Torino: chiudere in vetta

Accontentarsi mai! La A diretta è stata conquistata con una giornata d’anticipo. Benissimo, era quello che si doveva fare. Ora però l’appetito del popolo granata non è ancora sazio e serve la chiusura in bellezza: concludere il campionato da primi in classifica. Per farlo il Torino deve battere l’AlbinoLeffe, aritmeticamente già retrocessa in Lega Pro, perché ha due punti in più del Pescara, 82 a 80, ma se gli abruzzesi vinceranno con la Nocerina nell’ultima giornata di campionato allora i granata non potranno far altro che vincere a loro volta a Bergamo per alzare al cielo la coppa Ali della Vittoria.

Rolando Bianchi sicuramente non vorrà essere da meno di Doni, Giacomazzi, Gillet, Pellissier e Del Piero, i capitani di Atalanta, Lecce, Bari, Chievo e Juventus, che lo hanno preceduto nel ricevere la coppa che spetta, dalla stagione 2006-2007, a chi vince il torneo di serie B, così come Ventura vorrà emulare Colantuono, De Canio, Conte, Iachini e Deschamps, certamente tutti i giocatori del Torino hanno intenzione di concludere in bellezza la stagione, per cui, accantonati i festeggiamenti, si concentreranno su questo traguardo finale.

Oltre tutto battere l’AlbinoLeffe e vincere il campionato sarebbe la dimostrazione sul campo che questa squadra ha acquisito la giusta mentalità, quella di lottare fino alla fine, di dare il cento per cento, di non accontentarsi, di voler migliorarsi sempre. Insomma quello che Ventura predica fin dal suo arrivo e che con determinazione ha trasmesso ai giocatori. Ora tocca a loro nell’ultima giornata far vedere a tutti che l’aver raggiunto l’obiettivo stagionale non ha fatto staccare la spina, ma li ha caricati ulteriormente per prendersi anche la consacrazione finale: la differenza fra essere giocatori del Torino e essere da Toro è proprio questa.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]

Livorno: le ipotesi salvezza

Livorno – Il campionato di serie Bwin è arrivato in prossimità dell’ultima giornata e sostanzialmente gli unici verdetti ancora da emettere riguardano la coda della classifica. Con Albinoleffe e Gubbio già matematicamente condannate alla LegaPro, rimane da stabilire la terza squadra che retrocederà direttamente e le due formazioni che si giocheranno la salvezza ai playout. Cerchiamo di capire più da vicino qual è la situazione della squadra amaranto.

Il Livorno si salva se :

1) Vince contro il Grosseto;

2) L’Empoli perde contro il Cittadella;

3) Il Livorno pareggia contro il Grosseto e l’Empoli pareggia contro il Cittadella;

4) Il Livorno perde contro il Grosseto con uno scarto non superiore alle 10 reti e l’Empoli pareggia contro il Cittadella. In caso di arrivo a parità di punti fra azzurri ed amaranto, conterebbe infatti la differenza reti generale, visto che gli scontri diretti fra le due squadre sono finiti entrambi in parità. E al momento la differenza reti vede il Livorno a -2 e l’Empoli a -12 (che in caso di pareggio con il Cittadella rimarrebbe invariata);

5) il Livorno pareggia, il Vicenza perde a Reggio Calabria e la Nocerina non vince a Pescara. In questo caso infatti il Livorno, a prescindere dal risultato dell’Empoli, metterebbe 5 punti tra sé e la quart’ultima, scongiurando quindi l’ipotesi dei playout.

