Lazio avanti con i denti: 70 minuti di battaglia, poi Mauri, Rocchi e primo gol per Hernanes

ROMA – La Lazio fa valere la tradizione positiva in casa contro il Bologna (nelle ultime 10 gare a Roma infatti, i biancazzurri avevano ottenuto 7 vittorie e 3 pareggi) e trova il primo successo della stagione contro un Bologna arroccato, battagliero, ma che alla fine deve cedere alle geometrie (gol del vantaggio) e al talento (Rocchi, Hernanes) della Lazio. Un triangolo da manuale spezza la resistenza rossoblu, poi Rocchi con un pallonetto ed Hernanes su rigore nel recupero fissano il punteggio sul 3-1. Una Lazio bella a tratti ma che ha mantenuto la stessa intensità rispetto a Genova. Scende il piano della qualità del gioco, ma salgono quelli dell’intensità e della grinta. Il mix perfetto è atteso alla terza giornata a Firenze.

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Lecce: prima vittoria

Arriva la prima, importantissima vittoria per il Lecce di Mister Gigi De Canio. Al Via del Mare i giallorossi hanno la meglio su una Fiorentina che, con Mihajlovic in panca non ha ancora trovato quella brillantezza che invece la contraddistingueva nella precedente gestione-Prandelli.

Umiltà, agonismo e spirito di sacrificio sono le qualità indispensabili per poter centrare l’ obiettivo della salvezza; i Giallorossi hanno dimostrato quest’ oggi di possedere queste caratteristiche, che tanto erano mancate nella prima, negativa, partita di San Siro.

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Catania: Tre Punti D’Oro

Qualche fischio, qualche polemica di troppo per un Catania che ha subìto le sfuriate del Parma. Tutto giusto, tutto vero, ma ricordiamoci che oggi il Catania è riuscito a conseguire la sua prima vittoria in questo campionato: tre punti d’oro se consideriamo i miracoli di Cesena, Cagliari, Lecce e Chievo, tre punti fondamentali che fanno muovere una classifica in cui tutte le squadre, eccetto l’Udinese, hanno incamerato i primi punti stagionali. A spadroneggiare sul campo, più che le qualità tecniche ed inviduali dei giocatori, ci ha pensato il solito fattore C che tanto serve in partite come queste.

Il Catania è partito subito forte meritando il vantaggio iniziale, poi si è seduto, ha aspettato il Parma cercando di colpirlo in contropiede. Giampaolo schiera ancora ed una volta un 4-3-1-2 che dà i suoi primi frutti ma che ancora non risulta ben digerito dalla squadra: giocatori come Izco o Potenza hanno spesso giocato troppo stretti agevolando le sfuriate avversarie sulla corsia di appartenenza. Un 4-3-1-2 dunque che deve essere ancora rodato, specialmente in avanti, poichè sarebbe un suicidio lasciare un giocatore come Maxi Lopez in balia dei difensori avversari. Ma c’è tempo e modo di migliorare ogni pecca che questo Catania ha manifestato quest’oggi.

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Campionati Europei di Pallanuoto Maschile: 7 bello, così no!

L’Italia cade rovinosamente proprio sul più bello! Ci consoliamo con l’Argento, comunque inatteso alla vigilia. Finale: Italia-Croazia 3-7

Pierre Jacques asseriva: “Le guardie muoiono, ma non si arrendono mai”. Avremmo voluto trasporre questa massima nell’atteggiamento tenuto dall’Italia nella Finalissima Europea giocata ieri, ma al cospetto dei padroni di casa croati i nostri sono parsi arrendevoli, timorosi di misurarsi con l’unica squadra che in questo Torneo ci aveva già surclassati. Ed è così, a mio parere, che rimediamo una delle più brutte sconfitte della storia recente, 7-3 !, per un k.o. che non rende giustizia allo splendido Campionato disputato dai ragazzi di Campagna, e che ci offende nel nostro orgoglio e nelle nostre aspirazioni.

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Dove sono le invincibili armate?

Doveva fare un sol boccone della vittima sacrificale Cesena. Era il Milan dei campioni, il Milan Galactico, quello che avrebbe dovuto vincere tutto emulando l’Inter dello scorso anno. Una squadra finalmente alla pari dei nerazzurri. E’ colata a picco, senza scusanti, all’esordio casalingo in serie A del Cesena dopo più di vent’anni. Eppure l’esperienza del Real Madrid dello scorso anno non ha insegnato nulla? Si son comprati fior fiori di attaccanti spendendo centinaia di milioni, trascurando la difesa e concludendo l’anno senza vincere nulla. Non basta avere i grandi nomi in squadra per avere garanzia di successo, guai se fosse così, non ci sarebbe nemmeno bisogno di giocare le partite.

