Iachini è pronto per Bari: “Fare di tutto e di più per cercare di far risalire questa squadra”

Le parole sono decise, i concetti molto chiari: è questo il Beppe Iachini che si è presentato questa mattina al termine della rifinitura nella sala stampa del “Mugnaini” in vista del suo esordio sulla panchina blucerchiata domani pomeriggio in quel di Bari.

Come si sposa il lavoro che ha iniziato a fare con l’urgenza dei risultati?
“E’ chiaro che si coniuga in maniera di un allenatore che subentra. Mi è già successo in passato a Brescia trovando delle situazioni magari dove c’era da lavorare sotto certi aspetti, ci vorrà un po’ di tempo. Nel frattempo noi dobbiamo cercare di coniugarci dentro dei risultati, faremo di tutto perché questo possa avvenire, ma nello stesso tempo non possiamo andare a non pensare di lavorare, se oggi pensassi di tenere la squadra anche leggera per andare ad affrontare la partita di domani quando arriviamo a febbraio, marzo, aprile, maggio non ci siamo. E invece è lì che noi dovremo andare a staccare a cercare di andare a giocarci le chances per la risalita verso la vetta del campionato. Io so dove la squadra deve arrivare, me lo dice il lavoro, me lo dice l’esperienza e quindi abbiamo già iniziato a mettere i primi paletti, i primi lavori sotto tutti gli aspetti, sotto l’aspetto tecnico-tattico e sotto l’aspetto fisico”.

Come stanno i giocatori di cui aspettava notizie?
“Questa è una cosa che ha accompagnato i primi giorni del mio lavoro e di questo dovrò valutare dopo l’allenamento, perché alcuni hanno fatto l’allenamento completo tra ieri e oggi. Poi tra stasera e domani mattina sentirò lo staff medico e poi valuterò l’impiego di uno piuttosto dell’altro proprio sulla fase anche di queste valutazioni che verranno dallo staff medico, anche perché quando si arriva così qualche ragazzo può aver svolto un certo tipo di lavoro che io in particolare non conosco o viene da una problematica di infortunio e io voglio capire bene bene quello che è stato fatto, poi sulla base di questo prenderò una decisione”.

Pozzi più si che no?
“Pozzi è uno di quei 3 ragazzi che ha lavorato, poi anche in maniera differenziata e poi ha partecipato all’ultimo allenamento. Vediamo dopo l’allenamento di oggi, domani mattina, come starà e poi con lo staff medico vediamo. Io in genere non amo mandare in campo giocatori che sono a rischio, nel senso che sono a rischio di un infortunio per poi magari andarli a perdere per 4 o 5 partite perché il campionato non finisce domani, è molto lungo e quindi in questo senso dovremo lavorare perché poi quando c’è un infortunio è chiaro che un giocatore va a perdere una condizione, una possibilità di lavorare in un certo senso per migliorare le sue prestazioni e quindi fermarsi è una cosa negativa. Non dovremo rischiare queste cose, chi andrà in campo è perché potrà andarci, poi vedremo per quanto tempo”.

Come ha recepito la lettera degli Ultras?
“Mi ha fatto piacere, perché è una lettera di benvenuto e quindi li ringrazio per questa accoglienza e per le belle parole che nello stesso tempo cercherò con il lavoro, l’ho già detto alla presentazione non sono uno da voli pindarici, credo nel lavoro, credo nella concretezza, credo in quello che ci sarà da fare sul campo, so quello che devo andare a fare. È chiaro, non ho una pillola che all’improvviso fa cambiare le cose perché ripeto siamo in una certa situazione di classifica (tre punti dai playoff) e quindi sto lavorando, stiamo lavorando con tutto lo staff stiamo coinvolgendo tutti  i ragazzi per far si che questo programma possa, con il lavoro e con il tempo, portarci dove noi desideriamo. La promessa alla lettera è questa: la voglia di far di tutto e di più per cercar di far risalire questa squadra, questo gruppo di ragazzi e portarlo più in alto possibile, però non mi chiedete domani, perché domani non si può fare. Perché già dai primi giorni di lavoro, leggendo un po’ la situazione ho capito che ci vorranno delle settimane lavorative importanti”.

Si è parlato in questi giorni di 4-3-3. Lei che modulo ha elaborato?
“Valutando un po’ le caratteristiche di questa squadra, di questi ragazzi, tra virgolette ci può stare questo schieramento iniziale, in alcuni versi perché assomiglia in parte a quelle che sono le caratteristiche dei giocatori con cui ho vinto il campionato a Chievo. Però nello stesso modo non è che io sia chiuso sul modulo, l’allenatore deve valutare le caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione poi sulla base di quelle deve costruirci il vestito, avere un’organizzazione di gioco alla squadra, un modulo giusto che riesca a far portare a casa i risultati. Una squadra equilibrata, una squadra che abbia gioco, una squadra che abbia gioco, una squadra che abbia fase offensiva e fase difensiva. E quindi in questo senso stiamo lavorando. Le prime indicazioni dicono questo, mi fanno pensare a questa soluzione qui, con varianti nel tema tattico perché abbiamo nelle corde anche di poter variare qualcosina però strada facendo valuteremo queste cose e vedremo se possono essere giuste o vanno variate”.