Per il Livorno sono del tutto ininfluenti i risultati delle altre due squadre, Ascoli e Bari, che teoricamente sono ancora invischiate nella lotta salvezza. Il Bari si trova infatti a quota 47, per cui il Livorno potrebbe scavalcarlo solo in caso di vittoria, ma questa abbiamo già detto che vale la salvezza a prescindere; l’ipotesi invece di un arrivo al quint’ultimo posto a pari merito a quota 46 fra Ascoli e Livorno, con meno di 5 punti sulla quart’ultima (possibile in caso di sconfitta dei marchigiani a Padova, pareggio degli amaranto, vittoria dell’Empoli, risultato positivo del Vicenza e/o vittoria della Nocerina), condannerebbe ai playout i ragazzi di Perotti, che contro l’Ascoli hanno perso sia al Picchi che al Del Duca.

Ricordiamo che se il Livorno perde e l’Empoli batte il Cittadella, per gli amaranto i playout sarebbero sicuri, indipendentemente dai risultati di Vicenza e Nocerina (anche se i risultati di queste squadre sarebbero determinanti per stabilire l’avversario da affrontare nello spareggio).

Quindi, riepilogando: battiamo il Grosseto e non pensiamoci più; in alternativa auguriamoci che il Cittadella non perda ad Empoli, oppure che la Reggina sconfigga il Vicenza e contemporaneamente il Pescara di Zeman festeggi la promozione in serie A senza perdere davanti al proprio pubblico contro la Nocerina.

[Claudio Marchini – Fonte: www.amaranta.it]

Samp, Iachini: “Dovremmo affrontare il Pescara con l’applicazione, l’organizzazione e lo spirito che ci hanno permesso questa rimonta”

Era una Samp completamente diversa quella che cinque mesi fa sfidò timida e impaurita il Pescara di Zeman all'”Adriatico”. Terminò 1-0 per i padroni di casa grazie ad un gol di Sansovini. A due giornate dal termine della stagione regolare la Samp incontra di nuovo gli abruzzesi dopo un girone passato all’inseguimento del sesto posto, ritrovando sulla strada determinazione, gioco e carattere, caratteristiche trasmesse dal proprio timoniere, mister Iachini, il quale nella consueta conferenza stampa pre partita, ha suonato la carica:

“Dobbiamo continuare sulla strada intrapresa – ha riportato il sito ufficiale della società -. Domani ci aspetta un impegno difficile, affronteremo una squadra ben rodata, che si conosce e che ha avuto tempo e modo di affinare i meccanismi grazie al gran lavoro di un allenatore come Zeman. Sarà una partita che dovremmo affrontare con l’applicazione, l’organizzazione e lo spirito che ci hanno permesso questa rimonta”.

Non ha mai nascosto la sua stima per il tecnico boemo. “Zeman lo reputo un maestro per quello che ha portato nell’ambiente calcio. È un allenatore che ammiro particolarmente e in diverse situazioni ho fatto come lui il 4-3-3: a Piacenza, a Verona, anche a Brescia e qui nelle prime partite. È un modulo che mi piace molto; ma al di là dell’aspetto tecnico Zeman lo stimo come persona, dice sempre quello che pensa, ha grande spessore umano”.

Che ne pensa dell’affiatamento dei biancazzurri in lotta per la promozione diretta? “Il Pescara è partito da luglio con determinate metodologie, ha avuto mesi per portare avanti dei concetti, per migliorare, per correggere gli errori. Noi, di contro, abbiamo dovuto accelerare il nostro processo di crescita, andando sempre a 300 all’ora e velocizzando l’apprendimento. Per come ragiono io anche se vinci una partita 7-0 c’è comunque qualcosa da rivedere. Non credo alla perfezione, ma penso che abbiamo ancora margini di miglioramento”.

Ha pensato a qualche contromisura particolare in settimana? “Noi fin dall’inizio parliamo di noi stessi, pensiamo a scendere in campo e a fare la nostra partita. Poi ci sono aspetti tattici che si possono modificare a seconda dell’avversario ma non influiscono troppo sulla nostra preparazione”.

Quanto influisce invece giocare in posticipo rispetto alle altre? Il varesino Maran si è lamentato. “Posso anche essere d’accordo col mio collega, ma questa è una realtà. È capitato anche a noi a Modena di anticipare. Volenti o nolenti dobbiamo adeguarci a questo calcio moderno, farci trovare pronti e allenarci e fare il meglio possibile quando siamo chiamati a giocare”.