Invece il bello del calcio è che anche una matricola che costa, tutta insieme, meno del solo stipendio di Ibrahimovic ferma i giganti rossoneri, a dimostrazione che nel calcio non c’è nulla di scontato. Il gioco del pallone non è fatto di grandi nomi, e più se ne hanno e più si vince; sicuramente è fatto anche di questi ma devono poi essere assemblati nel modo giusto, è soprattutto un gioco di squadra, un gioco corale in cui la squadra deve avere una sua armonia, una sua logica. Il Cesena ha giocato da squadra, il Milan è apparso sfilacciato, difesa non rinnovata e attacco non interagente. Ed ecco il risultato.

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Inter che fatica, Eto’o rimette le cose a posto. Termina 2-1 sull’Udinese

È stata dura, forse più del previsto, per l’Inter avere ragione di questa Udinese. Diciamoci la verità, l’Inter non è ancora quello schiacciasassi che l’anno scorso imprimeva il proprio ritmo alla partita quando ne aveva voglia, si è limitata a giocare in modo semplice, a fare un gioco pulito, ha trovato due gol ma entrambi sono venuti da palla inattiva (uno da angolo, l’altro su calcio di rigore) e ha sofferto il ritorno udinese dopo il gol del pari, in difficoltà sulle veloci ripartente di Sanchez e Di Natale. C’è anche da dire che con un po’ di fortuna in più il palo colpito da Eto’o nel finale avrebbe potuto rendere più rotonda la vittoria, e che sullo stesso camerunense ci sarebbe potuto essere un rigore già prima di quello poi concesso, ma di sicuro non si può dire che la vittoria non sia stata meritata. I primi tre punti sono arrivati, ora Benitez può lavorare con maggior calma per imprimere la propria impronta a questa squadra.

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Cesena-Milan – Ficcadenti: “Partita perfetta”

Il Cesena di ieri ha corso il doppio del Milan ma ha anche dimostrato di saper giocare a calcio. Evidenti i meriti del tecnico bianconero Ficcadenti che ha sempre messo la qualità in cima alle prerogative del proprio progetto. Sfogliando i quotidiani riportiamo le parole dell’allenatore del Cesena.

“Partita perfetta? Sì direi che l’aggettivo giusto è quello – ha spiegato a caldo al Corriere di Romagna – Dietro al risultato c’è stata una prestazione straordinaria, a tratti davvero impressionante. Spirito di sacrificio, straordinaria capacità di ripartire e compattezza: ecco qui abbiamo vinto la partita, perché siamo stati superiori al Milan”.

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Cinque dediche per Daniele Conti Il Cagliari stende la Roma

Il Cagliari manda cinque precisi messaggi al campionato. I rossoblù non molleranno mai un metro. Per capirlo, è bastato vedere Pierpaolo Bisoli incitare ancora a gran voce i suoi giocatori quando, sul quattro a uno, sarebbe stato forse normale abbassare un po’ il ritmo. O ancora vedere come la squadra abbia saputo reagire al pareggio giallorosso e, ancora peggio, al palesemente grave infortunio capitato al capitano Daniele Conti. Matri, Acquafresca, Cossu, Astori, Agazzi. Nainggolan.

Tutti grandi protagonisti della partita perfetta dei rossoblù, e ci perdonino i Pisano o gli Agostini, altrettanto “tosti”, come direbbe il direttore d’orchestra Bisoli. Che poi, più che un direttore d’orchestra, il tecnico rossoblù è un martello pneumatico. Sempre prodigo di consigli per ogni suo giocatore, correzioni, incitamenti. Un moto perpetuo ai limiti della propria area tecnica. Uno spettacolo lui, uno spettacolo la sua squadra che si muove sul campo. Certo, la Roma ha giocato in dieci per ottanta minuti. Il Cagliari però era già avanti per due a uno. E soprattutto, ha mostrato una grande maturità per tutto l’arco della gara. Ha saputo gestire il possesso palla, alzare e diminuire il ritmo a proprio piacimento. Ha concesso poco o nulla ai forti attaccanti giallorossi.

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