sung-yueng, Park Ji-sung; Kim Jae-sung (16’st, Lee Dong-gook); Park Chu-young. A disposizione: Kim Young-kwang, Oh Beom-seok, Kim Hyung-il, Kang Min-soo, Yeom Ki-hun, Kim Bo-kyung, Kim Dong-jin, Kim Nam-il, Lee Seung-ryul, Ahn Jung-hwan. All.: Huh Jung-moo.

Arbitro: Stark (Germania)

Reti: 7′ e 35’st Suarez (U), 23’st Lee Chung-yong (C)

Ammoniti: Kim Jung-woo (C)

Espulsi:

Maradona: “All’Italia mancava Del Piero”. Spagna ok contro il Cile

Il motivo principale del capitombolo azzurro? È presto detto: l’assenza incomprensibile di un giocatore tecnico come Del Piero (35 anni e non sentirli!). Per non parlare di Cassano e Totti…E’ quanto asserisce Diego Maradona, ct. dell’Argentina che presto affronterà il Messico nel tentativo di accedere ai quarti di finale.

“Mi dispiace tanto che l’Italia sia uscita -ha detto l’ex attaccante del Napoli- perchè in un Mondiale una squadra come quella azzurra non può fermarsi nella prima fase. Ma si vedeva che all’Italia mancava qualcosa, in particolare non portava palla in avanti, e non giocava fluida. Ci sarebbe voluto un giocatore come Totti o Del Piero. Cassano? Sì, forse anche lui, ma non voglio fare critiche a Lippi”.

Poi Diego si è soffermato sulla favola che sta vivendo sulla panchina argentina: “Spero di allenare l’Argentina ancora per molti e molti anni”. Inoltre Diego confessa di avere un sogno proibito che lo riporterebbe indietro nel tempo, ovvero allenare il Napoli.

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Milan ed Inter, il vostro terzino sinistro è in Sudafrica. Napoli, guarda Barrios: Juve, impara il messicano

E’ un giorno particolare per parlare di Mondiali in Italia, probabilmente non esattamente il migliore: i lettori di Tuttomercatoweb si aspettavano, puntuale come ogni venerdì, il direttore Moggi… Per questa settimana, eccezionalmente, è arrivato uno scambio, dunque appuntamento rimandato di 24 ore con l’ex dg bianconero.

Per quanto mi riguarda, sarebbe superfluo aggiungere un’altra voce al De Profundis azzurro in atto su giornali e tv: più proficuo forse guardare la Coppa del Mondo da un altro punto di vista, quello del mercato. Di “sorprese” vere e proprie, intese come positive, non ce ne sono state: tutto secondo pronostico o quasi, con il Sudamerica a farla da padrone a dispetto di un Europa che stenta con le sue big e si propone con realtà emergenti come Slovacchia e Svizzera.

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Lazio, l’agente di Barrera: “Mi risentirò a breve con Lotito. Ci sono molte chance di chiudere positivamente la trattativa… “

La Lazio e il mercato sudamericano. Un binomio più che mai inscindibile, reso ancor più forte dall’ottimo exploit del calcio latino a Sudafrica 2010. Uruguay, Argentina, Cile, ma soprattutto Messico hanno rubato e ruberanno la scena mondiale di qui sino alla finale. Piace la compagine in maglia verde e piace il suo folletto Pablo Barrera. Un calcio tecnico, veloce ed efficace il suo, che oltre ad Edy Reja ha stregato anche Tare e Lotito.

La Lazio si è mossa ed ha sondato il terreno per intavolare una trattativa lampo, tale da sbaragliare la concorrenza ed evitare gli errori del passato (vedi Martinez, ndr). La conferma arriva in Esclusiva a Lalaziosiamonoi.it, da Maisto, partner della Promanage che gestisce in Messico il calciatore: “E’ vero c’è l’interesse della Lazio su Barrera. Ora penso che il presidente stia facendo le sue dovute valutazioni, anche in virtù dello status di extracomunitario che ha il calciatore”.

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Donovan, eroe dell’ultimo minuto: Usa agli ottavi assieme agli inglesi

Fino allo scadere gli Usa erano con le valigie idealmente allestite per la partenza verso il Continente Americano, poi un gol del solito Donovan (forse il più grande attaccante a stelle e strisce della storia) ha consentito ai suoi di prevalere sulla cenerentola Algeria (che aveva bloccato 0-0 l’England) ed ottenere il pass per il turno successivo.

Con tanto di saluti alla Slovenia, oggi infilzata dall’Inghilterra di Capello che a sua volta si è qualificata in virtù del provvidenziale gol messo a segno da Defoe, condannando proprio Handanovic & c.. Sono proprio le favorite della vigilia quindi a passare il turno, un po’ come accaduto ieri nel girone di Argentina e Sud Corea.

La classifica finale del raggruppamento C vede allora prevalere gli USA con 5 punti, primi per la differenza reti sui britannici; Slovenia 4, Algeria 1.

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Grecia-Argentina 0-2: Demichelis spiana la strada del terzo successo consecutivo

L’Argentina batte 2-0 la Grecia e chiude il girone a punteggio pieno. Una partita mai decollata su ritmi sostenuti, con la formazione dell’ultra 70enne Rehhagel ermetica, col solo Samaras lasciato ad offendere nella metà campo albiceleste. Gli uomini di Maradona infatti, Veron e Messi su tutti, faticano a trovare la chiave per aprire il portone ellenico.

E’ naturale, quindi, che solo da palla inattiva, ad un quarto d’ora dalla fine, Demichelis possa spianare la strada alla vittoria dei sudamericani. Infine la rete di Palermo, anticipata da un “palissimo” di Messi, suggella il risultato e manda l’Argentina agli ottavi dove troverà il Messico.

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