Che idea si è fatto del rinvio della sentenza su Padova-Torino? “Mi hanno insegnato che le fortune non vanno costruite sulle disgrazie degli altri, da sportivo le ho sempre conquistate sul campo. Noi dobbiamo lavorare in quest’ottica”.

Passando a voi. Come stanno gli acciaccati? Eder? Percentuali di averlo a disposizione? “Percentuali sul recupero di Eder non se ne possono fare. Abbiamo ancora un allenamento, vedremo le valutazioni dello staff medico e poi si deciderà il da farsi. Munari, Obiang e Soriano sembrano sulla strada del recupero, le loro situazioni stanno migliorando notevolmente, ma pondereremo anche in questo caso. Siamo in un momento del campionato in cui va prestata attenzione su tutto. Valuteremo: se non ci saranno problemi magari Eder andrà in campo”.

La staffetta sulla trequarti sarà riproposta o crede che Juan Antonio e Foggia possano davvero coesistere? “Li conosco bene e conosco le qualità di entrambi. È chiaro che di volta in volta ho scelto o uno o l’altro, ma non è detto che non possano giocare insieme. Se parte uno titolare non è penalizzante per l’altro o viceversa. Non è detto che quello che va in panchina è meno bravo di quello che sta fuori anche perché mi riservo sempre qualche asso nella manica per cambiare la partita, per incidere su alcune situazioni. Abbiamo affrontato un certo tipo di campionato, ho valutato vantaggi e svantaggi. Ogni partita è diversa dall’altra, la filosofia è una soltanto: io penso al bene della squadra, non a quello del singolo”.

Un concetto che i suoi ragazzi sembrano aver appreso. Concorda? “Sì, una delle più belle cose è aver dato una certa mentalità a un gruppo che ha lasciato da parte gli aspetti individuali. Abbiamo abbassato l’età media, sono subentrati tanti giovani che sono il presente e il futuro della società e dei nostri tifosi. I più esperti poi hanno fatto da chioccia nel migliore dei modi. Solo questa è la strada dei risultati. Vedere un pubblico come il nostro soddisfatto per come scendiamo in campo ci inorgoglisce e ci dà ancora più spinta per continuare il nostro cammino”.

[Filipppo Montelatici – Fonte: www.sampdorianews.net]

Champion’s League 2012/2013: sguardo al futuro tabellone

Il quadro della prossima Champions League è quasi completo e per l’Udinese la certezza di giocare il 21 o 22 agosto l’andata del playoff. Chi sono gli avversari?

Già qualificati Tottenham, Malaga, Lille e Borussia Monchengladbach. Queste quattro squadre, in virtù della posizione nel ranking della propria nazione (Inghilterra, Spagna, Francia e Germania) esordiranno anch’esse come l’Udinese il 21 e 22 agosto.

A far compagnia alle 5 squadre usciranno le vincitrici dei playoff fra altre 10 squadre, che si affronteranno il 31 luglio/1° agosto e 7/8 agosto. Di queste 10 sette sono già note: Sporting Braga (Portogallo), Spartak Mosca (Russia), Dinamo Kiev (Ucraina), Feyenoord (Olanda), Fenerbahçe (Turchia), Motherwell (Scozia), Bruges (Belgio). Ad esse si aggiungeranno le seconde in classifica di Romania, Grecia e Danimarca.

Nel campionato rumeno mancano ancora 2 partite che verranno giocate fra giovedì e domenica. A oggi lo scenario vede il Cluj primo con 67 punti, seguito dal Vaslui a 64 e dallo Steaua a 62. Speranze per acciuffare il secondo posto anche per Dinamo Bucarest (59) e Rapid Bucarest (58).