Domani quanto si può vedere di Iachini nella Samp, sia dal punto di vista tattico sia mentale?
“Se devo rispondere con il cuore, rispondo che mi auguro che si veda tanto. Se poi devo rispondere con la ragione dopo 3 giorni e mezzo di lavoro, dico che aspetto a dirlo dopo la partita, perché magari dopo la partita potremo verificare. Perché quando tu arrivi è chiaro che lanci degli imput e come ho detto all’inizio a me non piace mandare in campo la squadra facendo dei numeri, la squadra sa quello che deve fare quando va in campo, le mie squadre sono sempre andate in campo sapendo quello che dovevano fare nella fase di possesso e nella fase di non possesso, e proprio sarà interessante andare a valutare quello che magari hanno recepito in 3 giorni e mezzo, ma sarà molto difficile, ma nel frattempo mi interessa che la squadra abbia subito un atteggiamento da squadra in campo, organizzata e faccia intravvedere quel qualcosa che ha recepito in questi giorni di lavoro, poi abbiamo tanto tempo davanti per lavorare e fare strada”.

Che Bari si aspetta?
“Il Bari è una squadra tosta, è una squadra che è appena retrocessa dalla serie A, che ha costruito una squadra con un mix di giocatori che hanno grande esperienza, che hanno grande qualità e altri giovani con grande entusiasmo. Hanno un allenatore bravo, una società comunque forte, perché hanno risolto anche in settimana delle problematiche relative alle pendenze economiche, quindi alla fine c’è sempre dietro una famiglia che per il Bari è sempre stata una garanzia, quindi sicuramente un ambiente caldo. Ma noi queste cose ce le dobbiamo aspettare, una squadra che sta attraversando un buon momento, che ha fatto un ottimo risultato con la prima in classifica quindi una squadra che sa il fatto suo, una squadra che lavora insieme da tanti mesi. E noi sappiamo che le squadre aspettano la Sampdoria come se fosse la partita dell’anno, quindi noi dobbiamo andare in campo sapendo questo e nello stesso tempo calarci nella parte nella maniera giusta sia a livello mentale, sia a livello di organizzazione”.

Si può dire che la Samp a Bari sia più attenta a non perdere piuttosto che a vincere?
“A me non mi interessano questi discorsi, il campionato è lungo abbiamo davanti a noi tante partite, noi pensiamo a fare quello che dobbiamo fare, a fare la nostra partita con quello che abbiamo preparato con quello che abbiamo iniziato anche a parlarci con la squadra”.

Si è fatto un’idea di quali siano i problemi della Samp e di come si possono risolvere?
“Io posso dire solo questo: io ho le idee chiaro, dopo 3 giorni e mezzo. Quindi vi dico che ci vorrà un po’ di pazienza e un po’ di tempo, poi avremo la squadra che aspettate e che mi aspetto anche io. E quindi so già cosa serve perché abbiamo già fatto delle valutazioni sia sul piano tattico sul piano fisico quindi abbiamo iniziato a mettere dentro dei mattoni per la costruzione di questa casa ed è chiaro che ci vorranno delle settimane prima che tutto diventi automatico, ci vorrà solo tanto lavoro e noi abbiamo iniziato”.

[Andrea Piras – Fonte: www.sampdorianews.net]

Maniero: “Iachini era già un allenatore quando giocava. È testardo e non molla mai”

Nell’ultima puntata di Sampdoria sempre con te, il programma radiofonico di Sampdorianews.net in onda su Radio 103 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 19.30 alle 20.30 (scriveteci via sms al 338-1010360 o via email a samp@radio103.it  o contattateci su facebook), è intervenuto uno dei bomber più prolifici del calcio italiano, l’ex attaccante di Sampdoria, Venezia, Milan, Padova, Palermo e Torino Pippo Maniero, attualmente allenatore dell’Abano in Eccellenza e ai tempi del Venezia compagno di squadra del nuovo allenatore dei blucerchiati Giuseppe Iachini.

Conosci personalmente Iachini perché siete stati compagni di squadra ai tempi del Venezia. Che tipo è?: “Io l’ho avuto sia come compagno di squadra che come allenatore, perché nell’ultimo anno in serie A a Venezia Zamparini a metà campionato mandò via l’allenatore e diede l’incarico a Iachini. Era già allenatore quando giocava, perché durante gli allenamenti e i ritiri parlava più lui dell’allenatore. Si vedeva già che aveva la stoffa per fare l’allenatore. Un ragazzo testardo che non mollava di un centimetro neanche se eravamo sotto di tre gol. Questo è Beppe Iachini. Quello che faceva in campo da giocatore ora lo fa da allenatore”.

L’abbiamo detto più volte nelle ultime settimane. Il problema della Samp è più mentale che fisico. Un allenatore di temperamento come Iachini potrebbe dunque aiutare i blucerchiati a superare questo momento difficile: “Sotto questo punto di vista non ho dubbi, ci metto la mano sul fuoco. Iachini è uno che quando c’è da battagliare, battaglia. Se la società vuole un allenatore con queste caratteristiche Beppe è l’uomo ideale. Dal punto di vista tecnico la Samp non si discute, ha giocatori che andrebbero bene per la A, figuriamoci per la B. Credo anch’io che sia soltanto un problema mentale, quando parti con il favore del pronostico non è mai facile dimostrare la propria forza sul campo. Ricordo quando retrocedemmo in B con il Venezia. L’anno dopo si voleva a tutti i costi vincere il campionato. Siamo andati in serie A, ma siamo arrivati quarti (le promozioni ai tempi erano quattro e dirette, ndr), pur avendo una squadra che con la B non c’entrava nulla. A volte i nomi dei bravi giocatori vanno abbinati ad altre caratteristiche”.

