Zlatan Ibrahimovic d’ora in avanti vestirà la maglia del Milan. Ma non per questo noi tifosi nerazzurri sputeremo addosso a quanto lui ha fatto per i nostri colori nei tre anni di permanenza, tra alti (molti) e bassi (qualcuno). Ibra ci ha regalato tanto calcisticamente, non solo giocate individuali, ma anche tre scudetti, su cui ha messo la sua lunghissima firma. Anche l’Inter gli ha dato tanto, inutile negarlo, afascinata dal giorno in cui venne presentato alla stampa come nuovo acquisto interista, quando esordì dicendo: “Da piccolo tifavo per l’Inter. Sono arrivato in una squadra molto forte, il mio futuro è qua”.
Parole dolorose per il popolo juventino che lo aveva battezzato nel calcio italiano e ancora si leccava le ferite del post Calciopoli, parole da interista per il Genio di Malmoe, che soddisfò nei suoi anni nerazzurri il palato dei calciofili più esigenti. Salvo fallire sistematicamente l’assalto alla Champions, torneo in cui da sempre lo svedese scende da Marte e torna a essere uno dei tanti. L’Inter gli ha dato tanto in termini di visibilità, Moratti gli ha riempito le tasche anno dopo anno.
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