In Grecia, già laureatosi campione l’Olympiakos, è in corso un minitorneo fra le migliori piazzate del campionato, per stabilire chi andrà ai preliminari: anche qui mancano due turni che si disputeranno fra oggi e domenica. Al momento è tutto molto incerto, col Panathinaikos che sarebbe virtualmente ai preliminari con 8 punti, anche se il Paok Salonicco gli è attaccato a un punto di distanza. Speranze anche per AEK Atene (6 punti) e Atromitos (5).

Per finire, in Danimarca. Il paese scandinavo sarà l’ultimo a rendere nota la classifica poiché la stagione si chiuderà mercoledì 23 maggio. Mancano ancora due turni e la lotta per il primo e secondo posto è ristretta a due squadre: Copenaghen, primo a 63 punti, e Nordsjælland, secondo a 62. Le ultime due partite sanciranno il campione di Danimarca e chi delle due andrà di conseguenza direttamente alla fase a gironi e chi dovrà passare attraverso le forche caudine degli spareggi.

[Sito Ufficiale Udinese Calcio – Fonte: www.udinese.it]

Inter: Destro attaccante del futuro neroazzurro

È Mattia Destro l’attaccante nerazzurro del futuro. La società ha deciso di puntare fortemente su di lui, su quell’attaccante che nel gennaio 2011 fu girato alla Genoa per acquistare Andrea Ranocchia. Si vuole riportare indietro il figliol prodigo, esploso nell’ultimo campionato a Siena sotto la guida di Giuseppe Sannino, maestro di calcio e abile plasmatore di giovani talenti. I suoi tredici gol stagionali hanno confermato a pieno tutte le sue potenzialità che hanno affascinato gli osservatori nerazzurri. Marco Branca ha già buttato le basi per la trattativa con il presidente rossoblu Enrico Preziosi, col quale si deve trovare un accordo, con l’inserimento di contropartite tecniche.

Destro, a metà tra Siena e Genoa, verrà riscattato dal club ligure. Motivo per cui i nerazzurri stanno trattando direttamente con il presidente genoano, cercando di sfruttare anche una prelazione morale, una promessa di riacquisto, strappata quando Mattia venne sacrificato nell’ambito dell’affare Ranocchia. L’Inter lo ha scelto come il vice di Diego Milito e farà di tutto per riportarlo ad Appiano Gentile. Si parlava di contropartite tecniche e uno dei sacrificabili sull’altare della trattativa potrebbe essere Juraj Kucka: il centrocampista slovacco è per metà nerazzurro.

Insieme alla seconda metà dello slovacco, Samuel Longo, anche lui in comproprietà con il club genovese, potrebbe passare in riva al Mar Ligure. L’Inter, per non rischiare di perderlo in futuro (è considerato un prospetto interessante) potrebbe cambiare lo status della comproprietà in un semplice prestito, lasciando così il ragazzo libero di fare esperienza e tornare alla base, quando si sarà fatto le ossa.

Scelte le pedine di scambio, si deve limare l’aspetto economico. I genoani valutano Mattia 20 milioni di euro, i nerazzurri 15. Considerando perciò gli inserimenti di Kucka, Longo e magari di un altro giovane Primavera, la distanza tra le parti sarebbe quantificabile a circa 10 milioni  di euro. Una distanza che Massimo Moratti sarebbe disposto a colmare per poter riportare indietro un talento che ha davanti a sé un grande futuro, lasciato andare via troppo presto in passato.

[Alberto Casavecchia – Fonte: www.fcinternews.it]

Ventura: “Lo spettacolo di ieri sera è stato assolutamente straordinario e ho avuto la sensazione che la squadra e il pubblico fossero un tutt’uno”

Soddisfatto l’allenatore del Torino per la vittoria sul Sassuolo, anche se invita a tenere i piedi per terra perché mancano due punti per essere certi della A diretta. Questo per Ventura è il campionato dei giocatori e dei tifosi. Il vero Torino per il mister è quello che si è visto nella gara di ieri sera. Alla fine dell’intervista l’allenatore granata si lascia andare ad una battuta sulla sentenza del 18 sul black out di Padova , mentre prima ne aveva fatte con il presidente Cairo sul rinnovo del contratto.