Visto che vivi vicino a Padova, magari conosci personalmente Piovaccari o magari l’hai seguito negli anni del Cittadella. Secondo te perché sta facendo fatica alla Sampdoria?: “Personalmente non lo conosco, però l’ho seguito perché qui a Cittadella ha fatto veramente grandissime cose. Non so perché faccia fatica alla Samp, avrei già chiamato Iachini se lo avessi saputo (ride, ndr). Per un attaccante è diverso, se non fai gol non puoi essere giudicato come quello che fa la differenza. Piovaccari secondo me è un buon giocatore per la serie B, però d’altra parte è tutta la squadra che sta andando male. Non credo sia colpa di Piovaccari, Palombo o Maccarone. Quando ne risente la squadra ne risentono tutti i giocatori. Un giocatore da solo non può risollevare una squadra”.

Pasquale Luiso, ospite ai microfoni di Radio 103 nei giorni scorsi, ha dichiarato che Piovaccari sta incontrando delle difficoltà perché non è facile passare dal Cittadella, seguito allo stadio da 30 persone, alla Sampdoria, incitata in casa da 20 mila spettatori. Sei d’accordo?: “Penso che Pasquale abbia detto una cosa giusta, ancora di più se passi ad una squadra blasonota appena retrocessa in B che vuole immediatamente tornare in A. Logicamente il paragone tra Samp e Cittadella non esiste sotto il profilo del pubblico e della passione dei tifosi. A Cittadella veramente vanno 50 persone e a Marassi ce ne sono 20 mila ogni domenica. Però se vuoi fare il calciatore ti devi prendere anche queste responsabilità. Io ho avuto la fortuna di giocare nella Samp e quando ci arrivi ti senti giocatore. Se uno vuole fare il calciatore deve accettare i fischi quando va male e i complimenti quando va bene. Fa parte del mondo del calcio. Se vuoi sempre star tranquillo allora fai 10 anni a Cittadella dove se non fai gol non ti fischia nessuno”.

Sempre Pasquale Luiso ha dichiarato che non esistono più gli attaccanti di una volta. Ti faccio tre nomi. Batistuta, Hubner e Maniero. Concordi con Luiso? Non ce se sono più in giro?: “E’ vero, ci metterei anche Trezeguet. Il classico centravanti che stava in area di rigore e aspettava la giocata del compagno per fare gol. Ora se non fai 3 mila chilometri in una partita non sei un attaccante. Evidentemente il calcio è cambiato in questo senso e i giocatori con le mie caratteristiche in questo momento fanno fatica a giocare. Mi dispiace dirlo perché anch’io se giocassi ancora farei fatica a trovare spazio, mentre 15 anni fa di attaccanti veri e propri che facevano gol ce n’erano a milioni. E’ un calcio diverso. Basta pensare al Barcellona che fa 3 gol a partita, ma un centravanti classico non ce l’ha. L’attaccante nell’immaginario della gente è quello che fa il gol e che ti fa gioire per una partita vinta o per un gol bello. E che non ci siano più gli attaccanti che stanno in mezzo ad aspettare il pallone per far gol mi dispiace un pò. Nel calcio di oggi probabilmente farebbero fatica a trovare spazio anche i vari Batistuta, Trezeguet e Bobo Vieri. E anche Piovaccari è un attaccante che ha queste caratteristiche e probabilmente anche per questo sta facendo fatica”.
E’ rimasto solo Inzaghi a tenere alta la bandiera degli attaccanti vecchio stampo: “Si, ma anche a lui ultimamente non gli fanno fare neanche 10 minuti. Sarà difficile anche per lui in questi ultimi anni di carriera poter fare quello che ha fatto per 20 anni”.

Tornando al reparto avanzato della Samp. A gennaio riapre il mercato. I blucerchiati hanno un surplus di attaccanti con Pozzi, Bertani, Piovaccari, Maccarone, Foti e Fornaroli. Secondo te la Samp deve intervenire sul mercato per sfoltire o per rinforzare il reparto offensivo?: “A sentire i nomi, se devono rinforzare il reparto avanzato non so chi possano andare a prendere. Maccarone ha fatto benissimo in serie A e averlo in B è un lusso. Penso che sul mercato la Samp ci debba andare ben poco. Con la squadra che ha si deve solo ricompattare. Il cambio di allenatore spero dia qualcosa in più a livello psicologico e di motivazioni. Mi viene difficile pensare che una squadra così possa essere in difficoltà. E poi non è che sia a 2 punti dalla retrocessione. C’è tutto il tempo di recuperare lo svantaggio per poi giocarsi i playoff a fine campionato. Certo, però, che devono fare alla svelta. Sono i giocatori come Palombo e Gastaldello che devono trascinare i compagni di squadra con l’aiuto di Iachini. E credo proprio che Iachini la prima cosa che farà sarà quella di spronare i più vecchi, quelli che hanno più anni di calcio alle spalle.  In questo momento c’è bisogno di chi ha una certa esperienza e sa sopportare le critiche”.

Chiudiamo con la tua esperienza da allenatore. Come sta andando?: “Mi sto trovando bene, sto facendo una categoria anche abbastanza importante, perché in Eccellenza ci sono ottimi giocatori. Siamo a 4 punti dalla prima. Stiamo facendo un buon campionato e penso che questa esperienza possa essermi utile, perché da giocatore è una cosa, ma da allenatore è totalmente un’altra”.

[Mattia Mangraviti – Fonte: www.sampdorianews.net]

Il Braglia porta bene al Toro

Lo stadio Braglia di Modena sembra essere tabù per il Sassuolo quando incontra il Torino. Nei tre scontri precedenti si sono contate altrettante vittorie per i granata, al punto che il Toro sembra essere la bestia nera dei neroverdi. Nella stagione 2009/10, la squadra ora allenata da Ventura, conquistò i tre punti con un 2-3, con tante recriminazioni da parte del Sassuolo. Poche settimane dopo arrivò il bis dei granata nel ritorno della semifinale playoff. Nella scorsa stagione fun un 1-2 dove Sgrigna segnò un gol eccellente.

In totale, nei sei precedenti tra le due squadre, il Sassuolo si è imposto solo in due occasioni, mentre il Torino ha vinto tre volte, un solo match è finito in parità. E domani al Braglia scenderà il miglior Toro della serie B, ma dovrà stare molto attento, perchè il Sassuolo quest’anno punta a conquistare i playoff e non nasconde più questo obiettivo.

Salvo indicazioni dell’ultima ora dovrebbe riprendere il suo posto in attacco dal 1′ Rolando Bianchi, pronto a tornare a segnare, al suo fianco potrebbe esserci questa volta Sgrigna, insieme ad Antenucci sulla fascia, visto che si sta trovando sempre più a suo agio in questo ruolo, che non è affatto insolito per lui. Giovedì Cairo, nella conferenza stampa per presentare il main sponsor Valmora, ha detto che l’ex catanese era già stato impiegato in questo ruolo da Ventura ai tempi del Pisa. All’epoca gradiva meno questa posizione, oggi sembra trovarsi più a suo agio.

[Marina Beccuti – Fonte: www.torinogranata.it]

Bazzani: “Samp timorosa e poco brillante. Il Brescia arriva nel momento giusto”

Nell’ultima puntata di Sampdoria sempre con te, il programma radiofonico di sampdorianews.net in onda su Radio 103 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 19.30 alle 20.30 (scriveteci via sms al 3381010360 o sulla pagina facebook Sampdoria sempre con te), è intervenuto l’ex attaccante della Sampdoria Fabio Bazzani.

Cosa sta succedendo a questa Samp?: “Ci sono delle difficoltà. Sicuramente psicologiche, per la mancanza di risultati. Sono subentrate paura e ansia, fattori che se non sei abituato a gestire ti bloccano. Per questo la Samp sino ad ora non è riuscita a dimostrare in campo tutto il proprio valore. Ho visto quasi tutte le partite della Sampdoria e mi sembra di vedere una squadra timorosa, timida, che non è sicura delle proprie potenzialità, spenta, poco brillante. E in questo momento non possono di certo essere le gambe il problema. E’ un fatto di testa. La vittoria con il Crotone è comunque di fondamentale importanza. Non risolve tutti i problemi che ci sono, però può far si che la squadra si presenti a Brescia con un altro stato d’animo, con più serenità e più convinzione. Al contrario non vincere con il Crotone sarebbe stato veramente deleterio, non tanto per la classifica, quanto per il morale. Però non dimentichiamoci che la squadra è comunque al 6° posto, in zona playoff. Tutto questo nonostante le sconfitte, le brutte prove casalinghe, alcuni giocatori fuori forma e un allenatore che le sta provando tutte per trovare la quadratura, addirittura l’esclusione di Palombo. Il campionato di B è estremamente lungo e penso che appena si riuscirà a trovare un po’ di fiducia e serenità le cose possano migliorare, ritrovando anche l’appoggio totale dei tifosi che, comunque, anche martedì non hanno mai smesso di incitare la squadra”.

Approfittiamo della tua esperienza da attaccante. Perché la Samp, nonostante avesse già Pozzi, ha deciso di prendere anche Piovaccari, un giocatore che ha le stesse caratteristiche. Non si è creata una concorrenza quasi deleteria per gli equilibri della squadra?: “E’ chiaro che quando una squadra deve vincere il campionato tende a costruire un reparto avanzanto importante, con quattro attaccanti di livello che si possano sostituire vicendevolmente. E’ anche vero, però, che le caratteristiche di Pozzi e Piovaccari sono abbastanza simili e soprattutto Piovaccari, che l’anno scorso ha vinto la classifica cannonieri, non è mai stato abituato ad essere messo in discussione e a giocare con una maglia importante come quella della Sampdoria. L’anno scorso Piovaccari giocava e segnava con continuità nel Cittadella, ora si trova a giocare nella Samp, con compagni di reparto di pari livello, chiamato a conquistarsi un posto da titolare, senza la certezza di giocare. E’ chiaro che si possano perdere un po’ di certezze. In più c’è la pressione, con l’obbligo di dover vincere. Giocare con la Samp ti dà tanto, perché giochi davanti a 20 mila spettatori, però devi essere capace a sopportare le pressioni e a tirare fuori la personalità”.