Anche Lei è stato visto in abbigliamento meno impeccabile del solito (così come il presedente Cairo) dopo la partita dove indossava la divisa societaria, si è cambiato vestendo la tuta con la maglia bianca e la felpa granata, vittima di gavettoni nello spogliatoio?

Cairo che dopo la sua intervista si è fermato ad ascoltare quella a Ventura prende la parola.
“Ma come meno impeccabile del solito? È elegantissimo: bianco su granata”.

Poi inizia a parlare Ventura.
“Per uno estremamente depresso come sono io (ride, ndr) direi che ho voluto dare un tocco di allegria, ho cercato di rendermi un pochino più brillante no? e quindi spero che questi colori mi donino. Adesso parlando seriamente, non abbiamo ottenuto ancora niente, ma il passo di ieri sera è stato veramente importante perché non solo abbiamo conquistato tre punti, ma abbiamo battuto una squadra che aveva perso due sole partite in trasferta, una a Verona e l’altra a Pescara, noi ieri oltre ai tre gol abbiamo preso un palo (Vives, ndr) e abbiamo annichilito la partita sul piano tattico e fisico. Tutto ciò è avvenuto esattamente due giorni dopo il dramma (il mister sottolinea la parola con la voce drammatica, ndr) di Pescara, quel dramma che ci aveva cancellato la possibilità di andare in serie A”.

Quanto vi aveva condizionato quel gol preso sullo scadere del primo tempo all’Adriatico?
“No no, il Pescara aveva vinto meritatamente perché noi avevamo fatto una partita sotto tono e quando ci capita si deve avere l’umiltà di dirlo, ma queste sono cose che accadono in serie B. Quello che volevo dire sono due concetti fondamentali: questo è il campionato dei giocatori perché i giocatori hanno sopportato molto più di quello che voi (riferito ai giornalisti, ndr) possiate immaginare e hanno superato momenti di una difficoltà mostruosa; questo è il campionato della società, che però è a parte, e questo è il campionato del pubblico che ha dato la prima risposta quando si diceva di non andare allo stadio e nella prima partita di Coppa Italia sono venuti in quindici-sedici mila e non hanno più smesso di venirci. Lo spettacolo di ieri sera è stato assolutamente straordinario e ho avuto la sensazione che la squadra e il pubblico fossero un tutt’uno. Alla mia prima conferenza stampa mi era stato detto che non c’era più niente e io ho detto che il vero obiettivo non era andare in serie A, ma riaccendere una cellula granata per poter tornare ad essere orgogliosi di essere tifosi del Toro. Io credo che adesso questa cellula sia viva, dobbiamo solo continuare, e da solo mi è difficile, ad innaffiarla. Il secondo concetto è che: dopo aver visto tre giorni fa un buon quaranta per cento della popolazione di Torino festeggiare, sarebbe bello che l’altro sessanta per cento tinteggiasse la città di granata e speriamo di poterlo fare al più presto”.