Una battuta su Maccarone. Cosa prova un attaccante quando fa fatica a trovare la via del gol?: “Perdi fiducia, tranquillità, sicurezza nei tuoi mezzi. E quando vai in campo non sei più quello di prima. Non affronti più con spregiudicatezza alcune situazioni. Mentalmente sei più fragile e in campo si vede. Maccarone ha fatto due gol a Nocera, però sono stati cancellati dalla brutta sconfitta.”.

Atzori sembra aver perso il polso della situazione e la fiducia dei giocatori. Torniamo indietro nel tempo, all’anno dell’ultima promozione in serie A. Sulla panchina della Sampdoria siedeva mister Novellino, un allenatore che si fa sentire nelle situazioni difficili. Credi che ad Atzori manchi un po’ di personalità?: “Novellino quando arrivò alla Sampdoria aveva già vinto 3 campionati, con Venezia, Napoli e Piacenza. Un allenatore di spressore, di categoria con la capacità di reggere la pressione dell’ambiente Sampdoria. In più quell’anno furono fatti 3-4 acquisti importanti. Quest’anno è diverso. Atzori nella scorsa stagione ha fatto bene con la Reggina, conquistando i playoff con una squadra giovane. Anche per lui quest’anno è stato un salto importante. Se non è un allenatore con tanta esperienza alle spalle, con tanti campionati vinti e dunque sicuro di se stesso può andare in difficoltà. E sicuramente Atzori è un po’ in difficoltà. Lo si vede chiaramente dalle scelte, dai continui cambi per trovare la quadratura del cerchio. Quando vai ad allenare la Sampdoria devi vincere per forza e non è mai facile se non hai già un’ossatura di squadra ben avviata. E non è il caso della Sampdoria di quest’anno, perché ci sono giocatori vecchi che devono dimenticare la retrocessione e alcuni nuovi acquisti che sono sì buoni giocatori, ma arrivano da squadre come Novara e Cittadella e non sono abitutati a sostenere il peso di indossare una maglia come quella della Samp”.

Allora ricapitoliamo. L’anno dell’ultima promozione in A Bazzani-Flachi in attacco e Novellino in panchina. Oggi Bertani-Piovaccari in attacco e Atzori in panchina. Il confronto non regge. La Samp ha perso un po’ di ambizioni?: “Quell’anno Flachi non aveva bisogno di presentazioni. Erano anni che faceva gol con la maglia della Sampdoria. Io scesi dalla serie A, dove avevo fatto 10 gol con il Perugia. Avrei potuto restare in A a Perugia, a Udine, o a Verona sponda Chievo, però scelsi la Samp. E’ normale che qualcosina in più sulle spalle l’avevamo. Però c’era anche un grande gruppo, con i vari Volpi, Sacchetti e Turci. Insomma, era una signora squadra. C’era anche tantissimo entusiasmo, perché erano appena arrivati Garrone e Marotta. Quest’anno l’entusiasmo c’era a inizio stagione, ma c’erano ancora da smaltire le scorie della retrocessione. Poi è chiaro che la qualità dei giocatori fa la differenza. E la Samp di oggi ne ha. Perché i vari Semioli e Foggia sono buoni giocatori, come del resto gli attaccanti. Bisogna solo ritrovare serenità e personalità. Io non smetterò mai di ripetere che quando sei obbligato a vincere e giochi in determinati contesti ci vogliono tanta personalià e tanto carattere. Non ti devi sconfortare alle prime difficoltà e l’ansia non ti deve prendere e non deve diventare paura”.

Perché Palombo fa così fatica?:Palombo è in un momento difficile dal punto di vista psicologico. Un giocatore che è stato legato alla Samp per tanti anni, che ne è bandiera e capitano e che ha vissuto da protagonista gli anni migliori dell’era Garrone, è chiaro che possa essere destabilizzato e si domandi cosa sta succedendo a questa Sampdoria. Addirittura martedì è finito in panchina. Non so se si tratti di un segnale che ha voluto l’allenatore. Magari ha voluto far capire che non conta cosa è stato fatto negli anni passati, ma solo il presente. Detto questo, credo che se la Sampdoria vuole uscire da questo momento difficile, il giocatore che può indicargli la strada giusta è proprio Palombo. Se la Samp, come tutti speriamo, intraprenderà un percorso per tornare subito in A, non potrà prescindere in mezzo al campo dal suo capitano”.

La ricetta per salire in A?: “C’è una regola dalla quale non puoi prescindere, ovvero il fattore campo, che deve diventare fondamentale. La squadra che vuole vincere il campionato deve costruire le sue fortune tra le mura amiche. In questo modo acquisti sicurezza e anche quando vai a giocare fuori casa ti presenti con uno spirito diverso”.

Ora la Samp andrà a Brescia, una squadra che sta attraversando un momento molto difficile. E’ un bene per la Samp affrontare i lombardi proprio in questa fase di stagione?: “Si, è un bene. Non è che se arrivi da diverse sconfitte consecutive allora devi vincere per forza. Se il Brescia arriva da cinque sconfitte di fila significa che ha dei problemi. Sicuramente non è più il Brescia di inizio anno. E’ una squadra molto giovane, che ha vissuto molto sull’entusiamo dei suoi giovani. Questo all’inizio ha dato dei frutti, ma ora il campionato è entrato nel vivo e quando hai tanti giovani prima o poi paghi dazio. Io credo che per la Samp quella di Brescia sia la partita giusta, perché affronta una squadra che ha perso delle sicurezze rispetto a inizio anno e perché non troverà un ambiente caldo come ad esempio a Nocera. Credo ci siano tutte le condizioni perché la Samp possa dare continuità alla vittoria casalinga con il Crotone. Può essere una partita chiave perchè un successo a Brescia aprirebbe nuovi orizzonti e cancellerebbe tante nuvole oscure”.

[Mattia Mangraviti – Fonte: www.sampdorianews.net]

Cade il Torino, Padova e Pescara tentano l’aggancio

L’undicesima giornata si chiude nel segno della caduta, inaspettata, del Torino in quel di Gubbio. A non permettere l’allungo dei granata è la rete al ’57 di Ciofani, che permette le inseguitrici di approfittare del passo falso.

In primis il Padova, che nel derby contro il Vicenza si impone per due reti ad uno solo allo scadere, con la rete al 91esimo di Daniele Cacia, sempre più leader della squadra veneta. Una partita dal dolce amaro, che ha regalato emozioni solo nel finale: a pareggiare i conti dopo la rete di Legati è Abbruscato, che sul rigore fa sognare i tifosi vicentini, ma non basta.

A regalare emozioni per tutti i 90 minuti è invece il Pescara di Zeman. La giostra questa volta la mette in moto Marco Sansovini, bomber di razza, che decide addirittura di farne tre e auto eleggersi migliore in campo.  La rete della bandiera è di Tamburini, ma il solito Insigne sigla il poker e firma il 4-1 finale, portando i delfini a soli 4 punti dalla vetta.

Il Sassuolo cede il posto alle contendenti inseguitrici fermandosi sull’1-1 ad Empoli. Niente male, essendo, quello toscano, un campo ostico per eccellenza. La Reggina doma il Varese per 3 reti a 2, e si consolida come pretendente alla zona playoff. Classifica che sta stretta alla Sampdoria, che chiude a reti bianche contro il Cittadella e vede la vetta lontana di ben otto lunghezze. Troppe, per una candidata alla risalita in Serie A. Non va bene neanche al Bari: l’arbitraggio non l’aiuta neanche, e la vittoria dello Juve Stabia è servita dal rigore che Sau mette nel sacco.

Nell’anticipo del venerdi sera, la Nocerina strappa un punto importante al Bentegodi, e ferma un Verona affamato di punti. Il Grosseto mette nei guai il Brescia, che rifila l’ennesima sconfitta e rimane ferma a 16 punti. Il Crotone vince a Bergamo contro l’Albinoleffe per 3-1 e si allontana dalla zona pericolosa della bwin. Il Modena espugna il Braglia e vince la dura sfida contro il Livorno con il gol di Stanco.

[Gianni L’Abbate – Fonte: www.tuttobari.com]

Ventura: “Giocare per vincere, ma si può perdere con chiunque”

“Con la Juve Stabia sarà una partita diversa da quella con il Grosseto – dice Ventura nella conferenza stampa che precede la gara con i campani – per il modo di giocare differente delle due squadre. La Juve Stabia fa dell’intensità la sua arma più pericolosa, altrimenti non avrebbe vinto quattro partite consecutive. E’ una squadra che lotta su tutti i palloni e quando conquista la sfera è subito pronta a ripartire. Dal punto di vista del risultato quella di domani pomeriggio è una partita a rischio per noi”.

“Le squadre che ci affrontano cambiano modulo e questo per me vuol dire che ci rispettano. Al Toro in B nessuno concede nulla, un esempio è stato il Grosseto che poteva concedersi di giocare la partita perché era una squadra imbattuta e invece con noi si è rintanato nella sua metà campo e non ne è uscito neppure quando era in svantaggio. Vincere o perdere una partita dipende dalle nostre conoscenze e da come sappiamo leggere le situazioni di gioco. Ieri in conferenza stampa Ogbonna ha detto che il gruppo ha continua voglia di migliorarsi, sono parole che apprezzo e sottoscrivo. Lavorando si riesce sempre a fare di più e si aumenta la qualità di ciò che si fa. L’interpretazione della partita da parte nostra è fondamentale e lo si è visto nella gara contro il Verona, che con la Sampdoria aveva dimostrato di essere una squadra difficile da affrontare, mentre contro di noi è stata un’altra cosa”.

“Permettetemi di dire che ho interpretato in senso positivo le parole di Sensibile su di noi quando ha detto che il Torino era davanti alla televisione l’anno scorso durante i playoff, il discorso sicuramente si riferiva al fatto che il Torino non ha più voglia di stare davanti alla tv, ed è così”.