Come spiega il differente atteggiamento in campo dei giocatori fra sabato e ieri, sembravano due squadre diverse.
“È cambiato che il Pescara non ha fatto un gol al Livorno quint’ultimo in classifica. In serie B a volte tiri, tiri, tiri e noi delle ultime sei partite ne abbiamo vinte cinque e questo significa essere sempre sul pezzo e ci sta anche di toppare una gara per merito della squadra avversaria, questo fa parte del calcio. Il Verona ha pareggiato con l’AlbinoLeffe, il Sassuolo ha preso da noi tre gol e fino a ieri tutte queste squadre erano la meraviglia delle meraviglie, il Verona è venuto qui e ha dato spettacolo e adesso sta cinque punti sotto di noi, mentre noi siamo dalla prima di campionato ai vertici della classifica a Torino e non dalle altre parti dove si sa perfettamente che il discorso è leggermente diverso. I colleghi di Pescara mi dicevano che avevano subito quattro sconfitte consecutive, domandiamoci se questo fosse avvenuto qui e se avessimo potuto presentarci in campo. Torino è una piazza importante e quindi con difficoltà diverse rispetto alle altre città. Il Torino è una squadra che è in testa dall’inizio e quindi ci può stare un inciampo, ma la risposta è quella di ieri sera, la risposta di una squadra che sembrava stanca, qualcuno dopo aver visto la partita con il Sassuolo può dire che il Torino è una squadra stanca? Dopo Pescara i giocatori sembravano demotivati, ieri lo sono stati? Sembravano ormai in crisi morale e psicologica, quelli di ieri sera sono giocatori in crisi? Quello di ieri sera è il Torino”.

Il forfait di Di Cesare all’ultimo minuto è sembrato non mettere in imbarazzo nessuno.
“Questo è la conferma, come il discorso di Guberti lo abbiamo perso per sette mesi, ma sembrava la normalità, ieri abbiamo perso Bianchi dopo dieci minuti e Di Cesare che era il terzo centrale che ci mancava perché non avevamo neanche Glik e Pratali e Darmian ha disputato la sua prima partita da centrale, però questo è solo lo spirito che abbiamo creato all’interno del gruppo dove non c’è più l’io bensì il noi. Ieri ha giocato il Torino non Paolo o Francesco, ha giocato il Torino e lo ha fatto da Torino. Questo era quello che volevano i tifosi del Torino e questo è quello che gli abbiamo dato”.

Che problemi hanno Di Cesare e Bianchi?
“Bianchi ha sentito tirare il flessore, oggi starà a riposo e domani farà gli accertamenti. Per Di Cesare stesso discorso, durante il riscaldamento ha sentito una contrattura”.

Sembra che ci sia anche la voglia di vincere il campionato e di alzare una coppa al cielo (coppa Ali della Vittoria) e pare che si possa farlo con una giornata d’anticipo.
“È difficile perché non ci sono mai riuscito alla penultima, ma sempre all’ultima”.

Ma c’è sempre una prima volta.
“Infatti, io spero di riuscirci. Il presidente dice non accetto l’ultima e voglio la penultima e io cerco di farlo felice, nella speranza sempre che poi si ricordi …… (risate generali anche del presidente Cairo che era rimasto accanto a Ventura, ndr). Vediamo sembra che abbiamo vinto qualche cosa e in realtà non abbiamo vinto niente, era giusto che i giocatori avessero mezz’ora di gioia e oggi riprendiamo ad allenarci perché abbiamo domenica una partita, facile o difficile dipenderà molto da noi, però abbiamo voglia di farla”.

C’è la possibilità che la gara con il Modena venga spostata per questioni di ordine pubblico (alla sera ci sarà la finale di Coppa Italia fra Juventus e Napoli), i giocatori sono in grado di giocare eventualmente sabato o preferireste scendere in campo in posticipo lunedì?
“Diventa difficile fare un commento su una cosa che è solo ipotetica e su cui non c’è ancora nessuna ufficialità. Può darsi anche che il 18 (verrà discusso alle ore 10 il ricorso presso l’Alta Colte del Coni, presieduta da Riccardo Chieppa, presentato dal Torino Fc contro la Figc sulla vicenda del black out della partita d’andata con il Padova con i tre punti prima assegnati al Padova poi al Torino e di nuovo al Padova nei precedenti gradi di giudizio, ndr) ci sia una sentenza che ci tolga tutti i pensieri, mai dire mai”.