“Mi preme sottolineare che capisco e comprendo l’entusiasmo per questo inizio di campionato, si è passati dalla depressione all’euforia, ma dobbiamo rimanere con i piedi per terra perché non siamo alla terz’ultima di campionato. Al Toro non abbiamo ancora fatto nulla e soprattutto non abbiamo ancora vinto niente stiamo, ponendo le basi per costruire qualche cosa e vorremmo che fosse qualche cosa di positivo. Ringrazio per i complimenti e i paragoni che ricevo, ma Mourinho ha vinto e io non ancora; Giagnoni è un amico ed è in splendida forma visto che non è più un ragazzino, però io al massimo posso mettermi il colbacco come lui visto che la temperatura si sta abbassando. La gente granata ha fame, ha voglia di tornare a vincere e noi dobbiamo avere la pazienza di riuscire a dare ai nostri tifosi quello che ci chiedono”.

“La normalizzazione per noi non è essere considerati la squadra da battere o riuscire a fare risultato, ma giocare una gara ogni sette giorni, cosa che finora non è quasi mai avvenuta, per poterci allenare seguendo un filo conduttore e una logica, avendo il tempo di organizzare delle amichevoli infrasettimanali che permettono agli infortunati di recuperare con maggiore rapidità mettendo dei minuti di gioco nelle gambe. Posso dire che domani Pagano giocherà il derby con la Primavera, anche se la gara sarà su un campo sintetico, perché ha assoluto bisogno di giocare novanta minuti. Ho una notizia positiva e una negativa: Sgrigna ha recuperato dal problema al polpaccio, mentre Surraco questa mattina non si è allenato perché si è alzato con un dolore al ginocchio e valuteremo come starà nelle prossime ore. Iori non ha ancora mai staccato perché in squadra l’altro giocatore che ha caratteristiche simili alle sue, Vives, ha avuto dei problemi fisici, se così non fosse stato lo avrei già fatto rifiatare. De Feudis ha caratteristiche diverse da Iori quindi non posso farlo giocare al posto di Manuel”.

“Per quel che riguarda la formazione di domani non ho ancora deciso chi giocherà, ma non ci saranno grandi rotazioni rispetto alla partita scorsa, sicuramente in difesa giocherà Darmian. Le rotazioni dipendono da come stanno fisicamente i giocatori, da un discorso di gruppo e di rispetto di tutti, dagli avversari che si affrontano. I giocatori della Juve Stabia corrono come dei forsennati, sanno chiudere gli spazi e appena si impossessano della palla ripartono determinati a fare gol. L’allenatore della Juve Stabia, Braglia, è molto esperto e ha vinto tanti campionati in C e ha tanta voglia anche di vincere nelle categorie superiori, quindi non sarà una gara facile a prescindere dal fatto che i cinque punti di penalizzazione possano motivarli ancora di più. Il Toro deve giocare per vincere, ma bisogna essere consapevoli che tutte le squadre sono in grado di vincere con il Torino e il Torino è una squadra in grado di vincere con tutte le altre. Lo dico sempre il Toro è un gruppo che se vuole può, quindi rispetto per tutti, ma consapevolezza nei propri mezzi. Il primo tempo con il Verona è stato emblematico: se vuoi puoi e siamo andati in vantaggio; se sei presuntuoso paghi e abbiamo subito il gol; se sai puoi farcela e abbiamo vinto”.

“So che i tifosi vorrebbero vederci, soprattutto quando giochiamo in casa, esprimere un calcio spettacolare e per questo chiedo scusa in anticipo ai tifosi se domani non ci sarà una fluidità totale nella manovra di gioco per novanta minuti, ma stiamo lavorando per aumentarla sempre più anche quando gli avversari chiudono gli spazi e si ritraggono nella loro metà campo. Voglio anche ringraziare in anticipo i tifosi per l’affetto che ci daranno”.

[Elena Rossin – Fonte: www.torinogranata.it]

Euro 2012, tutti i rischi per il sorteggio azzurro. Prandelli: “Cassano importante, bene Giovinco”

L’occhio dell’Italia è già al 2012. Domani, intanto, in agenda c’è il sorteggio dei playoff tra le otto seconde, eccezion fatta per la Svezia che si è qualificata come miglior seconda. Teste di serie saranno il Portogallo di Cristiano Ronaldo, la Croazia di Modric, l’Irlanda del Trap e la Repubblica Ceca di Rosicky. Le altre, invece, la mina vagante Estonia, la Turchia, il Montenegro e la Bosnia di Dzeko, con andata e ritorno previsti tra 11 e 15 novembre.

Poi i sorteggi dei gironi dell’Europeo, il 2 dicembre a Kiev. L’Italia è sicuramente in seconda fascia e, oltre alle due nazioni ospitanti (Polonia e Ucraina) rischia dalla prima fascia una tra i campioni del Mondo della Spagna e l’Olanda di Sneijder. Evitate, almeno per i gironi, Germania, Inghilterra e Russia che sono nella seconda fascia, dalla terza ci sono Grecia, Svezia e Danimarca. E la Croazia, se riuscirà a superare i playoff, altrimenti nell’ordine sono destinate a salire Portogallo (anche i lusitani nei playoff), Francia (già in quarta fascia) e poi tutte le altre in bilico: Irlanda, Repubblica Ceca, Turchia, Bosnia, Montenegro ed Estonia.