Tra il rigore non dato a Varese e i tre punti con il Padova il campionato per il Torino sarebbe già stravinto.
“I campionati non si stravincono mai, si vincono e per farlo bisogna fare un punto in più degli altri e a noi ne mancano due per avere serenità e certezze e quindi lavoriamo per questo”.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]

Torino-Sassuolo 3-0: i granata si riprendono la vetta

Sfida di altissima classifica all’Olimpico di Torino, dove si sfidano i granata di Ventura ed il Sassuolo di Pea. In caso di vittoria dei neroverdi, la promozione diretta dei padroni di casa sarebbe messa seriamente in pericolo, mentre in caso di trionfo granata, la Serie A sarebbe davvero ad un passo. Per gli emiliani occasione unica di avvicinarsi alla massima serie, vincendo infatti Pea si porterebbe al secondo posto dietro il Pescara.

La partita inizia subito sotto il segno dei rispettivi uomini copertina. Nel Sassuolo ci prova Sansone con un sinistro da fuori che tuttavia non preoccupa Benussi, nel Torino invece Meggiorini e Bianchi scambiano bene ed il Capitano granata cerca anche il gran goal da fuori area al 13′, non trovando però la porta di Pomini. È l’ultima azione della partita per Bianchi, costretto a lasciarla per infortunio muscolare sette minuti dopo: al suo posto Antenucci. Il Toro va vicinissimo al vantaggio un minuto dopo: prende palla al limite dell’area, gira su stesso alla ricerca di compagni ed infine conclude con il destro. A Pomini battuto è il legno alla sua sinistra a salvare il Sassuolo. La parità tuttavia non è destinata a durare: alla mezz’ora infatti è D’Ambrosio a sbloccare la gara con un colpo di testa potente sotto misura su calcio d’angolo battuto da Vives dalla sinistra. Il Sassuolo risponde rendendosi pericoloso con i corner di Sansone, sui quali la difesa difende malissimo. Piccioni chiede anche un rigore per tocco di mano di Ogbonna, ma Pinzani è irremovibile, tanto da ammonire Terranova per proteste. Pochi minuti dopo giallo anche per Valeri, entrambi diffidati, salteranno la Reggina. Il primo tempo si chiude senza ulteriori sussulti.

Pea cambia negli spogliatoi, mandando a far la doccia Bianchi ed inserendo il più offensivo Troianiello al suo posto, nel tentativo di sbilanciare la squadra. Missione fallita, perchè al primo affondo il Toro raddoppia. Punizione di Parisi, che Pomini devia bene ma sul pallone si avventa Antenucci che rimette in mezzo in favore di Basha: destro preciso e potente che significa 2-0. Il Sassuolo avrebbe anche l’occasione di rimettersi in partita, dieci minuti dopo, quando lo stesso Basha stende Troianiello in area, regalando agli emiliani il calcio di rigore con cui riaprire la sfida, ma Sansone sciupa tutto dal dischetto. Il numero 12 neroverde conclude potente ma altissimo, divorandosi così l’occasione di accorciare le distanze e giocarsi la partita fino in fondo. Ed a 10′ dal termine arriva la punizione per i troppi errori degli ospiti: il solito Vives ruba palla a sinistra, mette in mezzo per Meggiorini che batte Pomini con un sinistro preciso che si insacca sul secondo palo. I cambi finali non modificano gli equilibri della partita, che termina dunque 3-0.

Il Torino da una bella risposta alla brutta sconfitta subita a Pescara, tornando al primo posto solitario grazie alla convincente vittoria contro il Sassuolo terzo in classifica. Una vittoria convincente, che leggittima di fatto una promozione ormai vicinissima, viste le rocambolesche sconfitte subite con le altre pretendenti alla A, Pescara e Verona. Finalmente arriva una vittoria anche in uno “scontro diretto” e per la promozione serve solo un’altra vittoria. Passo indietro notevole per il Sassuolo, che vede allontanarsi la promozione diretta nonostante la contemporanea sconfitta del Pescara. Con la Reggina inoltre mancheranno due pilastri quali Valeri e Terranova.

Torino-Sassuolo 3-0 (30′ D’Ambrosio, 51′ Basha, 80′ Meggiorini)

[Simone Lorini – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]

Bologna, Cecconi: “Occorre migliorare l’efficacia del gioco offensivo. Interessante Antonucci”

Game over. Il Bologna termina la stagione con una sconfitta al Tardini di Parma senza però demeritare. 51 punti, 50 dei quali conquistati da Pioli con cinque partite in meno, in virtù dell’inizio di Bisoli. Dai un voto alla stagione rossoblu. È inevitabile dividere la stagione in 2 parti: alla prima darei 5 e alla seconda un bel 7 pieno.

Taider, grandissima partita e non è la prima volta. Soli diciannove anni ma già sembra un giocatore navigato. Può il Bologna puntare su lui il prossimo anno come titolare? Direi di sì, è maturo e ha una buona gestione della palla. Attenzione però che non ha il la copertura di campo e il recupero palla di Mudi e/o Perez che sono stati la forza di questo Bologna, soprattutto nella fase difensiva ma anche in quella offensiva perché spesso le azioni pericolose del Bologna sono nate dalla conquista del pallone diretta o indiretta di questi due. Nella costruzione della squadra e nella mentalità di gioco da dare queste caratteristiche di Taider, nel caso venga deciso di partire con lui titolare, vanno prese molto in considerazione.

Chi è stata la sorpresa di questa squadra e da chi invece ti aspettavi qualcosa di più? Devo dire che la sorpresa è stata la continuità di Diamanti. Fino a oggi aveva fatto vedere le sue potenzialità a tratti mentre quest’anno è riuscito a giocare sempre ad alto livello. Personalmente mi aspettavo qualcosa in più da Gimenez che l’anno scorso aveva fatto vedere qualche giocata importante.

Ora è tempo di pensare al dopo Di Vaio. C’è un giocatore che trovi adatto a sostituire Marco per caratteristiche? No, come ho detto più volte, un attaccante con le stesse caratteristiche di Marco non esiste. Uno che non mi dispiace che lo avvicina è Antenucci del Torino; ha qualcosa in più nel dribbling ma qualcosa in meno nello smarcamento in profondità e nel fiuto del gol ma potrebbe essere un buon sostituto a un prezzo giusto per il Bologna.

In entrata appaiono già sicuri i nomi di Riverola, Facundo Piriz, Bueno e Radakovic. A tuo avviso di cosa necessita il Bologna per poter ambire ad un campionato da ottavo-decimo posto e l’attuale società può garantirlo?
Non saprei. Questi nuovi arrivi non li conosco ma se sono stati presi vuol dire che sono giovani di prospettiva e bisogna essere fiduciosi. Per ambire a qualcosa di più credo che il Bologna debba migliorare l’efficacia del gioco offensivo quando deve comandare, rischiando qualcosina in più, tipo Udinese e Catania. Quest’anno era efficace quando giocava in ripartenza. Le potenzialità economiche di questa società non le conosco ma garantire un piazzamento credo non lo possa fare nessuno, anche potendo spendere di più.

Non vivendo a Bologna seguirai marginalmente la questione societaria ma forse proprio per questo ti sarai fatto una idea più giusta rispetto chi invece la vive quotidianamente. Cosa pensi della lettera dell’advisor Tamburi, il più importante senza dubbio in Italia e quotato in borsa e cosa del fatto che in questa richiesta di trattare non vi sia il nome del cliente? Infine, Guaraldi minimizza questo interesse. Come si deve analizzare la situazione? E’ difficile dare giudizi su questa cosa. Credo però che l’advisor Tamburi sia una società molto seria che se si espone vuol dire che rappresenta un cliente altrettanto serio che in questi casi è prassi tenere riservato. Se i proprietari del Bologna non vogliono vendere basta rispondere in tal senso se invece c’è interesse a vendere si dà la propria disponibilità e si va avanti nella trattativa. Credo che Guaraldi minimizzi perché lui non vuole vendere.

[Mario Sacchi – Fonte: www.zerocinquantuno.it]