PRANDELLI – Il commissario tecnico della nazionale italiana, Cesare Prandelli, ha parlato alla Rai al termine della partita vinta con l’Irlanda del Nord: “Quando hai grande supremazia di solito prendi il contropiede, ma siamo stati bravi e sono soddisfatto di quello che hanno fatto i ragazzi. Stasera i ragazzi non hanno mai perso la concentrazione, siamo stati molto aggressivi e non gli abbiamo mai dato la possibilità di impostare l’azione. Altri gol? Tre gol sono tanti e c’è l’avversario da rispettare. Cassano? E’ importante come tanti altri giocatori. Giovinco ha fatto bene mentre Osvaldo è entrato quando la partita era già decisa e avrà altre opportunità”.

[Marco Conterio e Antonio Gaito – Fonte: www.tuttomercatoweb.com]

Lerda: “Sulla carta la Samp ha valori maggiori del Torino, ma dovrà stare attenta alle ripartenze”

Nell’ultima puntata di Sampdoria sempre con te, il programma radiofonico di Sampdorianews.net in onda su Radio 103 il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 19 alle 20 (scriveteci via sms al 3381010360), è intervenuto l’ex allenatore del Torino Franco Lerda.

La sua opinione in merito al match di venerdì tra Sampdoria e Torino: “Sono due squadre costruite per vincere. Stanno mantenendo questi presupposti, perché il Torino ha vinto 3 partite su 3 fuori casa ed è primo in classifica, mentre la Sampdoria è 2 punti dietro, ma non ha ancora perso. Sono due squadre imbattute che si giocano una partita importante, non tanto dal punto di vista della classifica, perché il campionato deve ancora “iniziare”, ma dal punto di vista psicologico, perché se dovesse vincere il Torino sarebbe un’ulteriore iniezione di fiducia per una squadra che sta già facendo bene, mentre se dovesse vincere la Samp scavalcherebbe il Torino. La ritengo una sfida importante sotto il punto di vista mentale, perché i punti in questa fase del campionato non contano più di tanto”.

Mettendo a confronto le due rose, qual è secondo lei quella più attrezzata per vincere il campionato?: “Sulla carta la Sampdoria ha valori maggiori del Torino. Il Torino è costruito per un sistema di gioco chiaro che ha voluto il nuovo allenatore Ventura, ha preso ottimi giocatori e ha confermato elementi importanti quali Ogbonna e Bianchi, però direi che l’organico della Samp è qualitativamente più importante”.

Ha più motivazioni una big appena retrocessa come la Samp o una squadra come il Torino reduce dalla delusione della mancata promozione in serie A dell’anno scorso?: “Le delusioni sono altre, non la mancata promozione. L’anno scorso siamo partiti con una squadra che ai nastri di partenza era assolutamente incompleta, quest’anno la società ha lavorato bene perché la squadra ha più qualità rispetto allo scorso anno ed è stata costruita con le tempistiche giuste, dunque credo sia molto competitiva. La Sampdoria è appena retrocessa e dunque vorrà ripartire per far bene in questo campionato e possibilmente vincerlo, ma non è mai facile. Il Torino è il terzo anno consecutivo che milita in serie B, ma non è mai semplice vincere il campionato cadetto, soprattutto in una piazza dove c’è molta pressione”.

I due mister a confronto, Ventura e Atzori, un commento su entrambi: “Uno è molto giovane, l’altro esperto. Atzori viene da una stagione molto positiva a Reggio, dove ha fatto bene. Quest’anno ha una squadra, una società e una tifoseria più importanti e dovrà gestire altre pressioni. Mentre l’anno scorso l’obiettivo playoff è stato un qualcosa di importante, ma che inizialmente non era nei piani, quest’anno con la Sampdoria deve cercare di vincere. Ventura è un allenatore ormai navigato in questa categoria, conosce molto bene il campionato e ha un’idea chiara di gioco. Insomma, sono due ottimi tecnici”.

A chi dovrà stare attenta la Sampdoria e a chi invece il Torino?: “La Sampdoria ha un parco attaccanti di notevole spessore. In questa prima fase ha giocato davanti con Bertani e Pozzi e il Torino dovrà stare molto attento. Il Torino a sua volta è una squadra che ha dimostrato di subire molto poco, si difende con tutti gli uomini e poi riparte, quindi la Sampdoria dovrà stare attenta alle ripartenze dei granata”.

Ci sono tante squadre che dopo la retrocessione in B riescono subito a tornare in serie A, perché il Torino non ci riesce?: “Il Torino dovrebbe stare sempre in serie A, non c’è solo un motivo, ce ne sono tanti. Il Torino in questi anni è stato più in B che in A. Non riesce perché i risultati dicono quello, non è semplice trovare una spiegazione”.

Influiscono negativamente una tifoseria e un ambiente molto esigenti?: “Ma no, i tifosi sono così dappertutto. E’ chiaro che in una piazza come Torino la serie B sta stretta, mi sembra chiaro”.

Un pronostico?: “Non sono bravo nei pronostici. Spero e credo che sarà una bella partita perché si trovano di fronte 2 tra le 3-4 squadre più forti del campionato. Credo che la squadra che perderà avrà tutto il tempo per recuperare e quella che vincerà non dovrà sentirsi in paradiso, perché la strada è molto lunga”.

[Mattia Mangraviti – Fonte: www.sampdorianews.net]